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Blockchain legal specialist, cosa fa in azienda l’esperto di smart contract



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In un contesto globale dove le tecnologie più innovative sono in crescita, nascono nuove professioni a esse legate: tra queste il blockchain legal specialist, una figura che assumerà un ruolo chiave per le aziende

Pubblicato il 25 ott 2023

Romolo De Stefano

Presidente della Fondazione Ateneo Impresa



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L’Italia, forte della sua cultura umanistica, si trova spesso ad avere un rapporto ambivalente con l’arrivo delle nuove tecnologie, laddove la curiosità lascia spazio il più delle volte a una certa sensazione di diffidenza e scetticismo.

Così è stato anche per il settore della blockchain, una delle tecnologie più innovative del decennio che, come l’intelligenza artificiale, preoccupa vasti settori produttivi per il timore che alcune professioni spariranno. Ma come è sempre stato nella storia del mondo, nascono altri “mestieri” sconosciuti: uno di questi è il blockchain legal specialist.

Blockchain legal specialist, cosa fa

Quella del Blockchain Legal Specialist si preannuncia essere una delle professioni chiave del prossimo futuro. Per chiarire quanto questa figura sia importante nel prossimo futuro, già domani, è necessario sottolineare che le transazioni nella blockchain avvengono per mezzo dei cosiddetti smart contract, un “programma”, che prevede un determinato effetto giuridico al verificarsi di determinati presupposti prestabiliti. Una sorta di automatismo che non richiede l’ulteriore intervento dell’uomo, e consentirebbe di ridurre drasticamente il livello di fiducia richiesto tra le parti, quindi di accelerare ogni operazione.

Per fare un esempio, se un imprenditore ricevesse l’ordine di acquisto non sarebbe costretto a vagliare l’affidabilità in termini contrattuali ed economici del cliente, perché lo smart contract, prevedere l’automatico pagamento, in questo caso, da parte del cliente al raggiungimento di determinati obiettivi di produzione. Comprensibile quanto una figura specializzata come il Blockchain Legal Specialist sia necessaria per gestire e controllare tutta la parte contrattuale.

Il boom della tecnologia blockchain

La crescita esponenziale registrata negli ultimi anni, in termini di investimenti economici – con Stati Uniti e Cina in testa – e le prospettive costanti di sviluppo, con l’adozione da parte di aziende ed organizzazioni in diversi settori, hanno consentito un’evoluzione della tecnologia della blockchain, da infrastruttura per le criptovalute, a strumento di utilizzo da parte di banche e istituzioni finanziarie per migliorare l’efficienza dei pagamenti e ridurre i costi delle transazioni.

Nella supply chain, l’impiego principale riguarda il tracciamento dell’approvvigionamento dei prodotti, garantendo la loro autenticità e provenienza, ma anche nel settore pubblico può essere impiegata per migliorare l’efficienza e la trasparenza nella fornitura di servizi pubblici.

Italia e blockchain: prospettive di crescita

In Italia nel quadriennio 2016-2020, il nostro paese risultava tra i primi 10 per numero di progettualità blockchain, e fino a maggio scorso il settore blockchain in Italia ha attirato investimenti per un totale di circa 163,5 milioni di dollari.

Lo scorso anno, anche il governo Meloni si è accorto delle potenzialità di questa tecnologia, e per incentivarne la crescita, il ministero dello Sviluppo economico ha stanziato 45 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale in settori considerati strategici e prioritari, quali: l’industria e manifatturiero, sistema educativo, agroalimentare, salute, ambiente ed infrastrutture, cultura e turismo, logistica e mobilità, sicurezza e tecnologie dell’informazione e aerospazio.

Normativa della new tech

Più recentemente, a marzo 2023, è stato approvato un decreto legge, presentato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in materia di “emissione e circolazione in forma digitale di strumenti finanziari e misure di semplificazione della sperimentazione fintech”. Si tratta delle prime misure normative che riguardano questa nuova materia, ancora piuttosto carente dal punto di vista legislativo. D’altronde, lo sviluppo tecnologico di quest’ultimo decennio – non solo blockchain ed intelligenza artificiale, ma anche NFT, monete elettroniche, smart contract, Metaverso – è ben più veloce del legislatore e dell’esperto giuridico che deve muoversi tra codici e vuoti normativi.

Questo nuovo mondo, tuttavia, appare destinato a integrarsi sempre più nella quotidianità di ognuno di noi, come già è accaduto all’inizio del nuovo millennio con Internet e la ragnatela digitale: da accessorio nei suoi primi anni, a strumento imprescindibile.

Tanta domanda, poca offerta

Se la rivoluzione, dunque, è già partita, siamo in ritardo non solo in campo legislativo, ma anche sul piano formativo dei professionisti della blockchain, non di domani, ma già di oggi: mancano i professionisti che possano operare con efficienza e piena consapevolezza del mezzo, c’è carenza di specialisti che sappiano insegnare il “mestiere”. Le imprese, di conseguenza, non trovano personale preparato per avviare nuovi progetti, e sono costrette a cercare risorse al di fuori dei confini italiani.

Credo, dunque, come la storia ha evidenziato, che per ogni vecchio lavoro che scompare ce n’è uno nuovo che viene a crearsi. Questo perché la tecnologia, i bisogni umani e il mercato del lavoro sono in continua evoluzione.

L’importanza della formazione

Occorre, come dicevamo, sensibilizzare e formare i professionisti anche sugli aspetti giuridici di questa rivoluzione tecnologica ed una delle prime realtà italiane ad aver capito l’importanza della formazione in blockchain è The Blockchain Management School, scuola di alta specializzazione fondata da Ateneo Impresa, che ha l’obiettivo di colmare questo gap formativo in tutti i settori in cui può operare la blockchain. Fondazione Ateneo Impresa, istituzione non profit che persegue finalità etiche nei campi professionali, economici, sociali, culturali e artistici, sin dalla sua nascita ha offerto master e percorsi formativi che hanno ottenuto importanti patrocini e riconoscimenti da parte di aziende, enti ed istituzioni.

A supportare la fondazione italiana nella formazione del Blockchain Legal Specialist è stato scelto uno studio legale internazionale, Ontier, eccellenza del settore legal, con uffici in 18 città, distribuite in ben 13 paesi diversi, che ha già ottenuto le prime rilevanti sentenze presso le Corti inglesi sui temi legati al Bitcoin.

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