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Realtà virtuale: da flop social a regina della formazione aziendale



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La realtà virtuale e aumentata sta trasformando il training aziendale, offrendo esperienze immersive che rendono l’apprendimento più coinvolgente ed efficace. Dalla manutenzione aeronautica alle soft skills, queste tecnologie ridefiniscono il confine tra teoria e pratica, promettendo una rivoluzione nell’educazione professionale e universitaria

Pubblicato il 30 ott 2024

Alessio Pecoraro

coordinatore PAsocial Emilia-Romagna, marketing & communication manager



realtà virtuale formazione (1)

Nonostante le aspettative iniziali, la realtà aumentata (AR) non ha ancora trovato una diffusione capillare tra aziende e brand, ad eccezione dei settori del fashion e della moda, dove continua a catturare l’attenzione con esperienze immersive e interattive per i consumatori. In altri ambiti, tuttavia, l’adozione dell’AR sembra essere frenata da costi elevati, infrastrutture tecnologiche non sempre adeguate e un ritorno sull’investimento ancora incerto.

Sfide economiche e infrastrutturali della realtà virtuale

La realtà virtuale esiste da decenni, ma è diventata disponibile commercialmente per consumatori e aziende solo negli ultimi anni. Sempre più aziende hanno affermato di aver esplorato una gamma di casi d’uso, dalle riunioni in ufficio con realtà virtuale agli annunci nel metaverso, ma molti di questi casi d’uso non sono riusciti a dimostrare il loro valore quando le aziende si sono rese conto che Microsoft Teams o Zoom potevano svolgere il lavoro a costi minori e senza investimenti in hardware.

La divisione Reality Labs, precedentemente Oculus VR, l’unità aziendale e di ricerca di Meta Platforms (in precedenza Facebook Inc.) che produce hardware e software per realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR), inclusi visori per realtà virtuale come Quest e piattaforme online come Horizon Worlds ha lottato per attrarre e trattenere gli utenti e ha subito una perdita operativa di oltre 16 miliardi di dollari nel 2023.

La formazione aziendale opportunità per sbloccare il potenziale della realtà virtiale

Ma c’è un’area in cui questa tecnologia potrebbe sbloccare tutto il suo potenziale: la formazione aziendale. In questo contesto, la realtà aumentata si prospetta come uno strumento capace di rivoluzionare l’apprendimento, rendendo l’esperienza educativa più coinvolgente e pratica.

Siamo entrati in un’epoca in cui l’apprendimento non passa più solo attraverso le parole o le immagini statiche. Oggi, la formazione sul lavoro è diventata una vera e propria esperienza sensoriale, resa possibile dai visori per realtà virtuale (VR). Il mondo fisico si intreccia con quello digitale, e la tecnologia immersiva sta trasformando in modo radicale il modo in cui si formano e preparano i dipendenti. Un viaggio che, fino a pochi anni fa, sarebbe sembrato fantascienza, ma che oggi è realtà all’interno delle aziende più lungimiranti.

Immaginate un tecnico alla manutenzione di un motore d’aereo, che invece di trovarsi in un hangar a stretto contatto con il macchinario è comodamente seduto nel suo ufficio indossando un visore VR. Grazie a questa tecnologia avrà la possibilità di interagire con ogni componente del motore, smontarlo e rimontarlo, osservare ogni dettaglio come se fosse reale. E il bello è che, se qualcosa va storto, non ci sono conseguenze: l’errore non ha costi materiali, ma diventa invece una preziosa lezione. Ecco la magia della realtà virtuale applicata alla formazione: immergersi senza rischi.

Non si tratta di fantascienza, ma quotidianità per molte aziende che si stanno avvicinando a questa nuova modalità di apprendimento. Realtà virtuale, realtà aumentata, simulazioni 3D: questi strumenti stanno ridefinendo il confine tra il sapere teorico e quello pratico. Ma ciò che rende davvero rivoluzionaria questa tecnologia è la sua capacità di rendere l’apprendimento coinvolgente e memorabile. Indossando un visore VR, il cervello di chi lo sta utilizzando non distingue più la simulazione dalla realtà, consentendo una maggiore efficacia dell’apprendimento.

Realtà virtuale: applicazioni pratiche e soft skills

Ma la rivoluzione non si ferma alla formazione tecnica. In maniera, forse sorprendente, la realtà virtuale si sta dimostrando uno strumento potentissimo anche per lo sviluppo delle soft skill. Una delle applicazioni più innovative della VR riguarda proprio l’empatia. Diverse aziende, inclusi giganti come Walmart utilizzano la realtà virtuale per formare i dipendenti in tre aree principali: nuove tecnologie, competenze trasversali come empatia e servizio clienti e conformità, o BMW, che attraverso la realtà virtuale e aumentata crea un’esperienza multisensoriale per un apprendimento particolarmente efficace, con avatar, creati in pochi minuti dall’intelligenza artificiale, che spiegano i contenuti dei corsi, utilizzano visori per addestrare i dipendenti alla gestione delle relazioni interpersonali, aiutandoli a sviluppare una maggiore capacità di ascolto, leadership e problem-solving soprattutto in situazioni di stress o conflitto.

Il training sulla leadership attraverso la VR non è solo questione di parlare a una squadra virtuale, ma di sperimentare le conseguenze delle proprie decisioni in tempo reale. E pensiamo alla formazione all’empatia: ci sono programmi VR che permettono di mettersi nei panni di un cliente insoddisfatto o di una persona in difficoltà, facendoci vivere la situazione dal loro punto di vista. È un modo potente per stimolare la comprensione delle emozioni altrui, migliorando la capacità di rispondere in modo efficace e umano.

