Il settore sanitario non è rimasto immune alle dinamiche innescate dalla blockchain, tecnologia disruptive. In ambito medico, la blockchain è stata indicata come la panacea a quasi tutti i mali del settore, dalla difficoltà di scambio dati all’integrazione delle cartelle cliniche, passando per il tracciamento dei farmaci e la gestione dei trial clinici. Eppure, gli entusiasmi iniziali si sono raffreddati appena entrati in contatto con il muro della realtà.
Il contesto
La tecnologia blockchain è stata a lungo indicata come una tecnologia in grado di cambiare radicalmente il modo di scambiare asset digitali, tracciare transazioni, gestire e automatizzare gli scambi, garantire la provenienza, l’autenticità e la non-contraffazione di documenti. È stata indicata come soluzione definitiva in una grande e disparata varietà di casi d’uso, dai pagamenti alla gestione dei passaggi di proprietà (di beni sia fisici che digitali), dal tracciamento delle filiere del Made in Italy alla gestione del catasto.
Una tecnologia rivoluzionaria in grado di portarci nell’era dell’Internet 3.0, l’internet della fiducia, in grado di fare con lo scambio di valori quello che il “vecchio” internet aveva fatto con lo scambio e il flusso di informazioni. Sull’onda dell’entusiasmo, moltissimi nuovi progetti basati sulla tecnologia blockchain sono stati lanciati nel corso degli ultimi tre anni, e altrettante Initial Coin Offering (ICO) hanno inondato la platea dei primi investitori in questa tecnologia.
La situazione dei token
Quasi tutti i token lanciati fra il 2017 e il 2018, con ICO in grado di raccogliere milioni di euro dagli investitori, hanno perso, ad oggi, fino al 99% del valore, nonostante la validità delle soluzioni proposte:
TOKEN | ROI |
Ontology | -73,12% |
MedicalChain | -98,11% |
Medibloc | -68,17% |
Projec Shivom | -99,58% |
Patientory | -98,62% |
FarmaTrust | -85,06% |
Lympo | -62,91% |
DentalCoin | -90,03% |
Elaborazione MDM su dati CoinMarketCap (rilevazione 2 settembre 2019)
La fuga di capitali è senz’altro dovuta al generalizzato senso di incertezza circa il valore e legalità dei token (anche in altre industrie) e alla validità dei progetti. In campo sanitario, l’incertezza è ancora più marcata, a causa di business model non sempre chiarissimi e un contesto di maggiore resistenza all’innovazione e maggiore peso della regolamentazione. Pochi progetti sono riusciti a realizzare quello che avevano promesso, molti hanno rivisto le loro aspettative al ribasso, ripartendo da pilot più circoscritti e realistici, e diversi progetti si sono dissolti nel nulla, insieme ai soldi che avevano raccolto. Al picco delle aspettative esagerate è seguito inesorabile il fosso della disillusione (come conferma il trend rappresentato dai vari Gartner Hype Cycle, dal 2016 al 2019). D’altra parte, a riprova di un mercato ancora poco maturo, il recente TrendBarometer pubblicato da HIMSS Europe ha mostrato come siano ancora pochi i professionisti nel settore medico che abbiano una piena consapevolezza della tecnologia e delle sue potenzialità. Allo stesso tempo, pochissimi sono ancora gli utilizzi della tecnologia, così come l’offerta di servizi sul mercato, tanto che il 76% degli intervistati non ha saputo indicare un solo vendor della tecnologia.
I casi d’uso della blockchain
Per tutti questi motivi, sembra opportuno fare chiarezza, cercando di identificare i casi d’uso più promettenti o interessanti disponibili sul mercato, in tal modo superando l’idea della tecnologia blockchain come “una soluzione in cerca di problemi”, e dimostrando invece la sua superiorità rispetto ad alternative esistenti per la gestione di specifici processi e l’evoluzione dei servizi sanitari. Prima di procedere varrà la pena qui offrire una breve introduzione alla tecnologia, ormai familiare a molti, così da meglio chiarire in che modo essa possa effettivamente contribuire ai casi d’uso che seguiranno.
Come è noto, la tecnologia è essenzialmente (nelle sue varie declinazioni e intesa nella più ampia definizione di Distributed Ledger Technology) un registro distribuito, di cui tutti i partecipanti a un dato network possiedono una copia, e in cui le transazioni sono registrate cronologicamente e visibili pubblicamente, stabilendo fiducia, responsabilità e trasparenza. Meccanismi di consenso garantiscono (in varie modalità a seconda del tipo di blockchain) che i registri in possesso di ciascun membro siano allineati (ovvero identici) con quelli di tutti gli altri partecipanti, così da avere una sola versione della “verità” in un dato network e in un dato momento nel tempo.
