Negli ultimi anni piattaforme come OnlyFans, Chaturbate, ManyVids hanno trasformato radicalmente il panorama dell’intrattenimento per adulti. Secondo dati recenti, OnlyFans conta oltre 170 milioni di utenti e più di 1,5 milioni di creator (OnlyFans, 2021) con un fatturato che supera i 2,5 miliardi di dollari annuali. OnlyFans, lanciato nel 2016, ha rivoluzionato il mercato dei contenuti per adulti democratizzando la produzione e distribuendo il potere dalle grandi case di produzione al singolo content creator. La piattaforma rappresenta un caso studio unico per l’analisi delle relazioni digitali.
Gran parte della letteratura si concentra sugli utenti ma è fondamentale considerare anche l’impatto psicologico sui creator di contenuti per adulti. Ma cosa spinge a diventare creator/consumatori di contenuti su piattaforme digitali come queste e come tutto questo si ripercuote sulle relazioni digitali? La risposta risiede in una complessa analisi di fattori psicologici, economici, sociali e relazionali.
Indice degli argomenti
Sex cam, i driver psicologici
Andando ad approfondire la psicologia dei creator, uno studio recente (Jones et al.,2021) ha esaminato le motivazioni di 347 performer di sex cam, identificando tre principali driver psicologici: l’autonomia finanziaria, la validazione emotiva, il controllo/agency.
Il 68% dei performer cita come motivazione principale la flessibilità e l’autonomia e il potenziale guadagno; Il 42% riferisce di ricevere un boost di autostima, una gratificazione che viene costantemente rinforzata dagli spettatori che li seguono e li ammirano; il 55% invece apprezza la possibilità di gestire e stabilire la propria condizione di lavoro in maniera flessibile e autonoma.
Tutto questo si scontra con lo stereotipo della “vittima”: i creator descrivono un’esperienza di empowering specialmente quando confrontata con lavori tradizionali nel settore dei servizi che offrono minore autonomia e guadagni decisamente inferiori (S. Roberts, 2022). Tuttavia, altri creator sperimentano uno stato di alienazione tra il sé performativo e il sé autentico, fenomeno concettualizzato come “digital self-estrangement” (Tyler & Hand, 2021).
I creator di successo costruiscono il loro personal brand mescolando momenti di vita quotidiana mostrati sui social network a contenuti più o meno espliciti: una strategia che viene definita come “autenticità commercializzata” (Banet-Weiser, 2012) che risponde al desiderio contemporaneo di connessione “reale” in un contesto mediato.
Sex cam e piattaforme per adulti, i rischi
Nonostante questi aspetti positivi, la ricerca evidenzia anche potenziali rischi psicologici, sia per i creator che per gli utenti che utilizzano in maniera continuativa le piattaforme. I creator si trovano costantemente a negoziare quanto condividere della loro vita privata con il rischio di burnout emotivo (Brooks, 2012) gestire i confini tra vita professionale e personale rappresenta per loro una sfida significativa, tra cui la creazione di personaggi distinti dal sé offline.
Dal lato degli utenti, emergono quattro profili psicologici (Weiss & Schneider, 2022):
- i ricercatori di intimità, che utilizzano le interazioni come sostitutive delle relazioni reali (32%);
- gli esploratori, curiosi ma con scarso coinvolgimento a livello emotivo (41%);
- i collezionisti, mossi da una esigenza di accumulo (15%);
- i compulsivi (12%).
Parasocial relationship
Un fenomeno decisamente interessante è quello della “parasocial relationship”. Le relazioni parasociali (PSRs) rappresentano connessioni unilaterali in cui un individuo sviluppa sentimenti di intimità e attaccamento verso una figura mediatica, pur nella consapevolezza che questa relazione non è reciproca (Horton & Wohl, 1956). Questi legami, sebbene asimmetrici, attivano circuiti neurali simili a quelli coinvolti nelle relazioni sociali reali, con alcune differenze cruciali.
