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“Odeuropa”: anche l’Italia (e l’AI) nel progetto per salvare il patrimonio olfattivo d’Europa



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Odeuropa, un progetto innovativo europeo, utilizza l’intelligenza artificiale e la collaborazione con le istituzioni culturali per riportare in vita il patrimonio olfattivo del passato. Le sfide sono numerose, ma l’obiettivo è quello di creare un archivio accessibile a tutti dove i profumi del passato possono essere custoditi ed esplorati per le generazioni future

Pubblicato il 5 apr 2024

Egle Conisti

Ricercatrice presso il CNR IIA – Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR



odeuropa

Odeuropa, un progetto pionieristico europeo, si propone di riportare alla vita gli odori del nostro patrimonio culturale, dimostrando come l’olfatto possa arricchire la nostra comprensione della storia. Unendo avanzate tecnologie di intelligenza artificiale e la collaborazione con musei e istituzioni culturali, la ricerca di Odeuropa mira a conservare e ricreare il patrimonio olfattivo del passato.

Odeuropa rediscovers European scents

Ma in questo audace viaggio attraverso i secoli, emergono sfide uniche: come si conserva un odore? Come può l’intelligenza artificiale contribuire alla sua ricreazione? E perché è importante per noi oggi preservare il profumo del passato?

Queste sono le domande che stiamo esplorando, mentre ci avventuriamo nel futuro della conservazione del patrimonio culturale olfattivo.

Odeuropa: riportare in vita gli odori del passato

L’olfatto, molto più di ogni altro senso, è una porta percettiva verso il passato poiché è legato direttamente alle nostre emozioni e ai nostri ricordi. Spesso rimane gravemente sottovalutato come risorsa del patrimonio culturale, sia materiale che immateriale. Infatti, sebbene i profumi siano potenti macchine del tempo, la storia olfattiva è stata ampiamente trascurata. Fortunatamente, esistono alcuni prerequisiti chiave per affrontare questo problema. Negli ultimi anni, infatti, le istituzioni europee hanno investito molto nella digitalizzazione su larga scala: ora disponiamo di una ricchezza di dati, testi e immagini che possono essere analizzati utilizzando sofisticate tecniche informatiche. Ciò che manca è una più ampia consapevolezza della ricchezza di descrizioni olfattive storiche, di esperienze e di ricordi racchiusi al loro interno. A causa dei cambiamenti climatici, alcuni odori, e le storie che li riguardano, rischiano di sparire. Adesso gli esperti promuovono fortemente la loro preservazione e protezione, in quanto elementi integranti del patrimonio culturale, e invitano a sperimentare il modo in cui gli odori complessi sono in grado di raccontare storie su luoghi dimenticati, tradizioni e ambienti mutevoli in natura.

Il ruolo della tecnologia nella conservazione degli odori

Negli ultimi anni quindi, museologi, chimici e storici si sono interessati alla ricerca, alla conservazione e alla cura degli odori. La ricercatrice Cecilia Bembibre della University College di Londra, e collaboratrice del progetto Odeuropa, ad esempio, registra gli odori di luoghi e oggetti storici in giro per l’Inghilterra, alla ricerca di siti che siano culturalmente significativi e fortemente caratterizzati da un certo tipo di odore. La sua ricerca si è concentra in due luoghi: la tenuta Knole House, dove sono stati selezionati per lo studio alcuni oggetti appartenenti alla famiglia che lì abita sin dalla sua costruzione nel XV secolo (ad esempio guanti di pelle, cera per mobili e dischi in vinile); e la biblioteca nella Cattedrale di St. Paul, una stanza piena di libri e mobili vecchi di centinaia di anni.

Per effettuare le analisi necessarie, l’oggetto di studio viene collocato all’interno di un sacchetto sterile sigillato, dotato di una valvola che cattura i composti organici volatili (COV). Quindi una fibra di carbonio viene inserita nella valvola per assorbire i COV isolati all’interno. Utilizza anche un altro metodo, noto come diffusione passiva, che consiste nel lasciare una sorta di spugna di carbonio in uno spazio e consentirle di assorbire gli odori vicini. Una volta che il campione è pronto, viene analizzato con un gascromatografo e uno spettrometro di massa, che identificano le varie sostanze chimiche presenti in quel dato odore. L’analisi chimica fornisce una conoscenza quali/quantitativa dei composti di maggior interesse presenti nel gas e viene eseguita focalizzando l’attenzione sulle categorie di composti che, in base alle conoscenze su cicli produttivi e sulle attività antropiche che caratterizzano le zone interessate al problema, possono essere presenti in determinate circostanze.

