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Occhiali intelligenti, design iconico e AI: il caso dei Ray-Ban Meta



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Gli occhiali intelligenti stanno finalmente emergendo come prodotto di massa. I Ray-Ban Meta, con oltre un milione di unità vendute, dimostrano come design elegante e intelligenza artificiale siano la chiave del successo in questo settore

Pubblicato il 17 apr 2025

Riccardo Petricca

Esperto Industria 4.0 Innovation Manager



occhiali intelligenti (1)

A dieci anni esatti da quando Google ha interrotto la produzione di Google Glass, gli occhiali intelligenti stanno finalmente diventando un prodotto di massa. Come evidenziato nell’ultimo rapporto del MIT Technology Review, questa categoria di dispositivi ha attraversato un percorso di trasformazione notevole, passando dall’essere considerata una curiosità tecnologica a un potenziale nuovo standard di interazione con il mondo digitale.

I Ray-Ban Meta rappresentano il caso più emblematico di questa evoluzione. Con oltre un milione di unità vendute nell’ultimo anno, questi dispositivi hanno dimostrato che gli occhiali intelligenti possono finalmente ambire a diventare un prodotto mainstream, a patto di rispettare due requisiti fondamentali: un design esteticamente gradevole e funzionalità realmente utili.

Design degli occhiali intelligenti: la chiave dell’accettazione sociale

Uno dei principali ostacoli all’adozione di massa degli occhiali intelligenti è sempre stato il loro aspetto. I Google Glass, per quanto innovativi, erano immediatamente riconoscibili come dispositivi tecnologici, generando spesso reazioni negative in chi si trovava di fronte a chi li indossava. I Ray-Ban Meta, al contrario, sono riusciti nell’impresa di integrare la tecnologia in un design iconico, risultando “praticamente indistinguibili dagli iconici Wayfarer resi famosi da Tom Cruise in Risky Business”, come sottolinea il MIT Technology Review.

Questa strategia si è rivelata vincente: la collaborazione con EssilorLuxottica ha permesso a Meta di superare uno dei principali ostacoli all’adozione di massa, ovvero la percezione degli occhiali intelligenti come oggetti estranei alle convenzioni sociali. La partnership si sta ora estendendo anche ad altri marchi del gruppo, come Oakley, ampliando ulteriormente la gamma di scelte stilistiche disponibili per i consumatori.

Occhiali intelligenti e intelligenza artificiale: una sinergia vincente

Se il design ha reso gli occhiali intelligenti socialmente accettabili, è l’integrazione dell’intelligenza artificiale a renderli veramente utili. I Ray-Ban Meta rappresentano un esempio perfetto di come l’AI stia trasformando l’esperienza d’uso di questi dispositivi.

La nuova funzionalità di intelligenza artificiale in tempo reale risponde a domande su ciò che l’utente sta vedendo e sentendo tramite la telecamera e il microfono integrati negli occhiali. Come spiega Louis Rosenberg, ricercatore di AR che ha lavorato al primo sistema di realtà aumentata funzionale presso la Stanford University negli anni ’90, “gli agenti forniranno a questi sistemi non solo occhi e orecchie, ma anche una consapevolezza contestuale di ciò che li circonda”.

Questo significa, ad esempio, che gli occhiali potrebbero ricordare all’utente di acquistare del succo d’arancia quando passa davanti a un negozio, o fornire il nome di un collega incrociato sul marciapiede. “Non si tratta solo di aumentare il tuo mondo, ma di aumentare il tuo cervello”, afferma Rosenberg, sottolineando come questa sia la prima volta in 30 anni di lavoro sulla realtà mista che vede un’applicazione in grado di favorirne davvero l’adozione di massa.

Applicazioni degli occhiali intelligenti nel settore business

Se il mercato consumer sta mostrando segni di crescita, l’adozione degli occhiali intelligenti in ambito aziendale potrebbe rappresentare una rivoluzione ancora più significativa. Le applicazioni di questa tecnologia nel settore business sono molteplici e promettenti.

Nel settore manifatturiero, gli occhiali intelligenti stanno trasformando le operazioni di manutenzione e assemblaggio. I tecnici possono ricevere istruzioni visive sovrapposte ai macchinari su cui stanno lavorando, consultare manuali senza distogliere lo sguardo dal loro compito e ottenere assistenza remota da esperti che vedono esattamente ciò che vede l’operatore.

Nel retail, i commessi dotati di occhiali intelligenti possono accedere istantaneamente a informazioni sui prodotti, verificare la disponibilità in magazzino e persino identificare i clienti abituali per offrire un servizio personalizzato. Questo tipo di applicazioni sta già mostrando risultati significativi in termini di efficienza e soddisfazione del cliente.

Nel settore sanitario, i medici utilizzano gli occhiali intelligenti per visualizzare i dati dei pazienti durante le visite, consultare i colleghi in tempo reale e registrare note senza distogliere l’attenzione dal paziente. In ambito chirurgico, la possibilità di sovrapporre immagini diagnostiche direttamente sul campo operatorio rappresenta un’evoluzione potenzialmente rivoluzionaria.

Queste applicazioni business, pur non essendo ancora così diffuse come l’uso consumer, presentano un potenziale di crescita enorme nei prossimi anni, soprattutto man mano che le capacità hardware e software di questi dispositivi continueranno a migliorare.

