Soro (Garante Privacy): “La normativa passi nonostante le lobby Usa”

Alcuni Paesi membri stanno ostacolando l’approvazione delle nuove regole privacy. Ignorando le volontà di cittadini e imprese europee. Attenzione: il progetto di riforma europeo può rappresentare un punto di riferimento per tutto il resto del mondo

Pubblicato il 13 Mar 2014

La proposta ambiziosa della Commissione di revisione dell’intero quadro normativo in tema di protezione dei dati personali si è rafforzata nel tempo, soprattutto alla luce delle rivelazioni in tema di spionaggio informatico.

Tra i cittadini, così come tra le imprese, è ormai condiviso l’obiettivo di creare un quadro armonizzato di principi per garantire che la protezione dei dati rimanga al passo delle tecnologie continuamente emergenti e dei nuovi modelli economici che poggiano, in modo esclusivo, sulla raccolta, analisi e circolazione dei dati.

Forti sono state, almeno sino ad ora, le pressioni delle lobby – e degli OTT in particolare che generano in Europa circa un terzo del loro fatturato – per ridimensionare la proposta che vorrebbe assicurare a 500 milioni di potenziali utenti europei la possibilità di avere un maggior controllo sui loro dati ed alle imprese di superare l’asimmetria normativa che compromette la concorrenza in favore di multinazionali con sede extra-ue.

La paura di chi si oppone al progetto di riforma è che i nuovi standard – tra tutti l’applicabilità extra territoriale delle norme, l’obbligo di richiedere il consenso esplicito degli utenti, il diritto all’oblio, le sanzioni economiche – possano di fatto ostacolare le aziende extra UE. Non solo, ma anche le opportunità offerte dalle tecnologie per perseguire un controllo generalizzato, preventivo e pervasivo, spesso giustificato da generiche finalità di sicurezza nazionale o lotta al terrorismo, sono destinate, con le nuove norme, ad essere ricondotte nell’ambito di una cornice di principi e garanzie democratiche.

Di fronte a questi scenari, si registra tuttavia una debole volontà dei Governi ad assecondare le forti spinte che provengono dai cittadini e dalle imprese e ancora numerose sono le riserve sollevate sul testo da alcuni Paesi membri. Il rischio concreto da evitare è che un atteggiamento politico orientato alla prudenza possa in questa fase indebolire l’intera discussione, mentre il progetto di riforma europeo ha possibilità di rappresentare un punto di riferimento per tutto il resto del mondo.

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