l’analisi

Musk il “disruptor” alla corte di Trump: assalto alla burocrazia e sfida alla Cina



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Musk pronto a rivoluzionare l’apparato statale per accelerare l’innovazione americana e battere la competizione tecnologica cinese. Ma c’è chi dubita sulla durata dell’idillio con Trump

Pubblicato il 28 nov 2024

Antonino Mallamaci

avvocato, Co.re.com. Calabria



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Nel 2017 Elon Musk definì Donald Trump un “truffatore” e “uno dei migliori ciarlatani del mondo”. Ora è conosciuto a Mar-a-Lago come zio Elon ed è nella cerchia ristretta del presidente eletto.

Cosa lega Musk a Trump e quanto durerà l’idillio?

Dalla notte del 5 novembre, Musk non ha trascorso praticamente nessun momento senza Trump. Per la persona più ricca del mondo, non nota per la sua umiltà o pazienza, imparare a stare nella corte di Trump è una sfida molto più ardua della scienza missilistica. A Washington e nella Silicon Valley è ormai un gioco da salotto ipotizzare quanto durerà il rapporto Musk-Trump.

La risposta potrebbe dipendere dalla capacità di Musk di placare il capo e mantenere un profilo relativamente basso, ma anche di accoltellare qualche rivale quando sarà il momento. La maggior parte delle persone che circondano il presidente eletto nella transizione sono assistenti collaudati o amici personali da decenni. Musk non è né l’uno né l’altro.

Ciò che porta con sé sono i 200 milioni di follower su X e i circa 200 milioni di dollari spesi in campagna elettorale.

Le mosse di Musk a capo del Doge: attese e possibili problemi

Trump, piacevolmente sorpreso dalla volontà di Musk di licenziare l’80 percento dello staff di X, lo ha insediato alla guida del DOGE – Dipartimento per l’efficienza governativa (insieme a Vivek Ramaswamy). Il riccone di origine sudafricana ritiene necessaria una “riforma radicale” del governo e “riformatori” in grado di eseguire cambiamenti radicali. Nel mondo della tecnologia c’è però scetticismo sulla capacità di Musk di rispettare gli impegni sui tagli.

Deregolamentare in nome della crescita

Qualcuno sussurra che “andare su Marte è più facile”. I leader della tecnologia sono tuttavia effettivamente impegnati nella transizione e in tutta la Silicon Valley, l’interesse a lavorare per il DOGE è alto. Si intravede un’opportunità irripetibile per aumentare la libertà economica negli Stati Uniti e ridurre le dimensioni del governo per riportarlo in salute.

Musk ha spinto con successo affinché Brendan Carr venisse scelto per presiedere la fondamentale, per Big Tech, Federal Communications Commission. Elon Musk è stato definito il “capo disruptor” di Trump. “Disruptive innovation” è una locuzione del 1995 di Clayton Christensen che descrive un’innovazione dirompente in grado di distruggere aziende consolidate a favore di realtà emergenti. L’alleanza tra il politico più potente e l’uomo più ricco del mondo crea una concentrazione di potere che entrambi vogliono usare per ottenere un effetto esplosivo: tagliare la burocrazia, far esplodere le ortodossie liberali e deregolamentare in nome della crescita. Trump ha un mandato per tale disruption.

I rischi di clientelismo e corruzione

Tuttavia, la riforma guidata da Musk rischia di creare un nuovo problema: l’emergere di un’oligarchia corrotta e infiammabile. Dopo aver aiutato Trump a vincere le elezioni, Musk è salito all’apice del potere. Abbiamo detto della nomina come responsabile del DOGE. Inoltre, egli è già in contatto con leader stranieri e fa sentire la sua voce per le nomine. Le aziende del signor Musk sono più globali dei grandi monopoli del XIX e XX secolo e più piccole se misurate in base ai profitti rispetto al PIL. Musk Inc vale l’equivalente di appena il 2% del mercato azionario americano. Le sue attività principali sono Tesla, SpaceX, X, e xAI, una startup di intelligenza artificiale. Queste hanno per lo più quote di mercato inferiori al 30% e affrontano una vera concorrenza.

