Repubblica Digitale, l’iniziativa strategica promossa dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione contro il digital divide e per la diffusione della cultura digitale, ha superato le prime 50 adesioni e si avvia a un fondamentale passaggio:
- si conclude la prima fase di “chiamata all’azione” per affrontare l’emergenza relativa alle competenze digitali, dando visibilità e raccordando iniziative pubblico-private;
- inizia un disegno ambizioso, per coordinare tutte le adesioni in un’iniziativa integrata di sistema.
L’insieme dei soggetti pubblici e privati che hanno aderito al Manifesto per la Repubblica Digitale in questa fase diventano un’Alleanza per lavorare nei prossimi anni al necessario e difficile cambiamento culturale, mettendo in rete e rendendo sinergiche esperienze e attività da parte di associazioni della società civile, del sistema educativo, di soggetti pubblici e di imprese, e ottimizzando così i risultati di iniziative in corso o in avvio su tutto il territorio nazionale.
Una iniziativa strategica in un contesto di emergenza
Repubblica Digitale si configura come un’iniziativa fondamentale in un Paese in cui, sulla base del recente rapporto Istat “Cittadini e ICT”, “nel 2019 il 29,1% degli utenti di internet tra i 16 e i 74 anni ha competenze digitali elevate. La maggioranza degli internauti ha invece competenze basse (41,6%) o di base (25,8%). Inoltre esiste una nicchia di internauti che non ha alcuna competenza digitale (3,4%, pari a 1 milione e 135 mila)”. La popolazione che è andata su Internet nei tre mesi precedenti la rilevazione (con età maggiore di 6 anni) è pari al 67,9% (con un leggero incremento rispetto al 2018), mentre la popolazione che ha utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi con competenze digitali almeno di base (tra i 16 e i 74 anni) è pari al 54,9%, con influenza negativa soprattutto legata al basso livello di istruzione e in parte anche all’età. Ma non solo: l’esclusione digitale è un rischio reale per metà della popolazione italiana.
Repubblica Digitale è pertanto un’iniziativa di sistema necessaria, che si lega alla terza sfida che abbiamo lanciato nella “Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione”, ovvero uno “Sviluppo inclusivo e sostenibile”. Proprio questo progetto diventa lo strumento programmatico principale per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti con quattro azioni della strategia.
Ma andiamo per ordine e tracciamo qui un primo bilancio dei primi sei mesi di vita dell’iniziativa, a partire dal lancio avvenuto durante la giornata conclusiva di ForumPA 2019.
Repubblica digitale in cifre
Chi ha aderito: iniziative e proponenti
Come abbiamo riportato in dettaglio in questo post, finora più della metà delle oltre cento iniziative pervenute sono state accettate e diverse sono nella fase finale di valutazione. Le iniziative accettate sono state classificate in base alla tipologia di organizzazione proponente, di destinatario, di attività prevista, oltre che di scala geografica di attuazione. Nella classificazione si è naturalmente utilizzata l’esperienza derivante dalle linee strategiche e operative per la cultura, la formazione e le competenze digitali, pubblicate dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) nel 2014 e dalle altre attività correlate.
Tra le organizzazioni che hanno aderito a Repubblica Digitale riscontriamo una distribuzione equilibrata tra organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore, con una leggera prevalenza delle organizzazioni private (11 Piccole e medie imprese) e una buona presenza delle società in-house.
I destinatari delle iniziative
C’è una significativa presenza di iniziative che si rivolgono contemporaneamente a più di una delle categorie di destinatari individuati (cittadini, Pubbliche Amministrazioni e imprese). La maggior parte delle iniziative è rivolta ai Cittadini, con una buona presenza di iniziative rivolte agli studenti delle scuole superiori, mentre ancora troppo poche sono quelle rivolte alla popolazione con fattori di svantaggio (incluso il basso livello di istruzione) e agli adulti over 65. In queste fasce di popolazione è maggiore il rischio di esclusione digitale, visto che nella fascia 65-74 la percentuale di coloro che hanno competenze digitali almeno di base è pari solo al 34%.
Proprio perché mancano ancora abbastanza iniziative rivolte a questa fascia, abbiamo ideato l’azione 19 della Strategia, che prevede un intervento specifico per gli over 65 in zone svantaggiate, combinando supporto tecnologico (disponibilità di un tablet) e di facilitazione digitale (tramite il servizio civile digitale).