Conservazione del patrimonio olfattivo: le esperienze di Giappone e Turchia

Il Giappone invece, grazie alla lungimiranza di un ministro dell’ambiente, dal 2001, ha classificato i luoghi più profumati del paese, trasformandoli in aree di interesse naturale e culturale. Anche Istanbul nel 2016 ha presentato un’esibizione dedicata all’olfatto, chiamata Scents and the City dove si sono potuti esplorare col naso i 4.000 anni della civilizzazione dell’Anatolia. Nel 2021 è stata lanciata in Olanda, dal Museo d’Arte Mauritshuis, la Fleeting – Scents in Colour, un’originale mostra olfattiva. L’esposizione comprendeva quasi 50 opere tra dipinti, disegni, stampe ed oggetti che si concentravano principalmente sui temi di “profumo, salute e igiene”. Durante il percorso, i visitatori hanno avuto la possibilità di vedere le meravigliose opere d’arte e sentirne l’odore attraverso appositi “distributori olfattivi” che riproducevano le essenze di un tempo. Similmente è stato fatto al Museo del Prado di Madrid nel 2022.

Se, da un lato, i musei stanno lentamente scoprendo il potere delle presentazioni multisensoriali, dall’altro lato, sono ancora carenti gli standard scientifici, gli strumenti e i dati per identificare, consolidare e promuovere in modo efficace il ruolo ad ampio raggio che i profumi e gli odori hanno nel nostro patrimonio culturale.

La metodologia di studio di Odeuropa

Un rimedio lo propone il progetto Odeuropa che è stato finanziato con 2.8 milioni di euro da EU Horizon 2020, lo strumento con cui la UE sostiene la ricerca, e che collabora con l’UNESCO per istituire politiche a protezione degli odori. La coordinatrice del progetto è Inger Leemans, ricercatrice della Royal Netherlands Academy of Arts and Sciences (KNAW). Ma ancora una volta è la collaborazione la vera risorsa perché sono coinvolti non solo scienziati, ma anche storici, chimici e profumieri oltre che esperti di intelligenza artificiale, una vera e propria rete tra Paesi Bassi, Germania, Italia, Francia, Slovenia e perfino GB (tra cui KNAW Humanities Cluster, FAU Erlangen-Nürnberg, Fondazione Bruno Kessler, EURECOM – Sophia Antipolis, Anglia Ruskin University, Jožef Stefan Institute, University College London).

La ricreazione degli odori attraverso l’intelligenza artificiale

Nello specifico l’intelligenza artificiale ha un ruolo cruciale nel provare a riprodurre gli odori sulla base di ciò che il naso computerizzato ‘’legge” dai testi storici di lingue diverse, ma anche dai dipinti, là dove gli oggetti rappresentati servivano a stimolare l’immaginazione. I dati raccolti sono stati vagliati poi da chimici e profumieri per essere ricreati e catalogati in una banca online. L’obiettivo è stato quello di fare di questo archivio un museo ad hoc, ma anche quello di renderlo disponibile ad altrettanti che vogliano offrire una piccola biografia degli odori, su come si sono formati e come abbiano contribuito a plasmare le comunità e le tradizioni europee. Nel corso del progetto (dal primo gennaio 2020 al trentuno dicembre 2023) il team di Odeuropa ha organizzato diversi eventi olfattivi per testare le sue metodologie, come visite olfattive guidate al Museo di Ulm, un laboratorio Malodour a Berlino e il tour urbano di Amsterdam City Sniffers.

Sebbene esista un sottocampo dell’informatica che si occupa di informatica olfattiva, gli studi finora condotti si sono concentrati principalmente sulla previsione o sulla mappatura delle caratteristiche olfattive delle molecole, e la modellazione semantica degli odori invece è ancora un’area poco studiata. Le soluzioni semantiche si basano sulla modellazione delle parole e usano un ragionamento simile a quello umano su modelli di informazioni, piuttosto che fare affidamento su algoritmi procedurali che specificano come debba essere svolto un compito o quali siano le correlazioni apprese tra input e output.

