Nell’era dei social e del digitale non tutti gli strumenti per fare personal branding e networking sono “virtuali”. Per proporsi al meglio e coltivare una proficua rete di relazioni ce ne sono molti. Una panoramica sull’importanza del networking e sugli strumenti più validi.
L’importanza del networking
Prima di vedere gli strumenti, ecco perché il networking è un’attività indispensabile per chiunque. I motivi sono tre. Primo, l’87,5% di chi cerca lavoro si rivolge ai canali informali, quindi alle sue conoscenze (fonte). Secondo, quando nasce il bisogno di un nuovo collaboratore in azienda, si effettua un primo giro informale nel proprio network di conoscenze; solo in un secondo momento l’informazione si propaga fuori dell’azienda e ci si muove sul mercato del lavoro. Terzo, anche chi non cerca un lavoro può arricchirsi coltivando nuove conoscenze: un professionista può trovare collaboratori, un venditori potenziali clienti, un imprenditore nuove partner o investitori.
Quali strumenti servono per fare networking
Il networking, anche nell’era del web e dei social, si fa soprattutto di persona. E con i vecchi biglietti da visita. È un link fisico durante un incontro, un promemoria per il dopo. Poi il biglietto dovrebbe diventare digitale, per esempio con una app come CamCard e il collegamento (anche) virtuale su LinkedIn.
Ecco, proprio LinkedIn è fondamentale per il networking (magari accompagnato da uno strumento che si integra anche con Gmail). Funziona più come acceleratore, come fonte di opportunità, come occasione per fare social selling. A proposito, il social selling non vuol dire “vendere online”. Quello, al limite, potrebbe essere il “social commerce”. In realtà il social selling, come si spiega in questa intervista a Davide Marasco di EffettoDomino, è un mix di posizionamento (grazie soprattutto ai contenuti, motore del proprio personal branding), networking (appunto!) e interazioni.
Un terzo strumento per fare networking, come suggerisce Marco Vigini nel suo “Networking e lavoro” (Hoepli), è molto poco social: è il vecchio e caro Excel. Serve per organizzare i propri contatti in un database, per quanto grezzo. Il foglio di calcolo permette di aggiungere note, fare classificazioni, tenere tutto in ordine. Sul sito di Office puoi scaricare diversi modelli di file per gestire i contatti. Ovviamente chi vuole fare le cose professionalmente deve passare a un vero CRM (sistema per la gestione dei contatti, da customer relationship management); esistono diverse soluzioni, quasi tutte a pagamento. Segnalo però una risorsa gratuita e open source: Suite CRM.
Oltre all’indispensabile planner per gli appuntamenti – è più che sufficiente Google Calendar – suggerisco infine di usare dei strumenti di alert (come Google Alert) per ricevere in posta news e link di interesse, per esempio segnalazioni di eventi dove conoscere altri professionisti.
Gli strumenti per il personal branding
Anche il personal branding è fondamentale per ogni professionista. Posto che il personal branding è di fatto la tua reputazione (per Bezos è quello che gli altri dicono di te quando sei uscito dalla stanza), esistono diversi strumenti, online e non, che possono fare al caso tuo. In particolare vediamo tre strumenti che puoi usare per migliorare il tuo marketing personale.
Il primo dovrebbe essere il sito Web con un blog per posizionarti, ma se non hai tempo e voglia di costruirteli puoi sempre usare una soluzione come Swite: in pratica il tuo sito sarà costituito dallo stream dei tuo contenuti social. Al limite i social sono pur sempre un’ottima vetrina per pubblicare i tuoi contenuti e dimostrarti autorevole.
Il secondo strumento, molto “markettaro”, è l’analisi SWOT. Si tratta di una matrice utile per la pianificazione strategica, usata per valutare i punti di forza (strengths), le debolezze (weaknesses), le opportunità (opportunities) e le minacce (threats) di un progetto o in un’impresa e – perché no? – anche della tua carriera. Per questo ti consiglio di leggere l’utile eBook gratuito “Career SWOT analysis” di Gian Piero Scilio. Un suggerimento: quando analizzi il network per la SWOT, tieni ben presente il principio di Pareto, quello dell’80/20: probabilmente il 20% dei tuoi contatti produce l’80% dei risultati (dato da tener presente quando devi decidere come usare il tempo dedicato al networking).
Il terzo strumento si chiama personal branding canvas: permette di ragionare sulla tua identità, sulle competenze, sulla professione e sugli elementi differenzianti.