Quanto ottenuto dal Garante Privacy da TikTok oggi non era l’obiettivo nostro iniziale, ma la strada è giusta.
L’obiettivo era è obbligarlo all’accertamento dell’età e quindi a trattare solo dati di utenti di almeno 13 anni. Se un social si dichiara riservato ai maggiori di 13 anni ci aspettiamo che tratti solo quei dati.
Ora sappiamo che questo è un obiettivo del lungo periodo.
Non avverrà subito ma le iniziative concordate con TikTok segnano una strada in questa direzione.
TikTok chiede l’età, che cambia davvero
Sappiamo che dal 9 febbraio, come comunicato oggi, TikTok blocca tutti gli utenti e per lo sblocco dovremo indicare l’età. È vero che il minore di 13 anni potrà dichiarare ancora il falso, come prima. Ma prima, se invece diceva il vero, veniva sospeso per 24 ore e poi poteva dichiarare il falso e quindi entrare.
Adesso TikTok gli blocca l’account per sempre. In questo modo almeno impediamo che i bambini, nuovi iscritti che in prima battuta avevano dichiarato la vera età, “si facciano furbi” dopo 24 ore.
Altra novità è la campagna di sensibilizzazione che farà TikTok con Telefono Azzurro e verso i genitori. Dovrebbe avere effetti perché, con l’intermediazione genitoriale, i figli dichiarino la vera età.
Il problema reale, in fondo, era la mancata supervisione parentale. La campagna mira a questo.
E gli altri social
Poi, è vero che tutto questo può valere anche per gli altri social. Infatti abbiamo richiesto informazioni a Facebook e Instagram per sapere che fanno quelli per impedire l’accesso di minori di anni 13. Forse già adottato un controllo più serio in tal senso: lo stiamo accertando.
Eventualmente il percorso tracciato per TikTok può valere anche per loro.
L’intelligenza artificiale
Infine, come abbiamo dichiarato oggi nella nota stampa, TikTok ha avviato con il Garante irlandese una discussione per valutare l’uso di algoritmi di intelligenza artificiale con cui determinare l’età e bloccare i minori di 13anni che dichiarano il falso.
Interlocuzione opportuna “poiché l’individuazione di tali soluzioni richiede un bilanciamento tra la necessità di accurate verifiche e il diritto alla protezione dei dati dei minori”, si legge nella nota. Noi, con gli altri Garanti, contribuiremo alla discussione.
So che qualcuno è preoccupato che, appunto, l’uso degli algoritmi comporti una profilazione di minori e bambini.
Ma il concetto è che, a mio avviso, i social non dovranno usare ulteriori dati di quell’utente – potenziale bambino – per la verifica dell’età.
Ricordiamo che l’utente in questione è già oggetto di trattamento di dati personali; riceve contenuti video e pubblicità di conseguenza. Questi contenuti derivano non solo dall’età dichiarata ma da tutti gli altri suoi comportamenti e il network di amici. Elementi che possono essere quelli di un bambino.
Il social allora tratta già questi utenti bambini come pseudo-maggiori di 13 anni, in base agli algoritmi.
La differenza sarà utilizzare questo trattamento anche per confermare che in effetti ha meno di 13 anni e quindi bloccarne l’account.