Il progetto Odeuropa applica quindi tecniche di intelligenza artificiale all’avanguardia a set di dati relativi a testi scritti e immagini appartenenti al patrimonio culturale europeo e che abbracciano secoli di storia (1600-1920), per identificare e tracciare come l’odore venisse espresso in diverse lingue, quali pratiche caratterizzasse e a quali emozioni fosse legato.

Odeuropa Smell Explorer: un motore di ricerca “per la storia e il patrimonio dell’olfatto”nose first”

Tra i risultati del progetto troviamo l’Odeuropa Smell Explorer: un motore di ricerca unico, creato per tutti coloro che sono interessati alla storia e al patrimonio dell’olfatto. È un sito web che consente ai visitatori di navigare in oltre 300 anni di storia degli odori europei, di scoprire gli odori del passato e di capire come hanno plasmato la storia europea. I dati nell’esploratore sono stati estratti da oltre 30.000 immagini e 40.000 testi storici in sei lingue (inglese, italiano, francese, olandese, tedesco e sloveno) da un’ampia varietà di fonti europee di pubblico dominio. Grazie alle tecnologie uniche utilizzate per progettare lo strumento, Explorer è il primo database del patrimonio culturale che può essere interrogato “nose-first” (utilizzando il senso dell’olfatto come punto di ingresso). Ciò lo rende una risorsa preziosa per chiunque sia interessato a comprendere quale ruolo giocano gli odori nella cultura europea e come le esperienze olfattive sono state descritte e rappresentate in passato.

L’Enciclopedia della storia e del patrimonio dell’olfatto

Il progetto ha lavorato anche su la Heritage Smell Library, ovvero l’Enciclopedia della storia e del patrimonio dell’olfatto, un ulteriore strumento di riferimento online che riunisce competenze accademiche e creative sull’olfatto come fenomeno culturale. Come riallacciarsi infatti agli odori del passato? Quali sono le composizioni olfattive che sono o sono state significative per specifiche culture europee? Per raggiungere l’obiettivo, il progetto Odeuropa ha lavorato con profumieri e storici. Le ricostruzioni olfattive sono raccolte, descritte e custodite nella Heritage Smell Library e affidati all’Osmothèque, Conservatoire International des parfums di Versailles. Grazie a questa raccolta, i visitatori possono riavvicinarsi ai profumi culturalmente significativi e gli istituti di tutela del patrimonio olfattivo possono utilizzare le ricostruzioni nelle loro mostre. L’Enciclopedia cerca di identificare, consolidare e promuovere la conoscenza del ruolo ad ampio raggio che i profumi e l’olfatto hanno nel nostro patrimonio culturale e nella nostra storia. È composto da voci (storie curate da esperti, con descrizioni di particolari profumi, paesaggi olfattivi, nasi e sentimenti legati agli odori, che includono citazioni, immagini e dati collegati) e trame (l’esplorazione della storia dell’olfatto attraverso una serie di temi intrecciati).

L’Olfactory Storytelling Toolkit, infine, è una guida pratica per lavorare con gli odori nei musei e in altre istituzioni del patrimonio. Il toolkit fornisce un punto di partenza per l’utilizzo dell’olfatto come tecnica di narrazione. Inizia descrivendo il valore di lavorare con gli odori nei GLAM (acronimo dall’inglese Galleries, Libraries, Archives and Museums, ovvero gallerie, biblioteche, archivi e musei) e offre esempi tangibili di precedenti eventi olfattivi. Inoltre, questa guida pratica fornisce suggerimenti su come costruire una narrazione olfattiva forte, come creare profumi storici con un profumiere e come scegliere tra diverse tecniche di presentazione. Il Toolkit viene fornito con una serie di risorse pratiche, come modelli e fogli di calcolo.

Il modello di raccolta ed elaborazione dati di Odeuropa

Si è optato per una metodologia di studio interdisciplinare che ha coinvolto esperti dell’universo olfattivo, della storia dell’arte e tecnici informatici in una serie di incontri ed esercitazioni pratiche, dove sono stati raccolti i requisiti per creare il modello d’indagine più adatto, tenendo conto degli obiettivi generali del progetto.

