Le performance negative dell’Italia nell’eGovernment- come risulta dal nuovo rapporto UE – sono frutto di una combinazione di condizioni di contesto sfavorevoli, come si evince dall’esercizio sul Benchlearning descritto nel report dove l’Italia è notevolmente sotto la media su 3 dei 5 macroindicatori definiti (Digital Skills, ICT usage, Quality and Connectivity), e delle difficoltà a gestire in modo coordinato il processo di innovazione e cambiamento della PA anche a causa della frammentazione delle autonomie che sino ad oggi ha significato anche frammentazione dell’offerta di servizi.
Il futuro però fa ben sperare perché oggi stiamo assistendo a due fenomeni che vanno nella stessa direzione.
Da una parte il Centro, con il Team Digitale e l’AgID, che ha dato segnali tangibili della volontà di coordinare e sostenere il processo di innovazione della PA attraverso azioni concrete quali lo sviluppo di piattaforme centralizzate e il supporto alla loro adozione. Dall’altra, un’azione dal basso, promossa e alimentata dal Pon Metro e dal Pon Governance, che sta portando sempre più le Regioni e gli Enti Locali a trovare meccanismi di coordinamento per utilizzare in modo più efficace ed efficiente le risorse, non solo economiche, a propria disposizione. L’Italia, che parte quindi svantaggiata rispetto alla gran parte dei Paesi europei, sembra quindi stia trovando la sua strada per recuperare il gap con l’Europa.