Siffatto registro, pertanto, essendo disponibile a tutti i partecipanti, consente di garantire l’affidabilità delle transazioni senza la necessità di terze parti “trusted” deputate alla verifica delle transazioni stesse e al mantenimento del registro, che è invece gestito e aggiornato da ciascun nodo in maniera autonoma e indipendente, consentendo a ciascuno di validare le varie transazioni. Allo stesso tempo, il registro distribuito è resistente alle manomissioni (da parte di singoli nodi) atte a modificare i record presenti in modo unilaterale. A queste caratteristiche si aggiunge la possibilità di automatizzare alcuni processi, tramite smart contract in grado di eseguire autonomamente (ovvero senza bisogno di intervento umano) specifiche attività al verificarsi di determinate condizioni stabilite dalle parti. Tutte queste caratteristiche consentono alla tecnologia blockchain di creare processi collaborativi fra più parti senza il bisogno di un’entità terza e senza necessariamente fidarsi degli attori presenti nel network, allo stesso tempo garantendo validità delle transazioni, certezza della immutabilità, autenticità e provenienza dei dati e loro integrità, trasparenza e facilità di controllo.
Processi ridefiniti
Sulla base di queste caratteristiche, dunque, anche il settore sanitario può ripensare processi in modo innovativo, affidandosi alla tecnologia blockchain per sviluppare nuove soluzioni per una serie di casi d’uso. Il settore sanitario, peraltro, è un settore molto diversificato, e la tecnologia può offrire opportunità diverse a operatori diversi:
- per gli ospedali potrebbe essere un modo per gestire in modo più efficiente i dati, ridurre gli errori e migliorare l’interoperabilità fra diversi sistemi, allo stesso tempo garantendo l’integrità dei dati; inoltre, la gestione del consenso informato, centrale nel contesto del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR), potrebbe beneficiare dell’uso di questa tecnologia.
- Ai pazienti la tecnologia blockchain potrebbe offrire l’opportunità di controllare i propri dati sanitari e il relativo consenso all’uso, specialmente interessante nel caso di dati prodotti direttamente dai pazienti (si pensi ai dati prodotti tramite dispositivi wearable o applicazioni mobili), decidendo autonomamente chi, e a quali condizioni, può accedere ai loro dati. Esperimenti di monetizzazione dei dati sono anche in corso.
- Per i medici, la tecnologia blockchain potrebbe diventare uno strumento per ottimizzare la gestione delle identità professionali e relative certificazioni, anche per operare in diverse strutture (e anche in diversi paesi). Potrebbe altresì costituire una base tecnologica tramite la quale semplificare il rapporto con i pazienti.
- Per le aziende farmaceutiche e biomediche, la tecnologia blockchain potrebbe rappresentare un potente strumento per la gestione della supply chain, sia per contrastare i fenomeni di contraffazione dei farmaci (particolarmente importante in paesi meno ricchi), nel monitoraggio post-vendita di farmaci e dispositivi (facilitando, per esempio, il richiamo di partite di farmaci compromesse), e nella gestione dei clinical trial e in generale del processo di sviluppo dei nuovi farmaci.
- Per le aziende assicuratrici, la tecnologia potrebbe offrire importanti opportunità in termini di riconciliazione dei dati da fonti diverse prima di autorizzare la copertura di spese mediche, riducendo le possibilità di frodi, e allo stesso tempo di negoziare con gli utenti stessi l’accesso ai dati in cambio di offerte personalizzate e polizze dinamiche.
I trend
Una recente pubblicazione, apparsa sulla rivista peer-reviewed Blockchain in Healthcare Today, ha passato in rassegna – intervistando una serie di esperti nel settore – i trend futuri più promettenti. Alcuni degli esempi sopra indicati rientrano in questi trend, confermando un interesse degli utenti finali e dell’industria allo sviluppo di soluzioni commerciali mature in questi settori. Conferme per i casi d’uso sopra indicati – in particolare controllo dei dati da parte dei pazienti e monetizzazione dei dati, nonché gestione innovativa dei trial clinici – sono venute anche dal recentissimo convegno organizzato dall’European Blockchain Observatory and Forum su Blockchain Use cases in Healthcare – (cui sono stato invitato per prendere parte a un panel su “Patient mediated exchange, curation and monetisation”) tenutosi il 4 settembre a Francoforte. Il tema dell’empowerment del paziente tramite un ruolo più attivo nella gestione dei propri dati sanitari appare di particolare interesse per l’industria, anche per le implicazioni in termini di diverse modalità di accesso ai dati, risorsa assolutamente fondamentale per lo sviluppo di sistemi basati su intelligenza artificiale e più in generale per la personalizzazione delle cure.