È un viaggio interessante, ma più lento del previsto. Ma penso che per la formazione, la realtà virtuale sarà utilissima”, ha affermato Johan Hellqvist , responsabile di mobile e XR/3D presso Volvo Group.

L’applicazione della realtà virtuale nei settori industriali e sanitari

Se la prima adozione della VR si è vista soprattutto nel campo dell’intrattenimento, oggi il suo uso è sempre più diffuso in contesti industriali. Settori come l’automotive, l’aerospaziale, la sanità e persino il retail stanno integrando queste tecnologie nei loro processi formativi. Secondo una recente ricerca di PwC, la formazione attraverso realtà virtuale non solo accelera l’apprendimento, ma permette anche di memorizzare meglio le informazioni rispetto ai metodi tradizionali.

In ambito sanitario, per esempio, i visori VR vengono utilizzati per simulare operazioni chirurgiche o per addestrare il personale medico nella gestione di situazioni di emergenza. È un modo per creare ambienti sicuri dove poter sperimentare senza paura di commettere errori che potrebbero avere conseguenze reali. In ambito retail, invece, i visori VR vengono impiegati per formare i dipendenti alla gestione del negozio e alla customer experience, con simulazioni che permettono di vivere scenari complessi direttamente dal punto vendita.

Il ruolo delle neuroscienze e la formazione pubblica

Non solo il settore privato, in Italia ad esempio, spiega Mariangela Giunti della Funzione Comunicazione e Media del GSE (il Gestore Servizi Energetici, la società pubblica, braccio operativo del Governo, garante e promotore dello sviluppo sostenibile del Paese) “La formazione sta cambiando grazie a strumenti come la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR). Nel mio lavoro al GSE ho visto quanto queste tecnologie possano fare la differenza. Le neuroscienze dimostrano che l’apprendimento è più efficace quando legato alle emozioni. L’esperienza di rendere una città più sostenibile, attraverso l’efficientamento energetico indossando un visore coinvolge non solo i giovani, ma funziona anche per gli adulti. Le emozioni aiutano a ricordare meglio, trasformando l’apprendimento in qualcosa di vivo e duraturo”.

Ciò che rende la VR affascinante è anche la sua incredibile flessibilità. Oggi stiamo appena iniziando a sfruttarne le potenzialità, ma il futuro promette sviluppi ancora più rivoluzionari. Si parla di ambienti formativi personalizzati, in cui ogni utente può vivere esperienze su misura, studiate per il suo specifico percorso professionale. E la collaborazione a distanza potrebbe compiere un salto di qualità, con team sparsi in tutto il mondo che si ritrovano virtualmente nello stesso ambiente di lavoro, come se fossero fisicamente nello stesso ufficio.

Verso la mixed reality

La mixed reality, cioè la combinazione di realtà virtuale e realtà aumentata, sarà probabilmente uno degli sviluppi più interessanti.

Per Francesco Di Costanzo, Presidente di PAsocial e Fondazione Italia Digitale, docente di un corso presso l’Università di Camerino che si è tenuto nel metaverso: “Sicuramente il futuro passerà da li, andremo velocemente oltre la realtà aumentata o virtuale verso la mixed reality che permette anche di eliminare l’effetto estraniamento. Meta ha presentato dei nuovi visori che vanno nella direzione di semplificare il tema dell’hardware che dovrà essere reso sempre più popolare. Penso che queste nuove tecnologie saranno sempre più presenti nella vita di tutti i giorni e rappresenteranno una bella fetta della formazione universitaria, professionale e arriveranno anche nelle scuole. Sarà quindi sempre più importante avere la piena conoscenza di questi strumenti e comunicare correttamente anche attraverso questi nuovi ambienti ibridi”.

Questa tecnologia, insomma, permetterà di sovrapporre informazioni digitali direttamente sul mondo reale, trasformando ogni ambiente in uno spazio interattivo e ricco di dati.

Una rivoluzione culturale e formativa

In ultima analisi, ciò che rende la realtà virtuale uno strumento tanto potente non è solo la sua capacità tecnologica, ma il cambiamento culturale che porta con sé. Le aziende che investono nella VR dimostrano un impegno verso l’innovazione, ma anche verso una formazione più inclusiva e accessibile.

Proprio attraverso questi strumenti, applicati alla formazione aziendale, sarà possibile per gli uffici marketing e comunicazione che dovranno lavorare sempre più a stretto contatto con quelli che si occupano di formazione aziendale trasmettere i valori dell’azienda e dei brand, i messaggi chiave, creare culturale aziendale (soprattutto in ambito marketing e comunicazione, che ancora in troppe realtà vengono percepiti in maniera errata), presentare strumenti, strategie e campagne pubblicitarie in anteprima o costruirne di dedicate per il personale senza grossi investimenti.

La possibilità di replicare qualsiasi ambiente di lavoro, di permettere ai dipendenti di apprendere con tempi e modalità personalizzate, renderà il sapere molto più democratico.

La tecnologia immersiva, applicata alla formazione, potrà essere qualcosa di più che una moda momentanea. In un mondo sempre più complesso, dove le competenze devono essere acquisite rapidamente, aggiornate costantemente e diventano sempre più multidisciplinari, la realtà virtuale offre una straordinaria possibilità. E questa che ha i tratti di una vera e propria rivoluzione potrà essere una risposta concreta alle sfide della formazione moderna, andando oltre la stessa formazione.

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