La vera “disruption” di Musk

Musk è diverso, rispetto agli imprenditori del passato, anche perché è un disruptor. Invece di sfruttare i monopoli per aumentare i prezzi o creare un sistema bancario stabile come fondamento per la finanza, la maggior parte di Musk Inc utilizza la tecnologia per tagliare i costi nei mercati competitivi. Questa disruption è centrale nell’ideologia di Musk, in cui l’innovazione vince le sfide irrisolvibili dell’umanità, dal cambiamento climatico alla colonizzazione di Marte. Il suo desiderio di un’azione più libera aiuta a spiegare il suo disprezzo per le ortodossie, incluso ciò che lui considera un conformismo woke.

Dai burocrati che hanno permesso che il mercato dei lanci spaziali del governo americano fosse manipolato dalle aziende della difesa ai californiani o texani che regolano le fabbriche di Tesla, lui vede lo Stato come un ostacolo alla crescita. Sia Trump che Musk vogliono sconvolgere l’intero governo federale. Musk ha detto che DOGE potrebbe mirare a tagliare fino a 2 trilioni di dollari dal bilancio federale annuale di 7 trilioni di dollari e abolire molte agenzie. È facile ridicolizzare tali obiettivi come ingenui: 2 trilioni di dollari sono più dell’intera spesa discrezionale del governo. Ma con un deficit di bilancio del 6% del PIL e un debito di quasi il 100%, è necessaria una riforma. I pericoli? Uno è il clientelismo e la corruzione.

Il valore della Musk Inc.

Il presidente eletto è un nazionalista iper liberista e le industrie in cui Musk ha interessi sono diventate strategiche grazie alla rivalità con la Cina, alla militarizzazione dello spazio e alle guerre di disinformazione transfrontaliere.

La vicinanza al potere potrebbe consentirgli di distorcere regolamenti e tariffe e ostacolare i concorrenti in settori che vanno dalle automobili alle criptovalute, dai veicoli a guida autonoma all’intelligenza artificiale.

Dall’inizio di settembre il valore totale delle attività di Musk Inc è aumentato del 50%, poiché gli investitori scommettono che sarà in grado di far scaturire rendite eccezionali dalla sua amicizia con il presidente.

I possibili effetti indesiderati dell’azione di Musk

Allo stesso tempo, Musk potrebbe sbagliare, soprattutto quando è al di fuori delle sue aree di competenza. Ha dimostrato un giudizio irregolare negli affari esteri, sminuendo l’uso del servizio satellitare Starlink in Ucraina e paragonando lo status di Taiwan a quello delle Hawaii. Il suo amore per la ribalta e le cospirazioni, e per i social media, sono preoccupanti. Con 50 miliardi di dollari della sua ricchezza personale bloccati in Cina, che ospita metà della produzione di Tesla, è un bersaglio ovvio per la manipolazione. Potrebbe anche fallire prima ancora di iniziare, a causa della carica incendiaria della combinazione Trump-Musk. Il prossimo presidente ama assumere e licenziare.

Allontanare le riforme necessarie

Il magnate della tecnologia brucia anche i dirigenti e le relazioni. La fusione del libertarismo e del tecno-utopismo della Silicon Valley con il nazionalismo “maga” del mondo di Trump è intrinsecamente volatile. Riformare il governo richiede pazienza e diplomazia, nessuno dei due punti di forza di Musk. Se la carriera politica di Musk dovesse rivelarsi breve, potrebbe comunque avere due effetti duraturi e perniciosi. Uno sarebbe quello di allontanare le necessarie riforme. Con la sua nomina, questo obiettivo ha ricevuto più attenzione che mai. Ma se dovesse mettere in piedi un programma a metà che si concludesse con un fallimento spettacolare, l’ambizione di tagliare la spesa verrebbe frenata per anni.

