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Shein e i rischi della fast fashion cinese: l’allarme Usa per l’economia globale



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Apprensione per i rischi delle piattaforme cinesi di “fast fashion”. L’allarme, che potrebbe investire il commercio globale, arriva dagli USA che, oltre ai danni per i processi di produzione, si preoccupa anche delle relazioni di approvvigionamento

Pubblicato il 18 mag 2023



shein

Una recente analisi1 della U.S.-China Economic and Security Review Commission a firma di Nicholas Kaufman dal titolo “Shein, Temu, and Chinese e-Commerce: Data Risks, Sourcing Violations, and Trade Loopholes” ha lanciato l’allarme: le piattaforme cinesi di “fast fashion”, in particolare Shein, presentano seri rischi per lo sfruttamento delle scappatoie commerciali nazionali, la sicurezza dei prodotti, l’uso del lavoro forzato, per una significativa concorrenza sleale e sollevano, inoltre, preoccupazioni per i processi di produzione e per le relazioni di approvvigionamento.

I rischi del fast fashion Made in China

Secondo l’autore, numerose pratiche commerciali controverse avrebbero sostenuto la rapida crescita di Shein e di altre società cinesi di e-commerce. In particolare, un’indagine di Bloomberg pubblicata nel novembre 2022, ha evidenziato come Shein non avrebbe dichiarato di aver acquistato cotone dallo Xinjiang per i suoi prodotti, violando la legge uigura sulla prevenzione del lavoro forzato2. Questa situazione, inoltre, sarebbe enfatizzata da ulteriori segnalazioni di condizioni di lavoro illegali tra i fornitori delle aziende cinesi di fast fashion, nonché da rivelazioni secondo cui i prodotti Shein porrebbero rischi per la salute e per l’ambiente3. Quest’ultima e molte altre aziende cinesi di fast fashion hanno anche affrontato un elevato numero di accuse di violazione del copyright e azioni legali per violazioni dei diritti di proprietà intellettuale (IP)4.

Per Nicholas Kaufman, pertanto, Shein e società simili pongono una serie di sfide agli interessi statunitensi (e non solo), comprese le difficoltà nel monitorare le fonti di approvvigionamento e gli ostacoli nel garantire pratiche di mercato eque con i concorrenti statunitensi5. Queste imprese, aggiunge l’autore, “sfruttano anche le esenzioni di importazione del commercio de minimis, attraverso le quali le aziende effettuano spedizioni negli Stati Uniti che hanno un valore inferiore a $ 800 e quindi non sono soggette a dazi all’importazione.”6

Gli aspetti critici emersi dallo studio

In sintesi, questi gli aspetti critici emersi dallo studio:

  • Shein ed altre aziende cinesi di fast fashion starebbero acquistando merci in violazione della legge sulla prevenzione del lavoro forzato uiguro (UFLPA);
  • le piattaforme e i fornitori cinesi di e-commerce violerebbero sistematicamente le leggi statunitensi sui diritti di proprietà intellettuale e le conseguenze che potrebbero affrontare non sarebbero sufficienti a scoraggiare future violazioni;
  • gli attuali livelli doganali e tariffari statunitensi avvantaggerebbero in modo sproporzionato le aziende cinesi di e-commerce.

Il rapido aumento della quota di mercato di Shein e di altre società cinesi di e-commerce, dunque, dovrebbe indurre il Governo statunitense a vigilare affinché queste società rispettino le leggi e i regolamenti nazionali in materia e non ricevano vantaggi sleali rispetto alle società locali.

L’espansione di Shein in tutto il mondo

Shein è stata originariamente fondata nel 2008 a Nanchino da Chris Xu che non aveva un background nella moda ma piuttosto nell’ottimizzazione dei motori di ricerca7. Inizialmente vendeva solo articoli progettati e realizzati da aziende terze, ma non progettava né manteneva alcun inventario. Nel 2014, però, Shein ha acquistato il rivenditore cinese di e-commerce Romwe ed ha iniziato a costruire una catena di fornitura integrata8. Da allora, i ricavi sono cresciuti costantemente, registrando un incremento di oltre il 100% per otto anni consecutivi9.

