A distanza di qualche anno dalla sua comparsa sul mercato dei social network, TikTok è ancora un fenomeno in enorme crescita, che continua a spopolare e raccogliere seguaci. Più di ogni altro fino a ora.
Il segreto di questo successo è tutto dietro una serie di fattori chiave:
- la fruibilità: non devi fare nulla, fa lui per te;
- la semplicità di vedere il proprio video diventare virale: lo pubblichi e anche senza follower c’è qualcuno che lo vede;
- la personalizzazione estrema dei contenuti proposti: è l’algoritmo “For You” che crea un feed infinito di contenuti che (lui dice) ci interessano.
Vediamo come funziona l’algoritmo che ha decretato il successo di TikTok e come sfruttarlo per rendere virali i nostri video.
I segreti dell’algoritmo “For You” di TikTok
È la stessa TikTok che ci svela i principali segreti del suo algoritmo. Innanzitutto, traccia tutto di noi, dai primi vagiti di iscrizione al social network, quando cioè vengono chieste le categorie di interesse, ai primi video visti o agli account seguiti. Di questi “contenuti” vengono scandagliati tutti i parametri noti in rete: hashtag, musiche, effetti sonori, trending topics e tutti i collegamenti simili a quelli trovati.
Sotto certi punti di vista TikTok ha un approccio simile a quello di YouTube, ovvero misura l’engagement sui video visti e ne propone di simili, ma TikTok lo fa in maniera più profonda, misurando – ad esempio – di ogni video per quanto tempo l’utente lo ha visualizzato, se lo ha visualizzato tutto o meno, se si è soffermato su alcune parti, se prima o dopo ha cambiato tipo di video e tanti altri parametri come le musiche presenti nel video, gli hashtag e i riferimenti presenti, i setting del device e dell’account utente in uso, il tipo di device in uso o il Paese da cui ci si è collegati, tutto per dare il massimo delle prestazioni non solo in termini di contenuto ma anche in termini di qualità del video e dell’audio. Insomma, una esperienza immersiva cucita addosso all’utente e al device che si sta usando in quel momento, che sia lo smartphone, il tablet o altro.
Questo livello di attenzione e personalizzazione, come fa intendere la stessa TikTok, può portare all’estremo in cui possano essere proposti sempre gli stessi video con gli stessi topic (esempio solo video con i gatti o le stesse basi musicali) rischiando di essere ripetitivi e noiosi per l’utente e facendolo allontanare, oppure quello di non presentare mai altri contenuti, comunque, di interesse per l’utente. Per evitare questo l’algoritmo “For You” non presenta mai due video di seguito che abbiano lo stesso topic o le stesse musiche, presentando sempre nuovi video in linea con gli interessi dell’utente e/o stimolando nuovi interessi. For You poi ne misura le reazioni e l’interazione e continua a fare il fine tuning del profilo utente. Ecco perché si parla di setting dell’algoritmo da parte dell’utente, non qualcosa che noi possiamo impostare con un flag, ma qualcosa che possiamo fare nel tempo andando a interagire in maniera diversa con il social network, scegliendo i video e gli autori che ci piacciono e soprattutto quelli che non ci piacciono.
Per fare tutto questo il sistema deve passare al setaccio, frame dopo frame, nota musicale dopo nota musicale, tutti i contenuti postati dagli utenti, selezionarli, catalogarli, filtrarli e associarli a ognuno di noi. Miliardi e miliardi di dati da matchare e clusterizzare in frazioni di secondo che richiedono capacità e potenze di calcolo, di storage e velocità delle reti wireless dell’ultima generazione pilotati dalle migliori soluzioni di intelligenza artificiale.
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Come sfruttare For You per diventare virali
Allora ci si chiede: come possiamo utilizzare a nostro favore tutta questa tecnologia e l’algoritmo For You per fare in modo che il nostro video ed i nostri contenuti diventino virali? Andando a usare lo stesso algoritmo non dalla parte passiva (l’utente che guarda all’infinito il proprio feed) ma dalla parte attiva (l’utente che ad arte pubblica i contenuti).
