psicologia e social

TikTok, perché i nuovi filtri bellezza sono pericolosi per le ragazze

“Bold Glamour” il nuovo filtro per farti bello/a in maniera naturale ed estremamente credibile su TikTok usa l’intelligenza artificiale e apre un nuovo fronte di timori e allarmi da parte degli esperti per l’impatto negativo sulla psiche dei minorenni, soprattutto ragazze

Pubblicato il 16 Mar 2023

Antonino Mallamaci

avvocato, Co.re.com. Calabria

tiktok filtro bellezza

La nuova frontiera dei filtri di bellezza da utilizzare per la tua immagine digitale ha un nome e un cognome: “Bold Glamour” (letteralmente “Fascino audace o ardito”). Il nuovo strumento per farti bello/a in maniera naturale ed estremamente credibile è opera di TikTok, l’app di proprietà della cinese ByteDance, tanto temuta dal governo americano per il rischio di utilizzo dei dati da parte della Cina da essere bandita dai device dei dipendenti pubblici.

Usa l’intelligenza artificiale e sta preoccupando molti esperti per gli impatti sulla psiche dei minori.

Come funzionano i nuovi filtri di bellezza su TikTok

La differenza sostanziale con i filtri in voga in precedenza è data dai risultati prodotti. Mentre prima essi si limitavano a sommare immagini 3D al volto, producendo un’alterazione visibile a un occhio abbastanza attento, con Bold Glamour la manipolazione si adatta perfettamente al viso, anche nelle immagini in movimento.

Expert Warns About Using TikTok’s Bold Glamour Filter

Expert Warns About Using TikTok’s Bold Glamour Filter

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Tutto questo è possibile grazie all’apprendimento automatico e all’uso di un tipo particolare di intelligenza artificiale, la “rete generativa avversaria” (GAN, la stessa dei deepfake). Due reti neurali in competizione, di cui una “legge” le tue sembianze dal feed della videocamera e l’altra sfrutta particolari – labbra, sopracciglia, nasi – adattabili ai tuoi, ma molto migliori, contenuti in uno sterminato database.

È così che viene sfornato un viso assolutamente nuovo, e ovviamente più piacevole. Messi insieme, i due elementi si combinano perfettamente. Il tuo viso non è alterato, o perlomeno non appare tale. È solo molto più piacevole. Questo spiega il successo di Bold Glamour, utilizzato oltre 16 milioni di volte in un mese e il cui hashtag #boldglamour ha 249 milioni di visualizzazioni in un mese.

Il filtro contorna lo zigomo e la mascella in una linea netta e sottile, solleva le sopracciglia, applica un luccichio alle palpebre e le ciglia risultano spesse, lunghe e nere. Il filtro – a differenza di altri – non si altera né deforma se ci si muove o si mette la mano davanti al viso.

I problemi psicologici per il nuovo filtro TikTok

Le dolenti note, ovviamente, non mancano, e sono sempre legate alle conseguenze psicologiche che tali diavolerie digitali sono destinate ad avere nella realtà. La funzione di morphing del volto altera ulteriormente gli standard di bellezza, e ciò è grave soprattutto per TikTok, frequentato soprattutto, e al di là di ogni logica di buon senso e sanitaria, da adolescenti.

Un portavoce di TikTok ha rifiutato di spiegare come funziona quello che da essa viene definito  un effetto e non un filtro; anche di dire se utilizza l’intelligenza artificiale, come d’altra parte sembra assodato. In una nota la piattaforma non ha mancato di sottolineare, elogiandola, la politica di TikTok rispetto ai comportamenti dei suoi, spesso giovanissimi, utenti: “Essere fedeli a se stessi è incoraggiato su TikTok.

Gli effetti creativi sono una parte di ciò che rende divertente creare contenuti, potenziando l’espressione di sé e la creatività. La trasparenza è integrata nell’esperienza dell’effetto, poiché tutti i video che li utilizzano sono chiaramente contrassegnati per impostazione predefinita. Continuiamo a lavorare con partner esperti e la nostra comunità, per contribuire a mantenere TikTok uno spazio positivo e di supporto per tutti”. Così la società Big Tech, che ovviamente difende il suo operato.

Gli studi

Eppure è sempre più evidente che questi filtri sono dannosi per la salute mentale, a causa delle aspettative irrealistiche che stabiliscono per l’immagine corporea.