Pioniere della “moda ultraveloce“, Shein non ha sedi fisiche e spedisce vestiti online direttamente ai consumatori in tutto il mondo. L’azienda non vende nel mercato interno, ma commercializza prodotti esclusivamente all’estero. Secondo dati resi pubblici dalla società, nel 2020 i ricavi sono stati di quasi 10 miliardi di dollari (circa 63,5 miliardi di RMB), superiori a quelli online del gigante della moda veloce Zara10. Secondo un rapporto di Bloomberg, a giugno 2021 la valutazione della società si aggirava intorno ai 30 miliardi di dollari11. Nel maggio 2021, per un breve periodo Shein ha anche superato Amazon come l’app per lo shopping più scaricata negli Stati Uniti12. Utilizzando l’analisi dei dati della cronologia delle ricerche dei suoi utenti e una catena di fornitura consolidata e ad alta velocità, oggi Shein ha superato concorrenti, tra cui Zara e H&M, per assumere una posizione dominante nel mercato statunitense, un modello di business che altre aziende cinesi stanno cercando di replicare.

Shein, dunque, è diventata un fornitore importante per i clienti in quasi tutte le regioni del mondo. Essendo un’azienda focalizzata sull’esportazione, non ha quasi alcuna presenza nella Cina continentale, ma spedisce ai consumatori in 220 Paesi. The Economist ha riferito che ad ottobre 2021 gli Stati Uniti erano divenuti il principale mercato di Shein, rappresentando il 35-40% delle vendite, seguiti dall’Europa al 30-35%13

Negli Stati Uniti, in particolare, la sua presenza è cresciuta notevolmente negli ultimi tre anni. Con un’aggressiva campagna pubblicitaria digitale e sui social media integrata dall’espansione degli acquisti online durante la pandemia di COVID-19, la quota di mercato di Shein nelle vendite di fast fashion negli USA è passata dal 18% nel marzo 2020 al 40% nel marzo 202214 A fine novembre 2022, Shein rappresentava il 50% di tutte le vendite di fast fashion negli Stati Uniti, davanti ai marchi H&M (16%) e Zara (13%). Nel maggio 2022, Shein ha mantenuto la sua crescente popolarità, finendo per essere a fine anno la piattaforma più scaricata (nel suo segmento) nel mercato delle applicazioni degli Stati Uniti15. Con 27 milioni di download, Shein ha ottenuto più del doppio dei 12,5 milioni di download di Nike che si pone al secondo posto16.

Più in generale, tra l’aumento degli acquisti online e le tendenze in rapida evoluzione influenzate dai social media, il fast fashion è cresciuto fino a diventare un’industria da 106,4 miliardi di dollari nel 2022, con la Cina principale fornitore del mercato dell’abbigliamento statunitense nel 202117.

Tuttavia, l’esperienza in espansione di Shein negli Stati Uniti si pone contrasto con quella delle piattaforme di e-commerce statunitensi in Cina, dove aziende digitali e di e-commerce devono affrontare forti barriere normative, restrizioni di censura e rigide normative legali in materia di sicurezza informatica18. E proprio per queste pratiche illegittime, nel 2019 Amazon è stata costretta a chiudere il mercato cinese19.

Difatti, per conquistare nuove fette di mercato ricorrendo a pratiche predatorie, negli ultimi anni Pechino, in violazione delle regole dell’OMC, ha implementato nuove leggi che cercano di imporre restrizioni alle imprese straniere, creando o rafforzando il quadro giuridico per i concetti di sicurezza nazionale del PCC e, in alcuni casi, promuovendo la sua Strategia di sviluppo della fusione militare (MCF)20. Nel marzo 2019, ad esempio, il Congresso Nazionale del Popolo (NPC) ha approvato una nuova legge sugli investimenti esteri con l’obiettivo dichiarato di migliorare l’ambiente imprenditoriale per gli investitori stranieri e livellare il campo di gioco tra le imprese estere e le imprese private cinesi e le SOE, le aziende statali di Pechino. La legge è stata approvata in soli tre mesi e riflette un’inversione di rotta insolitamente rapida, visto che in Cina il medesimo livello di legislazione richiede solitamente anni21.

