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“Sdraiati” o fidanzati col chatbot: perché molti giovani cinesi rifiutano lavoro e famiglia



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Molti Millenial cinesi fuggono dal lavoro o dalla famiglia: da un lato ci sono i “lying flatisti” campioni di ozio. Dall’altro lato ci sono gli stakanovisti, dediti totalmente al lavoro che per partner scelgono un chatbot. Insomma, l’ideale dei giovani in Cina è una storia che non distolga dal lavoro o non dia discendenza

Pubblicato il 10 ott 2023

Lorenza Saettone

Filosofa specializzata in Epistemologia e Cognitivismo, PhD Student in Robotics and Intelligent Machines for Healthcare and Wellness of Persons



chinese

Come raccontava il Washington Post, sdraiarsi è l’ultimo atto di resistenza dei giovani cinesi, stremati da ritmi lavorativi estremi e sfiduciati per una condizione economica sempre meno florida.

Il lying flatismo e il nuovo ellenismo cinese

Fino a qualche anno fa il popolo era d’accordo a sacrificare il proprio presente, con dedizione cieca e libertà decurtata, in vista della promessa di un futuro perfetto. Tuttavia, adesso, sembra che la fede per una politica utopistica stia scemando e nessuna generazione vuole più sacrificare il proprio presente per costruire una falsa promessa per i propri discendenti. A questo ottimismo sempre più pallido si aggiunge la crisi demografica. Pechino cerca di correre ai ripari aumentando la possibilità per famiglia di avere tre figli e incentivando la riproduzione. Molti Millenial si sottraggono dagli obblighi nazionali, fuggendo non solo dal lavoro, ma anche dalla famiglia. Rifiutare di lavorare non è cedere alla disoccupazione, perché il rifiuto del lavoro capitalistico è allontanarsi anche dal concetto stesso di licenziamento e inoccupazione. Questo rivendicare l’ozio e rifiutare le convenzioni sono il nuovo ellenismo cinese.

Il termine “lying flat” si è diffuso su Tieba, da un post di un ragazzo dove, disoccupato da qualche anno, descriveva uno stile di vita che prevedeva solo pochi mesi di lavoro all’anno, per mantenere esigenze a basso costo. Su Douban si è radunato un gruppo di svariati membri, i lying flatisti, attivi a postare gatti sdraiati, campioni di otium. Il governo ha additato il movimento come un disonore, attivando la sua attività di censura. Il manifesto, i contenuti e il gruppo, tutti cancellati.

I chatbot “fidanzati” perfetti

Dall’altra parte della palizzata troviamo gli stacanovisti, chi, non per protesta ma per stanchezza, evita relazioni. Il bisogno di amore e di contatto viene compensato con l’intelligenza artificiale. Un po’ come il caso Replika analizzato già in passato, il bot affettivo per persone sole boom durante i mesi di pandemia, anche in Cina le persone si affidano sempre di più ai chatbot.

È il fidanzato perfetto: si adatta ai nostri ritmi e non viceversa; non pretende cure, ma è sempre pronto a risponderci quando abbiamo bisogno, non appena ci ritagliamo dello spazio per una barzelletta o del semplice conforto.

Il caso Xiaolce

A differenza degli altri assistenti virtuali, XiaoIce è un Empathetic Computing Framework, costruito da Microsoft Asia per rilevare il contesto emotivo dell’interlocutore. Gli sviluppatori hanno studiato, a partire da un immenso dataset di conversazioni, le caratteristiche personologiche più richieste. È così che il virtual partner risulta dotato di empatia, è simpatico ma anche intraprendente. È lo stesso bot ad avviare le conversazioni. Elemento, questo, che oltre a darci l’illusione di stare avendo a che fare con un essere umano, garantisce un pizzico di imprevisto alla relazione.

Gli sviluppatori di Xiaolce hanno persino creato il primo studente universitario virtuale, in grado di comporre poesie, rapporti finanziari e dipinti su richiesta.

Idoli virtuali al posto degli influencer, per diffondere la propaganda

Inoltre, sono stati creati i primi idoli virtuali, per ovviare al problema già emerso intorno a utenti troppo influenti nel panorama cinese. A tal riguardo era stato chiesto agli influencer di esibire condotte più morigerate, per dare il buon esempio tra i ragazzi, che stavano esibendo atteggiamenti eccessivamente consumistici. Per evitare problemi con decisori in carne ed ossa che potrebbero sempre trasgredire i diktat del governo centrale, hanno cominciato a favorire idol generati al computer. Questi non invecchiano, non mettono peso e, soprattutto, seguiranno, docili, ogni regola di morigeratezza, facendo il gioco della propaganda. Ling è un’influencer di oltre 130000 follower su Weibo. Ha firmato contratti pubblicitari con Tesla e altre note aziende. Il sorriso e la perfezione di questi personaggi non mentono: sono esattamente programmati per essere come sono, non umani. Cosa ne è del riconoscersi e invidiare veri e propri semi-dei? Stiamo ricreando mitologie digitali attraverso l’Intelligenza Artificiale?

