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Ragazze e digitale: più formazione esperienziale contro il gender gap

Le donne, influenzate da stereotipi e luoghi comuni, rischiano di escludersi dalla trasformazione digitale, lasciando agli uomini l’opportunità di acquisire le competenze necessarie per affrontarla e gestirla. Una serie di progetti della Fondazione Mondo Digitale puntano a accelerare il raggiungimento della parità di genere

Pubblicato il 08 Nov 2019

Mirta Michilli

direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale

scuola digitale ragazze

Sottovalutare l’importanza delle differenze di genere nella trasformazione digitale comporta, tra le altre cose, anche costi enormi. Solo una formazione esperienziale e trasformativa, che coinvolga le diverse generazioni, potrà permettere di superare limiti e pregiudizi e di trasformare i talenti al femminile in risorsa per il bene comune. Con questo obiettivo, ormai da diversi anni, Fondazione Mondo Digitale si è impegnata ad accelerare il raggiungimento della parità di genere nel settore scientifico e tecnologico e lo fa aiutando le ragazze a scoprire la trasversalità delle Steam, le svariate applicazioni dell’informatica, la creatività che si nasconde dietro ai linguaggi di programmazione, aperti a collaborazioni e nuove sfide, anche per perfezionare ed estendere il proprio modello.

I numeri (impietosi) del gender gap

“La parità di genere rappresenta uno dei valori fondamentali dell’Unione europea. Eppure, sul lavoro la realtà è diversa. Nell’Ue le donne, nei vari settori economici, guadagnano in media oltre il 16% in meno all’ora rispetto agli uomini. Questo divario retributivo di genere è rimasto stabile negli ultimi 5 anni. Al ritmo di cambiamento attuale verrà colmato solo all’inizio del prossimo millennio”. Il quadro tracciato dalla Commissione europea delinea la presenza di un forte divario di genere nelle professioni. Secondo la classifica del “Global Gender Gap Report 2018” del World Economic Forum, l’Italia è al 70° posto su 149 paesi nel mondo per capacità di colmare le differenze di genere, e al 17° su 20 paesi dell’Europa occidentale.

Anche i dati Istat sottolineano un divario considerevole in termini di occupazione: in un paese in cui le donne sono oltre 1,7 milioni in più degli uomini, le lavoratrici sono 3,4 milioni in meno dei lavoratori. Nonostante negli ultimi dieci anni la situazione sia migliorata, l’universo femminile continua ad avere un tasso di disoccupazione più alto di quello maschile: hanno un impiego il 49,5% delle donne contro il 67,6% degli uomini.

Le donne italiane studiano più degli uomini, ottengono risultati migliori, ma solo il 33% è iscritto a corsi di laurea dell’area scientifica. Privilegiano percorsi formativi con prospettive occupazionali e retributive inferiori. L’accesso al settore tecnologico è ancora ostacolato dagli stereotipi, mentre automazione e intelligenza artificiale cominciano a trasformare i lavori. Entro 10 anni fino a 160 milioni di donne nel mondo potrebbero essere costrette a cambiare impiego, secondo un recente studio del McKinsey Global Institute (The future of women at work, 2019).

Le donne, influenzate da stereotipi e luoghi comuni, rischiano di escludersi dalla trasformazione digitale, lasciando agli uomini l’opportunità di acquisire le competenze necessarie per affrontarla e gestirla. “Alla rivoluzione informatica le ragazze non hanno partecipato”: lo ricorda in una recente intervista Paola Velardi, professore ordinario del Dipartimento di Informatica della Sapienza Università di Roma e Program Chair di ACM womENcourage 2019. Tra gli specialisti nel settore ICT il rapporto è di una donna ogni sei uomini (Women in Digital Scoreboard 2019).

La parità di genere nelle steam

Di questo passo quando verrà raggiunta la parità di genere nelle Steam? Una ricerca condotta da alcuni studiosi, coordinati dall’Allen Institute for Artificial Intelligence di Seattle, ipotizza fra circa 118 anni, una stima che avrà implicazioni non solo sulla sfera professionale individuale ma anche sul futuro dell’economia globale.

