lotta alla pandemia

Sospensione dei brevetti sui vaccini anti Covid, no a scorciatoie: i nodi tecnici e giuridici

Diritti esclusivi, ricerca scientifica e salute pubblica sono tre pilastri di un circolo virtuoso, non elementi in contrapposizione. Il rapporto che li lega implica problemi molto complessi, che il dibattito sulla sospensione dei brevetti sui vaccini anti covid non considera come dovrebbe. Ecco i temi sul tavolo

Pubblicato il 04 Giu 2021

Gualtiero Dragotti

Partner Intellectual Property and Technology, DLA Piper

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Il tema della sospensione dei brevetti sui vaccini anti-Covid è attualmente alla ribalta nell’agenda politica internazionale; non spetta certo ai giuristi esprimersi a favore o contro la misura, vista la valenza appunto politica delle relative scelte.

Chi si occupa di diritto può però, e forse deve, evidenziare le questioni di natura tecnica e giuridica connesse alle opzioni oggetto di discussione.

Brevetti covid sì o no? Una terza via è possibile per il bene di tutti

Quando, ad esempio, alcune organizzazioni hanno chiesto a gran voce l’introduzione di misure volte a consentire l’espropriazione dei brevetti sui vaccini anti Covid, ben hanno fatto gli esperti di proprietà industriale a evidenziare come il nostro ordinamento, così come la maggior parte di quelli dei Paesi industrializzati, già prevedesse misure idonee a fare fronte a esigenze di ordine pubblico o altre circostanze eccezionali, sicché il dibattito avrebbe dovuto vertere sulla eventuale applicazione delle norme esistenti, più che sulla introduzione di una nuova disciplina.

Allo stesso modo è utile rimarcare come l’attuale discussione sulla sospensione dei vaccini, sull’onda della dichiarazione dell’amministrazione USA a sostegno dell’ipotesi, non può prescindere da due questioni che possono apparire di dettaglio ma che hanno invece una estrema rilevanza pratica.

Due questioni sull’ambito della richiesta di sospensione

Entrambe hanno per oggetto l’ambito della eventuale sospensione.

La proposta attualmente in discussione in sede WTO, formulata da Sud Africa e India, prevede infatti che la sospensione temporanea si applichi ai diritti di proprietà industriale relativi alla prevenzione, contrasto e trattamento della pandemia (“in relation to prevention, containment or treatment of COVID-19”, nel testo della dichiarazione).

La dicitura rinvia a un ambito ben più ampio rispetto a quello dei soli vaccini e si presta a essere interpretata in modo estensivo, arrivando a ricomprendere tutti i presidi utili a contrastare il coronavirus e le patologie da esso cagionate.

È facile immaginare gli effetti dirompenti di una simile interpretazione, che sfocerebbe nella sospensione dei brevetti e degli altri diritti esclusivi su un gran numero di trovati, inclusi quelli messi a punto ben prima dell’inizio della pandemia, facilmente già oggetto di contratti e di una complessa trama di diritti e obblighi. In nome dell’accesso libero ai vaccini si rischierebbe di disarticolare un intero settore industriale, proprio quello che ha consentito di mettere a punto e poi produrre su larghissima scala e in tempi molto rapidi i vaccini grazie ai quali oggi siamo forse in grado di contrastare efficacemente la pandemia.

Non a caso il comunicato dell’amministrazione USA restringe l’ipotesi della sospensione ai soli vaccini anti-Covid, nei termini che seguono “The Administration believes strongly in intellectual property protections, but in service of ending this pandemic, supports the waiver of those protections for COVID-19 vaccines”. Questo approccio, limitato ai soli vaccini, preserva il sistema della proprietà industriale nel suo complesso ed evita di danneggiare il mondo dell’industria farmaceutica e life science.

Perché la proposta rischia di essere inutile

Al contempo, tuttavia, la misura proposta rischia di essere inutile. La sospensione dei brevetti e dei diritti esclusivi sui soli vaccini non consente infatti in concreto di fabbricarli, distribuirli e somministrarli su larga scala: questo risultato si ottiene grazie a un complesso e articolato insieme di soluzioni, molte delle quali oggetto di specifici diritti esclusivi.

Coloro che dispongono di queste tecnologie sono gli unici soggetti che potrebbero in concreto beneficiare della sospensione dei brevetti sui vaccini; si tratta tuttavia verosimilmente degli stessi soggetti titolari anche dei brevetti in questione, o comunque di soggetti già ben attrezzati per negoziare licenze con tali titolari.

Tutto questo suggerisce di non ricercare scorciatoie o soluzioni semplicistiche, per definizione inadeguate ad affrontare problemi complessi, quali sono quelli connessi ai rapporti tra diritti esclusivi, ricerca scientifica e salute pubblica. Si tratta di tre pilastri di un circolo virtuoso, che solo una visione miope e appunto semplicistica vede in termini di contrapposizione.

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