  • Uno studio del 2021 sull’impatto sociale dei filtri, condotto dai ricercatori della City University of London, ha rilevato che il 94% dei partecipanti di sesso femminile e non binario si sentiva sotto pressione per apparire in un determinato modo, mentre il 90% ha ammesso di aver usato filtri o modificato in altro modo le proprie immagini.
  • Un altro studio del 2017 della rivista Cognitive Research ha rilevato che le persone riconoscono quando un’immagine è manipolata solo nel 60-70% dei casi.
  • Questi risultati non saranno probabilmente una sorpresa per le piattaforme di social media che creano e implementano filtri di bellezza. Un rapporto del Wall Street Journal del 2021 ha rivelato che Meta, al momento della pubblicazione, era già a conoscenza del fatto che Instagram faceva sentire male 1 adolescente su 3 riguardo al proprio corpo e che gli adolescenti che utilizzavano l’app registravano tassi più elevati di ansia e depressione.

Le proteste

Ma l’allarme generato da questo nuovo filtro ha spinto all’azione – disinteressata fino a un certo punto, ovviamente – la Dove, azienda di prodotti per la cura personale, che ha lanciato una nuova campagna contro la manipolazione digitale del corpo. Quaranta influencer, che in precedenza avevano usato questo e altri filtri, sono state assoldate per pubblicare annunci pubblicitari per il marchio, incoraggiando i follower a “voltare le spalle” ai filtri di bellezza. #SpeakBeautiful, #NoDigitalDistortion, Reverse Selfie e #DetoxYourFeed”, sono i nomi di altre iniziative promosse in passato dalla Dove, che però ritiene la nuova trovata della app di proprietà cinese molto più pericolosa perché rafforza gli stereotipi di bellezza dannosi.

Sul tema è stata interpellata dal Wall Street Journal Jennifer Mills, professoressa di psicologia alla York University di Toronto, ricercatrice sui disturbi alimentari e sull’immagine corporea e coautrice di uno studio dal titolo “Donne e selfie”. I risultati, editi dalla rivista Body Image nel 2018, hanno indicato che la pubblicazione di immagini alterate online non ha fatto sentire meglio le donne rispetto a quella di selfie non modificati. Bold Glamour non richiede agli utenti dei social media di fare alcun lavoro, e alla fine, secondo la studiosa, potrebbe causare un “effetto contrasto”.

“Ci valutiamo più negativamente quando ci confrontiamo con qualcosa di superiore. Stai vedendo una versione di te stesso immediatamente dopo una versione idealizzata, e questo ti fa sentire male. Inoltre, ciò potrebbe spingerti verso la chirurgia estetica, una tendenza preoccupante, soprattutto tra i giovani, che comporta rischi medici. La dieta, l’alimentazione disordinata e l’assunzione di sostanze per la perdita di peso potrebbero anche seguire tali effetti di contrasto. I rischi sono molto reali”.

“La confusione tra realtà e finzione può avere un impatto duraturo sul tuo senso di te stesso”, afferma invece la direttrice del Body and Media Lab della Northwestern University. “La tua faccia, allo specchio, improvvisamente ti sembra brutta, qualcosa che devi cambiare, magari attraverso la chirurgia plastica. Bold Glamour può distorcere abbastanza rapidamente la comprensione di un giovane di come dovrebbe essere un volto, potenzialmente esacerbando le sfide di salute mentale legate all’immagine di sé. Si va a sommare a una cultura in cui molti adolescenti si sentono alienati da se stessi, costretti a lottare per stare al mondo ogni giorno con altri esseri umani, a esibirsi e sforzarsi di sembrare chi non sono. Questi filtri, quindi, dovrebbero essere presi molto sul serio!”

Questi alcuni autorevoli pareri sull’ultima – finora – genialata di TikTok, destinata ad affiancare tante altre che, giorno dopo giorno, rendono il pianeta social denso di rischi, soprattutto per i bambini e gli adolescenti. E ricordiamo qui le inquietanti rivelazioni di qualche anno addietro su Instagram, venute alla ribalta grazie ai cosiddetti “Facebook files”. Ricercatori interni avevano appurato che la crescita esponenziale del numero di adolescenti affette da depressione e istinti suicidi era la conseguenza dell’utilizzo spropositato della app: Il trentadue percento delle ragazze adolescenti intervistate affermava che quando si sentivano male per i loro corpi, Instagram le faceva sentire peggio.

La proprietà fu ufficialmente avvertita dei problemi dei quali soffrivano soprattutto le ragazze, ma, in ossequio alla politica che prevedeva solo e soltanto l’aumento della platea di utilizzatori della piattaforma, per fini di lucro, non assunse alcuna contromisura. Fino a quando lo scandalo non divenne di dominio pubblico.

Ora, sempre per i medesimi motivi insiti nella mission stessa delle Big Tech – fare soldi, costi quel che costi in termini di sanità mentale delle persone – TikTok ha fatto un altro passo avanti (o indietro, dipende dai punti di vista). Una spirale della quale non sembra intravedersi la fine.

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