Come sottolineato anche nella strategia per la competitività, l’Europa sta affrontando una crisi di competenze che minaccia la sua competitività, la sua capacità di innovazione e “di adattarsi alle sfide globali”.
Indice degli argomenti
Il problema delle competenze in Europa e gli impatti sull’economia e la società
Le carenze di competenze sono diffuse e i dati, riportati nella Comunicazione della Commissione Europea di istituzione dell’Unione delle Competenze (“Union of Skills”) lo dimostrano da più punti di vista:
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- quasi quattro pmi su cinque hanno difficoltà a trovare lavoratori con le giuste competenze, in particolare in tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica. Le carenze probabilmente aumenteranno con il previsto calo della popolazione in età lavorativa da 265 milioni nel 2022 a 258 milioni entro il 2030;
- i sistemi educativi non tengono il passo con il cambiamento tecnologico, con quasi la metà dei giovani privi di competenze digitali di base e prestazioni in calo in matematica, lettura e scienze;
- solo il 40% degli adulti partecipa all’istruzione o alla formazione, ben al di sotto dell’obiettivo del 60%, e quasi la metà non possiede competenze digitali di base nonostante il 90% dei lavori le richieda.
Come sottolinea la Commissione, gli squilibri di genere nelle materie STEM, la mancanza di attrattiva e la governance frammentata aggravano ulteriormente il problema. Senza un intervento urgente, aumenterà la carenza di manodopera nei settori dove è presente un’alta domanda, come quelli relativi a tecnologie e innovazione, limitando la crescita economica dell’Europa, la competitività globale e i progetti sulla decarbonizzazione e la resilienza in tempi di crisi.
Per questa ragione, nel gennaio 2025 la Commissione ha presentato la bussola della competitività, una nuova tabella di marcia per favorire il dinamismo dell’Europa e stimolarne la crescita economica. L’Unione delle Competenze rappresenta una delle iniziative principali.
Obiettivi dell’Unione delle Competenze
Come ha sottolineato Roxana Mînzatu, Vice-Presidente esecutiva della Commissione europea: “La Union of Skills è la nostra strategia per aiutare le persone a rimanere al passo in un mondo che cambia rapidamente e per mantenere l’Europa competitiva ed equa. In Europa, mettiamo le persone al primo posto perché il successo di ogni individuo nell’apprendimento, nel lavoro e nella vita è fondamentale per la competitività e per una Unione stabile e resiliente.”
La visione e i filoni di attività di Union of Skills
L’Unione delle competenze si focalizza su quattro filoni d’attività:
- creare competenze per vite e lavori di qualità attraverso solide basi educative;
- aggiornare e riqualificare una forza lavoro agile per la transizione digitale e verde;
- far circolare le competenze in tutta l’UE per la competitività;
- attrarre, sviluppare e trattenere i talenti per il futuro dell’Europa.
Da qui ai prossimi anni, la Commissione lancerà una serie di azioni nell’ambito di ciascuno dei quattro filoni per realizzare l’Unione delle competenze, in stretta collaborazione con cittadini, aziende e istituti-agenzie di istruzione e formazione.
Creare le competenze necessarie
Uno degli obiettivi è raggiungere livelli più elevati di competenze attraverso istruzione e formazione, ad esempio attraverso il progetto pilota Basic Skills Support Scheme, a supporto delle competenze di alfabetizzazione, matematica, scienze, digitali e civiche. Le azioni proposte riguardano, in particolare, diversi livelli e tipi di istruzione e formazione, diversi gruppi di studenti e livelli di competenze.
Secondo la comunicazione istitutiva dell’Unione delle Competenze, per garantire lavori e vite di qualità, le competenze dovrebbero essere sviluppate attraverso solidi sistemi di istruzione e formazione professionale, in un approccio di apprendimento permanente. Per questo si prevede che verrà anche sviluppato un piano d’azione per le competenze di base, che si concentrerà sulle cause profonde delle carenze di competenze digitali di base, per consentire interventi puntuali e rapidi. Viene prevista anche la realizzazione di un’agenda per gli insegnanti e per la formazione, oltre il potenziamento della condivisione delle migliori pratiche innovative attraverso i progetti di collaborazione scolastica europea. Anche Erasmus+ sarà rafforzato per renderlo più inclusivo e accessibile a tutti, con particolare attenzione agli studenti con minori opportunità.
Aggiornare e riqualificare una forza lavoro agile
Un focus specifico è rivolto allo sviluppo delle opportunità di apprendimento permanente per gli adulti, così che possano aggiornare regolarmente le proprie competenze. L’aggiornamento regolare delle competenze e la riqualificazione dovrebbero essere una parte fondamentale della vita professionale delle persone. A questo scopo la Commissione svilupperà il progetto pilota Skills Guarantee che offrirà ai lavoratori coinvolti in processi di ristrutturazione o a rischio di disoccupazione l’opportunità di sviluppare il proprio percorso in un’altra azienda o in un altro settore.
