social e salute

Se TikTok sostituisce lo psicanalista per i teenager: il problema

Su TikTok circolano talmente tanti video che trattano (senza alcuna cognizione di causa) i disturbi mentali, che sono sempre più numerosi i giovani che, guardandoli, si convincono di soffrirne. I dati, che emergono da un’inchiesta del WSJ, sono drammatici

Pubblicato il 07 Feb 2022

Antonino Mallamaci

avvocato, Co.re.com. Calabria

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Come succedeva qualche tempo fa con il manuale “Il medico in casa”, che molte zie tenevano sempre a portata di mano, oggi molti ragazzi fanno ricorso a TikTok per avere diagnosi su problemi mentali quali disturbo borderline di personalità, disturbo bipolare e disturbo di personalità multipla. Ma c’è un’aggravante non da poco rispetto all’utilizzo del vecchio manuale cartaceo: è la stessa piattaforma, infatti, a fornire agli auto-diagnosticanti il materiale necessario, sotto forma di un flusso incessante di video sulla pagina ForYou.

In questi video vengono trattati argomenti così delicati da pulpiti sulla cui attendibilità possiamo sorvolare e con il grado di approfondimento e di preparazione tipico dei social. Molti video sono girati da adolescenti che si dicono affetti da tali malattie, altri da sedicenti terapeuti. Illustrando i sintomi, inducono chi li sta a guardare ad analizzarsi e a tirare le conclusioni: da soli!

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Così TikTok amplifica i problemi

L’allarme arriva da una nuova inchiesta del Wall Street Journal, in cui la gravità della situazione è plasticamente rappresentata da una serie di dati: i video con l’hashtag #borderlinepersonalitydisorder sono stati visualizzati quasi 600 milioni di volte, mentre solo l’1,4% della popolazione adulta degli Stati Uniti soffre del disturbo in essi trattato; per quelli con l’hashtag #dissociativeidentitydisorder i rispettivi numeri sono 700 milioni di volte e 1%. Una sproporzione che suggerisce che il problema viene amplificato a dismisura proprio in ragione dell’algoritmo micidiale di TikTok, che funziona appunto dando a chi guarda solo ciò che desidera e in una quantità impressionante. Addirittura, molti video mostrano ragazzi mentre sembrano passare da una personalità all’altra! Succede, in pratica, che gli adolescenti guardano i filmati e decidono di avere un problema di salute mentale. In realtà, i disturbi di cui parliamo non vengono quasi mai diagnosticati negli adolescenti, perché le loro personalità si stanno ancora formando e perché alcuni sintomi, come avere relazioni personali instabili e mostrare comportamenti impulsivi, sono difficili da distinguere dal loro tipico modo di essere.

I problemi mentali come “valuta sociale” per guadagnare credito (e follower)

Ma perché i ragazzi sono spinti a diagnosticarsi queste patologie? Anche in quanto, secondo gli esperti, una diagnosi del genere viene vista spesso come “Valuta sociale” (Social currency), un modo assurdo per acquisire credito sui social, per aumentare la propria capacità d’influenza e, di conseguenza, i propri followers.

La dottoressa Bre-Ann Slay – psicologa clinica – ha raccontato al Journal che la scorsa estate ha iniziato a vedere diversi pazienti che si autodiagnosticavano guardando dei video su TikTok per studiare i sintomi.  Ha quindi creato un suo account ed è rimasta sconvolta dal numero di video sul disturbo della personalità multipla, essendo questo, come abbiamo visto prima, molto raro.

Il dottor Don Grant, presidente di un comitato dell’American Psychological Association – che sviluppa linee guida per gli psicologi e i cittadini in genere sull’uso dei dispositivi e dei social media – si è detto molto preoccupato perché i ragazzi, anche se convinti in un primo momento a non cercare sintomi e fare diagnosi su se stessi usando TikTok, tornano subito sulla piattaforma che rafforza le loro convinzioni. Secondo Grant, “essere saturi di contenuti negativi può alterare la chimica del cervello, sostituendo i neurotrasmettitori del benessere con gli ormoni dello stress: l’adrenalina e il cortisolo inondano il cervello e la dopamina e la serotonina lo abbandonano”

L’impatto di TikTok sulla salute mentale

Un esempio dell’impatto di TikTok viene da una delle adolescenti che hanno partecipato a un forum del WSJ sull’argomento. La ragazza non ha cercato di sua iniziativa video sulle diagnosi di salute mentale. Ha solo seguito per qualche giorno alcuni account generici sull’argomento, ma a poco a poco la sua pagina For You è stata invasa da video sui disturbi della salute mentale. Le sue condizioni, nell’arco di qualche mese, si sono aggravate a tal punto da essere ricoverata presso un centro specialistico per quasi sessanta giorni. Al termine del soggiorno ha concordato con i dottori di stare lontana dal telefono per tre mesi. Poi ha ricominciato a guardare TikTok, ma riducendo il tempo di permanenza e dopo aver scelto l’opzione “non mi interessa” per i video sulle diagnosi di salute mentale.  Nonostante ciò, ci è voluto circa un mese prima che quelli scomparissero completamente.