La competizione nel mercato degli occhiali intelligenti: Meta vs Google

Come evidenziato dal MIT Technology Review, Meta è attualmente in vantaggio nella corsa agli occhiali intelligenti, grazie al successo commerciale dei Ray-Ban Meta e all’ambizioso progetto Orion, che Mark Zuckerberg ha definito il “paio di occhiali AR più avanzato mai realizzato”. L’azienda sta inoltre sviluppando una versione più leggera e avanzata, soprannominata Artemis, che potrebbe arrivare sul mercato già nel 2027.

Tuttavia, Google non è rimasta a guardare. L’azienda ha recentemente mostrato i suoi prototipi di occhiali Android XR, dotati di un display in-lens e alimentati dal suo sistema di agenti AI Astra. Il vantaggio competitivo di Google potrebbe derivare dalla sua esperienza con il sistema operativo Android: proprio come ha creato un ecosistema di dispositivi realizzati da terze parti con Android, potrebbe fare lo stesso con il suo software Android XR per occhiali intelligenti.

La competizione tra questi due giganti tecnologici si intensificherà nei prossimi anni, come prevede Rosenberg, soprattutto considerando che sia Zuckerberg che il co-fondatore di Google Sergey Brin hanno definito gli occhiali intelligenti l’hardware “perfetto” per l’intelligenza artificiale. “Google e Meta sono davvero le grandi aziende tecnologiche che sono più avanti nel settore dell’intelligenza artificiale da sole. Sono molto ben posizionate”, afferma il ricercatore.

Nuovi produttori di occhiali intelligenti nel mercato globale

Sebbene Meta e Google dominino la conversazione sugli occhiali intelligenti, il panorama competitivo è in realtà molto più ampio. Al CES di quest’anno, sono stati numerosi i produttori, specialmente cinesi, che hanno presentato i propri occhiali intelligenti. Marchi come Huawei, Alibaba, Xiaomi e Baidu stanno investendo pesantemente in questa tecnologia, mentre aziende più piccole come DreamSmart, Thunderbird e Rokid stanno sviluppando soluzioni innovative.

Come osserva Michael Miller di Niantic, “a livello hardware e software, la barriera all’ingresso è diventata molto bassa“. Tuttavia, aggiunge che “trasformare [un prototipo] in un prodotto di consumo valido è ancora difficile”, sottolineando l’importanza delle partnership con marchi affermati nel settore degli occhiali, come quella tra Meta e Ray-Ban.

Anche Apple continua a essere oggetto di speculazioni. Le voci su un possibile progetto di occhiali AR dell’azienda di Cupertino persistono, e un eventuale ingresso di Apple in questo mercato potrebbe significare un ulteriore impulso all’adozione di massa di questa tecnologia.

Il ruolo degli sviluppatori nell’ecosistema degli occhiali intelligenti

Un aspetto cruciale per il futuro degli occhiali intelligenti sarà l’apertura delle piattaforme agli sviluppatori di terze parti. Attualmente, Meta non ha ancora rilasciato un kit di sviluppo software (SDK) completo per i suoi occhiali Ray-Ban, limitando così le possibilità di creazione di nuove esperienze. Come sottolinea Paul Tennent, professore associato presso il Mixed Reality Laboratory dell’Università di Nottingham, questa cautela è comprensibile data la presenza di telecamere discrete sui dispositivi, ma limita le opportunità di innovazione.

In contrasto, aziende come Snap e Brilliant Labs hanno adottato un approccio più aperto, rilasciando SDK che permettono agli sviluppatori di creare nuove applicazioni. Anche Vuzix, con il suo sistema operativo universale AugmentOS, sta guadagnando popolarità tra università e aziende proprio grazie alla sua apertura verso gli sviluppatori.

Patrick Chwalek, ricercatore del MIT Media Lab, prevede che nei prossimi anni vedremo molte applicazioni focalizzate sulla navigazione e sulla traduzione in tempo reale, due aree in cui gli occhiali intelligenti possono offrire un valore significativo rispetto agli smartphone.

Verso un futuro di adozione di massa

Il 2025 sarà un “anno decisivo” per gli occhiali intelligenti, come ha dichiarato Zuckerberg durante una recente chiamata sugli utili di Meta. Sarà l’anno in cui si capirà se questi dispositivi “esploderanno in popolarità o rappresenteranno una fatica più lunga”.

Gli elementi per un’adozione di massa sembrano essere finalmente allineati: design eleganti che non fanno sentire gli utenti come cyborg, funzionalità AI realmente utili nel quotidiano, e un crescente ecosistema di sviluppatori e applicazioni. L’arrivo della terza generazione di Ray-Ban Meta, prevista per quest’anno e dotata di un piccolo display, potrebbe rappresentare un ulteriore passo verso la realizzazione della visione di occhiali AR accessibili al grande pubblico.

Come osserva il MIT Technology Review, siamo lontani dai tempi in cui sembrava che “i prodotti di realtà mista sarebbero rimasti appannaggio degli appassionati piuttosto che dei consumatori occasionali”. Gli occhiali intelligenti sono sul punto di diventare, finalmente, “cool” – e, cosa più importante, utili.

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