Da diversi anni la Fondazione Mondo Digitale aiuta le giovani donne a cimentarsi nella progettazione di un’attività imprenditoriale, dove sono imprescindibili intraprendenza, capacità organizzativa e spirito d’innovazione, soft skills fortemente sviluppate nelle donne.

Ogni giorno sono attivi laboratori per allenare le competenze digitali, che entro il 2020 saranno richieste per il 90 per cento delle posizioni lavorative: negli ultimi due anni, grazie anche a sette progetti in rosa, abbiamo coinvolto in attività Steam oltre 50mila “giovani” donne di tutte le età, dalle bambine della scuola primaria alle over 60.

Il programma coding girls

Il programma Coding Girls, promosso insieme all’Ambasciata USA in Italia e in collaborazione con Microsoft, si è evoluto fino a trasformarsi, nel 2017, in un’associazione di promozione culturale per la valorizzazione dei talenti femminili nel campo delle Steam. Forse la prima esperienza in Italia basata sull’effetto moltiplicatore della formazione alla pari e sullo sviluppo di una giovane e-leadership al femminile. Le “ragazze che programmano il futuro” sono aumentate di anno in anno e sono diventate capaci di organizzare anche in modo spontaneo eventi di alfabetizzazione ed empowerment, che inseriscono lo strumento del coding nella cornice del modello di Educazione per la vita. Il coding diventa così uno strumento di libertà, una sorta di ascensore sociale, che permette a migliaia di ragazze di progettare un futuro diverso, libere da condizionamenti, stereotipi e pregiudizi.

Per la sesta edizione il programma lancia una nuova sfida a 150 Coding Girls delle scuole superiori che entro l’anno dovranno formare 10mila coetanee. La staffetta formativa (allenamenti, laboratori, hackathon) tocca ben 14 città e vede la preziosa partecipazione di 13 università, tra cui Pisa, Politecnico di Milano, Sapienza di Roma, Alma Mater Studiorum di Bologna. A Torino la collaborazione con la Compagnia di San Paolo trasforma Coding Girls in un progetto cittadino triennale, per orientare e valutare i percorsi formativi e professionali di 600 ragazze da 13 a 19 anni. L’impatto della formazione esperienziale sulle ragazze sarà misurato a breve, medio e lungo termine.

Tutti i progetti in corso

Per appassionare anche bambine e adolescenti alle materie scientifiche abbiamo collaborato in dieci progetti con le scuole che hanno partecipato al bando “In estate si imparano le STEM”, promosso dal Dipartimento per le pari opportunità. Con Women in Technology abbiamo coinvolto in un’esperienza pilota 220 studentesse che hanno sviluppato un’idea di impresa, hanno realizzato prototipi nei laboratori di fabbricazione digitale e sperimentato il crowdfunding.

Siamo partner di Microsoft nella sfida di “Ambizione Italia per la Scuola”, con sessioni speciali di donne a lezione di intelligenza artificiale, e di altre iniziative come “Nuvola Rosa” e #STEMInTheCity, che promuovono l’uso attivo e creativo della nuove tecnologie.

I social network sono al centro di She Means Business, il progetto globale di Facebook che sostiene l’imprenditoria femminile. Alle donne con un’attività autonoma vengono forniti strumenti e modelli di successo per raggiungere velocemente i propri obiettivi professionali. Dopo aver coinvolto nel 2018 oltre 4.000 donne (35 eventi formativi in 24 città), quest’anno il programma itinerante si sposta nel Centro e Sud Italia per formare altre 2.000 lavoratrici autonome o giovani donne con un’idea di impresa.

I laboratori al femminile sul digital marketing fanno tappa anche al Binario F, l’hub di Facebook alla Stazione Termini di Roma dedicato allo sviluppo delle competenze digitali, che ospita il programma “Vagone FMD. Da 01 a 100”.

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