Concentrandosi sul ruolo dell’istruzione e formazione professionale (IFP) nel sostenere la competitività e l’innovazione dell’UE, la nuova strategia europea per l’IFP affronterà le carenze e i mismatch di competenze migliorandone l’attrattiva, l’eccellenza, la qualità e la pertinenza del mercato del lavoro. La strategia affronterà anche il genere e altri stereotipi nelle scelte di studio e garantirà che l’istruzione e la formazione professionale siano un percorso di apprendimento apprezzato quanto l’istruzione superiore.
Le azioni includono anche un Patto per le competenze rafforzato e semplificato per migliorare e riqualificare più lavoratori nei settori strategici, che si baserà sui risultati dell’attuale Patto, in cui i suoi membri si sono impegnati a migliorare le competenze di 25 milioni di lavoratori entro il 2030, impegni che la Commissione chiede ai membri del Patto almeno di raddoppiare.
La Commissione esaminerà e rafforzerà anche l’implementazione delle Accademie delle competenze dell’UE, per fornire le competenze necessarie a soddisfare le dinamiche esigenze economiche in continua evoluzione. Le Accademie aiuteranno settori come la difesa e la tecnologia digitale, inclusi l’intelligenza artificiale, l’informatica quantistica e i semiconduttori.
Far circolare le competenze in tutta l’UE grazie a Union of Skills
L’obiettivo in questo filone di attività è favorire la mobilità delle competenze, e quindi il reclutamento da parte delle imprese in tutta l’UE, e la libera circolazione, delle persone qualificate, aprendo opportunità per lavoratori e imprese. In questo contesto si colloca,, ad esempio, l’Iniziativa Skills Portability Initiative che si propone di facilitare il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche in tutta l’UE, indipendentemente da dove siano state acquisite. Ciò è essenziale per evitare che le persone finiscano per lavorare in posizioni non corrispondenti alle proprie qualifiche e per migliorare il matching delle competenze nel mercato unico, contribuendo a “liberare il pieno potenziale del Mercato unico europeo”.
Altre azioni previste sono la promozione dell’uso di credenziali digitali interoperabili per aiutare e accelerare la comprensione e la trasparenza delle competenze e delle qualifiche, oltre che la definizione della laurea europea, che può facilitare lo sviluppo di programmi di studio europei congiunti. Sempre su questo filone di attività si collocano le iniziative di rafforzamento delle alleanze universitarie europee per uno status giuridico europeo idoneo per le alleanze di istituti di istruzione superiore. La Commissione lavorerà anche per un potenziale diploma europeo di istruzione e formazione professionale.
Attrarre, sviluppare e trattenere i talenti
Il quarto filone d’attività si propone di rendere l’Unione europea un polo di attrazione per i talenti chiave per l’economia europea, sia all’interno dell’UE che in tutto il mondo, ad esempio attraverso l’azione Choose Europe.
L’Unione delle competenze propone misure per attrarre e trattenere talenti da paesi terzi. Ciò include misure volte a rendere i sistemi di istruzione e formazione europei più attraenti per le persone al di fuori dell’UE, ma anche a facilitare l’assunzione di cittadini di paesi terzi. Saranno per questo potenziate le borse di studio Erasmus Mundus e l’attività promozionale “Studiare in Europa”. La Commissione istituirà anche la piattaforma per il Pool dei talenti dell’UE. Una strategia per i visti garantirà che studenti, ricercatori e professionisti qualificati provenienti da paesi terzi possano beneficiare di procedure più rapide per l’inserimento. Ciò contribuirà a colmare le carenze in settori chiave come ad esempio sanità e information technology.
Come si realizzerà l’Unione delle Competenze
Per realizzare l’Unione delle Competenze, la Commissione ha definito un modello di governance e avviata la definizione dei fondi necessari.
In particolare, per quanto riguarda
- la governance- realizzare l’Unione delle Competenze richiede una responsabilità collettiva e una maggiore ambizione, investimento e un’efficace attuazione delle riforme. La strategia prevede la costituzione di uno European Skills High-Level Board e di un osservatorio europeo permanente, lo European Skills Intelligence Observatory, che fornirà dati e previsioni riguardo all’impiego e alle esigenze di competenze (attuali e future) e consentirà di attivare allarmi precoci in caso di carenze di competenze in settori critici o strategici, valutando anche le prestazioni dei sistemi di istruzione e formazione. Lo European Skills High-Level Board dovrebbe riunire i principali stakeholder, tra cui leader aziendali, fornitori di istruzione e formazione e organizzazioni della società civile, per fornire approfondimenti e linee guida complete e intersettoriali sulle competenze ai decisori politici dell’UE, assicurando una visione coordinata e l’identificazione delle azioni necessarie per rafforzare il nostro capitale umano. Il Board sosterrà il lavoro della Commissione verso una raccomandazione dell’Unione Europea sul capitale umano e sulle raccomandazioni specifiche per paese nel ciclo del semestre europeo;
- i fondi- l’attuale bilancio dell’UE stanzia oltre 150 miliardi di euro in fondi per istruzione e competenze, anche attraverso programmi come ESF+, RRF, FESR, Erasmus+ e InvestEU. A questi primi fondi si dovranno aggiungere finanziamenti e iniziative al di là dei fondi UE sia nel settore pubblico che in quello privato. A tal fine, l’Unione delle competenze propone azioni per incentivare gli investimenti del settore privato in formazione, aggiornamento e riqualificazione, oltre che aiutare gli Stati membri a fare un uso appropriato delle possibilità di finanziamento dell’UE e delle partnership con la Banca europea per gli investimenti (BEI) e altre banche multilaterali o nazionali.