Altre adolescenti hanno riferito che TikTok ha dato loro una scarica (rush) di adrenalina come altre piattaforme non hanno fatto. Una di loro ha confessato di non essersi sentita in colpa quando guardava questi video (che in fondo sapeva essere autodistruttivi) perché TikTok continuava a proporgliene sempre di più e tutto ciò che faceva era passare al video successivo, non sentendosi una partecipante attiva.  Altre due ragazze hanno riferito di aver lottato con l’autolesionismo prima di iscriversi a TikTok, ma vedere un diluvio di video su questo argomento ha fatto loro venire voglia di farlo di nuovo. La testimonianza certamente più significativa e inquietante è quella di un’altra adolescente, che così si è espressa: “Fa paura! L’algoritmo sembra conoscermi a tal punto che se sto passando una brutta giornata, inizierò a vedere più video negativi, mentre se sto passando una buona giornata ne vedrò di più positivi. Sembra troppo specifico e quindi spaventoso, tutto questo”.

I dati relativi alla frequentazione per un anno di TikTok di questa ragazza sono stati studiati dal team del WSJ. Nel novembre 2020 lascia il programma di trattamento residenziale in cui si trovava per un disturbo alimentare e scarica di nuovo TikTok.  Per ogni video guardato dalla ragazza si è potuto risalire (c’è una funzione, d’altronde, che lo consente a chiunque) a chi lo ha pubblicato, a quanti ascolti e commenti ha ottenuto, a cosa è stato taggato e se è stato parte di una delle challenge tipiche della app. I dati mostrano anche quanto lungo e di che tipo fosse ogni video e quando è stato guardato. È stato perciò possibile verificare quanto velocemente sia aumentato l’utilizzo di TikTok da parte dell’adolescente. Ebbene: il primo giorno ha visto 54 video; il quarto 2000; il sesto ha superato i 5.000. Anche se ha guardato ogni video per soli cinque secondi, il totale è di sette ore in cui ha guardato sul suo feed video che promuovevano la perdita di peso.

A Rachel Rodgers, professoressa associata di psicologia alla Northeastern University, è stato quindi chiesto perché è così difficile disimpegnarsi dai contenuti sui social media. La sua risposta: “I social media sono imprese guidate dal profitto e quindi sono progettati in modo tale da massimizzare il coinvolgimento, e in parte ciò è fatto attraverso quello emotivo; se utilizzi una funzione di scorrimento automatico, le cose diverranno emotivamente sempre più coinvolgenti, di impatto sempre maggiore. Ciò rende difficile il disimpegno. C’è da aggiungere che TikTok è un po’ diverso dalle altre app. Essendo principalmente basata su video, piuttosto che su immagini statiche, e facendo appello a una fascia demografica leggermente più giovane, è possibile che i video possano avere un impatto emotivo più forte perché, avendo immagini in movimento, sono sensorialmente più attraenti. E inoltre, se i giovani percepiscono che si tratta di contenuti realizzati e rilevanti per la loro fascia di età, qui più che su altre piattaforme, ciò potrebbe anche farli sembrare più rilevanti per ognuno di loro.

Le contromisure allo studio

Munmun DeChoudhury, professore associato presso la Georgia Tech, ha da parte sua indicato un rimedio (da più parti, in verità, è stata avanzata tale richiesta) che potrebbe essere quello di cambiare l’algoritmo facendo in modo che ogni pochi post mostri qualcosa di casuale, qualcosa su un argomento che non ha nulla a che fare con l’autolesionismo o il disturbo alimentare, oppure introduca intenzionalmente contenuti edificanti.

Infine, una portavoce di TikTok, Tara Wadhwa: “TikTok consentirà agli utenti di bloccare determinati hashtag o parole. Stiamo lavorando per mantenere il feed For You diversificato e pieno di nuovi ed entusiasmanti contenuti da scoprire, oltre a conservare il contenuto che le persone hanno imparato a conoscere e amare”.

Inoltre, TikTok ha affermato di aver introdotto nuovi argomenti, inclusi annunci, per interrompere i contenuti omogenei nei feed For You degli utenti. Le giovani donne protagoniste delle storie cui abbiamo accennato hanno tuttavia precisato che le interruzioni erano poche e distanti tra loro, il che è stato confermato dal team investigativo del WSJ quando ha utilizzato degli account fittizi.

Chiudiamo con le parole del professor De Choudhury, secondo cui “sempre più piattaforme riconoscono il problema, ma cosa stiano facendo esattamente per migliorare questi algoritmi, a beneficio dell’intera umanità, non è chiaro a nessuno”.

Conclusioni

Non molto incoraggiante, in verità. Ma fino a quando non si stringeranno le maglie dei controlli sui contenuti dei social media, e sugli algoritmi che li governano rendendoli trasparenti, non c’è molto da essere ottimisti.

D’altra parte, persino i moderatori (forniti a TikTok da una società esterna) stanno cominciando a ricorrere ai tribunali per farsi indennizzare per i danni loro provocati dalla visione, ogni giorno per ore e ore, di immagini raccapriccianti. Già Facebook ha sborsato 52 milioni di dollari per lo stesso motivo tempo fa. Auguriamoci che anche per loro arrivino tempi e, soprattutto, video migliori.

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