Gara per la digitalizzazione degli archivi del catasto e le biblioteche: il dado è tratto. La seconda gara per arricchire e organizzare il patrimonio culturale digitale nazionale è stata pubblicata il 4 ottobre da Invitalia, in qualità di centrale di committenza unica per i progetti di digitalizzazione del patrimonio culturale previsti dal PNRR. Le offerte dovranno pervenire entro il prossimo 7 novembre.
La gara ha un valore di 27,9 milioni di euro e costituisce uno degli interventi più significativi mai condotti nel settore sia livello sia italiano sia europeo.
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Digitalizzazione archivi catasto e biblioteche, come funziona la gara
È strutturata in 7 lotti geografici che coinvolgono regioni del Nord, del Sud e delle Isole per l’aggiudicazione di altrettanti accordi quadro con più operatori economici. Inoltre, ogni lotto geografico prevede la distribuzione in cluster degli specifici Progetti di digitalizzazione in capo ai diversi soggetti destinatari. Le attività di digitalizzazione saranno affidate a più operatori economici affinché si possano rispettare i vincoli temporali e gli obiettivi del PNRR.
Inoltre, l’accordo quadro multilaterale fungerà da supporto alla governance del progetto in modo da
- permette alla Pa di accelerare l’attuazione del PNRR;
- favorire la più ampia partecipazione e l’individuazione di molteplici operatori qualificati;
- consentire al mercato di organizzare l’offerta a fronte di una domanda ingente dal punto di vista quantitativo e sfidante dal punto di vista tecnologico.
Due i filoni di investimento e, precisamente:
- Settore archivistico – La digitalizzazione degli archivi catastali degli Archivi di Stato di 19 capoluoghi di Regione di tutta Italia in modo tale da garantire la consultazione on line di una risorsa essenziale per conoscere la storia del territorio e delle comunità.
- Settore biblioteche – La digitalizzazione dei giornali quotidiani pubblicati in diverse città d’Italia nel periodo 1861-1955 e conservati attualmente nei fondi delle Biblioteche Nazionali Centrali di Firenze e Roma e delle Biblioteche Nazionali di Milano e di Napoli.
Il progetto comporterà un notevole incremento delle collezioni digitali nazionali – i.e. ben 33 milioni di nuove risorse digitali corredate di metadati descrittivi atti a facilitarne la reperibilità all’interno della Digital Library nazionale – in linea con uno degli obiettivi di lungo periodo contenuti nel PNRR, contribuendo, altresì, al raggiungimento del target europeo di programma, i.e. 65 milioni di risorse digitali pubblicate e accessibili per mezzo della Digital Library entro la fine del 2025.
Digitalizzazione come leva strategica per la memoria storica
La digitalizzazione del patrimonio degli archivi catastali e dei quotidiani editi nel periodo 1861-1955 è un fondamentale generatore di valori all’interno della società, convertendosi in una leva strategica atta a custodire quanto abbiamo ereditato dal passato per costruire il senso del presente e proiettare i nostri valori verso il futuro.
Grazie alle tecnologie digitali siamo in grado di delineare nuovi scenari di comunicazione, condivisione e scambio creando un nuovo contesto valoriale e nuove forme di funzione, salvaguardando la memoria storica dai rischi di deperimento. Tuttavia, sarà necessario dotarsi di una strategia atta ad armonizzare la dimensione culturale dei materiali da digitalizzare con la gestione tecnologica degli stessi in modo da garantire un’innovazione delle modalità di consultazione degli utenti interni ed esterni, così come indicato dal Piano Nazionale di Digitalizzazione del patrimonio culturale (PND) fornito dall’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library del Ministero della Cultura nell’ambito del Programma Next Generation EU.
Il caso dell’Archivio di Stato di Milano
L’iniziativa, come prevedibile, è stata accolta con il massimo interesse dai massimi responsabili del settore. Benedetto Luigi Compagnoni, Direttore dell’Archivio di Stato di Milano, che conserva secoli di documenti pubblici e privati, tra i quali le più preziose testimonianze del nostro Risorgimento, così commenta ad AgendaDigitale.eu: “Anche l’Archivio di Stato di Milano partecipa all’iniziativa. La documentazione milanese da digitalizzare è di 5611 registri e 770 cartelle del catasto post unitario (1897/1902), pari a circa 900 metri lineari, l’unità di misura degli archivi. Per dare un’idea, con un calcolo molto approssimativo, la lettura per soli dieci minuti di tutti questi documenti (3 milioni di fogli circa), richiederebbe ad una persona più o meno 60 anni. È quindi comprensibile l’interesse e l’utilità dell’iniziativa, i cui vantaggi sono molto importanti”.
Non un traguardo finale, per Compagnoni, “ma bisogna riconoscere che la digitalizzazione di per sé non è sufficiente. Non a caso il capitolato della gara prevede che, prima dell’attività di digitalizzazione vera e propria, vengano effettuate la cartulazione dei documenti, la descrizione archivistica e la metadatazione degli stessi, secondo le indicazioni fornite dalla Digital Library, l’ufficio creato appositamente dal MIC per la conservazione digitale. In questo modo si evita di avere uno scatolone di foto impossibili da ricercare, creando invece un database facilmente consultabile. La digitalizzazione semplifica la consultazione e la estende illimitatamente nello spazio, ma crea anch’essa delle problematiche che non sono state completamente risolte”.
“In particolare – prosegue Compagnoni -, la conservazione degli archivi digitali nel tempo è una frontiera ancora non del tutto esplorata. L’Archivio di Stato di Milano conserva un documento longobardo del 721, la più antica pergamena degli Archivi di Stato d’Italia, perfettamente leggibile ed intatta, anche se mostra i segni del tempo. La sfida è quella di riuscire a protrarre anche la conservazione digitale per 1300 anni e più, come per i documenti analogici. Una sfida che gli informatici e gli archivisti stanno affrontando da alcuni anni e che ci auspichiamo riescano a vincere a breve”.
Conclusione
Grazie alla digitalizzazione, l’accesso ad una moltitudine di dati si converte sia in una straordinaria opportunità di ricerca per gli addetti ai lavori sia un mezzo per veicolare ed assicurare ad un pubblico più vasto la fruibilità di un materiale prezioso. Ma le tecnologie digitali, pur detenendo un enorme potenziale, devono essere diffuse ed affidabili. Pertanto, è quanto mai fondamentale che la digitalizzazione dei documenti oggetto di questa gara sia svolta attraverso una strategia sistematica e di lungo periodo in modo tale da cogliere i benefici scaturiti da una società sempre più digitalizzata.
Concludendo, il processo di digitalizzazione delle informazioni e della memoria delle stesse deve essere sottoposto ad un monitoraggio e presidio di tutte le fasi del ciclo di vita del documento informatico, inclusa quella della conservazione. In altre parole: il passaggio dall’analogico al digitale deve essere supportato dalla definizione di procedure, dalla gestione dei rischi, della continuità delle operazioni e della cybersecurity per tutelare nel tempo i documenti, le informazioni e la loro memoria.