La crescente dipendenza dagli strumenti tecnologici ha permesso la trasformazione dell’individuo in una sorta di “generatore persistente di informazioni”, che, opportunamente assemblate, sono in grado di generare il “sapere”.
Nascono così i presupposti per la creazione di strutture e competenze in grado di condurre attività di social media intelligence, finalizzate alla produzione di una approfondita conoscenza individuale, finalizzata al raggiungimento di scopi diversi e non sempre legali.
I dati sui social network
Su Facebook vengono pubblicate quotidianamente circa 250 milioni di foto; su Twitter sono almeno 200 milioni i tweets prodotti ogni giorno e su YouTube, con la stessa periodicità, vengono visualizzati oltre quattro miliardi di video. Il trasferimento dell’esistenza dell’individuo all’interno dei social, ha trasformato il mondo virtuale nel contenitore informativo più importante del pianeta. Aziende, industrie, istituzioni governative e organizzazioni di vario genere hanno attuato da tempo processi di ristrutturazione interna per studiare i social media e per comprendere le esigenze, i desideri, le tendenze e i timori delle masse.
Se è possibile rilevare con netto anticipo lo sviluppo di nuove possibili pandemie grazie alla scansione dei tweets, è altrettanto facile per gli psicologi che identificano i post pubblicati su Facebook rilevare lo stato di salute mentale degli utenti. Perfino alle Nazioni Unite ritengono che i social media possano contribuire alla risoluzione del problema della disoccupazione e della carenza di cibo a livello planetario.
Il famoso social network di Mark Zuckerberg è stato perfino utilizzato per reclutare sicari, identificare i pedofili, violare gli ordini restrittivi, trafugare le identità e per episodi di cyberbullismo. Anche nel complesso ed efferato mondo del terrorismo internazionale i social network hanno trovato rapida diffusione. Al-Shabaab, gruppo somalo affiliato ad Al-Qaeda, gestisce buon parte delle sue comunicazioni tramite Twitter, mentre i pirati che operano nel Golfo di Aden utilizzano i blog; Twitter e Facebook sono infatti utilizzati per le attività di coordinamento e pianificazione tra i vari gruppi. Secondo un’indagine condotta dal Daily Mail nel 2011, ben 12.300 reati erano riconducibili a Facebook.
Cos’è la social media intelligence
Da questi pochi esempi è possibile percepire le potenzialità del condizionamento dei social media. Cercare di misurare il valore dei messaggi, delle foto, delle immagini (es. emoticons), dei termini utilizzati e dei volti di milioni di persone che interagiscono nel mondo virtuale, assume un’importanza strategica, soprattutto per capire gli orientamenti del pubblico in ambito economico, sociale, politico e di difesa nazionale.
Da ciò si evince come il social media analytics, che identifica l’insieme delle tecniche e delle applicazioni riconducibili al monitoraggio degli umori degli utenti sui social, come la social media reputation, la mappatura grafica delle relazioni tra individui, l’analisi linguistica dei messaggi all’interno dei social media e la scomposizione delle immagini e delle parole in esse contenute, abbia assunto un’importanza strategica a livello planetario.
I primi esempi di utilizzo di Social Media Intelligence (SOCMINT) sono riferibili all’analisi degli investimenti in hedge found.
I vantaggi della social media intelligence
I vantaggi derivanti dalle attività di SOCMINT possono essere così riassumibili:
- Acquisizione in tempo reale della situazione. La rapidità di accesso alle informazioni prodotte all’interno dei social media clusters, rappresenta la chiave di successo per le operazioni SOCMINT. Le analisi condotte su Twitter hanno dimostrato che la maggior parte dei tweets viene generata solo dopo un evento diffuso dai media tradizionali. Una tweets explosion fornisce in anticipo una precisa indicazione su un evento che sta per verificarsi. L’analisi dei tweets può consentire la formulazione di previsioni attraverso l’analisi dei contenuti con una maggiore precisione e tempestività dei media tradizionali.
- Intuizione dei comportamenti e degli scopi perseguiti dai gruppi. Elemento di grande valore a supporto delle operazioni di polizia e di intelligence. Le attività SOCMINT applicate a gruppi noti e/o emergenti che si interessano di hot topics, consentono di recepire le reazioni degli individui all’interno di un gruppo in funzione del verificarsi di un particolare evento (il livello di rabbia percepito, le discussioni in corso, i timori e i temi che animano i componenti. etc.). Ad un livello più elevato, le informazioni raccolte dai social media possono fornire preziose indicazioni per l’individuazione dei mandanti, dei coordinatori e dei responsabili delle azioni criminose.
- Identificazione di intenti criminosi o di criminali nel corso di un’inchiesta finalizzata alla prevenzione e al perseguimento di reati. Un’altra possibile applicazione del SOCMINT potrebbe essere quella della sorveglianza, autorizzata a livello normativo, di individui sospettati di coinvolgimento in reati o crimini diversi, finalizzata all’individuazione di false identità assunte, di messaggi contenenti indicazioni per la conduzione di eventi delittuosi o per l’identificazione di eventuali complici.
Il SOCMINT sta assumendo in maniera crescente un ruolo significativo nello scenario dell’intelligence mondiale.
Occorre però considerare che ogni volta che una nuova forma di tecnologia emerge, necessita di un certo periodo di tempo affinché possa affermarsi in termini di legittimità, tecniche, metodologie di utilizzo e campi di applicazione. Anche in questo caso le tecniche e le metodologie di acquisizione, analisi e interpretazione sono ancora tutte da sviluppare e testare con la consapevolezza che le attività di intelligence condotte nel mondo dei social media, soprattutto per quanto concerne il cyber crime, possono rappresentare un formidabile strumento di prevenzione e contrasto.
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- Teti, Cyber Espionage & Cyber Counterintelligence. Spionaggio e controspionaggio cibernetico, Rubbettino Editore, 2018, pag. 222, ISBN:9788849852660
- J. Hoffman, Trying to Find a Cry of Desperation Amid the Facebook Drama, New York Times, 23 February 2012, (www.nytimes.com/2012/02/24/us/facebook-posts-can-offerclues-of-depression.html?_r=34)
- For instance the UN Global Pulse Programme, UN Unveils Initial Findings on Uses of Real-time Data for Development Work (UN News Centre, 8 December 2011), (www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=40667&Cr=global&Cr1=pulse4).
- Criminal Justice Degrees Guide, 20 Infamous Crimes Committed and Solved on Facebook, (http://mashable.com/2012/03/01/facebook-crimes/).
- Diego Laje, #Pirate? TrackingModern Buccaneers Through Twitter, CNN, 15 March 2012,(http://edition.cnn.com/2012/03/15/business/somalia-piracy-twitter/index.html).
- Jack Doyle, A Facebook Crime Every 40 Minutes, Daily Mail, 4 June 2012 (http://www.dailymail.co.uk/news/article-2154624/A-Facebook-crime-40-minutes-12-300-cases-linked-site.html).
- T.O. Sprenger and I.M. Welpe, Tweets and Trades: The Information Content of Stock Microblogs, 1 November 2010, (http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=17028544).
- Reading the Riots: Investigating England’s Summer of Disorder, Guardian, (www.guardian.co.uk/uk/interactive/2011/aug/24/riots-twitter-traffic-interactive)