videogame culture

Il lavoro di “YouTube gamer”: come evolve il fenomeno

La nuova generazione di internet brama la fama che nasce dalla condivisione delle partite ai videogame su YouTube. Ma cosa spinge i ragazzini a desiderare questo tipo di successo? Da desiderio di condivisione e mezzo per esprimere una parte di sé, oggi i gamer puntano ai guadagni “facili”

Pubblicato il 23 Set 2020

Debora Revello

esperta in scienze e tecniche psicologiche

youtuber

All’età di 12-13 anni l’occasione di poter guadagnare giocando alla playstation risulta essere più che allettante. Ed è questa la motivazione ala base del fenomeno mediatico del momento: quello dei gamer che filmano le loro partite accompagnandole con commenti e battute e pubblicano il tutto su YouTube.

Il “fenomeno” dei gamer su YouTube con il tempo ha assunto sempre più importanza, raccogliendo consensi sopratutto nella fascia della prima adolescenza.

Ma come nasce questo “mito”, dove sta andando e cosa spinge migliaia di ragazzini a bramare questo tipo di vita?

Diventare gamer su YouTube

Cominciamo da un assunto: diventare un gamer su Youtube non può essere definito positivo o negativo in sé. Come in tutte le cose, è l’uso che se ne fa a determinarne la valenza.

E sono moltissimi i ragazzi che hanno deciso di portare su Youtube le proprie partite. Al momento, il canale di gaming italiano con più iscritti risulta essere FavijTV con più di 5 milioni di seguaci, ma dopo di lui sono moltissimi i canali di questo tipo, con una altrettanto folta schiera di follower.

Il gamer, in questo caso, riprende lo schermo del dispositivo che sta utilizzando per giocare e, se lo desidera, accompagna la partita con un piccolo riquadro raffigurante la propria faccia. Di sottofondo si possono, inoltre, ascoltare i commenti che fa durante il gioco.

I maggiori canali di gaming sono gestiti per lo più da ragazzini, che al momento della loro iscrizione al sito non avevano ancora raggiunto la maggiore età. Nei loro contenuti tentano di portare una parte di se stessi, cercando una condivisione con altri coetanei. In effetti inizialmente era nato tutto così, per caso. Gli stessi youtuber hanno ammesso che la loro attività è nata all’interno della propria cameretta, in un momento di noia, per provare qualcosa di nuovo. In ogni caso, la motivazione è in generale sempre stessa: la condivisione e quindi la socialità.

Creare un video di gaming: il lavoro creativo

L’essere umano, per natura, sente il bisogno di aprirsi agli altri per comunicare qualcosa, condividere le proprie passioni e lasciare una traccia della propria esistenza, come potrebbe essere una semplice partita al proprio videogioco preferito. Infatti, nove o dieci anni fa, nessuno di questi ragazzini, o quasi, si sarebbe aspettato di godere la fama che ha oggi.

Creare un video ha principalmente un significato creativo. Non ci si limita solo a giocare e a registrarsi. Si tratta di trasmettere agli spettatori il proprio divertimento, cercando di intrattenere gli altri con commenti divertenti e battute esilaranti, in modo tale da creare una connessione virtuale con persone che non si conoscono realmente, ma che, potenzialmente, possono diventare parte della nostra rete, iniziando un rapporto di scambio reciproco.

La stessa attività di montaggio ha un valore espressivo. Chi monta il video decide cosa rendere visibile e cosa tagliare, in modo tale che il contenuto finale possa essere soddisfacente ed avere una forte impronta personale. Alcuni youtuber hanno ribadito più volte l’importanza del lavoro di creazione che avviene dietro la videocamera, perché ogni video è un pezzettino di sé e l’intero canale diventa lo specchio di un’importante parte della personalità di questi ragazzi.

Il fenomeno mediatico

Le numerose iscrizioni che si sono agglomerate attorno ai canali di gaming hanno fatto sì che questi aumentassero di popolarità, costruendo un vero e proprio fenomeno mediatico e dando origine al “mito dello youtuber”.

Il processo di creazione del mito è una delle branche della storia della mentalità. Il mito novecentesco del leader carismatico in grado di risolvere tutti i problemi affonda le sue origini nella tendenza ad ascrivere al capo carismatico poteri magici. Basti pensare ai re francesi ritenuti in grado in guarire malattie infettive. È analizzando la propaganda, le produzioni artistiche, i monumenti che si può ricostruire la nascita del mito in una società. In futuro saranno i video, le iscrizioni, i commenti, le donazioni su twitch, le folle nei supermercati a rendere conto della nascita dei processi mentali che hanno decretato la nascita di nuovi eroi teenager[1].

