Una delle principali innovazioni introdotte dalla tecnologia blockchain consiste nella possibilità di creare token crittografici, ossia rappresentazioni digitali di valori, risorse, diritti di proprietà o di utilizzo, identità digitali e certificati, e di effettuare transazioni di questi ultimi in modo sicuro pur in assenza di terze parti fidate come intermediari e garanti delle transazioni. Inoltre, gli smart contract (software che eseguono in modo automatico un accordo tra parti, al verificarsi di determinate condizioni) permettono di programmare e automatizzare tali transazioni che saranno eseguite all’interno di una piattaforma di computazione globale e decentralizzata.
La tokenizzazione può essere descritta come la conversione del valore in una forma digitale o, più precisamente, la creazione di un sistema economico autoregolato governato da regole decise e programmate da chi si occupa del design dei token. Da ciò deriva la possibilità di disintermediare modelli di business e di governance altrimenti centralizzati, pur garantendo la fiducia tra le parti. Un’altra applicazione rilevante della tecnologia blockchain sono le DAO (Decentralized Autonomous Organization): organizzazioni digitali gestite da regole codificate tramite smart contract. In una DAO, le decisioni vengono prese collettivamente dai membri, spesso attraverso meccanismi di voto basati su token, che consentono una gestione trasparente e decentralizzata. Questo tipo di struttura permette a una comunità di autogovernarsi, rendendo il processo decisionale meno soggetto a influenze centralizzate.
Criptovalute e finanza decentralizzata
La tecnologia blockchain ha aperto nuove possibilità per scambi e transazioni finanziarie senza intermediari, affermandosi prima con le criptovalute e rendendo possibile la rivoluzione della finanza decentralizzata (DeFi). La DeFi sfrutta gli smart contract per creare servizi finanziari come investimenti, trading, risparmi, e assicurazioni, tutti accessibili in modo diretto tra utenti, senza la necessità di banche o istituzioni finanziarie centralizzate. Questo favorisce l’autonomia degli utenti e riduce i costi di intermediazione. Le criptovalute, come Bitcoin e Ether, rappresentano un esempio concreto di moneta nativamente digitale e decentralizzata basata su blockchain, orientata a transazioni globali, sicure e veloci tra individui.
L’uso di smart contract ha permesso alle piattaforme blockchain di essere utilizzate in altri ambiti quali la gestione delle identità digitali, la gestione di attestati di proprietà, la tracciabilità delle filiere, la gestione di reti peer-to-peer di produzione e consumo di energia. Ad oggi, le stesse tecnologie risultano ancora relativamente poco diffuse, o meno mature, nell’ambito della partecipazione della cittadinanza alla vita civica, democratica ed economica della propria comunità locale di appartenenza. In questo ambito è necessario fare una premessa che precede l’uso dello strumento tecnologico e lavorare prima sui principi e sui modelli che permettono di realizzare dinamiche di partecipazione e collaborazione.
Blockchain per le Comunità locali
Parlando di blockchain per le comunità locali ci riferiamo a strumenti pensati per sostenere la partecipazione delle persone alla vita sociale ed economica dei contesti territoriali e relazionali in cui si vive la propria quotidianità sociale e lavorativa, e in particolare:
- processi di co-produzione di servizi di pubblico interesse, in collaborazione tra pubbliche amministrazioni e cittadini: ad esempio, tramite i Patti per l’amministrazione condivisa di beni comuni urbani, introdotti ad esempio in città come Torino e Bologna.
- iniziative di auto-organizzazione della società civile sotto forma di economie sociali e solidali ed economie collaborative, anche di tipo informale. Ad esempio: co-gestione di spazi condivisi, redistribuzione di prodotti derivanti dalla gestione di beni comuni (come ad esempio gli orti collettivi, sistemi di prestito di oggetti di uso quotidiano (secondo il modello delle cosiddette “biblioteche degli oggetti”), sistemi di aiuto reciproco o di scambio di competenze di tipo mutualistico (secondo il modello delle cosiddette “banche del tempo”).
- processi di governance democratica e partecipativa di organizzazioni della società civile, o di aggregazioni non formali coinvolte nei processi citati in precedenza.
