Il progetto si chiama Wind of Change 5.0 (WoC 5.0). Il suo scopo è quello di testare e perfezionare una modalità di progetto innovativa. Per creare non solo le basi per il successo di un’idea progettuale sul mercato dei beni e dei servizi, ma anche per mettere in piedi un processo di miglioramento continuo del livello di benessere percepito nell’ambito dell’ecosistema ovvero della comunità in cui un’azienda o un’organizzazione si trova ad operare.
Wind of Change 5.0, l’idea
Una iniziativa imprenditoriale o un progetto organizzativo se ben progettato, costituisce un passo importante nella direzione della realizzazione del modello della Society 5.0, ovvero una società finalmente centrata sull’essere umano, tesa a soddisfare in maniera sostenibile tutti i suoi bisogni di natura economica e sociale [Fukuda, 2020].
Il nostro paese, al pari di molte altre nazioni, sta sperimentando ormai da tempo una forte crisi economica, che è andata intensificandosi con la recente emergenza pandemica e con il protrarsi del conflitto in Ucraina.
In un periodo che è anche caratterizzato dalla continua evoluzione dei prodotti e dei servizi richiesti dagli utenti, è diventato quindi di fondamentale importanza poter garantire una sufficiente spinta innovativa alla propria azienda od organizzazione con un minimo investimento di risorse. Solo in questo modo si può conferire a un’idea progettuale un sufficiente carattere di resilienza in grado di farle avere successo.
Un obiettivo comune per gli stakeholders
La spinta innovativa può provenire solo dall’interno dell’ecosistema in cui si trova ad operare l’organizzazione, e per conseguire i risultati più efficaci ed efficienti, è importante che tutti gli stakeholders coinvolti nel progetto condividano una sorta di obiettivo comune, dai risvolti anche sociali, verso cui convergere congiuntamente.
La metodologia WoC 5.0 fa leva sui principali fattori che abilitano e facilitano gli scambi di conoscenza nell’ambito dell’ecosistema in cui si collocano le organizzazioni, migliorando le condizioni ambientali (il senso di comunità) e favorendo la produzione di idee innovative.
Il modello McMillan e Chavis
McMillan e Chavis [1986] hanno sviluppato un modello a quattro dimensioni per caratterizzare il generale senso di comunità all’interno di una generica rete di lavoratori.
Queste sono il senso di appartenenza al gruppo (membership), il senso di influenza (influence), ovvero la capacità di influenzare gli altri membri del gruppo, il senso di integrazione (integration) ovvero la capacità di vedere soddisfatti i propri bisogni e la connessione emotiva condivisa (shared emotional connection), ovvero la condivisione di una vision comune unita ad un senso di impegno e fiducia nelle esperienze condivise.
Per poter meglio descrivere il senso di comunità un ricercatore [Lappalainen, 2021] ha suggerito di inserire anche la dimensione del senso di professionalità (professionalism) ovvero la percezione del proprio ruolo riconosciuto dagli altri pari che si matura all’interno della comunità.
In altri termini i lavoratori tendono a considerarsi tutti come professionisti prendendo seriamente il loro ruolo nella misura in cui altri lavoratori che operano nella stessa organizzazione o iniziativa progettuale tendono parimenti a farlo.
Conta il bene comune
Per quanto riguarda il processo di creazione di innovazione Konno e Schillaci [2018] hanno perfezionato la metodologia del Purpose Engineering allo scopo di allineare i micro-obiettivi dei singoli soggetti/individui con il Big Purpose orientato al bene comune.
Secondo Konno l’innovazione nella società e nella economia della conoscenza non deve basarsi sulla strategia gestionale convenzionale, che considera i dipendenti solamente come risorse ed i clienti solo come consumatori, ma su un modello di ecologia della conoscenza centrato sull’essere umano (human-centered) che permetta di raggiungere nuovi punti di vista (new perspectives) facendo leva sui tre elementi dell’obiettivo comune (purpose), dell’empatia (passion) e del luogo (place).
Migliorare il senso di comunità
La metodologia WoC 5.0 si basa proprio da una parte sul miglioramento del senso di comunità che si respira nell’ambito di una organizzazione, agendo sugli elementi del place (con il rafforzamento del senso di appartenenza e di integrazione nell’ambito della comunità) e della passion (con il rafforzamento del senso di influenza e professionalità), e dall’altra sulla definizione di uno o più purposes condivisi con lavoratori operanti nella medesima comunità professionale o nel medesimo ecosistema.
Per i purposes adottabili dalle organizzazioni italiane la metodologia WoC fa riferimento a quelli specificati all’interno delle sei Missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute).
Come funziona WoC 5.0
La metodologia WoC 5.0 prevede una prima fase di indagine (attraverso un questionario online che viene somministrato ai lavoratori delle organizzazioni coinvolte) in cui si valuta lo stato di salute delle singole organizzazioni. Lo si fa analizzando principalmente le dimensioni della passion e del place del tetraedro di Konno [2018] e si cercano di inquadrare gli obiettivi (purposes) dei lavoratori assieme alle loro conoscenze e competenze.
Nella seconda fase della metodologia WoC 5.0 si ricorre alla Theory of Change [ToC, 2021], un processo rigoroso e partecipativo nel quale differenti gruppi e portatori di interesse nel corso di una pianificazione articolano i loro obiettivi di lungo termine e identificano le condizioni che essi reputano debbano dispiegarsi affinché tali obiettivi possano essere raggiunti.