Normalizzare la collusione tra politici e magnati

L’altro effetto sarebbe quello di normalizzare la collusione tra politici e magnati. Mentre lo Stato si espande nel commercio, nella politica industriale e nella tecnologia, gli incentivi per utilizzarlo a proprio vantaggio stanno crescendo. Allo stesso tempo, il metodo di Trump prevede l’indebolimento di istituzioni e pratiche che dovrebbero proteggere dai conflitti di interesse. Se i titani oligarchici del business lavorassero abitualmente con i politici dominanti, subirebbe gli USA ne ricaverebbero un grande danno. In altri tempi non poteva accadere, era impensabile. Ora certamente sì.

Possibili effetti nell’industria spaziale

Gli osservatori sono preoccupati che il presidente eletto possa usare la sua presidenza a beneficio di Elon Musk, dirottando miliardi di finanziamenti governativi verso SpaceX. Ma c’è un altro modo in cui il connubio tra Trump e Musk potrebbe rimodellare il business spaziale e, soprattutto, influenzare la competizione con la Cina, principale rivale degli Stati Uniti nello spazio.

Attraverso il DOGE il taglio delle normative spaziali potrebbe giocare a favore della forza chiave dell’America nei confronti della Cina – il suo business spaziale privato in più rapida evoluzione – e vincere la corsa allo spazio del XXI secolo per gli Stati Uniti.

Il ruolo del Doge nella crescita dell’industria spaziale privata

Secondo l’American Enterprise Institute, l’amministrazione Trump sfrutterà il tasso di crescita e innovazione del settore privato, mentre la Cina continuerà a sfruttare il tasso di crescita più lento, ma più prevedibile, dei programmi spaziali finanziati dal governo. Qual è il ruolo del DOGE in tutto questo? Anche se l’America ha in gran parte esternalizzato la progettazione di veicoli spaziali e razzi all’industria privata, le nuove attività nel settore si trovano al cospetto di molte norme.

I progetti guidati dal governo hanno notoriamente una bassa propensione al rischio, con forti incentivi a far funzionare, ad esempio un lancio, la prima volta.

Le startup spesso si trovano disposte a correre questo rischio, ma vincolate dalla regolamentazione. In un suo rapporto, l’azienda di servizi di consulenza e revisione Deloitte raccomanda di snellire il processo di licenza per i lanci spaziali e di portare la definizione di rischio accettabile dei regolatori più in linea con quella delle startup in rapida evoluzione, tutti obiettivi che sono sicuramente musica per le orecchie di Musk, che ha spesso litigato con la Federal Aviation Administration nel suo ruolo di supervisione dei lanci di razzi.

Se Musk brandisce DOGE a tal fine, gli Stati Uniti potrebbero ritrovarsi con una versione più rischiosa, ma probabilmente più veloce e più adattabile, dell’industria spaziale privata in rapida crescita.

Il rischio di sorpasso della Cina nella corsa allo Spazio

Mentre il settore pubblico e quello privato dell’America litigano, il programma spaziale cinese guidato dallo Stato, ha continuato a fare progressi lenti e costanti negli ultimi anni. Il lancio con equipaggio di Shenzhou 19 del mese scorso è stato solo l’ultimo di una serie di passi verso il ritorno sulla luna entro il 2030, e alcuni osservatori stanno ora avvertendo che la Cina potrebbe superare gli USA, date le continue battute d’arresto della NASA.

Per gli ottimisti su ciò che Trump e Musk hanno in serbo per l’industria spaziale statunitense, anche se la Cina battesse gli Stati Uniti nella corsa alla Luna, questo risultato potrebbe finire per essere rapidamente superato.

Il ritmo accelerato della Cina potrebbe funzionare a suo favore ora, ma il dinamismo di una SpaceX (insieme ai suoi concorrenti) scatenata dalla crociata di deregolamentazione di Musk potrebbe consentire agli Stati Uniti di scavalcare la Cina e diventare la prima nazione a raggiungere Marte. Il Trump 2.0 potrebbe usare l’intrinseca disposizione orientata al mercato dell’America per vincere la corsa allo spazio del XXI secolo. I sovietici hanno raggiunto molti primati nello spazio: primo satellite in orbita, primo essere umano in orbita, prima donna in orbita, prima passeggiata spaziale, ma ciò che è rimasto nella memoria è stato il primo sbarco sulla Luna. Potrebbe succeder la stessa cosa per l’arrivo su Marte.