Il modello di business di Shein: un’enfasi tecnologica su merci poco costose, aiutata da riduzioni tariffarie

Un fattore chiave del successo di Shein è il basso prezzo dei suoi prodotti, che in media costano meno di 11 dollari, in parte perché ricevono un trattamento favorevole sia dalla legge commerciale statunitense che da quella cinese22. L’azienda, infatti, riesce ad evitare di pagare le tariffe statunitensi che sono state imposte ad altri prodotti di abbigliamento cinesi perché spedisce separatamente centinaia di migliaia di singoli ordini, invece di esportare i prodotti in grandi quantità. La legge statunitense in genere non richiede dazi sui pacchi con un valore inferiore a 800 dollari (soglia de minimis)23. Inviando direttamente ai suoi consumatori, la maggior parte delle spedizioni di Shein rientra, quindi, in questa soglia. Allo stesso tempo, Shein ha beneficiato delle politiche adottate dal governo cinese nel 2018, con l’aumento delle tensioni commerciali USA-Cina, che hanno ridotto le tariffe di esportazione24 per la maggior parte di imprese rivolte al mercato dei consumatori25. L’esenzione dai dazi statunitensi e cinesi, dunque, offre a Shein un vantaggio rispetto ai rivali più grandi, in particolare quelli che gestiscono negozi fisici.

Una considerevole maggioranza di pacchi de minimis, che sono aumentati da 410,5 milioni nell’anno fiscale 2018 a 685,1 milioni nel 2022, proviene infatti dalla Cina26 e ciò è strettamente correlato all’aumento delle consegne di e-commerce da Pechino27. Nel 2021, la Federal Reserve Bank di New York ha stimato che il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti perde fino a 10 miliardi di dollari l’anno in tariffe attraverso strategie come il de minimis28.

Il successo dell’azienda deriva anche dalla sua enfasi sulla produzione rapida e sull’analisi delle vendite in tempo reale.

Riflettendo il background del suo fondatore nell’ottimizzazione dei motori di ricerca, Shein si affida ad algoritmi che analizzano i termini di ricerca online per determinare le nuove tendenze della moda e trasformare rapidamente nuovi design, prodotti inizialmente in piccoli lotti di 50-100 articoli29. In particolare, il colosso cinese attinge ai dati dei clienti e alla cronologia delle ricerche con l’assistenza di algoritmi di intelligenza artificiale (AI) per discernere le preferenze e i modelli di moda emergenti30. Con queste rapide intuizioni, Shein può iniziare a produrre e consegnare vestiti sul mercato prima della concorrenza. Per facilitare la raccolta dei dati, l’app dell’azienda richiede inoltre agli utenti di condividere i propri dati e le proprie attività da altre app, inclusi i social media, in cambio di sconti e offerte speciali sui prodotti aziendali31. Ciò consente all’azienda cinese di vendere nuovi design in appena dieci giorni, molto più velocemente dei diversi mesi necessari ai tradizionali rivenditori di abbigliamento o anche ad altri outlet di fast fashion come Zara, che in genere impiegano cinque settimane per consegnare nuovi prodotti32. Inoltre, mentre Shein inizialmente commercializzava prodotti acquistati da terzi, oggi ha costruito una considerevole base di fornitori nella provincia del Guangdong, consentendole di migliorare i tempi di produzione e di consegna. Secondo un rapporto del 2021 di Channel 4 con sede nel Regno Unito, quasi la metà dei fornitori di abbigliamento a Guangzhou sono partner di Shein33. Questo controllo sulla propria fornitura consente a Shein di produrre rapidamente piccoli lotti di abbigliamento, piuttosto che ricorrere alla tipica pratica di effettuare ordini all’ingrosso come fanno le aziende statunitensi. Per accelerare successivamente la consegna agli acquirenti, l’azienda cinese, quindi, può produrre solo 50 capi di abbigliamento nel suo primo lotto di produzione34.

Le critiche sul modello di business

Nonostante il suo successo, le pratiche di Shein hanno suscitato polemiche. Molti di questi problemi non sono, però, specifici del colosso cinese, ma esemplificano controversie più ampie sull’industria del fast fashion, il controllo sulle catene di approvvigionamento cinesi e le preoccupazioni per il furto di proprietà intellettuale statunitense da parte delle aziende di Pechino.

Di seguito, quanto emerso nel citato rapporto dell’U.S.-China Economic and Security Review Commission35.

Lavoro forzato

Le pratiche di approvvigionamento di abbigliamento in cotone sembrano porsi in violazione della legge uigura sulla prevenzione del lavoro forzato. Secondo Nicholas Kaufman, “un’indagine di Bloomberg pubblicata nel novembre 2022 ha incrociato le firme climatiche e meteorologiche sui tessuti di cotone utilizzati nell’abbigliamento di Shein per determinare che provenivano dallo Xinjiang”36. Il 1° maggio scorso, un gruppo bipartisan di legislatori statunitensi ha invitato la Securities and Exchange Commission (SEC) – l’ente federale USA preposto alla vigilanza delle borse valori – a costringere Shein a controllare e verificare in modo indipendente “che la società non utilizzi il lavoro forzato uiguro”, prima che le fosse permesso di vendere azioni negli Stati Uniti.