Le aziende stanno preferendo sempre più questo tipo di testimonial: non fanno capricci, sono esattamente come sembrano e non hanno bisogno di Green Pass. Sono gli unici che hanno continuato a lavorare nonostante la pandemia. Con computer potevano teletrasportarsi in ogni luogo, pubblicizzando abiti e automobili.

Robot affettivi e dati personali

In realtà questo trend di chatbot e idoli virtuali da una parte ci racconta la solitudine umana, e la mancanza di tempo per gestire relazioni profonde. Dall’altro lato testimoniano il fatto che i social network altro non siano che giochi di ruolo, l’habitat perfetto per avatar personalizzabili e mitologie 2.0. Gli idoli virtuali hanno le caratteristiche degli dei del pantheon greco e romano: non creano il mondo, ma ne fanno parte e interagiscono con umani, con le nostre narrazioni, condividendo i nostri vizi e virtù. Come i personaggi dei miti pagani sono eterni finché la memoria li tiene in vita: nel primo caso è quella umana, nel caso dei virtual idol è la memoria degli elaboratori.

Oltre a ragioni sociologiche e psicologiche da dover considerare alla luce di questi trend in ascesa, c’è da dire che con questi robot affettivi le big tech stanno collezionando dati estremamente intimi riguardo agli utenti. Insomma, il Governo cinese ha tutti i vantaggi di incentivare questo genere di relazioni, nonostante il calo demografico. Dati, nessuna distrazione dalla propaganda e dall’energia positiva richiesta da tutto il popolo. Le conversazioni vengono incentivate dall’azienda stessa che ogni tot permette di sbloccare funzionalità aggiuntive, come fotomontaggi alle vacanze, chiamate e intimità maggiore.

Una vita senza il brivido della sorpresa

Sono relazioni destinate all’eternità? Se da un lato è vero che un bot non ci deluderà mai, dall’altro non interverrà mai neanche il brivido della sorpresa a salvarci dall’eterno ritorno dell’uguale. Spesso Netflix introduce una devianza calcolata nei suoi suggerimenti, per non abituare i clienti alla loro personalità e non allentare il legame con la piattaforma. La lontananza tra l’idea che ci costruiamo del partner e la sua reale espressione è impossibile da contraddire nel caso dei bot. Abbiamo una relazione solo ideale e un’intelligenza artificiale non negherà mai l’illusione. I rapporti epistolari instaurati a distanza con gli ergastolani erano eterni proprio perché la realtà non avrebbe mai negato l’immaginazione. Spesso le relazioni finiscono perché, superata l’ossitocina delle prime fasi del rapporto, subentrano i fatti e la quotidianità a negare l’idealizzazione e a intaccare l’innamoramento. Interviene una dissonanza cognitiva tra pensieri e atteggiamenti da cui ne risultano stati emotivi insoddisfacenti e caricati in modo negativo. Presto questo stato di tensione e ambivalenza verrà superando, proiettando le cariche positive su un altro soggetto, nel tentativo di trovare chi soddisfi e condivida il personale concetto di amore. Una storia modellata dall’IA, che si adatta costantemente sulle nostre conversazioni e preferenze, sarà sempre caratterizzata da consonanza cognitiva; non ci stupirà mai. In male ma nemmeno in bene.

Conclusioni

WeChat anni fa sospese XiaoIce per violazione delle policy, reinserendolo più tardi. Oggi, il bot esiste su più di quaranta piattaforme, tra cui WeChat, QQ, Weibo e Meipai in Cina; Facebook Messenger negli USA e LINE in Giappone. WeChat offre anche la possibilità di vendere e acquistare qualsiasi cosa, compresi fidanzati con cui interagire con la leggerezza di un “virtuale mordi e fuggi” affettivo. Sempre più donne cinesi, collocabili specialmente in una fascia di reddito media, essendo focalizzate sulla carriera, scelgono di spendere, anche molti soldi, per acquistare figuranti, o da e-commerce come Taobao o direttamente dall’app di messaggistica, proprietà di Tencent.

Insomma, questi trend di relazioni virtuali con chatbot o con attori, nonché la scelta di immedesimarsi e desiderare idoli creati con l’Intelligenza Artificiale ci confermano che l’ideale dei giovani in Cina è una storia che non li distolga dagli impegni lavorativi, che non dia discendenza e che racconti quello che raccontano governo e individui senza particolari problemi e discordanze. L’importante non è più la verità. Nella post-truth society l’obiettivo è solo la convinzione.

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