Musk intermediario tra TikTok e Trump

TikTok si sta rivolgendo a Elon Musk per avere informazioni sulle intenzioni degli Stati Uniti. I dirigenti della società madre, la cinese ByteDance, vedono Musk come un canale utile per la nuova amministrazione in un momento in cui TikTok si trova ad affrontare la prospettiva di un imminente divieto di operare negli Stati Uniti per preoccupazioni sulla sicurezza nazionale. Il CEO di ByteDance e Musk non ha discusso opzioni esplicite su come mantenere TikTok operativo negli Stati Uniti, ma i dirigenti di ByteDance sono cautamente ottimisti. L’accesso senza precedenti di Musk al presidente eletto ha spinto molti leader aziendali a cercare il consiglio del miliardario. Nel corso del precedente mandato, nel 2020, Trump ha firmato un ordine esecutivo per vietare TikTok, bloccato poi in tribunale. Sembra aver invertito quella posizione durante la sua recente campagna. Una legge firmata da Biden imporrà il divieto di attività negli USA per Tik Tok se ByteDance non se ne libererà entro metà gennaio 2025.

Il management dell’app ha garantito che non lascerà gli Stati Uniti e ha intentato una causa sostenendo che la legge viola i diritti di libertà di parola dei suoi utenti. I dirigenti di ByteDance avevano iniziato a coprirsi le spalle prima delle elezioni, incontrando persone vicine a Trump e alla candidata democratica Kamala Harris. L’azienda è concentrata sulla causa, per la quale una decisione della corte d’appello federale di Washington è prevista tra qualche giorno.

Potenziale conflitto d’interessi di Musk sull’inquinamento

Mentre Musk assume un ruolo di deregolamentazione, Tesla accumula violazioni dell’inquinamento. Quale responsabile del DOGE, Musk potrebbe prendere di mira le agenzie di regolamentazione e nessuno si sorprenderebbe se tentasse di frenare le normative ambientali, comprese quelle che riguardano le sue aziende.

Sul tema, Musk ha fatto grandi promesse per il nuovo SUV Model Y, e l’azienda ne stava intensificando la produzione ad Austin quando problemi ambientali hanno minacciato di far fallire i suoi piani. Il sistema di chiusura della porta della gigantesca fornace di fusione dell’impianto, che fonde il metallo per trasformarlo nei componenti della Model Y, non ha funzionato, riversando tossine nell’aria e aumentando le temperature per i lavoratori sul pavimento fino a 100 gradi. Anche le acque reflue della produzione, contenenti vernice, olio e altre sostanze chimiche, sono finite non trattate nella fognatura della città. Tesla ha lasciato i costosi problemi in gran parte irrisolti durante la fase critica di avvio. Di conseguenza, l’impianto, tra le più grandi fabbriche di automobili al mondo, ha scaricato inquinanti tossici nell’ambiente vicino ad Austin per mesi.

Questo resoconto dei problemi ambientali dello stabilimento di Austin, mai segnalati in precedenza, deriva dalle e-mail scambiate tra gli enti regolatori del Texas e l’azienda ottenute dal Wall Street Journal. Un’indagine della testata dimostra che i dirigenti della Tesla erano consapevoli dei problemi, ma a volte sceglievano soluzioni a breve termine per evitare di rallentare la produzione. Ex dipendenti hanno affermato di aver temuto di perdere il lavoro segnalando potenziali pericoli ambientali. Come capo dell’azienda, Musk avrebbe dettato la linea, spingendo i dipendenti ad agire rapidamente e lamentandosi frequentemente in dichiarazioni pubbliche per le normative inutili che starebbero strangolando gli Stati Uniti. Egli ha ora un megafono ancora più grande.

Come responsabile del “DOGE”, Musk ha detto che pensa di poter tagliare “almeno 2 trilioni di dollari” dal bilancio federale, anche sotto forma di posti di lavoro presso le agenzie di regolamentazione. “Finalmente abbiamo il mandato di eliminare la montagna di soffocanti normative che non servono al bene comune”, ha dichiarato di recente.

