Dalla ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano, emerge che il fenomeno della Blockchain si sta sviluppando sempre di più, i progetti crescono di numero e diventano più concreti e sofisticati in tutto il mondo. Tuttavia, soprattutto tra gli attori che si avvicinano per la prima volta a questa tecnologia, non sono ancora chiare le modalità con cui essa può essere sfruttata. Sono ancora molte le persone che quando si parla di progetti Blockchain pensano di dover creare una rete di nodi da zero, con algoritmi di consenso, miner e criptovalute.
Se però si guarda ai progetti che vengono maggiormente sviluppati dalle aziende ci si accorge che non tutti hanno queste caratteristiche. Molti di essi sfruttano le funzionalità offerte da piattaforme già esistenti.
Le cinque modalità di avvicinamento alla blockchain
Esistono 5 modalità differenti con cui oggi le aziende si stanno avvicinando a queste tecnologie. Uno degli esempi più chiari di questo modo di utilizzare Blockchain e Distributed Ledger è la notarizzazione.
La notarizzazione
Essa consiste nell’utilizzare il registro distribuito di una Blockchain già esistente per certificare la data di un documento e il fatto che esso non sia stato modificato nel tempo. Ciò è garantito grazie all’utilizzo di funzioni di hashing che permettono di ricondurre un intero documento a un singolo codice alfanumerico di lunghezza fissa e alla condivisione di tale hash così creato sulla Blockchain. Qualsiasi modifica al documento originale genererebbe un hash totalmente diverso, che se confrontato con quello originale su Blockchain, renderebbe le modifica facilmente rilevabile.
La notarizzazione è una delle implementazioni più semplici delle tecnologie Blockchain, ma al tempo stesso anche una di quelle che fa un uso più marginale delle sue caratteristiche. Solitamente questa tipologia di progetti coinvolge un singolo attore che vuole garantire all’esterno la non modificabilità di alcuni documenti. Il settore della pubblica amministrazione, che deve garantire la trasparenza e incorruttibilità dei dati ai propri cittadini dei registri pubblici, è quello dove si trova la maggior parte di questi progetti.
Un esempio di progetto di notarizzazione è quello sviluppato di recente da Banca Mediolanum, che ha certificato l’immodificabilità della Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) attraverso l’utilizzo di blockchain Ethereum e ha poi pubblicato l’hash del documento sul suo sito.
Adozione delle criptovalute
Alcune aziende, ancora poche a causa dell’incertezza della normativa e della volatilità del loro valore, hanno sviluppato progetti legati all’adozione delle criptovalute, soprattutto nel settore finanziario e per la gestione dei pagamenti. Anche in questo caso non è necessario mettere in piedi dei nuovi sistemi ma si possono utilizzare le criptovalute già presenti sul mercato. Ad esempio, una banca argentina, Banco Masventas, collabora con la startup Bitex per permettere ai propri clienti di fare pagamenti internazionali utilizzando Bitcoin invece di passare da SWIFT.
Smart contract, ICO e Dapps
Una delle modalità più adottate è invece quella relativa alle cosiddette “soluzioni su Blockchain”, ad esempio l’utilizzo degli smart contract, presenti in varie piattaforme Blockchain. All’interno di questo cluster vi sono ad esempio le ICO e le DApp, applicazioni decentralizzate di cui si è vista qualche prima applicazione nel settore assicurativo con polizze dal pagamento automatizzato. Uno degli esempi più classici è Fizzy, una polizza assicurativa emessa da AXA che permette di ricevere un pagamento automatico in caso di ritardo aereo. La polizza è registrata su Ethereum e non richiede nessun tipo di denuncia del sinistro per ottenere un rimborso.
I progetti di Distributed Ledger
Esistono però delle applicazioni che possono richiedere la creazione di nuove piattaforme. Questo accade nelle soluzioni sviluppate da insiemi numerosi di attori che spesso si organizzano sotto forma di consorzi. Molti dei progetti già oggi operativi hanno portato alla creazione di nuove piattaforme per digitalizzare i processi esistenti e in alcuni casi anche sfruttare degli elementi di programmabilità, senza però introdurre token o criptovalute. Nello specifico sono i casi in cui sono stati sviluppati Distributed Ledger. I progetti di Distributed Ledger si basano sulla creazione di un registro distribuito tra numerosi attori che non si fidano tra loro e possono così modificare il registro in modo indipendente. Tali progetti richiedono lo sviluppo di nuove piattaforme che consentono anche di digitalizzare i processi e sfruttare la programmabilità degli smart contract, senza però introdurre token univoci per la gestione dei trasferimenti. I casi riguardanti l’utilizzo di Distributed Ledger afferiscono a una grande varietà di settori ma alcuni dei processi in cui vengono sfruttati maggiormente sono quelli che fanno parte della supply chain. Uno dei progetti più importanti di questo tipo è quello sviluppato da Maersk in collaborazione con IBM. Le due aziende hanno creato TradeLens, una joint venture per applicare la blockchain alla supply chain per il trasporto intermodale. La soluzione riunisce vari attori per supportare la condivisione dei documenti e la trasparenza.
Applicazioni dell’Internet of Value
Infine, troviamo quei casi che rispecchiano maggiormente la definizione di Internet of Value. Questo tipo di progettualità ha un’elevata difficoltà implementativa, ma ha anche un alto livello di utilizzo della Blockchain. Infatti, necessitano della creazione di piattaforme in cui tutte le caratteristiche della Blockchain devono essere espresse al massimo e in cui programmabilità e token hanno un ruolo centrale.
I casi all’interno di questo cluster sono quelli la cui diffusione è forse più lontana ma che possono trovare i vantaggi maggiori dall’utilizzo di questa tecnologia. Esempi di possibili applicazioni dell’Internet of Value possono essere i sistemi p2p che vengono studiati dal settore assicurativo, per il trading di energia, nel settore del credito o in quello del mercato dei capitali. Un esempio potrebbe essere quello che sta facendo LO3, startup attiva nel settore dello scambio di energia elettrica peer to peer, che sta sviluppando dei progetti per permettere ai prosumer di vendere la propria energia direttamente ai consumatori.
Lo stato dell’arte
Tra i 579 progetti portati avanti dalle aziende a livello globale identificati dall’Osservatorio negli ultimi 3 anni, solo il 10% sono dei veri progetti operativi. E tra questi, le categorie più rilevanti sono Distributed Ledger (48% dei progetti) e soluzioni realizzate su Blockchain già esistenti (28% dei progetti). Al terzo posto si trovano le soluzioni Internet of Value (13%), poi la notarizzazione (9%), che è stata un primo modo per approcciarsi alla tecnologia, infine solo il 2% utilizza le criptovalute. I casi di utilizzo delle criptovalute sono ancora pochi, anche a causa della scarsa fiducia data a questa categoria dalle speculazioni degli ultimi anni.