La lettera inviata alla SEC cita “accuse credibili di utilizzo di lavoro sottopagato e forzato“. In risposta alla missiva, Shein ha dichiarato alla BBC: “Ci impegniamo a rispettare i diritti umani e ad aderire alle leggi e ai regolamenti locali in ogni mercato in cui operiamo”. “I nostri fornitori devono aderire a un rigoroso codice di condotta allineato alle convenzioni fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro”, ha aggiunto la società, precisando di non avere attualmente piani per una quotazione a Wall Street. La legge uigura sulla prevenzione del lavoro forzato è stata firmata dal Presidente Biden il 23 dicembre 202137. Tale norma vieta di fatto l’importazione di beni “estratti, prodotti o fabbricati interamente o in parte” dallo Xinjiang applicando la presunzione che tali beni sono stati fabbricati con il lavoro forzato, a meno che gli importatori non possano dimostrare il contrario38. Rafforza, inoltre, i requisiti generali di dovuta diligenza, richiedendo agli importatori di rivedere le catene di approvvigionamento per garantire che le merci provenienti dalla Cina non contengano componenti provenienti dallo Xinjiang39.

Altre pratiche di sfruttamento del lavoro e violazioni dei diritti dei lavoratori

Un’indagine del 2022 di Channel 4 avrebbe rilevato violazioni delle pratiche lavorative nelle fabbriche affiliate a Shein a Guangzhou40. In una fabbrica, i lavoratori venivano pagati l’equivalente di 556 dollari al mese per produrre 500 indumenti al giorno41. In un’altra fabbrica, i lavoratori non avevano una paga base e venivano invece pagati 4 centesimi a capo. Questi operai, inoltre, sono stati multati pesantemente per errori di cucitura42. Il rapporto ha inoltre riscontrato che nelle fabbriche Shein i lavoratori lavoravano 18 ore al giorno con un giorno libero al mese e ciò rappresentano chiare violazioni sia delle leggi cinesi sul lavoro, sia del Codice di condotta dei fornitori dell’azienda cinese43.

Nel 2021, la Reuters ha riferito che Shein, in violazione del Modern Slavery Act del Regno Unito, avrebbe rilasciato dichiarazioni non veritiere e non avrebbe rivelato informazioni sulle sue condizioni di lavoro44. Un rapporto del 2021 dell’organizzazione non governativa svizzera Public Eye, inoltre, dopo aver intervistato i lavoratori delle aziende cinesi che forniscono Shein, ha scoperto che alcuni lavoratori lavorerebbero 75 ore la settimana, con un solo giorno libero al mese45. Sebbene tali condizioni di lavoro per gli operai tessili cinesi non siano esclusive di Shein, violano il diritto del lavoro cinese e il codice di condotta dei fornitori dell’azienda che richiede ai fornitori di “organizzare l’orario di lavoro in modo ragionevole”46. L’azienda è stata anche presa di mira per annunci di lavoro su siti di reclutamento che, secondo quanto riferito, escludevano dalla candidatura alcune etnie, inclusi gli uiguri47.

Rischi per la salute

Anche gli impatti ambientali e sulla salute dei prodotti Shein sono oggetto di esame. Un’indagine del CBC Marketplace ha rilevato che i materiali per abbigliamento del colosso cinese contengono alti livelli di sostanze chimiche potenzialmente pericolose, tra cui piombo, perfluoroalchil (PFA) e ftalati48.

Health Canada ha testato una giacca Shein per bimbi e ha scoperto che conteneva una quantità di piombo 20 volte superiore a quella considerata sicura per i bambini, mentre una borsa conteneva oltre cinque volte il livello accettato per i bimbi49.

Il gruppo ambientalista Greenpeace ha anche pubblicato uno studio in cui afferma che varie sostanze chimiche utilizzate nei prodotti Shein superavano il livello consentito dalle normative UE50.