Ciò che permette a questi video di avere così successo è la presa che hanno sui ragazzi del nuovo millennio. I nativi digitali sono la generazione delle immagini, della velocità e dei contenuti ricchi di stimoli fugaci. Si annoiano di fronte ad un film perché richiede loro un periodo di attenzione troppo lungo, mentre riescono a sostenere i capitoli di una serie TV e si divertono moltissimo davanti ad un video di appena 10 minuti.

Se prima il mondo poneva le proprie fondamenta sul testo, adesso è l’epoca dell’icona; una nuova cultura che impone il primato dell’immagine sulla parola, proprio come afferma Bela Balazs nella sua opera “L’uomo visibile”. Parallelamente a questo fenomeno è aumentato il numero di canali presenti su Youtube. Se prima era una cosa del tutto inusuale, adesso avere un profilo youtube appare del tutto normale; è parte integrante dell’identità digitale di ciascuno.

Le aspettative degli aspiranti Youtube gamer

Ciò che è cambiato è la motivazione che sottende la creazione di un canale online e la pubblicazione dei propri video. Se prima vi erano la passione, la condivisione e il divertimento senza aspettativa, adesso i ragazzini che si cimentano in questa attività non risultano più essere senza aspettative. Guardando i propri idoli e partecipando ai loro raduni. Hanno esperito la fama di coetanei circondati da milioni di fan, impegnati solo in videogiochi, autografi e show sul palco. A seguito di tutto ciò potrebbe venire naturale pensare “perché non lo posso fare anche io?”. In fondo ciò che salta all’occhio è la vita che gli youtuber mostrano e che può garantire anche un cospicuo guadagno economico, un’idea che spesso viene alimentata dagli articoli che rendono pubblico il guadagno spropositato di questi “artisti online”, nonostante i diretti interessati cerchino di smentire più volte quelle cifre poco veritiere.

Mentre gli adulti denigrano la possibilità di poter guadagnare uno stipendio in questo modo, perché i veri lavori sono altri, la nuova generazione di internet brama questo tipo di vita.

È molto facile associare la parola “lavoro” alla parola “fatica”, perché il senso comune ci ha insegnato che per potersi guadagnare una vita economicamente dignitosa è necessario lavorare duramente, di conseguenza il pensiero di poter essere pagati per giocare e pubblicare il proprio divertimento risulta essere surreale per la generazione adulta, ma ricca di opportunità per la generazione adolescente. Ciò non toglie che, per arrivare a determinati livelli, anche gli stessi grandi canali Youtube non abbiano dovuto impegnarsi per ottenere il loro successo.

Da questo punto di vista si può pensare che il senso di condivisione, che ha dato origine ai primi canali, sia passato in secondo piano. Ciò che conta è farsi conoscere, rischiando però di ridursi ad imitare chi ha avuto già successo, portando delle ricadute negative sull’originalità. Infatti, la nascita di un canale e l’upload di un nuovo video è, per la maggior parte delle volte, seguito da tantissimi commenti che il piccolo youtuber, approdato da poco sulla piattaforma, lascia sotto i video dei canali più grandi di lui, con la speranza di essere corrisposto e trovare una maggiore visibilità, perché è il numero degli iscritti che conta, assieme alle visualizzazioni al video e al numero di like. È solo una questione di cifre, perché sono quelli i dati che, eventualmente, potranno trasformarsi in uno stipendio.

In questo contesto ritroviamo, inoltre, la fusione tra il divertimento e un mezzo di espressione, che risulta essere influente in un’età critica come l’adolescenza, caratterizzata da grandi cambiamenti fisici e psicologici.

Conclusioni

È possibile che caricare un video sulla piattaforma online permetta agli adolescenti di esprimere una parte di sé, che altrimenti potrebbe non avere la stessa possibilità di essere vista e riconosciuta. Attraverso i commenti degli spettatori, è possibile ricevere un importante feedback con il quale ricavare informazioni sul proprio lavoro e indirettamente anche sulla propria persona. Di conseguenza, anche una partita a un videogioco online diventa un importante mezzo per conoscere se stessi, informazioni preziose per il giovane essere umano, che è sempre alla ricerca di nuovi modi per capire a fondo la propria personalità e il proprio essere, dati, questi, indispensabili per l’intero percorso di vita.

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  1. Cfr. Lorenza Saettone, The web. Coronavirus e Web 2.0: domande e risposte della filosofia, Miscellanea, INC, 2020.

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