Grazie al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è possibile rendere il digitale popolare, portarlo nei luoghi della normalità, far sì che sia strutturale a tutti i livelli, per la pubblica amministrazione, le imprese, i cittadini. L’obiettivo consiste nel riuscire nella sfida di far diventare il digitale qualcosa di familiare.
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Il digitale e tutto ciò che gli gira intorno a livello economico, sociale, culturale, non può più essere un qualcosa solo da esperti o addetti ai lavori, è fondamentale se ci semplifica la vita quotidiana e se ne fa parte a pieno titolo. Ed è su questa strada che dobbiamo continuare il percorso, evidentemente accelerato dalla pandemia che ha acceso un riflettore enorme sui temi del digitale a 360 gradi.
Il PNRR può rendere il digitale popolare
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una straordinaria occasione per velocizzare il processo, ma senza un piano diffuso di cultura digitale e un’analisi e gestione attenta delle policy si rischia di non sfruttarlo al meglio e di non riuscire a vincere la sfida cogliendone importanza e opportunità.
Gli obiettivi del PNRR sono ambiziosi e necessari per costruire un Paese moderno ed incidere anche in “processi storici” da riformare, per questo serve un pensiero digitale nella programmazione degli interventi e delle azioni.
Non possiamo replicare schemi nati per un contesto completamente diverso, altrimenti rischiamo di non ottenere risultati importanti e di non essere concreti. La concretezza nella vita quotidiana di tutti noi è un elemento fondamentale della rivoluzione digitale, da raccontare e da sviluppare con sempre maggior convinzione.
Fiducia nel PNRR e digitalizzazione
Il punto di partenza è: cittadini, PA e imprese sono pronti? Siamo nella situazione giusta per il salto di qualità necessario? La risposta è complessa, ma molto migliore di quello che spesso si sente.
Secondo l’indagine “Italiani e digitale” condotta dalla Fondazione Italia Digitale (realtà nata dall’esperienza dell’Associazione PA Social e di tanti player impegnati nel mondo del digitale, della comunicazione, dell’informazione) emerge una sostanziale fiducia da parte dei cittadini nei confronti della digitalizzazione, vista come un’opportunità dal 75% degli intervistati. Fiducia anche nel rapporto con l’informazione proveniente dal web e dai social, affidabile per il 64% del campione, e nel grado di sicurezza dei servizi digitali offerti, 80%.
Tra i canali più utilizzati al primo posto restano i siti web (60%) seguiti da social network e chat che continuano la loro scalata tra le modalità preferite di contatto tra PA e cittadino (21%).
Identità digitale e Spid
Spinta dalla pandemia, ma anche dal lavoro portato avanti dalle istituzioni nazionali e locali e dalle imprese, compie passi in avanti significativi (e con numeri in continua ascesa) anche l’identità digitale, attivata dal 55% del campione, mentre il 24% possiede sia una carta di identità elettronica che SPID.
Pagamenti verso la Pa
Tra i servizi digitali guadagnano la prima posizione gli acquisti online e i pagamenti digitali (75%), seguiti dai servizi della pubblica amministrazione (56%). Restando in tema di pagamenti verso la pubblica amministrazione chi predilige l’online lo fa per saldare i tributi (50%). Del resto le opportunità sono enormi, i rischi (come in tutte le rivoluzioni) ci sono, ma possiamo conoscerli e governarli.
Semplificazioni e smart working
Non stiamo parlando però solo di acquisti online, i cittadini hanno ormai molto della propria vita quotidiana in digitale. Si conferma, inoltre, anche una tendenza già emersa negli anni passati, l’età media degli utilizzatori della rete è per lo più indifferente. Non stiamo da anni più parlando di un “tema per giovani”, ma di servizi, informazioni, dialogo, utilità quotidiana per tutte le fasce di popolazione.
La ricerca (in versione integrale) fotografa anche un’ottima percezione del fenomeno della digitalizzazione vista come semplificazione e dello smart working che viene sentito come un’opportunità per rendere l’organizzazione del lavoro più flessibile e moderna (73%) e come mezzo per favorire l’integrazione delle categorie più fragili (84%).
Cosa chiedono gli italiani al PNRR
Opportunità, sicurezza, semplicità, concretezza. Sembrano queste le sensazioni e le richieste degli italiani per proseguire sulla strada digitale ormai tracciata. Una voglia di accelerare sempre più forte che culmina nel chiaro proposito di rendere normalità i passi avanti che sono stati frutto di una risposta emergenziale, creare un sistema organizzato e accompagnato da un necessario e ampio piano nazionale di cultura digitale (lo chiede addirittura il 90%).
La diffidenza degli italiani nei confronti del digitale sembra, quindi, essersi dissolta. La risposta alla domanda iniziale è sì, siamo nella situazione giusta per poter fare un salto di qualità. La svolta digitale è ormai un sentimento diffuso tra gli italiani, è un argomento da prima pagina e non più da trafiletto.
La svolta digitale
A questo sentimento dobbiamo rispondere con un grande piano culturale, un investimento convinto sulle competenze e sui servizi, una risposta precisa di policy eque e all’altezza della rivoluzione in corso, una svolta (finalmente!) sul riconoscimento delle professionalità e su nuovi modelli organizzativi del lavoro.
La Fondazione Italia Digitale è nata proprio per non perdere e sfruttare al meglio questa straordinaria opportunità, un luogo fisico e virtuale dove far confrontare e collaborare pubblico e privato, un punto di riferimento (il primo in Italia del genere) dedicato a cultura e policy digitali a 360 gradi.
È un percorso che nasce dall’esperienza dell’Associazione PA Social che in pochi anni è riuscita a diventare riferimento e rappresentate autorevole del mondo della comunicazione e informazione digitale, un progetto unico nel panorama italiano con l’impegno totale solo sul digitale e non anche sul digitale.
Conclusioni
Il digitale sta portando numerosi cambiamenti a livello sociale, culturale, economico, una rivoluzione che non vogliamo rallentare, ma affrontare e governare sfruttando le sue tante opportunità positive. È una sfida per tutti: cittadini, pubblica amministrazione, imprese. Non possiamo perderla.