Dopo un 2020 in forte ascesa, il 2021 non è iniziato nel migliore dei modi per TikTok.
In meno di una settimana, nella cronaca dal 22 al 26 gennaio, fatti anche drammatici hanno coinvolto il social più amato dai ragazzini: la morte di Antonella, una bambina di 10 anni, per la presunta partecipazione a una challenge veicolata dal social; il blocco intimato del Garante della privacy fino al 15 febbraio per gli account “per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica”, per altro molto discusso per la reale efficacia dello stesso; la fuga di una sedicenne con una diciassettenne influencer sullo stesso canale; la scoperta di una falla nel sistema che permette di accedere a dati sensibili degli utenti.
Al di là di queste notizie, che non cambieranno di una virgola il successo di TikTok, ma che invece potrebbero contribuire a un alone di scabrosità e proibizione che renderebbe più accattivante e ammiccante il social, sono diverse le analisi e le esperienze, legate al suo utilizzo.
TikTok, i 5 motivi del successo
Le ricerche (1) identificano cinque motivazioni per l’utilizzo di TikTok:
- L’interazione sociale, per soddisfare i bisogni di comunicare e interagire con gli altri;
- L’archiviazione di contenuti, per evocare eventi e situazioni importanti;
- L’espressione di sé, attraverso tecniche specifiche, per attivare contatti, apprezzamenti, impressionare il pubblico attraverso le performance;
- La fuga dalla realtà, il bisogno di evasione che è anche la motivazione principale per l’utilizzo dei social in generale;
- Lo sbirciare la vita di altre persone, spirito voyeurista al quale corrisponde uno esibizionista.
Tra i motivi del successo di TikTok, vi sono la riduzione drastica della parte testuale e gli effetti di sincronizzazione nei video tra movimenti e sonoro.
TikTok, il social “vetrina” per eccellenza
Questi posizionerebbero la piattaforma un passo avanti, rispetto alle altre, nella “vetrinizzazione sociale” (2), diventando letteralmente un “social vetrina”.
A questo ha contribuito, inoltre, un algoritmo che non rende necessario essere follower di un utente per vedere i suoi contenuti. Importante invece è il tempo dedicato ad ogni video, per tracciare interessi e gusti e proporre così contenuti in linea con questi. In questa maniera il video ritenuto più interessante vince sugli altri.
Il canale consente un’estrema strategicità nella presentazione, per l’utilizzo degli effetti, a rinforzo della vetrinizzazione in un’ottica neoliberalista della promozione del sé.
Infine, la piattaforma sposta l’attenzione sulla performance di movimenti e messa in scena di sé stessi, piuttosto che sul talento coltivato attraverso una o più discipline artistiche (tradotto: tempo e fatica), avvicinandosi così al rutilante mondo dei reality e diventando emblema dell’epoca del post talento (la fine della celebrità basata sul talento; 3).
La App si è così rivelata strumento di crowdsourcing per volti nuovi nel mondo dello spettacolo: in America, Charli D’Amelio e Addison Easterling da una decina di milioni di follower su TikTok sono approdate a uno show su Hulu.
Anche il mondo della moda, quello delle vetrine per eccellenza, è ricorso a questo social: Louis Vuitton, Prada e Gucci hanno utilizzato influencer per modellare alcune tendenze. Nel mondo del retail, Sephora, Dunkin’ e GameStop hanno incoraggiato i propri dipendenti a diventare degli influencer su TikTok.
TikTok, uno spazio anche per politica e sociale
Nella social vetrina, hanno trovato spazio anche campagne per raccogliere fondi per categorie colpite economicamente dalla pandemia, per l’utilizzo di dispositivi medici anti COVID-19, e anche pazienti in isolamento, che hanno così potuto mostrarsi al mondo esterno o vederlo rappresentato nel social, ricevere e scambiare commenti.
Anche la politica vi ha costituito una sua vetrina, come rinnovate correnti culturali, quali #AltTikTok, una rete legata ad espressioni estetiche alternative vicina a movimenti culturali LGBT, e queer, o #WitchTok, che unisce giovani con la passione per l’occulto, l’esoterico e la magia.
Conclusioni
In chiusura, per onestà intellettuale, mi sento di dover riportare che la mia esperienza con TikTok è molto differente da quelle che ho riportato. Ogni volta che scrivo, mi documento su quello di cui scrivo e lo osservo dal di dentro. Pertanto, in più occasioni ho esplorato, senza creare contenuti o interagire, l’offerta di video caricati sul social, che mi sento, in parte di descrivere così: il nulla corredato da musichette; il trancio di cavigliere elettroniche (4); l’estetizzazione del gomorra style e di quello coatto; reazioni di animali a stimoli provocati per riprenderli (che, nella loro oggettificazione, parrebbero non lontani da abusi); frasi di poche parole scritte con errori, anche se postate da sedicenti psicologhe. Temo possa essere la vetrina di una realtà che, da studiosi, accademici, scrittori non conosciamo, e che, ora attraverso TikTok, conquista i suoi minuti di celebrità.
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Note:
- Bahiyah O., Dequan W. (2020), “Watch, Share or Create: The Influence of Personality Traits and User Motivation on TikTok Mobile Video Usage”, iJIM ‒ Vol. 14, No. 4, 2020, https://online-journals.org/index.php/i-jim/article/view/12429/6637
- Codeluppi V. (2015), Mi metto in vetrina. Selfie, Facebook, Apple, Hello Kitty, Renzi e altre “vetrinizzazioni”, Mimesis, Milano-Udine
- Ringrazio di questo spunto il PhD Massimiliano Moschin.
- Che ho scoperto essere una moda: https://www.stylo24.it/tra-i-detenuti-va-di-moda-il-taglio-del-braccialetto-elettronico-su-tiktok/