Quante volte vi è capitato di scorrere dei video sui social senza un motivo apparente e dopo un po’ di rendervi conto che vi stavate annoiando? Forse ancora di più rispetto a quando avete iniziato.
Viviamo in un’epoca d’oro per quanto riguarda la praticità di accesso a miliardi di contenuti interessanti offerti dal mondo digitale.
Video, libri, articoli, musica e così via tutto facilmente accessibile e a portata letteralmente di un click. Un accesso h24 sette giorni su sette anche su più piattaforme da ogni parte del mondo e su ogni dispositivo.
Queste considerazioni potrebbero indurci a pensare che tra le varie emozioni, la noia dovrebbe essere quasi assente poiché tale emozione, tendenzialmente, nasce in risposta a stimoli che si percepiscono come ripetitivi o soporiferi [1].
Relazione tra noia e switching: sette studi di approfondimento
Sulla stessa scia di queste domande è stato appena pubblicato un articolo dei ricercatori Tam e Inzlicht dal titolo “Fast-Forward to Boredom: How Switching Behavior on Digital Media Makes People More Bored” [2].
Nell’articolo vengono riportati ben sette studi condotti dai ricercatori per analizzare la relazione tra la noia e lo switching digitale, ovvero quel comportamento nel quale passiamo rapidamente tra i vari contenuti digitali.
I ricercatori ipotizzano che le persone utilizzino brevi video su piattaforme come TikTok o YouTube per sfuggire alla noia. Tuttavia, questa strategia, caratterizzata da un rapido passaggio da un contenuto all’altro, risulta controproducente: invece di alleviare la noia, sembra intensificarla.
Oltre all’ipotesi principale, i ricercatori hanno esplorato diverse sotto-questioni attraverso sette studi.
Studio 1: noia e comportamento di switching
Nel primo, hanno analizzato se la noia stimola il comportamento di switching (cambi rapidi tra contenuti) utilizzando video noiosi e interessanti. I dati raccolti hanno rivelato che, di fronte a contenuti noiosi, le persone tendono a cambiare video più frequentemente e riportano una minore soddisfazione, attenzione e senso di significato dell’esperienza. Questo evidenzia come la noia influisca sul modo in cui le persone consumano i media digitali.
Studio 2: percezioni sulla libertà di scelta
Nel secondo studio, i ricercatori hanno indagato se le persone credessero che la possibilità di cambiare contenuti potesse influire sui livelli di noia. Dai dati raccolti è emerso che i partecipanti erano convinti che, se fossero stati costretti a restare su un unico contenuto senza poterlo cambiare, avrebbero provato livelli di noia più alti.
Studio 3: effetti della possibilità di cambio
Nel terzo studio è stata testata l’ipotesi che la possibilità di cambiare contenuto possa influire sulla noia. I risultati, tuttavia, hanno contraddetto le aspettative emerse nel secondo studio. I partecipanti hanno sperimentato due condizioni: una in cui potevano cambiare i contenuti e un’altra in cui questa opzione non era disponibile. Contrariamente a quanto previsto, i livelli di noia sono risultati più alti proprio nella condizione in cui i partecipanti potevano cambiare contenuti. Inoltre, queste persone si sono dichiarate meno soddisfatte e hanno riportato un senso di significato dell’esperienza inferiore rispetto a coloro che non avevano la possibilità di cambiare.
Studio 4: analisi del contenuto singolo
Nel quarto studio, i ricercatori hanno testato la stessa ipotesi del terzo, ma questa volta limitandola all’interno dello stesso contenuto (un video). Anche in questo caso, i partecipanti hanno sperimentato due condizioni: una in cui potevano modificare il contenuto avanzando o tornando indietro all’interno dello stesso video, e un’altra in cui questa possibilità era assente. I risultati hanno confermato quanto emerso nel terzo studio: nella condizione in cui era possibile apportare cambiamenti, i partecipanti hanno riportato livelli più elevati di noia, oltre a una minore soddisfazione, attenzione e senso di significato rispetto a coloro che non avevano la possibilità di interagire con il contenuto.
Studio 5: test in ambiente naturale
Nel quinto studio, i ricercatori hanno cercato di verificare se i risultati precedenti fossero generalizzabili in un contesto più naturale e meno controllato. I partecipanti hanno sperimentato di nuovo due condizioni: nella prima, potevano scegliere liberamente i contenuti su YouTube; nella seconda, avevano un tempo limitato per selezionare un video, senza poi poter cambiare contenuto o navigare avanti e indietro all’interno dello stesso.
I risultati, però, non sono stati così marcati come negli studi precedenti. Nelle due condizioni le persone hanno mostrato livelli simili di soddisfazione, significato e attenzione, mentre il livello di noia nella condizione con possibilità di cambiare contenuto è risultato più alto. Inoltre, è emerso che il principale motivo che spingeva le persone nella prima condizione a cambiare video era proprio la noia.
Studio 6: analisi degli articoli
Nel sesto studio, i ricercatori hanno approfondito il fenomeno analizzando un diverso tipo di contenuto ovvero degli articoli. Come nel terzo studio, i partecipanti hanno sperimentato due condizioni: in una potevano cambiare gli articoli, mentre nell’altra questa possibilità era assente.