Vediamo anche qui quali sono i key factor, in ordine di rilevanza.
- Usare gli #hashtag giusti, quelli per TikTok devono essere semplici, devono scorrere veloce nella nostra mente così come lo fanno i video proposti, devono soprattutto essere trendy e appropriati al nostro contenuto. È la stessa TikTok che ce li suggerisce volendo.
- Le Captions. Anche queste semplici, legate al nostro #hashtags e soprattutto brevi. TikTok è una piattaforma video, non un social dove scrivere, meno si scrive meglio è. E poi ci sono sempre i comments se si vuole ingaggiare una piccola discussione con gli altri utenti.
- Usare musiche ed effetti sonori di tendenza. Questi aiutano ad andare nei feed For You dove le stesse musiche sono gradite e assicurano anche che TikTok promuova il nostro video anche se non abbiamo follower. Qui la sfida è capire quindi quali siano le musiche e gli effetti sonori di tendenza, qui non è TikTok a dircelo (come per gli hashtag) ma dobbiamo scovarli noi magari guardando quelli proposti da TikTok video editor oppure ascoltando quello che i nostri follower ascoltano nei loro video, sempre che riusciamo a capirlo.
- Studiare i propri follower, capire da quale Paese arrivano, a che ora si collegano (per scegliere il momento migliore per postare o la loro lingua e cultura), saper attendere che il proprio video diventi virale magari semplicemente perché in un altro video virale c’è la stessa musica.
- I contenuti video e l’editing. Non c’è dubbio che anche i contenuti video e l’editing facciano la differenza, che siano anche belli da vedere e che abbiano un taglio meno amatoriale e più professionale.
- La location. TikTok sta lentamente provando a spingere contenuti prodotti nella zona dove si trova l’utente per spingere sempre di più (magari ai fini pubblicitari) il concetto di “local community oriented feed”.
Ci sono poi altri fattori che possono influenzare il successo di un video o di un utente. Come tutti i social più si posta, più si è esposti e si guadagna in visibilità. Senza esagerare uno o due contenuti al giorno nelle fasce orarie giuste possono bastare per scalare le classifiche.
Poi il tipo di video, ad esempio i famosi Duet dove un utente imita un altro e posta il video con la doppia immagine, e infine la durata del video: 15 secondi l’ideale. Perché? Perché c’è buona probabilità che venga visto per intero e il “completion rate” è uno dei fattori che fanno riempire i feed dall’algoritmo For You.
Cosa c’è dietro il successo di TikTok
A vedere da vicino come funzionano gli algoritmi di TikTok, in particolare il For You, si capisce il perché del grande successo e della rivoluzione che questo social sta portando, con tutti gli altri social che sono alla rincorsa per introdurre nuove feature e user experience simili.
Quello che fa la differenza in TikTok non è la persona, l’utente, la sua cerchia di amici o i gruppi a cui appartiene.
La differenza non la fanno neanche i contenuti in quanto tali, ma lo studio sociale e di dettaglio della comunità a cui ci si vuole rivolgere. La musica e i suoni sono tra i grandi differentiator rispetto agli altri social, più che il video o il suo contenuto. La passività inconsapevole dell’utente che sceglie tra quello che gli viene proposto in una frazione di secondi senza avere il tempo di riflettere, lo stream ininterrotto che non si può fermare ed i commenti con persone mai viste e che forse mai rincontrerai sono gli altri ingredienti chiave del successo.
È questo caos organizzato dall’intelligenza artificiale dei sistemi di TikTok che coinvolge contemporaneamente i nostri sensi principali, la vista e l’udito, impegnando il cervello a seguire pensando poco. TikTok è la versione social delle telenovelas degli anni ‘80 e ’90, che duravano mezz’ora e una volta al giorno, eppure tenevano bloccati milioni di spettatori davanti alla TV che per decenni continuavano a vedere il riassunto della puntata precedente e l’anticipo di quella seguente mentre il succo della puntata durava 20 minuti scarsi. Con la differenza che con TikTok possiamo essere spettatori ma anche autori, attori e protagonisti.
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