Clima e impatto ambientale

Il programma ambientale delle Nazioni Unite stima che, a causa della sua produzione ad alto volume, l’industria della moda è responsabile del 10% delle emissioni globali annuali di Co2, più di tutti i voli internazionali e le spedizioni marittime messe insieme. Con l’attuale tasso di crescita, le emissioni di gas serra dell’industria della moda aumenteranno di oltre il 50% entro il 203051. Shein e altre piattaforme di fast fashion starebbero esacerbando questa tendenza fornendo volumi più elevati di abbigliamento prodotto a basso costo. Un rapporto di Bloomberg ha rilevato che i prodotti Shein contengono il 95,2% di nuova plastica anziché materiali riciclati, mentre il grande volume di spedizioni e il basso tasso di riutilizzo dei suoi prodotti aumentano i rifiuti tessili52 Good on You, che classifica l’impatto ambientale delle aziende di moda, ha dato a Shein la sua valutazione più bassa53.

Violazione del copyright

Shein e altre piattaforme di e-commerce cinesi e i loro fornitori hanno ricevuto numerose critiche per violazione della legge sulla proprietà intellettuale degli Stati Uniti, con il Wall Street Journal che nel 2022 ha riferito che Shein in particolare aveva pendenti oltre 50 casi federali in sospeso54. In un caso del giugno 2021, AirWear International, la società madre del venditore di scarpe Dr. Martens, ha intentato una causa contro Shein per la sua presunta “chiara intenzione di vendere prodotti contraffatti” e per aver copiato i modelli dell’azienda55.

Evitare tariffe e controlli doganali

L’abbigliamento e gli accessori Shein hanno un prezzo medio di circa 11 dollari per articolo56. Questo prezzo al di sotto del mercato comporta l’esenzione dal dazio all’importazione standard del 16,5% e dalla tariffa del 7,5% specifica per la Cina57. Come detto, anche i pacchi de minimis sono esenti dall’ispezione doganale, consentendo a Shein di spedire direttamente ai consumatori e aiutando l’azienda a evitare controlli sull’approvvigionamento di cotone.

Temu e altri seguono il modello di Shein

Nella sua analisi, Nicholas Kaufman sostiene che Temu, una sorta di Amazon cinese, ha replicato il processo di Shein nel produrre e spedire rapidamente abbigliamento ai consumatori statunitensi. Tale società, inoltre, ha recentemente sponsorizzato due pubblicità andate in onda durante il Super Bowl per un costo di circa 14 milioni di dollari, generando un aumento del 45% dei download della sua app e un aumento giornaliero degli utenti attivi del 20% nel giorno dell’evento sportivo58. A partire da Marzo 2023, Temu e Shein si classificano tra le prime cinque app gratuite sull’Apple Store, davanti ai rivenditori Amazon e Walmart59.

Come Shein, il successo di Temu solleva dubbi sulle sue pratiche commerciali. La mancanza di affiliazione della società con marchi affermati ha generato preoccupazioni sulla qualità del prodotto ed accuse di violazione del copyright. Ad aprile 2023, Temu ha ricevuto 235 reclami nell’ultimo anno con il Better Business Bureau, ottenendo una valutazione dei clienti di 2,1 stelle su 560. PDD Holdings, la società madre di Temu che gestisce la relativa piattaforma di e-commerce Pinduoduo in Cina, richiede ai dipendenti di lavorare 380 ore al mese e per questo è stata accusata da China Labor Watch di “straordinari estremi”61. L’azienda, inoltre, ha affrontato proteste online dopo la morte di diversi lavoratori nel 202162. Ad aprile di quest’anno, poi, la CNN ha riferito che diversi team di sicurezza informatica hanno trovato un malware sofisticato sull’app mobile di Pinduoduo per Dispositivi Google Android. Il malware avrebbe consentito all’app di aggirare le autorizzazioni di sicurezza e l’accesso degli utenti a messaggi privati, modificare le impostazioni, visualizzare i dati di altre app ed impedire la disinstallazione. L’inchiesta è seguita sospensione dell’app da parte di Google dal Google Play Store nel marzo 202363.

Secondo Nicholas Kaufman, oggi numerose altre società di e-commerce cinesi cercano di penetrare nel mercato statunitense modellando le loro strategie sulle attività di Shein e Temu. LightInTheBox, un’affermata società cinese di e-commerce quotata alla Borsa di New York dal 2013, ha investito molto in una strategia sui social media che imita quella di Shein. Con l’aiuto di un’agenzia pubblicitaria con sede a New York, LightInTheBox collabora con più di 2.000 influencer e i prodotti dell’azienda raggiungono 200 milioni di persone tramite contenuti pubblicati da influencer64.