A differenza degli studi precedenti, non sono emerse differenze significative tra le due condizioni in termini di noia, soddisfazione, attenzione o senso di significato. Tuttavia, le differenze sono apparse quando si è considerato l’ordine di presentazione delle condizioni. In particolare, se la condizione in cui non era possibile cambiare contenuto veniva presentata per prima, si osservavano livelli significativamente più alti di noia e livelli più bassi di significato dell’esperienza nella successiva condizione in cui era possibile cambiare contenuto.
Studio 7: la dimensione costo-opportunità
Nell’ultimo studio è stato replicato quanto eseguito nel sesto studio (verificare se emergeva una differenza cambiando l’ordine di presentazione delle condizioni) ma con alcuni video al posto degli articoli, quindi similmente allo studio 3. In breve, sono emerse delle differenze nel livello di attenzione (più alto nella condizione di non possibilità di cambio) ma solo considerando l’ordine di presentazione delle condizioni (come accaduto nel sesto studio).
In questo settimo studio è stata inoltre valutata un’altra dimensione, il costo-opportunità. In pratica, avere più possibilità di scelta, come la possibilità di cambiare video o contenuti, può accentuare la percezione di star perdendo opportunità migliori? Questo perché le persone possono diventare più consapevoli di ciò a cui rinunciano ogni volta che selezionano un contenuto rispetto a un altro. Di conseguenza, questa consapevolezza può generare insoddisfazione verso il contenuto che stanno guardando, portandole a percepirlo come meno interessante. Questo meccanismo può spingere a cambiare frequentemente contenuto nel tentativo di trovare l’opzione “perfetta.” Tuttavia, tale comportamento rischia di aumentare la noia, poiché la continua ricerca di alternative impedisce un coinvolgimento pieno e soddisfacente con il contenuto selezionato.
Ed effettivamente, i livelli di costo-opportunità erano significativamente maggiori nella condizione con la possibilità di switching. Inoltre, questa differenza diventava più grande tenendo in considerazione l’ordine di presentazione delle condizioni.
Conclusioni e implicazioni degli studi
I ricercatori, pur riconoscendo una serie di limitazioni, concludono che esiste una relazione bidirezionale tra la noia e il comportamento di switching tra contenuti digitali. In alcune condizioni, infatti, questo comportamento sembra intensificare la sensazione di noia invece di alleviarla.
Questa ricerca offre una conferma parziale di un fenomeno che osserviamo quotidianamente: l’aumento della noia mentre scorriamo i video sui social. Inoltre, evidenzia un altro aspetto importante: una maggiore possibilità di scelta può ridurre l’interesse verso ciò che stiamo guardando, facendoci percepire i contenuti come meno coinvolgenti.
Come sottolineano i ricercatori, nell’era in cui la visione di video rappresenta una delle principali forme di intrattenimento, il piacere potrebbe derivare più dall’immergersi completamente in un unico contenuto, piuttosto che dallo scorrerne continuamente di nuovi.
Noia e digitale: prospettive più ampie
In un recente articolo pubblicato su Nature [3], gli stessi autori della ricerca precedentemente citata si interrogano su quanto l’aumento della noia registrato negli ultimi decenni possa essere attribuito all’avvento del digitale, un mezzo che ha reso l’intrattenimento estremamente accessibile e immediato.
Nell’articolo vengono discussi 5 fattori che potrebbero essere legati al mondo del digitale: frammentazione dell’attenzione, aspettative di stimoli sempre più elevati, una riduzione del senso di significato, costi opportunità elevati, e l’inefficacia dell’uso dei media digitali per affrontare la noia.
Gli studiosi evidenziano anche altri fattori che potrebbero aver contribuito all’aumento dei livelli di noia e ai suoi possibili effetti negativi, come una crescente intolleranza verso questa emozione e una riduzione del benessere mentale complessivo. Tra questi fattori emergono: cambiamenti culturali come la politica, la religione, lo sviluppo economico e i cambiamenti nei comportamenti sociali.
Riflessioni finali
Come concludono gli autori dell’articolo, per comprendere e gestire meglio la noia, è cruciale approfondire strategie per migliorare la concentrazione e incentivare la motivazione, sia in ambiti produttivi che durante il tempo libero. La tendenza al consumo di stimoli brevi e immediati, come i video di breve durata, potrebbe ostacolare il coinvolgimento in attività più lunghe e complesse, riducendo la tolleranza verso momenti di noia necessari per la crescita personale. Se si privilegiano solo esperienze immediatamente stimolanti, tematiche importanti ma meno accattivanti rischiano di essere trascurate.
I media digitali sono ormai una parte fondamentale della nostra quotidianità e, come riportano gli autori dell’articolo, la sfida non è quella di eliminarli ma di scoprire come usarli in modo più consapevole, per evitare che amplifichino quella sensazione di vuoto che spesso associamo alla noia.
Riflettere su come utilizziamo il nostro tempo e come affrontiamo la noia può offrirci spunti importanti per vivere in modo più significativo e appagante. La ricerca, da questo punto di vista, dovrebbe anche concentrarsi su come trovare soluzioni adattive che ci aiutino a gestire meglio la noia, proponendo alternative ai media digitali per chi sente il bisogno di una pausa o di un cambiamento di prospettiva.
Note
[1] Apparigliato e Lissandron “La cura delle emozioni in terapia cognitiva” (2010). Alpes Italia.
[2] Tam KYY, Inzlicht M. Fast-forward to boredom: How switching behavior on digital media makes people more bored. J Exp Psychol Gen. 2024
[3] Tam, K.Y.Y., Inzlicht, M. People are increasingly bored in our digital age. Commun Psychol 2, 106 (2024).