Creazione delle competenze: nuovi obiettivi per il 2030
Nella Comunicazione, per quanto riguarda il filone di attività della creazione delle competenze, la Commissione propone una serie di nuovi obiettivi da raggiungere entro il 2030:
- la quota di studenti con scarsi risultati in alfabetizzazione, matematica, scienze e competenze digitali dovrebbe essere inferiore al 15%, mentre la quota di studenti con ottimi risultati in alfabetizzazione, matematica e scienze dovrebbe essere almeno del 15%;
- la quota di studenti iscritti a discipline STEM nell’istruzione e formazione professionale dovrebbe essere almeno del 45%, con almeno 1 studente su 4 di sesso femminile;
- la quota di studenti iscritti a discipline STEM nell’istruzione di terzo livello dovrebbe essere almeno del 32%, con almeno 2 studenti su 5 di sesso femminile;
- la quota di studenti iscritti a programmi di dottorato in ICT dovrebbe essere almeno del 5%, con almeno 1 studente su 3 di sesso femminile.
Per tutte le azioni di questo filone di attività nella Comunicazione si prevede un percorso con alcune milestone principali, utile a disegnare l’evoluzione che ci si aspetta nel prossimo biennio:
- piano d’azione sulle competenze di base entro il Q1 2025;
- programma pilota di sostegno alle competenze di base entro il 2026;
- roadmap 2030 sul futuro dell’istruzione e delle competenze digitali entro il Q4 2025;
- iniziativa sull’intelligenza artificiale nell’istruzione entro il 2026;
- piano strategico per l’istruzione STEM entro il Q1 2025;
- agenda UE per insegnanti e formatori entro il 2026;
- quadro europeo delle competenze per il personale accademico entro il 2026;
- strategia europea per l’istruzione e la formazione professionale entro il 2026.
Il percorso contribuisce a creare le condizioni per un cambio di direzione che, come sottolineato nella Comunicazione, si può così sintetizzare: “Costruire competenze per la vita, tra cui media, alfabetizzazione digitale, pensiero critico o sicurezza informatica di base, è fondamentale per la preparazione complessiva dell’Europa di fronte alle crisi, anche in termini di resilienza democratica.”
Spunti e riflessioni conclusive su union of Skills
Credo sia da valutare molto positivamente questa rinnovata focalizzazione europea sul tema delle competenze, che penso sia fondamentale per il futuro dei nostri Paesi, soprattutto nel contesto di una evoluzione tecnologica, e dell’Intelligenza artificiale in particolare, orientata soprattutto da pochi operatori economici multinazionali, e quindi da una logica esclusiva di profitto.
L’iniziativa europea ha il pregio di considerare la necessità di un approccio organico, dalla scuola al mondo delle professioni e delle imprese, definendo le condizioni per un contesto europeo di crescita e mobilità. Rispetto alle diverse direttrici di evoluzione, ancora dei passi credo debbiano essere fatti in particolare nella direzione della messa a sistema dell’apprendimento permanente, fulcro principale di una effettiva infrastruttura di conoscenza.
Questo richiede da un lato scelte e investimenti per un sistema interoperabile di creazione e condivisione della conoscenza, basato su risorse aperte e riconoscimento condiviso delle competenze, dall’altro lo sforzo comune di costruzione di una infrastruttura del sistema educativo per l’apprendimento permanente con alcune caratteristiche principali, presenti nel piano di attuazione della Strategia nazionale per le competenze digitali e che già informano alcune delle iniziative che troviamo finanziate nel PNRR (ad esempio nell’investimento 1.7 nella Missione 1 Componente 1, che riguarda le competenze digitali di base):
- capillarità, intesa come presidio fisico nei territori (penso alle scuole e ai Punti Digitale Facile) e nelle sedi lavorative (secondo la logica delle palestre educative), a cui si collega la rete digitale di offerta di servizi e contenuti educativi;
- puntualità, intesa come proposizione di contenuti e percorsi di apprendimento immediatamente declinabili nelle attività quotidiane e lavorative;
- dinamicità, in quanto è importante che i percorsi di apprendimento siano costantemente allineati alle esigenze dell’evoluzione della società onlife, in termini di contenuti e di metodologie.
La costruzione e la governance di questa infrastruttura diventa, allo stesso tempo, condizione e garanzia del presidio dell’adeguamento delle competenze della popolazione alle esigenze sociali ed economiche e quindi dell’efficace contrasto delle disuguaglianze, oltre che essere una delle condizioni principali perché la società civile sia in grado di partecipare alle scelte sull’orientamento dell’evoluzione tecnologica e quindi possa contribuire attivamente alla costruzione del futuro, andando così oltre la (necessaria) reattività alle crisi.
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