L’e-commerce di abbigliamento di Pechino è un’industria in crescita. Il media statale cinese Sixth Tone ha riferito che ci sarebbero più di dieci altre aziende nazionali in stile startup fondate dal 2019 che emulano il modello di business di Shein ed espandono la loro presenza negli Stati Uniti, tra cui Cider, Urbanic, ChicV, Doublefs, Cupshe e JollyChic. Sebbene nessuno detenga la quota di mercato di Shein o Temu, tutti allo stesso modo offrono prodotti a prezzi comparabili con tempi di consegna rapidi65.

Note

1 Nicholas Kaufman, “Shein, Temu, and Chinese e-Commerce: Data Risks, Sourcing Violations, and Trade Loopholes”, U.S.-China Economic and Security Review Commission, 14.4.2023

2 Ibidem

3 Ibidem

4 Ibidem

5 Ibidem

6 Ibidem

7 Michelle Toh, The Mysterious Chinese Fashion App That’s as Popular as Amazon, cit.

8 Terry Nguyen, Shein Is the Future of Fast Fashion. Is That a Good Thing?, Vox, 10.8.2021

9 Ibidem

10 Bloomberg News, How Trump’s Trade War Built Shein, China’s First Global Fashion Giant, 14.6.2021; Casey Hall, Ultra-Fast Fashion Giant Shein Takes Aim at Premium Segment, BOF, 15.4.2021; Finance Jie, Cross-Border E-Commerce Shein’s 2020 Earnings Are Close to $10 Billion (SheIn 2020), Financejie, 31.12.2020,

11 Bloomberg News, How Trump’s Trade War Built Shein, China’s First Global Fashion Giant, cit.

12 Michelle Toh, The Mysterious Chinese Fashion App That’s as Popular as Amazon, CNN, 16.8.2021,

13 The Economist, Shein Exemplifies a New Style of Chinese Multinational, 9.10.2021,

14 Nicholas Kaufman, “Shein, Temu, and Chinese e-Commerce: Data Risks, Sourcing Violations, and Trade Loopholes”, cit.

15 MarketPlace Pulse, Shein Is the Most-Downloaded App in the U.S, Marketplace Pulse, 3.5.2022; Statista, Most Downloaded Fashion & Beauty Apps in the U.S. 2022, 21.3.2023; Marketplace Pulse, Shein Is the Most-Downloaded App in the U.S., Marketplace Pulse, 3.5.2022

16 Statista, “Most Downloaded Fashion & Beauty Apps in the U.S. 2022, cit.; Marketplace Pulse, “Shein Is the Most-Downloaded App in the U.S., cit.

17 Beth Wright, ANALYSIS: China Market Share of US Apparel Imports Rises after Four-Year Lull, Just Style, 4.3.2022,

18 Paul Mozur and Carolyn Zhang, Silicon Valley Giants Confront New Walls in China, New York Times, 22.6.2017,

19 Bloomberg News, Amazon Is Preparing to Close a Chinese E-Commerce Store,” 18.4.2019, Amazon chiuderà parte della sua attività di e-commerce cinese – Bloomberg

20 Gabriele e Nicola Iuvinale, “La Cina di Xi Jinping, verso un nuovo ordine mondiale sinocentrico?”, Antonio Stango Editore, 2023.

21 Ibidem.

22 Lora Jones, Shein: The Secretive Chinese Brand Dressing Gen Z, BBC, 9.11.2021,

23 Negli Stati Uniti la soglia de minimis è stata aumentata da $ 200 a $ 800 nel 2016; Alavara, De Minimis Value: A Minimum Value Defined by a Country Required to Apply Customs Duty and Tax Rates on Imported Goods

24 Al contrario, in Cina la soglia de minimis è di circa $ 7 (50 renminbi); ibidem.

25 Bloomberg News, How Trump’s Trade War Built Shein, China’s First Global Fashion Giant, cit.

26 U.S. Customs and Border Protection, Trade Statistics.

27 Kenneth Rapoza, How a U.S. Trade Loophole Called ‘De Minimis’ Is China’s ‘Free Trade Deal’, Forbes, 19.2.2023,

28 Josh Zumbrun, The $67 Billion Tariff Dodge That’s Undermining U.S. Trade Policy, Wall Street Journal, 25.4.2022,

29 Lora Jones, Shein: The Secretive Chinese Brand Dressing Gen Z, cit.

30 Nicholas Kaufman, “Shein, Temu, and Chinese e-Commerce: Data Risks, Sourcing Violations, and Trade Loopholes”, cit.

31 Daxue Consulting, “Shein’s Market Strategy: How the Chinese Fashion Brand Is Conquering the West,” 6.7.2022, https://daxueconsulting.com/shein-market-strategy/

