La tecnologia

Blockchain per certificare i diplomi di maturità: il caso dei licei Villa Flaminia

La blockchain può rivelarsi un’innovazione cruciale per garantire il distanziamento sociale necessario per riemergere totalmente dall’emergenza coronavirus: tra le applicazioni, anche la possibilità di certificare i diplomi scolastici, come mostra l’esempio di un istituto romano

Pubblicato il 22 Mag 2020

Giuseppe Perrone

EMEIA Blockchain leader di EY

blockchain IoT

Il distanziamento sociale, da tanti avocato, per la nostra sicurezza e per la salute dell’intera nazione, non può prescindere dall’evoluzione di concetti di “interoperabilità digitale” che proprio una tecnologia come la blockchain può abilitare. Un caso interessante da approfondire di applicazione di questo concetto, è quello dell’uso di tale tecnologia per certificare i risultati scolastici attuato da un istituto secondario superiore di Roma.

Un tema attuale, perché oggi è fondamentale utilizzare il digitale e le tecnologie per continuare a svolgere le nostre attività: un’accelerazione che potrà far ripartire l’intera economia. In giorni in cui stiamo provando a ritrovare un’unità nazionale che ci consenta di far fronte comune alle sfide che queste settimane ci pongono davanti, appare evidente che fenomeni del tutto lontani al nostro immaginario hanno sconvolto le nostre vite, mettendo a dura prova le priorità sulle quali le economie moderne basavano i propri principi di sviluppo.

La diffusione della blockchain

Secondo i nuovi dati dell’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2019 si contano 488 progetti Blockchain e Distributed Ledger avviati nel mondo (che portano a 1.045 quelli degli ultimi 4 anni), in crescita del 56% rispetto al 2018. Ma di questi solo il 32% dei progetti hanno un impatto sull’implementazione di nuove soluzioni, mentre il rimanente 68% sono solo dichiarazioni di intenti. I progetti implementativi si concentrano nel settore finanziario (14%), seguito da pubbliche amministrazioni (5%), agro-alimentare (3%) e logistica (2%).

In Europa, appena dopo il Regno Unito con i suoi 17 progetti, arriva l’Italia che ne conta 16, evidenziando una buona progressione. Nel 2019 gli investimenti in Blockchain e Distributed Ledger nella penisola hanno raggiunto 30 milioni di euro, ancora limitati ma in crescita del 100% rispetto al 2018. In Italia oltre il 40% della spesa si concentra nella finanza e nelle assicurazioni, ma è molto attivo anche l’ambito supply chain, la tracciabilità di prodotto e la pubblica amministrazione.

In tale scenario proprio la pubblica amministrazione con la Direzione Generale della DG CONNECT – l’agenzia Digitale dei servizi della Commissione UE ha lanciato nell’Aprile 2018 un gruppo di lavoro – l’European Blockchain Partnership Group – con lo scopo di promuovere lo studio e lo sviluppo della tecnologia blockchain attraverso due gruppi di lavoro: EBP Policy Group e l’EBSI Technical Group. I due gruppi stanno lavorando per: selezionare e identificare i casi d’uso, definire le policy, identificare le soluzioni tecnologiche e architetturali. Il vecchio continente in questo modo vorrebbe creare la principale blockchain governativa e posizionarsi come leader globale in questo settore battendo sul tempo le mosse di Cina e US, molto attente su questo tema. I casi d’uso promossi in prima battuta riguarderanno quattro ambiti di riferimento: tracciabilità, identità, titoli di studio e tassazione.

La blockchain per l’istruzione

Proprio modelli più consolidati come quello dell’istruzione, da sempre radicati su forme di didattica in presenza, possono trovare un valido alleato nelle tecnologie digitali. La blockchain, ad esempio, può garantire il riconoscimento di uno studente anche a distanza attraverso meccanismi di identificazione distribuita, l’automazione delle verifiche circa i contenuti oggetto di formazione e la conseguente verifica ed infine produzione di un titolo digitale condivisibile e verificato, attraverso la promozione di un open badge.

La blockchain per sua natura consente di abilitare ecosistemi che abbiano la capacità di veicolare il “valore dei dati”, soprattutto in caso di dati sensibili o connessi a valori economici o di interesse per poter prendere delle decisioni. Il percorso di studio delle persone influenza le loro carriere ed in alcuni settori la capacità di realizzare una professione al servizio dei cittadini, come nel caso della sanità. Ecco che diventa centrale l’utilizzo di registri distribuiti, di informazioni digitali sottoforma di token, meccanismi di automazione che abilitano il livello di permesso e di condivisione dei dati: distributed ledger, crittografia, meccanismi di consensus e smart contract.

Il caso dei licei internazionali Villa Flaminia

Nasce da questi principi guida l’idea dei licei internazionali di Villa Flaminia, prestigioso istituto romano, che hanno deciso di intraprendere un percorso all’insegna dell’innovazione con uno sguardo al futuro e alle nuove generazioni, certificando i diplomi degli Esami di Stato in blockchain, grazie alla collaborazione avviata con EY. Tale soluzione, che sfrutta la piattaforma EY OpsChain Traceability, porterà alla generazione di un diploma digitale, dematerializzato, condivisibile con chiunque si voglia, tramite un codice che permetterà di verificare la sua esistenza sul registro pubblico della Blockchain di Ethereum.

La soluzione consente di gestire informazioni in digitale da parte di soggetti terzi quali ad esempio le università in fase di iscrizione e di verifica del percorso di formazione dei singoli studenti. Allo stesso tempo soluzioni di questo tipo possono abilitare grazie all’ausilio degli smart contract, programmi informatici che consentono di gestire in automatico determinate condizioni da verificare, i crediti formativi e la portabilità della carriera di uno studente da una scuola all’altra.

Questa soluzione innovativa permette di generare un certificato digitale registrato, garantito e immodificabile, una scheda personale che contiene tutte le informazioni scolastiche e anagrafiche dello studente. Portare avanti questo progetto vuole essere anche un esempio per il Paese che si può reagire e che le attività e i progetti possono continuare persino con maggiore intensità ed efficacia. La scuola è il primo ambito da cui partire.

La situazione all’estero

L’iter formativo in blockchain è già legge a Malta e in diverse prestigiose Università all’estero come il MIT di Boston, Holberton School di San Francisco e l’Imperial College di Londra, che hanno già iniziato una sperimentazione in questo senso. In Italia la LUISS Business School ha da poco avviato la certificazione dei propri Master di secondo livello con la tecnologia EY Blockchain. La Blockchain consente quindi di costruire un fascicolo digitale dello studente che può attraversare l’intera carriera scolastica, dalla scuola primaria fino al termine della scuola secondaria di primo e secondo grado, per poi proseguire con l’università e la formazione post-laurea.

La blockchain può essere il layer di interoperabilità digitale tra i diversi attori sia del sistema di istruzione pubblico sia privato, nazionale o internazionale, allo scopo di gestire un’identità digitale distribuita, attraverso un token dello studente che può arricchirsi dei vari attributi della sua carriera e rendere automatico l’accesso alle informazioni, tramite smart contract, secondo meccanismi compliant con le normative in materia di privacy e GPDR.

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