La profonda trasformazione digitale che stiamo vivendo fa affiorare un nuovo modello di fiducia che sempre più sarà alla base del nostro modo di interagire in tutte le dimensioni sociali.
Nei rapporti verso le istituzioni come in quelli economici e fino alle relazioni personali, farsi riconoscere in modo certo e sicuro è sempre stato un requisito indispensabile per lo sviluppo sociale e, proprio per questo, l’avvento di una società digitale impone una sua declinazione attraverso modalità e strumenti nuovi, in linea con le esigenze di rapporti sempre più remotizzati, in un’ottica di sostenibilità.
Farsi riconoscere in modo certo e sicuro
Fiducia è la parola chiave che rende possibili connessioni e collaborazioni tra soggetti diversi, spesso separati da barriere territoriali, culturali, linguistiche, amministrative e di settore.
In questo nuovo modello, le istituzioni pubbliche dovranno assumere sempre di più il ruolo di garanti della qualità, dell’affidabilità e della trasparenza dei servizi forniti dall’intero ecosistema in cui si articola una società digitale.
La fiducia digitale
Utenti, dispositivi, applicazioni e dati si muovono sempre più in uno spazio che supera la zona di controllo diretto generando straordinarie opportunità di crescita da favorire e governare adottando sistemi strutturati e affidabili contro potenziali rischi di frodi e falsificazioni.
L’identità digitale e le nuove tecnologie abilitanti, come la blockchain e l’intelligenza artificiale, si candidano come soluzioni ideali per concretizzare futuri scenari basati sulla fiducia digitale, a partire dall’accesso ai servizi online.
Che cos’è IMPULSE
L’iniziativa IMPULSE (Identity Management in PUbLic SErvices) – cofinanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del bando Transformative impact of disruptive technologies in public services e sviluppata nell’ambito del programma Horizon 2020 (ora sostituito dall’attuale Horizon Europe) – punta a verificare i benefici che l’adozione di tali tecnologie potrà portare a cittadini, imprese e amministrazioni sotto diversi aspetti: etico, socio-economico, legale, di standardizzazione.
Che tradotti in pratica, possono significare – ad esempio – abbattere le barriere per l’accesso ai servizi, migliorare la percezione degli stessi, diminuire i tempi della burocrazia, aumentare la sicurezza nelle relazioni, contribuire al rafforzamento del rispetto della privacy (GDPR), ecc.
L’identità digitale sicura e affidabile
Per definizione, l’accesso a servizi remoti – sia pubblici che privati – deve essere personale e non trasferibile, e richiede perciò un’identificazione e una gestione sicura e affidabile delle cosiddette “identità digitali”.
La Commissione europea definisce l’identità elettronica (eID) come “un mezzo con cui le persone possono dimostrare elettronicamente di essere chi dicono di essere” e quindi ottenere l’accesso ai servizi.
In altre parole, l’identità elettronica è lo strumento che “può garantire l’identificazione univoca di una persona e rendere possibile l’erogazione del servizio alla persona che ne ha realmente diritto”.
La privacy prima di tutto
La tecnologia eID sicura e che preserva la privacy è un elemento essenziale per la fiducia nel mercato unico digitale, garantisce la protezione dei dati e la prevenzione delle frodi online.
Questi aspetti sono fondamentali per i servizi elettronici, in particolare per quelli pubblici, poiché i cittadini e le organizzazioni devono avere fiducia che i loro dati siano trattati nel pieno rispetto della legislazione esistente sulla protezione dei dati, ad esempio il GDPR ed il regolamento eIDAS, per transazioni digitali affidabili.
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Blockchain e intelligenza artificiale per la PA
Le pubbliche amministrazioni a volte detengono versioni diverse e sovrapposte (anche contraddittorie) della stessa identità digitale, incontrando difficoltà a garantire un’unica eID consolidata e verificabile. Ciò si traduce in processi inefficienti sia per gli utenti finali (cittadini e imprese) che per i dipendenti pubblici, che devono ulteriormente verificare le stesse informazioni.
In questo contesto, tecnologie quali blockchain ed intelligenza artificiale potrebbero portare grandi vantaggi.
Da un lato nella gestione dell’identità digitale, così che i servizi possano raggiungere nuovi segmenti di popolazione eliminando le barriere che attualmente causano una percezione sociale negativa (ad esempio, problemi di privacy, complessità, considerazioni sulla sicurezza digitale, rischio di frode di identità, ecc.). Dall’altro, queste tecnologie potrebbero facilitare lo sviluppo di servizi elettronici nuovi e innovativi per i quali sia indispensabile una gestione dell’identità affidabile e in grado di assicurare la nostra privacy.
Al pari di altre entità in Europa, il sistema camerale italiano si è impegnato a sperimentare e valutare i nuovi driver tecnologici per contribuire attivamente non solo alla trasformazione digitale dei sistemi economici e produttivi, ma anche all’avanzamento del ruolo e del funzionamento delle organizzazioni del settore pubblico.
Un consorzio internazionale qualificato
Per assicurare un rapporto più trasparente con le imprese attraverso una maggiore efficacia ed efficienza nell’erogazione dei servizi, Unioncamere e InfoCamere hanno aderito a IMPULSE entrando a far parte di un consorzio internazionale estremamente qualificato, che può contare sulla presenza di esperti provider di servizi digitali a carattere innovativo – quali Tree Technology e la Fondazione Galiziana – e di alcune authority provenienti da diversi paesi europei (agenzie interministeriali, università, amministrazioni locali).
Come funziona
Il pilot specifico che Unioncamere e InfoCamere svilupperanno nei prossimi mesi, sfrutta le potenzialità della tecnologia distribuita e prevede che un rappresentante d’impresa possa disporre della propria identità digitale, rilasciata grazie ad un’app che utilizza il riconoscimento facciale, per accedere al cassetto digitale dell’imprenditore (impresa.italia.it), lo strumento che attualmente consente a quasi 2 milioni di legali rappresentanti d’impresa di gestire – anche dallo smartphone o tablet e senza alcun costo – i documenti ufficiali della propria azienda depositati negli archivi della Camera di commercio.
In una fase successiva l’imprenditore potrà inoltre disporre, all’interno del proprio wallet, di un set di dati certificati (credential) relativi ufficiali alla propria azienda provenienti dal Registro delle imprese così da poter gestire e scambiare queste informazioni (proof) con terze parti e dimostrare il possesso dei requisiti richiesti.
Nel 2024 i risultati della sperimentazione
I risultati della sperimentazione sono attesi nei primi mesi del 2024 e permetteranno di sviluppare una visione su come queste tecnologie possano cambiare le modalità in cui le istituzioni governative e amministrative gestiscono le informazioni e i processi di cui sono responsabili.
Inoltre, porranno la base per la costruzione di una strategia programmatica, sia a livello nazionale che internazionale, per favorire lo sviluppo coordinato e inclusivo di nuovi servizi digitali.
Perché la trasformazione digitale del sistema-Paese possa produrre appieno le sue potenzialità è fondamentale coinvolgere il mondo delle imprese, soprattutto quelle meno strutturate e preparate ad affrontare i cambiamenti legati alle nuove tecnologie.
Accanto al necessario sforzo per favorire la crescita di una cultura digitale diffusa, sarà sempre più importante il ruolo delle istituzioni – in quadro di cooperazione sovranazionale – a presidio della fiducia nell’uso delle tecnologie digitali che, solo così, potranno essere socialmente accettabili e produrre i benefici attesi.