Sara Tonelli, della Fondazione Bruno Kessler di Treno, ha guidato l’equipe che si è occupata di rintracciare le informazioni olfattive nei vasti database testuali del passato. A inizio 2021, il gruppo ha intrapreso una lunga analisi su un corposo patrimonio archivistico. La ricerca ha preso in considerazione testi scritti tra il Seicento e i primi decenni del Novecento individuando le menzioni di odori e profumi e le varie informazioni associate dagli archivi di testi digitalizzati, molti dei quali caricati online negli ultimi anni. Lo scopo è stato quello di estrarre le informazioni olfattive e le emozioni a esse correlate dai database di documenti di epoche diverse e scritti in più lingue. Raccogliendo questo materiale da centinaia di migliaia di documenti si sono potute ricavare delle statistiche sugli odori più ricorrenti in generale o in determinati contesti; e sulle variazioni nella percezione di un particolare odore nel tempo. Il giudizio nei confronti di un odore può avere un andamento variabile lungo la storia. È il caso dell’odore di tabacco: quando era stato introdotto in Europa, il tabacco era ritenuto un odore esotico, apprezzato come una gradevole novità. Decenni dopo divenne parte di una normale quotidianità, e quindi privato di quella accezione esotica. Infine, gradualmente ha preso addirittura un’accezione negativa, fino a essere oggi considerato una puzza.

L’ontologia nell’ambito del progetto Odeuropa

L’ontologia nell’ambito del progetto Odeuropa è sviluppata utilizzando tecnologie web ed è intesa come struttura per la realizzazione di un Knowledge Graph (KG) olfattivo. Il KG include dati olfattivi estratti da testi e immagini dal XVII all’inizio del XX secolo. Questo KG serve come base per supportare i professionisti del settore, gli storici e i progettisti di profumi nell’inclusione di tecniche di intelligenza artificiale.

Questa ontologia contribuisce al dominio di interesse in due modi: offre una struttura per rappresentare le informazioni legate all’olfatto, passo necessario per la preservazione di questo patrimonio immateriale, e per la prima volta, colma il divario nella rappresentazione tra osservazioni oggettive ed esperienze soggettive, consentendo la descrizione di esperienze sensoriali in campi come la storia, la letteratura, l’arte e il patrimonio culturale.

Uno strumento fondamentale di questo processo è stata la formulazione di diverse domande, relative a sette categorie a cui il modello di studio doveva rispondere: le proprietà fondamentali dell’odore (fonte e vettore: Quali sono le fonti di odore più frequenti nella Londra del XVIII secolo?); il significato degli odori e sulla loro capacità di essere rappresentativi di qualcosa/qualcuno (Qual è l’odore associato alla femminilità in Asia?); l’interazione tra olfatto e sensazioni (In Europa quali odori risultavano particolarmente sgradevoli alle classi più ricche?); le pratiche che producono odori (Quale preparazione culinaria produce un odore spiacevole?); l’associazione tra odori e determinati luoghi/situazioni (Quale odore si percepiva maggiormente durante la guerra di Crimea?); la rappresentazione di un odore nei testi e attraverso le immagini (Quali sono gli aggettivi usati per descrivere l’aroma dell’arancia nel XV secolo?).

Il modello di dati ha riutilizzato ed esteso ontologie informatiche consolidate come il sistema CIDOC CRM, capace di rappresentare le informazioni rilevanti come un insieme di eventi interconnessi. CIDOC CRM può essere infatti utilizzato per descrivere oggetti museali e opere creative, compresi dipinti e risorse testuali. Un mezzo già noto ai musei e alle biblioteche digitali e questo è un vantaggio quando si vogliono creare interconnessioni tra le collezioni esistenti in queste istituzioni.

Le sfide della conservazione degli odori

È un sistema basato sugli eventi. Infatti, a causa della natura intangibile degli odori e della loro descrizione inevitabilmente soggettiva, si è deciso di concentrarsi sulla rappresentazione degli eventi olfattivi piuttosto che sugli odori stessi. A titolo di esempio, due rose hanno due odori distinti (ma simili) e il “profumo delle rose” esiste solo come generalizzazione degli odori di tutte le rose. Un dato odore può essere generato da un unico evento di emissione odorosa, ma può essere sperimentato più volte, in situazioni diverse, da più persone. Questo coglie il fatto che ogni persona può percepire e descrivere lo stesso odore in modo diverso. In questo modello, si può considerare un odore come un’entità unica e non ripetibile, con coordinate temporali e spaziali definite.