Definire il Big Purpose
Sulla base delle risultanze del questionario preliminarmente somministrato ai lavoratori, si identificano gli stakeholders che caratterizzano l’ecosistema in cui si collocano le organizzazioni. Con il coinvolgimento dei referenti di tutti gli stakeholders viene scelto il Big Purpose dell’ecosistema, e si individuano le opportunità che si possono sfruttare (es. sinergie con altre iniziative o il ricorso a risorse esterne esistenti).
Una volta raggiunto con i vari stakeholders un accordo sulla definizione della situazione attuale e di quella che si desidera raggiungere, vanno chiarite le linee di intervento delle organizzazioni coinvolte nell’idea progettuale, assieme agli impatti che queste devono conseguire. Definite le linee di intervento e gli impatti da valutare, devono essere scelti gli indicatori più idonei per la loro misurazione.
Si valutano infine gli effetti provocati sulle singole organizzazioni dalle attività portate avanti dal gruppo di stakeholders, riproponendo il medesimo questionario iniziale ai lavoratori. Tutto questo serve per innescare un processo di miglioramento continuo atto a migliorare lo stato di salute delle aziende e delle organizzazioni afferenti al medesimo ecosistema assieme al benessere della comunità locale in cui sono inserite.
In che ambiti si applica e che tempi ha WoC 5.0
La metodologia WoC 5.0 può essere applicata a qualsiasi ambito organizzativo, sia pubblico che privato, e può fornire un valido supporto per favorire la spinta innovativa all’interno di qualsiasi tipologia di ecosistema.
Si è iniziato a sperimentare alcune fasi della metodologia WoC 5.0 (specie quelle preliminari con il progetto del questionario rivolto ai lavoratori e la relativa somministrazione) coinvolgendo alcuni coworking spaces operanti nella regione Marche. I dati raccolti sono serviti per inquadrare le competenze e gli interessi dei coworkers.
Tale base di conoscenza potrebbe essere già utilizzata per organizzare corsi di formazione/aggiornamento o gruppi di apprendimento collaborativo basati sulla ToC per favorire la nascita o il rafforzamento delle relazioni collaborative tra i coworking spaces esaminati e le organizzazioni che operano nei medesimi ecosistemi [Lella, 2022].
L’ecosistema “Sanità”
La metodologia WoC 5.0 può essere applicata efficacemente anche all’interno dell’ecosistema “Sanità” previsto dal Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, nell’ambito dello sviluppo di soluzioni innovative per migliorare i servizi sanitari, limitare gli sprechi e le inefficienze, migliorare il rapporto costo-qualità dei servizi sanitari e ridurre le differenze tra i territori [PTIPA, 2019].
Il progressivo invecchiamento demografico che si sta verificando in Italia sta portando alla nascita di nuovi bisogni da parte della popolazione anziana ed alla crescita della domanda di beni e servizi per la loro cura ed assistenza. Tale bisogno va soddisfatto tenendo conto anche di altre esigenze del sistema Italia, tra cui la necessità di limitare la spesa pubblica e di gestire squilibri e disuguaglianze sociali.
Per rispondere a questi bisogni l’approccio seguito dal paradigma della Society 5.0 è proprio quello di coniugare la tecnologia alla collaborazione, per convogliare il potenziale offerto dall’innovazione verso la risoluzione dei problemi sociali [The European House – Ambrosetti, Hitachi, 2020].
Gli ecosistemi della Pubblica Amministrazione, tra cui quello della Sanità, sono caratterizzati dalla presenza di reti dinamiche di collaborazione che coinvolgono varie tipologie di stakeholder, dalle pubbliche amministrazioni alle imprese, all’università, ai centri di competenza e di servizio. Ecco quindi che la metodologia WoC 5.0 potrebbe servire per facilitare la collaborazione e lo scambio di conoscenza tra tutti gli attori afferenti all’ecosistema sanitario.
Creare una “rete delle idee”
E’ importante ricorrere a piattaforme Web 2.0 per favorire lo sviluppo di una “rete delle idee” in continua evoluzione, a partire dalla rete sociale degli attori coinvolti. In questo modo si arriva a documentare, in una sorta di digital storytelling o diario di bordo, tutti i risultati conseguiti dai partecipanti, innescando un processo di ricerca continua dell’innovazione facendo leva sul meccanismo premiante dato dalla visibilità in rete delle idee più innovative sviluppate dai singoli professionisti [Lella e Licata, 2007].
La metodologia WoC 5.0 andrebbe applicata regolarmente, almeno a cadenza annuale se non semestrale nei settori produttivi più innovativi, per permettere alle organizzazioni di continuare a produrre servizi e prodotti innovativi rimanendo un punto di riferimento per la comunità locale in cui operano.
Riferimenti
[Fukuda, 2020]
Fukuda K., “Science, technology and innovation ecosystem transformation toward Society 5.0”, International Journal of Production Economics, vol.220, 2020
[Konno e Schillaci, 2018]
https://researchmap.jp/konno-n/published_papers/33826434/attachment_file.pdf
[Lappalainen, 2021]
https://helda.helsinki.fi/dhanken/handle/10227/441235?locale-attribute=en
[Lella, 2022]
Chiara Lella, “Wind of Change 5.0 – A coworking space design”, tesi di laurea, corso di laurea triennale in Economia e Commercio, Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali, Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Economia, 2022.
[Lella e Licata, 2007]
[0705.1084] A New Model for the Organizational Knowledge Life Cycle (arxiv.org)
[Mc Millan e Chavis, 1986]
[PTIPA, 2019]
Piano triennale ICT | 7. Ecosistemi (italia.it)
[The European House – Ambrosetti, Hitachi, 2020]
Verso una Società 5.0 (social-innovation.hitachi)
[WoC, 2021]
https://www.theoryofchange.org/what-is-theory-of-change/