In tale contesto, si conferma, ad esempio, il ruolo della tecnologia blockchain nella gestione del consenso per l’accesso ai dati, specie in un’ottica GDPR. L’idea, cui molte startup stanno lavorando, è quella di “allegare” elettronicamente il consenso direttamente al dato, piuttosto che farlo gestire dalle singole strutture, offrendo direttamente al paziente la possibilità di esprimere consensi per specifici scopi di analisi e processamento dei dati e le specifiche preferenze sulla privacy. Questo consentirebbe agli operatori di facilitare la gestione del consenso, rimanendo nel pieno rispetto dei desideri dei pazienti. Il progetto europeo a guida italiana MyHealthMyData ha sviluppato un’applicazione precisamente per questo scopo, offrendo direttamente al paziente gli strumenti di gestione e modifica del consenso su specifici dati. Un’altra società molto attiva in questo settore è sicuramente Longenesis, che proprio di recente ha allargato il suo pilot di gestione del consenso a tutta la Corea del sud. Sulla base di tali sistemi, e utilizzando specifici smart contract, l’accesso ai dati potrebbe persino diventare automatico, garantendo accesso a chi rispetta le condizioni definite dai pazienti senza dover richiedere autorizzazioni specifiche.
Consenso, dati sanitari tra operatori e gestione identità
Sulla base di modalità innovative di gestione del consenso si sono venuti creando anche interessanti progetti per la gestione patient-driven dei dati stessi, con conseguente monetizzazione dei dati e tokenizzazione di specifici servizi. I pazienti potrebbero trovarsi nella possibilità di gestire i loro dati in maniera avanzata, rendendoli disponibili (tramite consenso) per usi specifici, in cambio di vantaggi monetari o di altro genere. In Europa, almeno due iniziative di grande interesse possono essere menzionate: HealthBank e Health Information Traceability (HIT) Foundation. La prima lavora allo sviluppo di una cooperativa di individui che mettono a disposizione i loro dati. La cooperativa si occupa poi di vendere i dati a utenti terzi (p.es., società farmaceutiche) distribuendo dunque gli utili a tutti i partecipanti. La seconda offre una soluzione simile, favorendo l’incontro fra domanda e offerta di dati sanitari. Altre iniziative puntano ad incentivare direttamente i pazienti per il mantenimento di stili di vita sani, tramite token offerti in cambio (ad esempio) di attività sportive. Fra queste, spicca in Europa l’iniziativa Lympo. Altre ancora – come Nebula genomics – stanno puntando sulla monetizzazione dei dati genetici, facendo leva sul già fiorente mercato dell’analisi del genoma “on demand” proposto da società quali Ancestor e 23andMe (di cui Nebula genomics si propone come concorrente, offrendo agli utenti piena proprietà dei dati e dei risultati).
Più in generale, un caso d’uso di estremo interesse è quello della gestione dei dati sanitari fra diversi operatori, garantendo integrità, presenza del consenso, e soprattutto accesso tempestivo quando e dove serve. Fra le varie iniziative esistenti in questo spazio, vale qui la pena citare MedicalChain [9], che punta a facilitare lo scambio di dati sanitari offrendo modalità avanzate di gestione del consenso direttamente ai pazienti, facilitando l’accesso ai diversi operatori e ai pazienti stessi, nonché lo scambio di dati fra operatori.
Un altro caso d’uso che emerge come promettente è quello della gestione delle identità. Il tema delle identità, di come gestire le nostre diverse identità a seconda dei contesti e preservare la nostra privacy, e come garantire le identità nel passaggio da mondo reale e mondo digitale, è al centro di tutti i possibili scenari di concreta innovazione in una serie di casi d’uso, e specialmente di quelli che passano per un nuovo ruolo dei pazienti e un loro più articolato controllo sui dati sanitari e il loro utilizzo. Non sorprende, dunque, che molti siano i progetti attivi in questo settore (di particolare importanza sono le attività svolte dalla Decentralised Identity Foundation o dal consorzio W3C, che stanno producendo standard per identità decentralizzate e self-sovereign). Tralasciando ora il discorso più ampio dell’innovazione nella gestione delle identità digitali tramite blockchain (che meriterebbe trattazione separata), casi d’uso interessanti si profilano per la gestione delle identità professionali e delle relative certificazioni. Credenziali e certificazioni dei provider e dei singoli professionisti possono essere gestite in modo innovativo tramite la tecnologia blockchain, riducendo la duplicazione dei processi e i costi associati al mantenimento e produzione della relativa documentazione. Negli Stati Uniti, diversi progetti sono già partiti, fra cui vale la pena citare Intiva Health, Professional Credentials Exchange, Humanitarian Physician Empowerment Community e Synaptic Health Alliance.
