Una volta non c’era Whatsapp ma i gruppi delle mamme esistevano lo stesso solo che erano fisici e non Whatsapp.
I gruppi erano informali e non fissi, ma esistevano eccome.
Innanzitutto erano le mamme che attendevano i bambini all’uscita dalla scuola: erano soprattutto alle elementari ma non erano escluse le medie, oggi arriviamo alle superiori ma sono tanti i ragazzi e le ragazze accompagnate fino alle superiori.
A volte in questi gruppi di attesa si inserivano anche nonne o tate professionali, gli argomenti erano gli stessi: insegnanti, loro errori e fisime, compiti e problemi interni alla classe ma a volte si inserivano anche temi di attualità varia.
Certo oggi molte mamme e papà attendono direttamente in automobile i ragazzi e socializzano poco con gli altri genitori.
Questi gruppi di attesa avevano dei momenti di prolungamento nelle attese dei colloqui con gli insegnanti se avvenivano in giornate collettive.
Il vantaggio rispetto all’online di oggi era la durata: massimo 10 minuti al giorno per 5-6 giorni alla settimana, e non come oggi 24 ore su 24 per 230 e più giorni all’anno, compresi i sabati e domeniche e feste comandate come su Whatsapp.
Oggi l’essere sempre connessi, always on produce questo effetto di saturazione, che a sua volta produce nervosismo, stanchezza, discussioni inutili su problemi inutili o inesistenti.
Indietro non si torna ma ad una regolamentazione dell’uso delle chat di classe devono pervenire anche i genitori: fasce orarie limitate e ridotte di utilizzo del gruppo di classe per iniziare.