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Standard e semiconduttori: come evolve il confronto geo-tecnologico

Gli standard stanno assumendo un ruolo sempre più importante nella definizione della competizione geo-tecnologica in atto. In questa sfida, che vede protagonisti Usa e Cina, è entrata anche l’Ue che ha presentato un piano per rafforzare la sua influenza anche nei chip e non restare al traino di altri attori internazionali

Pubblicato il 24 Mar 2022

Photo by Jason Leung on Unsplash

Nel corso degli ultimi anni la competizione geopolitica, oltre che sul piano politico e militare, si è spostata sempre di più su quello tecnologico. Le nuove tecnologie, e i relativi programmi di ricerca e sviluppo, hanno assunto un ruolo sempre più importante nel definire la posizione di taluni Stati all’interno dell’arena internazionale.

La tecnologia, infatti, non è mai stata completamente apolitica e il progresso tecnologico ha sempre contribuito a modellare le società e a consolidare, o indebolire, la posizione di determinati Paesi.

Il ruolo degli standard nella competizione geo-tecnologica

Oltre che dello sviluppo di particolari tecnologie (intelligenza artificiale, quantum technology, blockchain, internet of things, 5G, 6G, etc.) si discute oggi sul ruolo degli standard sottesi a tali tecnologie, i quali assumono progressivamente un ruolo sempre più importante nella definizione della competizione geo-tecnologica in atto. Si dimentica spesso, infatti, l’importanza di tali standard i quali contribuiscono a facilitare il commercio internazionale e la crescita economica, oltre che rappresentare una forma di autoregolamentazione privata da parte delle imprese.

Inoltre, sebbene non siano legalmente vincolanti, essi consentono la compatibilità tra prodotti, l’interoperabilità e la sicurezza di base.

I vantaggi degli standard

I vantaggi derivanti da questi standard sono diversi ma rintracciabili, principalmente, nell’interoperabilità globale, nella compatibilità e nella connettività che, oggi, è alla base di tutto il commercio internazionale. Solo per fare alcuni esempi di standard tecnico si pensi a quello relativo ai dispositivi USB che consente di scambiare dati tra un’ampia schiera di dispositivi in ogni parte del mondo e indipendentemente dal produttore, oppure allo standard delle tastiere QWERTY, o ancora ai tre principali standard video utilizzati in tutto il mondo per la codifica della televisione a colori, ossia Phase Alternate Line (PAL), National Television Standards Committee (NTSC) e Sequential Couleur avec Memoire (SECAM). Un esempio di inefficienza derivante dalla mancanza di standard comuni, invece, è rinvenibile nella diversità del design delle prese di alimentazione in vari Paesi.

La Cina prova a insinuare il primato Usa sugli standard

Abbiamo già discusso in questo articolo della dinamicità della Cina che, in competizione con gli Stati Uniti, sta cercando di affermare i propri standard tecnologici al fine di consolidare la propria posizione internazionale in tale settore a vantaggio dei propri obiettivi strategici.

Sebbene gli Usa mantengano la più alta rappresentanza all’interno delle più importanti SDOs (ad esempio nella IEEE Standards Association il 67% dei membri dello Standards Board che alla fine approvano gli standard IEEE, sono americani) abbiamo visto come la Cina tenti di insinuare questo primato per consolidare la sua posizione come superpotenza tecnologica globale.

La Ue si prepara a rafforzare l’influenza nella creazione di standard tecnologici globali

In questa sfida geopolitica, tecnologica e geostrategica è entrata anche l’Unione Europea la quale, recentemente, ha presentato un proprio piano per rafforzare la sua influenza nella creazione di standard tecnologici globali “EU Strategy on Standardisation – Setting global standards in support of a resilient, green and digital EU single market”. Lo scopo è quello di competere con i due principali attori internazionali, Usa e Cina appunto, definendo una propria architettura normativa in tema di standard tecnologici.

La creazione di tali standard avviene, di regola, sulla base di accordi conclusi in organizzazioni come l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) delle Nazioni Unite e l’Organizzazione internazionale per la standardizzazione (ISO). La strategia europea in tal senso segue la strategia industriale adottata nel 2020 attraverso la quale già si intendeva avviare politiche concorrenti per competere con Washington e Pechino, nonché tutelare le proprie aziende.

