La riflessione

Blockchain, passi avanti dell’Italia: ora servono formazione e networking

La Blockchain week di Roma è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione dell’Italia relativamente alla tecnologia blockchain. Lo scenario che emerge è quello di un Paese che sta lavorando sul tema, con il Governo e le aziende, ma ancora legato ai luoghi comuni su questa tecnologia

Pubblicato il 03 Set 2019

Gian Luca Comandini

CEO - Founder, You & Web

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Nel corso dell’ultima settimana di giugno 2019 Roma è stata teatro di un grande evento dedicato a blockchain e criptovalute. Dopo aver entusiasmato curiosi e appassionati di città come Londra, Parigi e San Francisco, il format della Blockchain week è approdato nella capitale, offrendo ai circa 1200 partecipanti la possibilità di partecipare a corsi, conferenze, panel e momenti dedicati al networking. L’evento è stata l’occasione per valutare la situazione dell’Italia relativamente alla tecnologia blockchain.

La blockchain week

Muoversi all’interno dell’evento e parlare con esperti, investitori, studenti e semplici curiosi è ben diverso dal partecipare alla discussione online. Dopo anni di sforzi e piccole manifestazioni organizzate dai pionieri di questo mondo, le criptovalute hanno assunto un carattere ben diverso: si parla ormai di un vero e proprio settore. Ed è un settore in rapido sviluppo, capace di attrarre interesse ed investimenti. La settimana di attività è stata accompagnata da notevoli movimenti rialzisti del mercato, soprattutto per quanto riguarda Bitcoin, divenuti complici inconsapevoli di un clima di crescente entusiasmo.

Grazie alla presenza esperti italiani ed internazionali, come Teck Chia, Paige Peterson e Pierre Langlet, volti istituzionali e grandi aziende, come Binance, PwC, EY, Movenda, Italtel, Luno, Coinbar, Eidoo, Forbes e Almaviva, l’evento ha dato vita a momenti di scambio e interazione di alto livello, tipici delle grandi fiere internazionali ma rari nel nostro Paese. Tuttavia, dopo giorni di entusiasmo e promesse, è lecito chiedersi cosa resterà, in termini pratici, ai partecipanti ed all’ecosistema italiano.

Servono formazione e networking

Formazione e networking, due elementi chiave per lo sviluppo di un’industria tecnologica, saranno sufficienti a stimolare una crescita reale che possa avere un impatto nel Paese? La risposta è di certo complessa. Gli ostacoli non mancano.  Paesi a noi molto vicini, come Malta e Svizzera, possono contare sull’enorme vantaggio offerto dall’approccio dei loro Governi: lo sviluppo di un framework normativo e fiscale che possa attrarre società, persone e capitali. Proprio la Svizzera, geograficamente così vicina, ospiterà la Libra Foundation, a capo della tanto discussa “valuta di Facebook”, Libra.

Altri paesi, come gli Stati Uniti, possono invece contare su un tessuto imprenditoriale fortemente orientato all’innovazione tecnologica. L’Italia, da parte sua, senza una Silicon Valley, conta, ancora una volta, sull’iniziativa delle sue aziende e dei suoi imprenditori. Nell’ultimo anno, tuttavia, anche il governo ha iniziato ad attuare strategie politiche finalizzate all’innovazione, quella concreta. Non a caso, dopo aver “conquistato” la Presidenza della “EU Blockchain Partnership”, il nostro Paese è da pochi giorni il primo paese europeo a finanziare uno studio su startup e PMI. A condurlo sarà il Centre for Entrepreneurship, SMEs, Regions and Cities dell’OCSE e l’oggetto sarà proprio lo sviluppo dell’ecosistema blockchain italiano. Oltre ad essere un motivo di orgoglio è senz’altro l’ennesimo frutto che il nostro paese sta iniziando a cogliere in questo 2019 dopo le ultime (ed azzeccate) scelte politiche in tema di innovazione e tecnologie emergenti.

Lo scenario futuro

Ma per trasformare tutte queste iniziative private e strategie pubbliche in qualcosa di significativo, che possa dare una spinta all’economia nazionale e valore alla nicchia dei tanti esperti italiani competenti, è necessario fare sistema, unire le forze e perseguire un obiettivo unico. E anche questo, si sa, non è molto comune nel Bel Paese. Eppure, se volessimo guardare l’altro lato della medaglia, potremmo non avere un task force dedicata alla blockchain in seno al Mise, potremmo non avere appassionati divulgatori o visionari opinion leader riconosciuti in tutto il mondo. Insomma, potremmo essere persino più indietro.

Ed è proprio per questo che è importante smettere di sperare ed iniziare a studiare. Nonostante le estenuanti inesattezze pubblicate in storici quotidiani nazionali, nonostante ci sia ancora chi grida allo schema Ponzi, nonostante tutte le difficoltà è possibile partecipare attivamente alla rivoluzione iniziata con Bitcoin. È necessario guardare oltre le false promesse di ricchezza e guadagno. Il web è pieno di materiale completamente gratuito per studiare, approfondire e comprendere questa tecnologia, esistono siti di informazione autorevoli come Cointelegraph.com e anche se in ambito formativo il sistema accademico non riesce ancora a stare al passo vi sono atenei e corsi di altissima eccellenza come “The Blockchain Management School” a Roma e BCademy a Milano.

Conclusione

Ben vengano, dunque, nuovi appuntamenti come la Blockchain Week Rome, ben venga la contaminazione con aziende internazionali, ben venga la formazione di nuovi studenti e professionisti.

Potrebbe non bastare, certo, ma è sicuramente una delle occasioni migliori per trasformare tante eccellenze e tante idee in qualcosa di più e far tornare la nostra Italia ad alzare la testa almeno a livello comunitario, che di questi tempi di certo non guasta.

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