Un docente 2.0: il caso di Manuel

Come un giovane maltese insegna l’italiano. Il libro per lui è il supporto ad un percorso multimediale interattivo nel web degli studenti, costruito, social, assieme agli stessi studenti, e lo fa sulla base degli assunti didattici della media education che di volta in volta adotta con gli studenti

Pubblicato il 06 Giu 2014

Oggi inizieremo a confrontarci con i nostri corrispondenti nel mondo, e partiremo con Manuel, che insegna italiano a Malta.

Rappresenta decisamente il docente 2.0 tipico di un mondo globalizzato – tanto per intenderci a pie’ di pagina delle sue mail non compaiono solamente i consueti contatti tradizionali ma anche quelli ai social dove è iscritto; il libro per lui è il supporto ad un percorso multimediale interattivo nel web degli studenti, costruito, social, assieme agli stessi studenti, e lo fa sulla base degli assunti didattici della media education che di volta in volta adotta con gli studenti. «Bisogna assolutamente far buon uso della tecnologia, anche perché la pedagogia moderna, grazie a psicologi e pedagoghi come Howard Gardner, è diventata molto consapevole della realtà che gli studenti imparano in modo diverso. Gardner infatti parla di sette tipi di intelligenze e l’uso della tecnologia aiuta molto a raggiungere queste intelligenze».

Manuel mi illustra come utilizza e ritiene di sviluppare l’intelligenza linguistica, spazio-visiva e musicale dei suoi corsisti.

Per lavorare sulla prima forma di intelligenza da lui indicata, naviga con tutta la classe nei principali siti italiani, in quanto – seguendo il pensiero di Gardner – attraverso la lettura e la scrittura gli studenti imparano di più: così i suoi studenti imparano anche la cultura, il modo di comunicare, i giochi linguistici degli italiani ed intervengono, scrivendo, nei vari social.

Il contesto didattico nel quale lavora Manuel è molto positivo verso questa forma di interattività: il governo ha promosso un esperimento di inserimento dei tablet in 22 classi nell’anno scolastico 2015/2016. «La prima fase del progetto prevede la formazione dei docenti delle 22 classi, affinché familiarizzino con la tecnologia ed del software». La fase sperimentale, dopo un’accurata valutazione, prevede l’estensione a altre scuole ed in visione di un’adozione nazionale le offerte delle tredici aziende interessate. «AID Ltd, Computer Domain, Energy Investment Ltd, FGL IT Ltd, Google for Education, Infantium-Telefonica, Klikk Computers Ltd, Micro Technology Ltd, Mosta Electronics Centre, Samsung Consortium, SG Solutions Ltd, Smart Technologies e Vodafone Malta Ltd» hanno raggiunto il valore complessivo di 200.000 euro – si consideri che Malta nel 2012 aveva 416.000 abitanti e un PIL di 8750 milioni di dollari -. Ogni bambino si potrà portare a casa il tablet, prendendo in considerazione sia l’ambiente e la socializzazione con la famiglia ed il controllo dei docenti sull’utilizzo dello stesso.

Inoltre, in ogni classe delle scuole dove insegna Manuel c’è una lavagna interattiva, con la quale lavora sull’intelligenza spazio-visiva degli studenti: «gli studenti che hanno questo tipo d’intelligenza, imparano di più quando si usa qualche immagine o qualche breve videoclip». Se fa una lezione relativa al lessico dell’abbigliamento e degli accessori, dopo un brainstorming per condividere ciò che gli studenti sanno a proposito della materia, addestra loro attraverso delle semplici slide relative all’abbigliamento e agli accessori. Dopo passa, sempre attraverso la lavagna interattiva, a delle sfilate di moda di Dolce e Gabbana che assieme descrivono. Ha osservato che «gli studenti in questo modo ricordano la lezione molto più facilmente».

E ovviamente gli esempi in rete non mancano per sfruttare l’intelligenza musicale: «ci sono studenti che imparano di più quando sentono una canzone. Per insegnare ai miei studenti sugli annimali utilizzo, per esempio, la canzone con il video Il coccodrillo come fa o Volevo un gatto nero. Per introdurre i verbi utilizzo la canzone con il video “Gioca Jouer,” e così via».

Nella sua didattica, Manuel cerca di seguire sempre «le ragioni che Franca Bosc e Aura Malandra delineano nel loro libro Il video a lezione per le quali bisogna usare la tecnologia in classe. Grazie alla tecnologia abbiamo:

1. la riduzione della lingua L1 – la lingua materna – in classe;

2. il perfezionamento della lezione;

3. nuovi stimoli all’attenzione;

4. il mantenimento e il rafforzamento della lezione».

Inoltre, applicando il concetto di rule of forgetting di Stephen D. Krashen, invita gli studenti a vedersi molti film italiani, di fatto, più facili da fruire dalla rete che in Italia. «Nei film, di solito il canale sonoro è vicino al canale visivo, e questo aiuta di più gli studenti ad imparare una lingua. Inoltre quando guardano un film o forse quando sentono qualche canzone italiana da Youtube, di solito sono rilassati e non sono consci che stanno imparando una lingua, e questo, come mostrano anche studi fatti da linguisti come Stephen D. Krashen, facilita l’acquisizione della lingua per via del rule of forgetting, che rilevano che lo studente impara molto di più quando non è conscio che sta imparando. La tecnologia (film, videoclip, canzoni, la lavagna interattiva, I giochi ludici ecc…) quindi facilita l’acquisizione».

Infine, quando gli studenti hanno raggiunto un certo livello linguistico, Manuel li sprona alla webquest: «Ideata da Bernie Dodge per la prima volta nel 1995 in un articolo intitolato Some thoughts about webquest, la webquest si basa di tutto e per tutto sul problem-solving e gli strumenti di base sarebbero internet e il computer». Nella parte introduttiva della webquest, l’insegnante fornisce qualche informazione di base in forma cartacea con tutto il processo della webquest. Allo studente vengono spiegati alcuni termini di base: cliccare, scaricare, navigare, googlare, scannerizzare, che per il nuovo studente d’italiano non sono per niente conosciuti. Nella seconda fase l’insegnante espone quale compito dev’essere svolto. «Esempio di un compito da svolgere sarebbe quello di rispondere a domande su un tema particolare: Come nasce la mafia? Quali sono le organizzazioni mafiose ufficiali in Italia? Chi erano il Giudice Falcone e il Giudice Paolo Borselllino? Come sono morti? E così via…». Poi Manuel mostra loro i principali strumenti di ricerca, li divide in gruppi e dà a ogni gruppo una ricerca che verrà presentata ai colleghi. Infine Manuel fa anche ampio uso dei blog: «Ogni settimana carico il materiale svolto durante le lezioni sul blog (powerpoint usati, dispense, compiti dati, videoclip e immagini usati, giochi ludici usati ecc….)». Al blog accedono anche i genitori che così possono seguire il percorso dei figli e interagire, qualora lo ritengono opportuno, direttamente con il docente.

Special Thanks to

Manuel J. Ellul

27 anni, Dottore in Filosofia e Teologia [B.A.] e in Italiano e Psicologia [B.A.(Hons)] presso l’Università di Malta. Ha conseguito inoltre il titolo di studio in pedagogia per poter intraprendere la carriera d’insegnante [P.G.C.E]. Insegna lingua e cultura italiana presso una scuola media indipendente a Malta, St Catherine’s High School, Pembroke, a studenti fra gli undici e i quindici anni.

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