i casi

Scuola-lavoro, ecco dove gli studenti fanno la PA digitale

Anche le esperienze di alternanza scuola-lavoro possono produrre risultati utili e non solo per gli studenti. In Puglia, tre interessanti casi di programmi utilizzati per realizzare servizi di PA digitale

Pubblicato il 06 Ott 2017

Open data - open source

Diciamocelo chiaramente: le esperienze di alternanza scuola-lavoro spesso in Italia vengono identificate con i ragazzi che spostano i faldoni nei sottoscala dei Musei o delle Pubbliche Amministrazioni.

Per fortuna non è sempre così e ci sono alcuni casi virtuosi che vorrei descrivervi; come quelli effettuati all’interno dei Comuni di Francavilla Fontana (BR), Galatone (LE) e Terlizzi (BA).

Andiamo per ordine.

Il primo a farlo è stato Galatone. L’anno scorso l’Istituto Medi ha fatto un progetto di alternanza scuola-lavoro presso il Comune finalizzato alla produzione dei dati aperti e alla formazione dei funzionari del Comune.

Il percorso è stato molto bello perché ci è stata una vera contaminazione.

Nel frattempo che ragazzi lavoravano sul patrimonio informativo pubblico e sugli gli archivi insieme ai funzionari, digitalizzando e trasformando i dati statici e cartacei, in dati interoperabili; hanno anche imparato come funziona la macchina organizzativa e il “dietro le quinte” di una Pa locale.

Hanno fatto il censimento delle serie storiche anagrafiche e hanno trasformato l’elenco cartaceo delle masserie storiche in elenco digitale con tanto di foto e mappa interattiva.

I ragazzi nella pratica hanno imparato a usare i dati aperti per costruire servizi facilmente utilizzabili dai cittadini e la cosa bella è che i ragazzi hanno iniziato a guardare in maniera diversa il territorio che li circondava. Si sono affrontati anche i problemi interni quotidiani di organizzazione della pubblica amministrazione, ad esempio il censimento delle richieste di manomissione del suolo pubblico.

Sapete che i gestori di energia elettrica piuttosto che di telecomunicazioni richiedono di fare uno scavo per portare le loro infrastrutture ai settori LL.PP?

Queste richieste venivano archiviate e censite su un registro cartaceo.

E’ la Polizia locale, però, il soggetto che dà l’autorizzazione allo scavo fisico. C’era quindi la necessità di controllare questo registro cartaceo per capire se quella determinata azienda fosse stata autorizzata dai LL.PP.

Abbiamo inserito tutto in una piattaforma digitale di uso comune e adesso ai Lavori Pubblici aggiornano questo archivio online e la Polizia Locale lo controlla in tempo reale aggiungendo anche la data di autorizzazione agli scavi e quindi può avvisare i cittadini che quel giorno si avrà un disservizio sulla via x.

Tutti questi dati vengono, inoltre, mostrati in tempo reale sul portale dell’Ente.

I ragazzi coordinati dai professori De Rosa e Aprile hanno dimostrato grandi capacità di inserimento e serietà professionale.

Trovate tutto sul portale di Galatone.

Un’altra esperienza fatta è a Francavilla dove l’Istituto Enrico Fermi e i ragazzi di alcune quarte, con i professori Giorgia Martina e Gianluca Pisani, hanno fatto un lavoro che è durato molto di più: sono stati censiti numeri civici (circa 10.000), anche qui le masserie storiche e infine è stato digitalizzato una buona parte della dell’archivio storico dell’anagrafe.

Sono stati rilasciati circa 120 dataset.

Infine Terlizzi dove è stato realizzato un progetto di alternanza scuola-lavoro di indicazione sociale;

Sono state georiferite una buona parte delle attività produttive e , come abbiamo fatto a Lecce, anche qui ragazzi hanno censito le barriere architettoniche vivendo in prima persona le problematiche che ha una mamma con passeggino o un disabile in carrozzina.

A Terlizzi siamo andati oltre e i ragazzi stanno partecipando alla stesura del documento programmatico di rigenerazione urbana (DPRU), mappando punti di forze e debolezze che hanno alcune aree oggetto di rigenerazione. Tutti dati rilasciati sono disponibili sul sito del Comune di Terlizzi.

Con Fedele Congedo abbiamo coordinato queste esperienze, usando anche strumenti innovativi come gruppi e Bot Telegram, accompagnando ragazzi e professori ad usare gli smartphone per coordinare il lavoro e monitorare lo stato di avanzamento.

Non c’è la classica aula con cattedra e banchi. I ragazzi, in gruppi, erano in sedi distaccate del Comune. I professori hanno, quindi, dovuto reinventare il concetto di autorevolezza in un ambiente neutro come è quello di un gruppo Telegram.

Sono stati tutti bravissimi. Addirittura Terlizzi è entrato nella shortlist delle migliori 10 amministrazioni italiane per gli open data, all’interno del premio OpenGov.

La difficoltà c’è. E’ innegabile. Coordinare professori (spesso impauriti), entusiasmare i ragazzi, coordinare i funzionari, spingere sull’acceleratore per il rilascio, insegnare i casi di riuso per mappe e infografiche, è stato durissimo.

Ma la soddisfazione di veder crescere i ragazzi e diventare più “cittadini” con competenze digitali, non ha prezzo.

Modello replicabile (infatti siamo a 3 Enti) e scalabile (è indipendente dalla scala della PA).

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