È diffusa ancora una scarsa considerazione del valore rivoluzionario di Internet, spesso assimilato ad un semplice strumento di comunicazione. Internet non è infatti, solo uno strumento, perché la rete ha modificato le società, le democrazie, il lavoro, il rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadino, il fattore tempo. Internet e’ un environment in cui ci si incontra, si include e contiene sia un potenziale positivo, che negativo.
La politica (non solo italiana) è stata fino ad ora insufficiente ad operare in virtù di questa scoperta, non e’ stata capace di affrontare il cambiamento legato al nuovo contesto. Prova ne sia che non ha messo le autostrade telematiche invece che quelle stradali al centro del proprio impegno.
Come deve muoversi la PA? La logica che muove il web è orizzontale, non verticistica e quindi anche l’approccio della PA deve cambiare. Occorre sviluppare il dialogo con i cittadini, non comunicare solo attraverso bollettini informativi ma privilegiare lo scambio e favorire l’interazione.
L’apertura verso l’esterno è il connotato specifico della rete, che porta con sé grandi opportunità ma anche rischi; questo è il tema che affronta la rete Wister, soprattutto rivolgendosi ai soggetti più esposti socialmente, come le donne, gli adolescenti e come categoria presa di mira, gli omosessuali.
La mancanza delle tre C (competenze, consapevolezze, conoscenze) fa sì che questi soggetti siano ancora più deboli in rete e talvolta preda di un mondo dove si può perpetrare lo stalking e il cyberbullismo. Non possiamo tirarci fuori e, insieme, non possiamo accettare di arrenderci, è nostro compito far sì che non soccombano i più deboli in nome di un’ anarchia che è fittizia libertà.
È tempo che di questi temi si occupino a fondo i Paesi europei, perché è necessario fermare ogni forma di disuguaglianza e da qui passa la possibilità di un reale e consapevole cambiamento, fondato proprio sulla consapevolezza digitale, base per riuscire a conciliare libertà vera e sicurezza.