Data la complessità dei fenomeni legati agli odori, è stato adottato un approccio stratificato per costruire il modello di dati. Nel CIDOC CRM, gli eventi sono le fondamenta: l’esistenza di qualsiasi cosa implica un evento che l’ha generata e che ne ha reso qualcuno consapevole. Un evento può essere descritto quindi in relazione al tempo, allo spazio e ai partecipanti coinvolti e può essere collegato ad altri eventi, compresi i sotto-eventi come azioni e gesti; è un sistema espressivo e flessibile perché le informazioni da rappresentare possono variare in modo significativo, spaziando da esperienze olfattive altamente dettagliate a brevi accenni di un particolare odore. La modularità di CIDOC CRM, con gli eventi come elementi costitutivi che possono essere liberamente interconnessi, fornisce la flessibilità richiesta nella rappresentazione. In particolare, consente di rappresentare in modo indipendente l’evento che ha generato (o trasformato) l’odore e l’esperienza (o le esperienze) olfattive, dando la possibilità di descriverle entrambe o solo una. Il CIDOC CRM è ampliato dal sistema CRMsci, che aggiunge proprietà sull’osservazione e la descrizione scientifica dei fenomeni naturali. In questo caso, il concetto di osservazione deve essere inteso nel senso più ampio di fare esperienza di qualcosa. Sono stati perciò identificati dei livelli che corrispondono approssimativamente ai diversi aspetti di interesse.

Il livello 1, costituito dalle classi e dalle proprietà CIDOC CRM e CRMsci, che rappresenta l’osservazione di un fenomeno;

Il livello 2, un’estensione del livello 1, che rappresenta le esperienze sensoriali, non limitate all’olfatto. Questo livello è stato sviluppato perché sono state identificate delle caratteristiche comuni a tutti i sensi e si è deciso di fornire classi e proprietà più generali per coadiuvare la futura estensione del modello, come la rappresentazione delle esperienze sinestetiche;

il livello 3, che a sua volta estende il livello 2, si rivolge specificamente alle informazioni olfattive. L’odore (stimolo sensoriale) svolge un ruolo centrale, direttamente collegato a due tipi principali di eventi, ossia l’emissione dell’odore (generazione dello stimolo) e l’esperienza olfattiva (esperienza sensoriale).

Per la descrizione di alcuni concetti fondamentali legati all’olfatto, è stata creata una raccolta di vocaboli definiti. L’uso di determinati vocaboli aiuta a prevenire disambiguità, raggruppando i sinonimi, anche in lingue diverse, sotto un unico identificatore (URI). In informatica, infatti, lo Uniform Resource Identifier è una sequenza di caratteri che identifica universalmente ed univocamente una risorsa. Sono esempi di URI l’indirizzo web (URL), il codice ISBN di un libro, un prefisso telefonico. Questi vocabolari sono rappresentati in SKOS, acronimo di Simple Knowledge Organisation System: una famiglia di linguaggi formali creata per rappresentare glossari, classificazioni, tassonomie e qualsiasi tipo di vocabolario strutturato. L’obiettivo principale è di consentire una facile pubblicazione di vocabolari strutturati per il web semantico. SKOS è progettato come una famiglia di linguaggi modulari ed estensibili. In questo modo, si può creare una gerarchia di termini, raggruppando quelli correlati e di correlando concetti appartenenti a vocabolari diversi.

Conclusioni

Nel futuro si prevede di estendere ulteriormente questo modello di dati. In particolare, si intende colmare il divario tra il dominio del patrimonio olfattivo e l’industria dei profumi, ad esempio includendo la rappresentazione dei composti chimici e delle note olfattive. Inoltre, verrà studiata la capacità del modello di rappresentare le esperienze sinestetiche, cioè le connessioni che le persone percepiscono tra esperienze sensoriali diverse, come ad esempio quella di “vedere i colori” quando si annusano profumi. Lo studio proseguirà anche con l’obbiettivo di estendere i vocabolari includendo nuovi termini e traduzioni e aggiungendo nuove classificazioni e nuovi thesauri (in informatica l’insieme delle parole chiave, o descrittori, che danno accesso a una banca dati o a vocabolari, con elenchi di sinonimi, associati).

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