Importante fare una precisazione riguardo all’utilizzo del termine economie collaborative. Il corrispondente inglese sharing economy è spesso associato a termini come gig economy, e platform economy, e in generale all’utilizzo di piattaforme digitali per scambi peer-to-peer di tipo commerciale. Parte di questo fenomeno ha portato alla mercificazione delle relazioni sociali e alla proliferazione di piattaforme digitali a carattere estrattivista. E’ da questo tipo di risultati che si intende prendere le distanze, mettendo le tecnologie digitali a servizio di economie sociali collaborative, realmente orientate alla generazione di valore per i territori e le comunità, abilitando anche. Mettere la tecnologia blockchain a servizio delle comunità locali significa invece considerare quei modelli di economia collaborativa sociale e di comunità.
Le potenzialità della tokenizzazione
Le interazioni sociali ed economiche appena citate prendono forma in comunità locali (comuni, quartieri, distretti produttivi e commerciali…) che a loro volta sono organizzate in gruppi composti da cittadini, attività economiche, associazioni e enti pubblici, ognuno governato con regole e strumenti diversi, ma interconnessi. In questi ambiti, strumenti digitali come le tecnologie civiche possono essere utilizzati sia per potenziare interazioni già esistenti (come avviene ad esempio, con piattaforme per l’e-democracy o con strumenti di crowdsourcing e crowdmapping), sia per regolare interazioni non formalizzate e fare emergere il valore sociale ed economico che queste generano (come nel caso della co-gestione di beni comuni, o di azioni di cura nei confronti dell’ambiente e della comunità).
Le potenzialità della blockchain legate al trasferimento sicuro di valori, alla disintermediazione e all’abilitazione della fiducia sono interessanti anche in questi ambiti. La tokenizzazione, gli smart contract e le economie tokenizzate possono offrire strumenti comuni e interoperabili per facilitare la circolazione e la (ri)allocazione di varie risorse, che sono fondamentali per la sostenibilità sociale, economica e ambientale della comunità di riferimento; per rappresentare le regole di funzionamento di una comunità e per darne attuazione, per e creare nuovi servizi inter-comunità. Nello specifico:
- Token per rappresentare diversi tipi di valori, monetari e non monetari, materiali e immateriali. I token possono assumere la forma di moneta e avere una funzione di scambio oppure possono rappresentare digitalmente diritti di accesso, buoni sconto, o valori immateriali come tempo e competenze. Si possono inoltre progettare sistemi dove più forme di valore digitale possono essere scambiate attraverso meccanismi di riconoscimento della partecipazione: a fronte di un’attività svolta, ad esempio, si possono ricevere token reward da usare per accedere a vantaggi e servizi.
- Token di governance: permettono di partecipare ai processi decisionali di un dato ecosistema. In un contesto di comunità possono essere utilizzati ad esempio per votare proposte civiche riguardanti la gestione di spazi pubblici.
- Smart contract: possono essere utilizzati per creare e distribuire token in modo automatizzato e personalizzato in base alle esigenze della comunità di riferimento. Questo meccanismo può creare e aumentare la fiducia tra gli utenti e incoraggiarli a stabilire nuove forme di lavoro collaborativo
- Decentralized Autonomous Organizations: la blockchain fornisce un’infrastruttura di governance decentralizzata, per la gestione di associazioni e organizzazioni che necessitano di un dispositivo di coordinamento orizzontale che faciliti la collaborazione e i processi decisionali. In contesti comunitari, le DAO possono rappresentare uno strumento efficace anche per la suddivisione di compiti e ruoli, in casi di gestione di risorse e spazi condivisi come orti urbani o spazi di co-working.
In generale, la combinazione di questi meccanismipermette di aumentare o rafforzare la fiducia all’interno di un comunità, ridefinendo le pratiche di scambio in modo decentralizzato, aprendo così nuove possibilità di azione e iniziativa da parte dei singoli partecipanti. Allo stesso tempo, utilizzare dei token crittografici con uno standard comune rende tali strumenti interoperabili, e permette a diverse comunità locali di scambiare i rispettivi token o coordinare le proprie regole di interazione, creando occasioni di collaborazione e scambio di risorse e servizi.
La sfida: strumenti digitali e blockchain per creare relazioni
Attualmente, lo sviluppo di piattaforme basate su blockchain a supporto di processi civici e di economie sociali incontra diverse limitazioni e sfide.