La ricerca neuroscientifica ha identificato una rete di regioni cerebrali coinvolte in questi processi, tra cui il sistema dei neuroni specchio, il circuito della ricompensa, le aree legate alla teoria della mente e le strutture coinvolte nell’attaccamento emotivo:
- Il sistema dei neuroni specchio, localizzato principalmente nella corteccia premotoria ventrale e nel lobo parietale inferiore, si attiva sia quando eseguiamo un’azione sia quando osserviamo altri compierla (Rizzolatti & Craighero, 2004); nelle PSRs, questo sistema media la simulazione interna delle azioni e delle emozioni della figura mediatica, creando un senso di connessione. Gli studi fMRI dimostrano che l’osservazione di personaggi televisivi preferiti attiva queste aree in modo simile all’osservazione di amici reali (Schilbach et al., 2013);
- Nel circuito della ricompensa (Striato Ventrale e Nucleo Accumbens) l’interazione con figure parasociali attiva lo striato ventrale e il nucleo accumbens, componenti chiave del circuito (Meshi et al., 2013). Questa attivazione è particolarmente forte quando i fan ricevono “attenzione” dal loro personaggio o creator preferito (ad esempio attraverso social media). L’ Area Tegmentale Ventrale (VTA) rilascia dopamina in risposta a contenuti parasociali, creando sensazioni di piacere e motivazione a cercare ulteriori interazioni (Acevedo et al., 2012). Questo meccanismo spiega perché le PSRs possono diventare compulsive;
- Le aree associate alla teoria della mente (ToM), tra cui la giunzione temporo-parietale (TPJ) e la corteccia prefrontale mediale (mPFC), sono cruciali per attribuire stati mentali agli altri (Saxe & Kanwisher, 2003). Nelle PSRs, queste regioni si attivano quando i fan inferiscono pensieri, sentimenti e intenzioni delle figure parasociali. Curiosamente, l’attivazione è simile a quella osservata nelle relazioni reali, ma con minore coinvolgimento della corteccia cingolata anteriore, suggerendo una minore elaborazione del conflitto sociale (Derrick et al., 2009);
- L’amigdala, centro dell’elaborazione emotiva, mostra risposte accentuate a stimoli legati a figure parasociali, specialmente in individui con attaccamento intenso (Kanai et al., 2012). Questa attivazione media le risposte emotive forti quando il personaggio sperimenta successo o pericolo. La corteccia insulare, coinvolta nell’empatia e nell’elaborazione interocettiva, si attiva quando i fan condividono emozionalmente le esperienze delle figure parasociali (Jabbi et al., 2007). Questa condivisione affettiva è un meccanismo chiave nell’illusione di reciprocità.
Ecco perché diventa più semplice capire come per molti utenti l’esperienza va oltre il mero consumo pornografico, diventando una forma di relazione digitale mediata con complesse dinamiche affettive.
Sex cam e piattaforme per adulti, le tutele per sex workers
Gli studi evidenziano inoltre effetti contrastanti: da una parte le piattaforme forniscono per alcuni utenti un “outlet sessuale” sicuro e riducono la solitudine, dall’altra parte possono creare dipendenza, generare aspettative irrealistiche sulle relazioni e in casi estremi portare al ritiro dalle interazioni sociali nella vita reale (Starosta et al., 2021).
La ricerca identifica delle nuove sfide:
- la regolamentazione del lavoro digitale, poiché sono assenti le tutele per quanto riguarda la protezione dei dati e il copyright dei creator indipendenti;
- l’attenzione alla salute mentale dei creator e degli utenti, anche per quanto riguarda aspettative irreali sia a livello relazionale che a livello corporeo;
- le differenze di genere nell’esperienza e nella percezione di queste piattaforme;
- gli effetti a lungo termine delle relazioni parasociali sulla capacità di formare legami offline.
In conclusione, il fenomeno delle sex cam e delle piattaforme come OnlyFans non può essere ridotto a semplici dicotomie tra sfruttamento o empowerment: si tratta di un ecosistema decisamente complesso e sfaccettato che ci pone davanti all’esigenza di approfondire. Sicuramente servono più ricerche longitudinali per comprendere gli effetti a lungo termine sia sui creator che sugli utenti con un’attenzione particolare all’impatto sulle relazioni interpersonali offline e alle implicazioni sulla salute mentale. La sessualità digitale alla luce di questa analisi appare in una veste che non è né positiva né negativa (Levy, 2023): rappresenta in maniera piuttosto evidente un cambio di prospettiva, uno specchio della società fatto di contraddizioni, desideri e “vulnerabilità relazionale nell’era algoritmica”.
Si può comprendere il senso di questo fenomeno esclusivamente con un approccio aperto: abbandonando i pregiudizi e sposandone la sua intrinseca complessità.
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Bibliografia
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