Musk è considerato un paladino dell’ambiente: la missione di Tesla, il più grande produttore di auto elettriche negli USA, è quella di “proteggere la vita sulla Terra”. Eppure, in tutto il suo impero commerciale, le aziende di Musk hanno messo inevidenza più volte un modello di violazione delle norme ambientali, come dimostrano i documenti e le dichiarazioni dei governi federale e statale. Ad esempio, uno stabilimento in California ha accumulato più avvisi per violazioni delle norme sull’inquinamento atmosferico negli ultimi cinque anni (112) rispetto a quasi qualsiasi altro nello stesso Stato, secondo un’analisi del Journal sul database di conformità dell’EPA (Environmental Protection Agency ).

Addirittura, ha ripetutamente omesso di riparare le apparecchiature progettate per ridurre le emissioni, rilasciando tonnellate di sostanze chimiche tossiche in eccesso rispetto ai limiti consentiti.

Anche SpaceX ha avuto scontri con le autorità di regolamentazione in Texas e con la comunità in Florida, anche per l’impatto dei suoi lanci su piante e animali locali. Tesla ha portato nell’industria automobilistica l’approccio “disruptive innovation” della Silicon Valley per muoversi velocemente, e Musk vede le normative come un ostacolo all’innovazione perché rallentano il lavoro. Nella fabbrica di Austin, i manager a volte ignoravano i lavoratori che lanciavano allarmi sui problemi ambientali, e alcuni dipendenti temevano di essere licenziati se avessero rallentato la produzione. Un membro dello staff addetto alla conformità ambientale nello stabilimento ha affermato che Tesla gli ha ripetutamente chiesto di mentire al governo per poter operare senza pagare per i controlli ambientali adeguati, secondo una nota del 2024 inviata dal dipendente all’EPA ed esaminata dal WSJ. L’EPA e la Commissione del Texas sulla qualità ambientale hanno aperto un’indagine relativa alle accuse dell’ex dipendente Tesla.

Diversi dipendenti hanno lasciato Tesla senza indennità di buonuscita per essersi rifiutati di firmare accordi di riservatezza sul proprio lavoro, pure per problemi ambientali e di altra natura. Musk ha spostato la sede centrale di Tesla dalla California ad Austin nel 2021 motivando il trasferimento con incentivi fiscali, minore controllo normativo e clima politico generale. L’anno prima, Tesla aveva venduto quasi 500.000 veicoli e le vendite stavano crescendo rapidamente. Ma Musk aveva ambizioni molto più grandi: l’aumento delle vendite di oltre il 50% ogni anno per raggiungere l’obiettivo di 20 milioni di auto prodotte nel 2030. Per arrivarci, Tesla si era posta l’obiettivo di produrre 5.000 Model Y a settimana nella “Gigafactory” di Austin. Quella stessa settimana, secondo il promemoria, Tesla licenziò il dipendente per aver “respinto le loro richieste”.

La start up d’intelligenza artificiale

La startup xAI di Elon Musk è valutata 50 miliardi di dollari dopo un nuovo round di finanziamenti, il doppio rispetto a sei mesi addietro. L’interesse degli investitori per le attività di Musk è aumentato da quando Trump ha vinto le elezioni. xAI, lanciata a luglio 2023, prevede di utilizzare in parte il nuovo denaro per finanziare l’acquisto di 100.000 chip Nvidia per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale.

La startup ha recentemente comunicato agli investitori che il suo fatturato ha raggiunto i 100 milioni di dollari su base annua.

Il prodotto principale di xAI è il chatbot Grok, disponibile per gli abbonati premium di X e di recente anche per i clienti aziendali. Grok è stato lanciato nel novembre 2023, arrivando in ritardo alla competizione con OpenAI, Anthropic e Google di Alphabet. xAI ha realizzato un data center a Memphis che ospita 100.000 chip Nvidia per la creazione dei suoi modelli di intelligenza artificiale. Secondo Musk, il data center contiene il cluster di intelligenza artificiale più potente al mondo e presto le sue dimensioni saranno raddoppiate. Musk è particolarmente concentrato nel battere OpenAI, creatore di ChatGPT, che ha co-fondato nel 2015. xAI metterà sul mercato la terza versione di Grok a dicembre. Musk ha affermato che sarà “l’intelligenza artificiale più potente al mondo secondo ogni parametro”.

