Le critiche contenute nell’editoriale di Ferruccio De Bortoli pubblicato dal Corriere della Sera il primo aprile non sono un “pesce d’aprile ma colgono assolutamente i punti di debolezza della proposta del governo. Ancora una volta il titolo del tema non corrisponde al suo svolgimento, le slide restano in video ma non diventano realtà.
Silenzio/rigetto, limitazione degli atti accessibili, assenza di uno sportello e di un responsabile a cui rivolgersi, non gratuità. Queste le principali negatività di un decreto legislativo dal quale tutti ci attendevano di più.
Non è la prima volta, del resto. Il Piano per la scuola digitale, annunciato come fondamentale per dare agli studenti e agli insegnanti le competenze necessarie per studiare e lavorare nell’era digitale estromette oltre un milione di alunni (e i loro docenti) delle scuole paritarie. Il Piano per la banda larga, che sarà annunciato per l’ennesima volta a giorni, ha trasformato la parola “Piano” da sostantivo in aggettivo…
Mi sarebbe realmente piaciuto che questo governo riuscisse a completare e anzi addirittura a fare meglio di quanto avessero fatto i governi Berlusconi. Chi mi conosce sa che lo dico sul serio, in quanto considero il digitale un tema di bene comune. Invece ci troviamo a dover commentare negativamente una politica di annunci del tutto condivisibili cui seguono fatti che vanno in direzione opposta. Hanno ancora tempo per correggersi. Sapranno cogliere l’occasione?