Il settore farmaceutico
Il settore farmaceutico è anch’esso un dominio ideale per testare applicazioni blockchain. Nei mesi passati, due interessanti iniziative sono state lanciate: nella prima, la blockchain viene utilizzata in un grande progetto di collaborazione tra IBM, Walmart e Merck, supportato dalla FDA, per migliorare la sicurezza della fornitura e distribuzione di farmaci, migliorando la tracciabilità lungo tutta la filiera e riducendo i fenomeni di contraffazione. Altre società impegnate in questo caso d’uso sono – fra le altre – FarmaTrust e Chronicled. Nel secondo, spostandosi al di fuori del dominio della catena di fornitura, è stata lanciata un’altra iniziativa interessante – il progetto Machine Learning Ledger Orchestration for Drug Discovery (Melloddy) – utilizzando uno strumento di intelligenza artificiale basato su blockchain (sviluppato dalla società Owkin) per consentire la collaborazione tra i principali aziende farmaceutiche (tra cui GSK, AstraZeneca e Johnson & Johnson) per la scoperta di farmaci attraverso un database condiviso, senza rivelare segreti commerciali con i rivali.
Altri casi d’uso sono in corso di sperimentazione, fra cui l’uso della blockchain per la gestione dei clinical trial (molto interessante sia in termini di gestione del consenso che del recruitment stesso dei pazienti, ma anche in termini di miglioramento della collaborazione e della trasparenza fra i vari operatori quali CRO, ospedali, sponsor, e pazienti), l’uso della tecnologia per garantire l’identità di dispositivi medici, o per la gestione della salute pubblica (per esempio, per il monitoraggio dei vaccini o per lo sviluppo di strumenti informativi real-time di gestione delle pandemie), o ancora la gestione a distanza delle patologie croniche e il relativo scambio di informazioni fra pazienti e i vari operatori coinvolti.
Conclusione
Come si è potuto apprezzare da questa breve panoramica, sono molti i casi d’uso della tecnologia blockchain in ambito sanitario che potranno portare a significative innovazioni a vantaggio degli operatori, dell’industria e soprattutto dei pazienti. Heather Flannery, responsabile globale per la salute per la nota società di consulenza su blockchain Consensys (incontrata a Francoforte), conferma questo trend: è in atto la convergenza di diverse innovazioni tecnologiche in grado di modificare in profondità il settore salute: Intelligenza artificiale, blockchain, Internet of (medical) things, genomica, 3D printing, possono – in particolare se combinate – mutare il modo in cui servizi sanitari sono offerti, la relazione medico-paziente, la diagnosi e la cura, verso l’inveramento del paradigma della 4Ps Medicine (Personalised, Predictive, Preventive, Partecipatory).
Bisogna però ricordare che la tecnologia non deve mai essere considerata in un “vuoto”: nella maggior parte dei casi, le sfide più importanti sono di natura organizzativa, economica, culturale. La salute è un settore molto delicato e complicato. Perché le profonde innovazioni promesse dalla tecnologia possano avere luogo, una serie di questioni dovranno prima essere risolte. Cybersicurezza, privacy, rispetto delle regolamentazioni di riferimento, questioni bioetiche e gestione delle identità sono solo alcuni degli aspetti che dovranno essere tenuti in considerazione per rendere possibile la trasformazione digitale nel settore. Infine, pur avendo superato tutte le barriere tecnologiche, si possono enumerare una serie di altre e non meno importanti potenziali barriere all’innovazione, dall’educazione degli stakeholder alle risorse finanziarie necessarie per rendere possibili i primi pilot su larga scala, le questioni etiche e di standardizzazione, fino ad elementi più generali di governance e policy sanitaria.
Per tutto questo, è cruciale che gli operatori in ambito sanitario e i decisori pubblici prendano maggiore confidenza con la tecnologia e le sue potenzialità, assumendo un ruolo centrale ed indispensabile nella definizione dei casi d’uso e delle loro modalità di implementazione nel mondo reale (negli ospedali, nei centri di ricerca, nell’industria). Solo in questo modo si potrà consentire alla tecnologia di avere un profondo impatto sul settore sanitario e farmaceutico, innovando i processi, creando nuovo valore, e in ultima istanza migliorando la salute dei pazienti.