3@età

Regione Umbria, “così stiamo diffondendo il digitale tra gli over 65”

L’Umbria è al sesto posto in Italia per indice di vecchiaia. Gli anziani (65-74 anni) sono più di 100mila. La Regione ha, quindi, lanciato il progetto “#interconnessioni17”, un’iniziativa di inclusione digitale per la 3@età per far dialogare padri analogici e figli digitali per ridurre il rischio di esclusione sociale

Pubblicato il 14 Dic 2017

Antonio Bartolini

Assessore Agenda Digitale Regione Umbria

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Per indice di vecchiaia, con oltre 220mila cittadini over 65, la Regione Umbria è al sesto posto in Italia. I “giovani anziani”, nella fascia di età da 65 a 74 anni, sono più di 100mila, quasi il 12% della popolazione. Una fascia importante della popolazione che può acquisire in tempi brevi le competenze digitali necessarie a comprendere le opportunità della trasformazione digitale. E a loro volta possono diventare “facilitatori”, in famiglia, nei centri anziani, con gli amici.

Secondo l’ultimo rapporto Istat “Cittadini, Imprese e ICT” anche gli anziani possono familiarizzare velocemente con le nuove tecnologie: negli ultimi sei anni, nella fascia di età da 65 a 74 anni, le persone che navigano in rete sono passate da 12,1% al 28,8%, mentre gli over 75 sono quasi quadruplicati, dal 2% al 7,7%. E si conferma il ruolo degli adolescenti come facilitatori digitali: le famiglie più connesse, 9 su 10, sono quelle in cui è presente almeno un minorenne.

Grazie ai “nativi digitali” e ai “giovani anziani” possiamo raggiungere anche la fascia di popolazione ancora disconnessa, perché in Umbria contiamo oltre 100mila famiglie offline.

 “Ciao Carlo, quando hai finito di navigare, dai al nonno il tablet che deve prenotare le analisi?” Ecco quello che immaginiamo possa essere il rapporto nonni/nipoti, terza età e giovani, nei prossimi mesi. Un terreno comune dove acquisendo competenze e utilizzando strumenti tecnologi comuni, si possano sfruttare tutte le opportunità della cultura digitale.

Da subito, come Regione Umbria, ci siamo resi conto che portando avanti iniziative che vedono nella digitalizzazione un fattore di sviluppo, il rischio era di acuire il divario generazionale lasciando indietro una fascia di popolazione che ha scarsa familiarità con la strumentazione informatica.

È per questo che, come Ente, abbiamo fortemente voluto abbracciare il progetto “#interconnessioni17”, un’iniziativa di inclusione digitale per la 3@età, 65–74 anni, che prevede una settimana di originali attività dedicate a tematiche specifiche: salute, vita quotidiana, tempo libero e partecipazione, social media e scambio intergenerazionale, dal 27 novembre al 1° dicembre, in cinque città umbre (Perugia, Foligno, Spoleto, Città di Castello e Terni).

Per farlo abbiamo scelto di connettere e far dialogare due generazioni, quella dei giovani e quella degli anziani, dei padri analogici e dei figli digitali.

Ogni giornata prevede un’introduzione seminariale con il lancio di una sfida su progetti specifici cui seguirà un’originale sessione di lavoro comune, con una formula diversa per ogni giornata.

Saranno quindi gli startupper, i maker, i programmatori, i designer, i dirigenti, docenti e studenti delle scuole umbre che, chiamati a lavorare insieme, contribuiranno con le proprie idee ed esperienze all’ideazione di proposte e soluzioni per l’alfabetizzazione e inclusione digitale della terza età.

Con questo primo progetto ‘Interconnessioni’, realizzato dalla Regione Umbria con la preziosa collaborazione della Scuola Umbra di Pubblica Amministrazione e della Fondazione Mondo Digitale, gli over 65 potranno cogliere le opportunità dell’era di internet, familiarizzare con gli strumenti telematici e i servizi di e-gov, trasformandosi in cittadini attivi e consapevoli contribuendo allo sviluppo del processo di digitalizzazione della propria comunità.

Le pubbliche amministrazioni, sempre più frequentemente, attivano servizi online a disposizione del cittadino. Diventa fondamentale quindi continuare a lavorare in questa direzione, sensibilizzare e alfabetizzare gli over 65, per ridurre il rischio di esclusione sociale, permettendo di acquisire conoscenze e competenze che li rendano autonomi nell’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con benefici anche in termini di invecchiamento attivo.

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