il commento

Un filtro internet sul porno in Italia? Legge inapplicabile, da cambiare subito

La norma entrata nella legge sulla giustizia, in conversione, che vuole imporre un filtro automatico e di default sui “contenuti inappropriati ai minori” sarà inapplicabile e potenzialmente pericolosa. Ecco perché

Pubblicato il 19 Giu 2020

Stefano Quintarelli

Imprenditore digitale, già parlamentare e ideatore di Spid nel 2012

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La “norma Pillon (Lega)” che vuole imporre un filtro automatico e di default sui “contenuti inappropriati ai minori”, disattivabile solo dal titolare del contratto di connessione alla rete, sarà inapplicabile e potenzialmente pericolosa. Probabilmente scritta senza basi tecniche adeguate. Urgente quindi rimetterci mano.

Filtro automatico sul porno in internet?

E il tema è importante, anche perché a quanto pare entrerà formalmente in vigore a breve, con la conversione della legge sulla giustizia (decreto del Governo). La norma è un emendamento della Lega al Senato e così il suo autore la descrive:

“È stata accolta (una volta ogni tanto la maggioranza ci ascolta) la mia proposta, che rappresenta la cosa che mi sta più a cuore: l’introduzione dell’obbligo per i fornitori di telefonini, tablet, laptop, tv e altri device di preinstallare gratuitamente sugli apparati un filtro per bloccare contenuti violenti, pornografici o inadeguati per i minori”. Peccato che la sua proposta dica una cosa completamente diversa, ovvero che siano gli operatori di telecomunicazione a dover filtrare i “contenuti inappropriati ”
Un nobile intento diventa così un garbuglio legislativo inapplicabile, irrealizzabile. Sembra che i consulenti del senatore non abbiano basi tecniche adeguate.
Il senatore per fare una metafora, parla di introdurre dei meccanismi di protezione sulle automobili, poi invece fa una norma che riguarda i benzinai.

I problemi della legge sul filtro contro contenuti inappropriati

  • Chi decide che cos’è un contenuto inappropriato? La norma non fa distinzione tra siti web, messaggi di WhatsApp messaggi di posta elettronica o Twitter. Questo tipo di controlli devono essere fatti tramite del software installato sui dispositivi, come dice il senatore.
    La norma invece prescrive che il filtraggio dei contenuti avvenga a cura dell’operatore di accesso ad internet.
  • Come può un operatore stabilire se un contenuto inappropriato? La quasi totalità delle applicazioni e i siti oggi dialogano mediante connessioni cifrate per proteggere la riservatezza delle comunicazioni delle persone. Nemmeno l’operatore di telecomunicazioni può esaminare il contenuto di una connessione cifrata.
  • Quando questa norma sarà approvata, tutti gli operatori di comunicazioni italiani opereranno in violazione della legge e tecnicamente non potranno non esserlo.
  • Infine ho dubbi sulla compatibilità con il regolamento UE per la net neutrality.

Di conseguenza, la legge è pericolosa perché mette tutti gli operatori fuori legge e quindi li espone a conseguenze legali a discrezione di un giudice.

Potrebbe spingere inoltre a mettere un filtro sul traffico non cifrato, tipicamente la posta elettronica. E questo è un ovvio rischio per la libertà di comunicazione delle persone, senza di contro alcun vantaggio.

In conclusione

È importante quindi rimettere mano quanto prima a questa norma dalle intenzioni nobili ma mal scritta e, per quanto prescrive, totalmente inapplicabile.
Sarebbe auspicabile che in futuro le norme venissero esaminate con tempi e modi adeguati, coinvolgendo gli esperti e le parti interessate per evitare futuri strafalcioni

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