32 Ibidem

33 Emma Burleigh, “After a UK Documentary Revealed Abuses, Shein Says It Will Spend $15 Million Improving Labor Conditions,” Observer, 16.12.2022; Channel 4, Inside the Shein Machine: UNTOLD, 17.10.2022,

34 Bloomberg News, Fast-Fashion Upstarts Are Using Shein’s Own Strategies against It, 6.11.2022

35 Nicholas Kaufman, “Shein, Temu, and Chinese e-Commerce: Data Risks, Sourcing Violations, and Trade Loopholes”, cit.

36 Ibidem; United States Customs and Border Protection, Uyghur Forced Labor Prevention Act, 23.12.2021, .

37 Uyghur Forced Labor Prevention Act, Pub. L. 117–78 No. 135 Stat. 1525, 2021.

38 Ibidem

39 Ibidem.

40 Channel 4, Inside the Shein Machine: UNTOLD, cit.

41Ibidem

42 Ibidem

43 Ibidem.

44 Victoria Waldersee, “EXCLUSIVE Chinese Retailer Shein Lacks Disclosures, Made False Statements about Factories”, Reuters, 6.8.2021

45 Timo Kollbrunner, Toiling Away for Shein, Public Eye, Novembre 2021

46 Ibidem

47 Lora Jones, “Shein: Chin Fashion Giant Investigates ‘False’ Anti-Uyghur Job Ads,” BBC, 28.8.2021,

48 Jenny Cowley, Stephanie Matteis e Charlsie Agro, Experts Warn of High Levels of Chemicals in Clothes by Some Fast-Fashion Retailers, CBC News, 1.10.2021,

49 Ibidem, Stephanie Matteis e Jenny Cowley, Health Canada Recalls Toxic Shein Kids’ Jacket Following CBC Investigation, CBC, 9,12.2021,

50 Greenpeace International, Taking the Shine off SHEIN: Hazardous Chemicals in SHEIN Products Break EU Regulations, New Report Finds, 23.11.2022

51 World Bank, How Much Do Our Wardrobes Cost to the Environment?, 23.9.2019

52 Rachael Dottle e Jackie Gu, The Global Glut of Clothing Is an Environmental Crisis, Bloomberg News, 23.2.2022

53 Good on You, “Shein,” Marzo 2023,

54 Dan Strumpf, China’s Fast-Fashion Giant Shein Faces Dozens of Lawsuits Alleging Design Theft, Wall Street Journal, 3.7.2022,

55 The Fashion Law, Shein Owner Zoetop Claims Dr. Martens Trademarks Are Generic, 26.10.2021

56 Lora Jones, Shein: The Secretive Chinese Brand Dressing Gen Z, cit.

57 Kenneth Rapoza, How a U.S. Trade Loophole Called ‘De Minimis’ Is China’s ‘Free Trade Deal’, cit. Bloomberg News, How Trump’s Trade War Built Shein, China’s First Global Fashion Giant, 14.6.2021

58 Vidhi Choudhary, After a Successful Super Bowl Ad, Temu’s Growth Is Outpacing Rivals Like Target, Modern Retail, 1.2.2023

59 Apple, Top Charts,

60Better Business Bureau, Temu

61 Wilfred Chan, Chinese Behemoth Pinduoduo to Take on Amazon in US – with Even Worse Labor Practices, Guardian, 25.8.2022

62 Vivian Wang, Worker Deaths Put Big Tech in China under Scrutiny, New York Times, 1.2.2021,

63 CNN, ‘I’ve never seen anything like this:’ One of China’s most popular apps has the ability to spy on its users, say experts, CNN, 2.4.2023

64 The Setters, LightInTheBox,

65 China Service Association, 2021-2022 China’s Clothing e-Commerce Development Report, China Garment Association, 23.5.2022,;

Jiang Yaling, Becoming Shein: Chinese Retailers Eye the Global Fast-Fashion Market, Sixth Tone, 19.11.2021

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