Quali iniziative sono state proposte
Molte iniziative si rivolgono contemporaneamente a diverse categorie di attività, riferite alle diverse tipologie di competenza digitale, ovvero:
- competenze di base per la cittadinanza digitale;
- competenze specialistiche ICT;
- competenze per il settore privato;
- competenze per la Pubblica Amministrazione.
Una netta prevalenza di attività (61) si occupa di competenze digitali di base, senz’altro uno dei fronti in cui maggiore è l’emergenza. Tra queste attività è da evidenziare la presenza di ben 12 iniziative che includono attività di facilitazione digitale con sportelli/punti fisici di supporto ai cittadini per l’utilizzo dei servizi digitali (ad esempio Cagliari, Genova, Milano, Monza, Roma), spesso associati ad attività formative strutturate. Una tipologia di attività che consente di intervenire maggiormente verso coloro che sono esclusi digitalmente.
Rispetto alle dinamiche della trasformazione digitale, dobbiamo evidenziare come elemento di attenzione (sia nelle iniziative rivolte al mondo del privato sia in quelle rivolte al mondo pubblico) la scarsa presenza di attività indirizzate allo sviluppo di competenze per l’e-leadership. Un altro campo su cui Repubblica Digitale vuole intervenire.
Analizzando la scala di attuazione (nazionale, regionale, locale) rileviamo come la maggior parte delle iniziative abbia un impatto sull’intero Paese (il 54%), visto che molte di queste prevedono l’utilizzo di piattaforme online di servizio o di e-learning. Significativa è anche la presenza di iniziative che si sviluppano localmente, perché avviate da amministrazioni comunali o da organizzazioni non governative che operano a livello cittadino.
Repubblica Digitale nel 2020
Il 2020 sarà l’anno dello sviluppo di Repubblica Digitale, che sta dando vita “a un’alleanza quanto più ampia possibile tra enti e organizzazioni pubbliche e private, cittadini, basata esclusivamente sul comune riconoscimento di taluni principi ed esigenze, e sulla comune volontà di affrontare con determinazione e spirito etico un problema comune”, come previsto nell’azione 20 della Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese.
Tra le attività possiamo evidenziare:
- pubblicazione sul sito di Repubblica Digitale di nuove funzionalità che permetteranno di coordinare e integrare il lavoro dei soggetti aderenti, rendendo l’Alleanza una sorta di community di co-progettazione, condivisione e collaborazione;
- azioni promosse direttamente dal Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione e inserite nella Strategia, relative alla realizzazione di una piattaforma di e-learning per l’educazione all’Intelligenza Artificiale (azione 17), alla formazione degli studenti e dei docenti sulle tecnologie emergenti (“Il sabato del futuro” – azione 18), all’inclusione digitale degli anziani attraverso la disponibilità di tablet e un supporto di volontari (azione 19);
- iniziative di comunicazione, divulgazione e diffusione della cultura digitale, in collaborazione con i media o attraverso eventi nazionali, e la messa a disposizione dei cittadini degli strumenti per lo sviluppo delle competenze digitali realizzati dai partecipanti all’Alleanza.
Come conferma il rapporto Istat, il gap di competenze digitali rimane una vera e propria emergenza, e il rischio che stiamo correndo è “che la trasformazione digitale del Paese finisca per favorire solo i cittadini digitalmente più educati e consapevoli e per svantaggiare gli altri”. che sono tanti, diversi milioni, che possono essere esclusi dall’esercizio dei diritti di cittadinanza, sempre più vincolati all’uso consapevole del digitale e della rete.
Si tratta di un divario che ha radici profonde, si lega alla scarsa percentuale di laureati e a una significativa difficoltà a concepire il cambiamento in corso. Un divario che interessa anche i giovani, che non hanno consapevolezza digitale adeguata e che, come ha evidenziato una recente indagine PISA, non considerano appetibili le professioni ICT (solo il 7% dei ragazzi quindicenni e, praticamente, nessuna delle coetanee).
Per rispondere a questa emergenza serve un’iniziativa strategica e mirata come Repubblica Digitale, che può funzionare solo se saremo in grado di spingere tutti nella stessa direzione, rendendo forte ed efficace l’Alleanza, consapevoli del valore di una collaborazione multistakeholder. L’intento è di costruire già a partire dal 2020 “la più grande operazione di formazione digitale collettiva del Paese”.
E crediamo che quanto abbiamo visto in questi primi mesi di Repubblica Digitale, per la ricchezza di iniziative e competenze non possa che farci ben sperare.