Altri CEO cercano di entrare nelle grazie di Trump

Con il gabinetto di Trump che prende forma e nuovi circoli di potere che emergono a Washington, i dirigenti di molte aziende stanno lavorando per entrare nelle grazie di Trump. Molti sperano di seguire il copione di Cook, il dirigente della Apple che, durante la prima amministrazione Trump, ha ideato un modello per interagire con lui. Invece di inviare dirigenti specializzati in relazioni governative o lobbisti, Cook si rivolge direttamente a Trump tramite telefonate o a tavola, concentrandosi su un singolo problema per ogni interlocuzione. Questo approccio lo ha aiutato a ottenere ottimi risultati.

Nel 2017 Trump stava lavorando ai tagli fiscali e Cook gli comunicò che Apple avrebbe aumentato i suoi investimenti negli Stati Uniti se l’azienda avesse potuto rimpatriare 250 miliardi di dollari in contanti a un’aliquota fiscale ridotta. Com’è finita lo si può intuire. La vittoria più grande di Cook nel 2019 quando Apple stava per subire una tariffa del 10% su tutte le importazioni dalla Cina, dove “la Mela” produce ancora in modo preponderante i suoi dispositivi. Egli spiegò quindi a Trump che le tariffe avrebbero fatto aumentare i prezzi dell’iPhone e aiutato i rivali stranieri come Samsung . Giorni dopo, l’amministrazione Trump annunciò che avrebbe ridimensionato il suo piano tariffario, concedendo eccezioni a una serie di prodotti elettronici, tra cui l’iPhone. In seguito, la Apple rivide la decisione di spostare la produzione del suo computer Mac Pro dal Texas alla Cina. Anche prima che Trump venisse rieletto presidente, Cook lo ha stimolato per questioni connesse a problemi con l’UE della Apple, accusata di aver violato leggi comunitarie sulla concorrenza e multata. Il presidente eletto ha in proposito assicurato che non permetterà che le aziende americane vengano danneggiate. Replicare il copione di Cook non è tuttavia facile, poiché poche aziende possono vantare l’appeal di Apple. Diverse società stanno anche valutando se proporre idee direttamente al “Department of Government Efficiency” (DOGE), guidato da Elon Musk e dall’imprenditore biotech Ramaswamy .

Big Tech contro la legge sulla sicurezza online dei bambini

Il Senato USA ha approvato nei mesi scorsi un disegno di legge sulla sicurezza online dei bambini con un voto schiacciante di 91 a 3, una rara dimostrazione di unità bipartisan che dimostra l’importanza della questione. Ma ora i giganti della tecnologia hanno lanciato una campagna aggressiva per bloccare la legge alla Camera dei Rappresentanti e non si sa se verrà approvata, come da programma, prima della fine dell’anno.

Sul tema si registra una posizione risalente, certamente foriera di discussioni, della nuova responsabile della Sanità pubblica nominata da Trump. Janette Nesheiwat, medico e collaboratrice di Fox TV, ha infatti chiesto di vietare i social media per tutti gli adolescenti e i bambini piccoli “perché non hanno fatto altro che male”, uno degli approcci più drastici nel dibattito in corso su questo tema.

Altra questione concerne i crediti d’imposta per l’acquisto di auto elettriche, ambito d’azione dell’amicone di Trump Elon Musk. Il presidente eletto ha sull’emergenza climatica idee fondamentalmente negazioniste, cosicché sembra sia deciso a cancellarli. Il governatore democratico della California ha quindi garantito che, in questo caso, il suo Stato si sostituirà al governo federale: “Non siamo disposti a tornare indietro sull’argomento: vogliamo un futuro di trasporti puliti e sosterremo chi desidera guidare veicoli che non inquinano”.

In conclusione, è ancora presto per valutare se, come, e con quali esiti, il sodalizio tra il presidente eletto e Musk, con i giganti tecnologici sulla sua scia, andrà avanti. Ogni previsione, data anche la personalità non convenzionale dei due, sarebbe azzardata.

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