In primo luogo, i processi di digitalizzazione sono spesso rallentati da carenze infrastrutturali o mancanza di competenze digitali da parte dei soggetti interessati (siano essi utenti individuali o organizzazioni). La complessità della tecnologia blockchain, delle economie tokenizzate e delle piattaforme (wallet, exchange) tipicamente usate in questo contesto può rendere la tecnologia stessa di difficile comprensione e introduzione in contesti di vita quotidiana.
In secondo luogo, la modellazione di economie sociali tokenizzate richiede meccanismi di incentivazione, modelli di governance e scale di implementazione adatti a scopi civici e partecipativi, che differiscono dalle applicazioni di finanza decentralizzata e dagli scambi di criptovalute di tipo speculativo nei mercati finanziari globali. Significativi sviluppi in questo senso sono rappresentati dalle sperimentazioni che utilizzano purpose driven token come incentivi materiali o morali al contributo a cause di interesse pubblico, e soprattutto dall’utilizzo di crypto-asset come monete complementari o di comunità (si veda ad esempio l’esperienza di Sarafu Network). Tuttavia, anche questi progetti incorrono in un terzo limite: nella maggior parte dei casi ruotano attorno a un modello specifico di economia tokenizzata, codificato in un’applicazione single-purpose, con poche opportunità di interoperabilità con strumenti simili e adattabilità a diversi contesti e bisogni socioeconomici locali.
Infine, una sfida più generale è rappresentata dal concepire gli strumenti digitali come supporto e incoraggiamento, e non come disincentivo, all’incontro interpersonale e alla partecipazione a dinamiche comunitarie.
Blockchain civica: il progetto CommonsHood
Il gruppo di ricerca Territori e Comunità Digitali del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino ha intrapreso un percorso di ricerca per affrontare queste sfide. Lo scopo ultimo è proporre e rendere praticabile un approccio civico all’utilizzo della tecnologia blockchain. Questo approccio comporta, innanzitutto, rendere la blockchain civica, sviluppando modelli di economie tokenizzate e interazioni abilitate da smart contract che rispondano a obiettivi e logiche di tipo sociale, pubblico e partecipativo.
Non si intende introdurre un ulteriore strumento digitale che ha come effetto la diminuzione delle interazioni fisiche e l’aumento dell’isolamento sociale: al contrario, si vuole utilizzare la tecnologia come catalizzatore di partecipazione attiva e come volano per l’incremento delle interazioni dirette tra cittadini e stakeholder locali. In secondo luogo, le iniziative mirano a rendere la blockchain accessibile al maggior numero possibile di utenti, fornendo strumenti digitali utilizzabili facilmente anche da chi non possiede competenze di programmazione o legate al mondo delle criptovalute, secondo un approccio “no-code”. Infine, si vuole rendere tali strumenti adattabili a diversi contesti locali, attraverso processi di auto-organizzazione e design partecipativo svolto insieme agli attori delle comunità locali a diversi livelli: co-progettando il sistema socio-economico tokenizzato che lo strumento digitale deve supportare; personalizzando alcune funzionalità, prevedendo che ogni comunità possa creare autonomamente diversi tipi di token.
Questi obiettivi sono riassunti dal principio dell’“Internet of Values 2.0”, concretizzato nella wallet app CommonsHood. L’Internet of Values 2.0 traspone nel mondo dell’internet del valore la rivoluzione rappresentata dal Web 2.0 nel mondo della generazione e fruizione di contenuti, consentendo a chiunque di creare e distribuire nuovi tipi di token, che rappresentino risorse e valori rilevanti per le comunità locali di diverso tipo.
La wallet app CommonsHood
La wallet app CommonsHood è un’applicazione decentralizzata basata su tecnologia Ethereum che consente a qualsiasi utente (individuo o organizzazione) in una comunità locale di creare, senza alcuna competenza sulla tecnologia blockchain, token crittografici per i propri scopi da un set di modelli di smart contract predefiniti, utilizzando una semplice interfaccia web.
I token possono rappresentare asset di valore come strumenti di fidelizzazione dei clienti, carte prepagate, valute complementari, oggetti da collezione digitali, diritti di condivisione (ad esempio a uno strumento o un’infrastruttura), diritti di governance, rappresentazioni digitalizzate di entità materiali (ad esempio un biglietto per un evento). Oppure possono rappresentare riconoscimenti e premi, per incentivare comportamenti individuali verso obiettivi comuni. Ulteriori funzionalità includono: la creazione e la gestione di NFT tramite un marketplace, lo scambio di token, e interazioni più complesse come forme di social sharing economy secondo il modello della Biblioteca degli oggetti.