L’emergere di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, la quantum technology, il 5G e 6G ed altre, comporta la necessità di delineare anche i relativi standard al fine di non subire l’influenza e il crescente potere di mercato, soprattutto cinese, con riferimento alle suddette tecnologie. Influenza che è rappresentata anche dalla partecipazione nelle organizzazioni europee di definizione degli standard (ETSI) da parte di rappresentanze cinesi (come Huawei).

Semiconduttori: la partita fondamentale sugli standard

Quella sugli standard tecnologici rappresenta una partita di fondamentale importanza perché la definizione delle modalità attraverso le quali dovranno essere sviluppate ed applicate le tecnologie del futuro avrà un impatto incredibile sulla vita dei cittadini ma anche sui nuovi equilibri internazionali.

In questa partita tecnologica rientrano anche le recenti iniziative intraprese per far fronte alla carenza di semiconduttori.

Lo European Chips Act

Sul fronte tecnologico l’Unione Europea è intervenuta anche in tema di microchip con lo European Chips Act, ossia un piano volto a definire investimenti e strumenti legislativi idonei a contrastare i competitors internazionali anche creando top player europei. La proposta di legge contiene l’impegno europeo a effettuare importanti investimenti nel settore dei semiconduttori e si concentrerà sulle seguenti aree: ricerca e innovazione industriale (“from lab to fab”), impianti di produzione avanzati, supporto alle PMI e costruzione di partnership sulle filiere con gli Stati Uniti e il Giappone.

La carenza di questi fondamentali componenti, necessari per supportare la produzione tradizionale come quella di automobili, elettrodomestici, telefoni cellulari, etc., ha rilevato principalmente a seguito della pandemia da Covid 19, la quale ha messo in crisi le catene di approvvigionamento globale. Tale situazione ha evidenziato la necessità di rivedere e rimodulare la dipendenza europea da determinati Paesi stranieri in tale settore e la conseguente esigenza di acquisire una propria indipendenza di natura economica e strategica.

La proposta si inserisce in un percorso che ha visto entrare recentemente in vigore negli Stati Uniti il “CHIPS for America Act” seguito attualmente da simili iniziative anche in paesi come il Giappone e la Corea del Sud.

Per quanto riguarda l’Europa, lo European Chips Act è un pacchetto di misure che mira a rafforzare alcuni aspetti della filiera europea nel settore dei semiconduttori. L’Unione Europea con tale documento ha inteso definire alcuni indirizzi strategici volti, innanzitutto, a rafforzare la leadership europea in tale settore, ad aumentare la propria capacità di innovazione in termini di progettazione, produzione e confezionamento di chips avanzati e, non ultimo, attrarre nuovi talenti sostenendo l’emersione di forza lavoro qualificata. Un ulteriore obiettivo è quello di acquisire una maggiore padronanza per quanto concerne le catene di approvvigionamento globali di semiconduttori al fine di adottare tutte le misure ritenute più adeguate a far fronte a ogni eventuale interruzione o evento avverso che possa verificarsi relativamente questo tipo di filiera.

Conclusioni

È evidente, quindi, come l’Europa stia predisponendo una strategia ad ampio spettro per acquisire e consolidare una propria leadership globale nel settore tecnologico. Anche in questo delicato settore occorre agire di concerto con altri Paesi che condividono gli stessi valori e ideali.

La tecnologia, infatti, per quanto possa sembrare neutrale, porta con sé una serie di conseguenze anche etiche e giuridiche non trascurabili. L’esempio più emblematico è rappresentato dall’Intelligenza Artificiale che, come testimoniano i vari documenti e proposte di regolamento internazionali, sta suscitando una serie di riflessioni di natura etico-giuridica di particolare rilievo.

In questa partita l’Europa deve rafforzare la propria posizione al fine di non restare al traino di attori internazionali altrettanto importanti i quali potrebbero incidere fortemente sulla vita dei cittadini europei del prossimo futuro.

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