nuovo governo

Perché il vero problema dell’Italia è la produttività (ma non importa a nessuno)

La mancata crescita della produttività penalizza le aziende e l’intero sistema-paese, ma l’Italia si sta comportando come la rana bollita nella pentola. Vediamo perché

Pubblicato il 09 Ago 2018

Francesco Sacco

docente di Digital Economy all’Università dell’Insubria e SDA Bocconi

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Abbiamo da poco un nuovo Governo. Tra poco rinnoveremo il vertice di Agid. Allora, perché non affiancare al tema della lotta all’immigrazione, che è un po’ diventato un refrain, il tema della lotta per la crescita della produttività?

La mancata crescita della produttività è un problema che penalizza l’Italia da troppo tempo. Secondo l’OECD, tra i paesi industrializzati, in Italia tra il 2010 e il 2016 la produttività (Pil per ora lavorata) è aumentata solo dello 0,14% medio annuo, il dato peggiore dopo quello della Grecia (-1,09%). Ma il problema del nostro paese non è recente: lo potremmo paragonare a una rana che lentamente bolle in pentola.

 

Produttività Italia-Mondo, dati OCSE, andamento

La rana, il cammello e la produttività italiana

I peggioramenti lenti, soprattutto se piccoli e continui, sono molto pericolosi. Ogni latitudine e ogni cultura ha un modo più o meno diverso per ricordarlo: una favola, una storia, un proverbio, una filastrocca. La rana che finisce bollita a fuoco lento perché il tepore dell’acqua che prima la dilettava, dopo un po’ le toglie le forze e la capacità di saltare fuori dalla pentola prima che l’acqua cominci a bollire, è la nostra versione più nota. Il mugnaio che non scaccia il cammello appena infila il naso nella sua bottega e finisce per non riuscire più a farlo uscire è la versione araba, ma anche inglese. Cinesi, norvegesi e indiani hanno la propria variante. Eppure, molto spesso non solo non riusciamo a riconoscere proprio queste situazioni, ma ci comportiamo come la rana bollita: non capiamo che dobbiamo reagire finché non abbiamo più le forze per farlo.

L’Italia è tra gli ultimi per i livelli di produttività già dal 2001 e il problema non è noto soltanto a pochi iniziati. Ne hanno parlato di recente Alvar Kangur del Fondo Monetario Internazionale, Martin Wolf e poi Martin Sandbu sul Financial Times, Chiara Criscuolo e Jonathan Timmis dell’OCSE e la stessa OCSE nel suo “Compendium of Productivity Indicators 2018”, Sara Calligaris, Fabiano Schivardi e altri in un working paper molto approfondito, la Banca d’Italia, che ne scrive con regolarità da anni. Eppure, sembra un tema da addetti ai lavori e non un fatto grave che ci sta bollendo lentamente, ormai da troppi anni.

Perché è importante la crescita della produttività

Senza dare niente per scontato, perché è importante la crescita della produttività? La produttività è un indice molto semplice: il rapporto tra quanta ricchezza si produce usando una certa quantità di lavoro, di capitale o un mix dei due con altri fattori produttivi. Se la produttività aumenta, vuol dire che, ad esempio, un lavoratore lavorando per un intero anno ha prodotto più ricchezza dell’anno precedente. Non vuol dire che guadagnerà di più ma che, se sarà bravo a contrattare, essendo cresciuta la torta della ricchezza prodotta, potrebbe riuscire ad allargare la propria fetta. Per questo, la crescita della produttività è importante sia a livello della singola azienda sia dell’economia nel suo complesso o di un settore: misura nel modo più semplice e diretto possibile l’efficienza della produzione.

Se cresce la produttività, si genera ricchezza per le aziende e per il Paese che può essere usata anche per il welfare, e ne abbiamo bisogno come il pane, dato l’invecchiamento della popolazione. Se cresce la produttività, si generano risorse che possono essere usate per premiare chi lavora o chi rischia il capitale, invogliandolo a lavorare o a investire di più. La produttività è una misura di tante cose: competitività, ottimale allocazione delle risorse tra imprese efficienti e inefficienti, aggiornamento tecnologico.

Perché in Italia la produttività non cresce

Ma, detto ciò, il dibattito su quali siano le reali cause della mancata crescita della produttività in Italia è ricco e articolato, anche se ha un sicuro punto di convergenza: il livello tecnologico medio della pubblica amministrazione e delle aziende è arretrato.

Se si raccontasse ogni giorno cosa fanno le imprese per diventare più produttive o cosa fa il Governo per rendere più produttiva la sua macchina, sarebbe davvero una bella storia da ascoltare e, allo stesso tempo, ci assicurerebbe un futuro migliore.

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