La geolocalizzazione e le interazioni di prossimità sono abilitate tramite l’integrazione con la mappa FirstLife e consentendo il trasferimento di token tra portafogli tramite codice QR. Il wallet di CommonsHood può essere utilizzato da utenti individuali, o da utenti collettivi come ad esempio associazioni e altre organizzazioni della società civile, pubbliche amministrazioni locali. I wallet di questi attori sono modellati come DAO, permettendo di delegare compiti di gestione del wallet ad utenti diversi, a seconda del loro ruolo nell’organizzazione. Inoltre, l’utilizzo di modelli di DAO permette di implementare meccanismi decisionali basati sull’espressione di un voto da parte dei membri dell’organizzazione, i quali possono spendere a questo scopo token di governance.
Le sperimentazioni
CommonsHood è stata inizialmente co-progettata nel contesto dei progetti di ricerca europei Co-City (UIA initiative) e CO3 (H2020), incentrati sullo sviluppo di piattaforme digitali a supporto della co-produzione di servizi pubblici e della co-gestione di beni comuni urbani. Funzionalità specifiche sono sviluppate e integrate nel contesto di specifici progetti pilota, attraverso processi di ricerca partecipativa e co-design insieme agli attori delle comunità locali (autorità locali, associazioni, gruppi di cittadine/i organizzate/i, attori economici locali, scuole).
Il Collegno Local Lab avviato nella Città di Collegno nel contesto del progetto NLAB4CIT ha sperimentato un sistema di riconoscimento della partecipazione civica giovanile attraverso azioni di volontariato, incentrato sullo scambio tra token-reward emessi dalla pubblica amministrazione e token-coupon emessi da servizi commerciali e culturali locali per agevolare l’accesso degli stessi giovani. Il progetto C.O.S.O. attivato nel quartiere torinese di Borgo Campidoglio in collaborazione con la Circoscrizione 4 e l’associazione Les Petites Madeleines, ha attivato un sistema di prestito di oggetti di uso quotidiano, gestito in modo decentralizzato tramite l’utilizzo di NFT rappresentanti gli oggetti condivisi. Contemporaneamente, token fungibili rappresentanti una moneta di comunità vengono automaticamente distribuiti ai partecipanti come premio per le azioni positive per la comunità, ossia quelle che consentono di scambiare oggetti e quindi creare relazioni. Il progetto CommonsHood in the Garden integra le funzionalità dei progetti citati, a supporto della gestione di un orto urbano collettivo. Con il progetto europeo CO.R.PU.S (DUT Partnership), CommonsHood è ulteriormente co-progettata e testata per abilitare sistemi di scambio di valori finalizzati all’attuazione di economie circolari urbane. Inoltre, il progetto BLOCCHI (programma NODES – Spoke 4 Montagna Digitale e Sostenibile) sviluppa funzionalità per la creazione di token rappresentanti strumenti promozionali per il turismo sostenibile nelle aree montane meno frequentate, favorendo la collaborazione degli esercenti di uno stesso territorio e la creazione di comportamenti di aggregazione e collaborazione virtuosi.
Conclusioni
Nelle diverse sperimentazioni, risulta cruciale il processo di co-design insieme alle comunità locali. Infatti, non si vuole offrire un’applicazione standardizzata e pronta all’uso, quanto piuttosto analizzare e co-progettare in dettaglio il modello economico locale. Questo per comprendere quali interazioni possono essere utilmente ed efficacemente tokenizzate, senza incorrere in meccanismi di eccessiva formalizzazione di processi sociali mutevoli, e come fare leva sui token per aumentare la circolazione di risorse e rafforzare la fiducia tra le parti.
Importante tenere presente anche che le sperimentazioni legate alle economie tokenizzate avvengono in un contesto ancora poco regolamentato, ad esempio dal punto di vista fiscale. Allo stesso tempo, si riscontra l’interesse di numerosi attori locali, pubblici e privati, per l’esplorazione di nuove forme di interazione socio-economica. Questo tipo di sperimentazioni può quindi stimolare sia la ricerca in ambito tecnologico, sia l’innovazione sociale e amministrativa, a sperimentare nuove forme di partecipazione democratica ed economica nelle comunità locali.