L'analisi

Blockchain per la PA, progetti e settori di impiego

L’introduzione della tecnologia blockchain può garantire maggiore trasparenza nel rapporto tra cittadini e Stato: nel mondo sono svariati i casi di impiego di questa innovazione, dalla gestione idrica alla semplificazione amministrativa. Anche in Europa si sta lavorando a progetti sul tema

Pubblicato il 12 Set 2019

Sara Simeone

Blockchain strategy consultant

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Gli usi della tecnologia blockchain possono produrre una maggiore efficienza degli apparati pubblici e privati. Con l’applicazione di tale innovazione sarebbe rafforzata la fiducia nei fruitori e ci sarebbe una maggiore trasparenza nei rapporti tra cittadino e Stato, tra aziende pubbliche e private, e tra i cittadini stessi. E non mancherebbero i risparmi per le casse statali.

Tecnologia e risparmio statale

Gli ultimi trent’anni hanno segnato, in tutto il mondo, una svolta, basata sull’uso di internet, che ha influenzato la società contemporanea favorendone lo sviluppo di nuove abitudini in termini di conoscenze ed economie circolari. I problemi, che pure ci sono stati e continuano a manifestarsi, inevitabilmente, nel mondo del web, rendono imprescindibili rapidi miglioramenti dell’efficienza degli Stati, singoli e associati, quanto a patrimonio umano e tecnologico. Per quanto attiene all’Italia, come rende noto la CGIA di Mestre, la PA Italiana, benché dotata di comparti e punti di elevate eccellenze, enormi margini di efficientamento della macchina pubblica potrebbero garantire risparmi di oltre 30 miliardi di Euro. L’inefficienza, gravante su imprese e singoli cittadini provoca costi enormi, come anche la stessa OCSE pone in evidenza.

Una risposta concreta per invertire la tendenza risiede sicuramente nella formazione del personale coinvolto; nel livello di senso civico e, ultime ma non meno importanti, nelle recenti e più moderne tecnologie. In tal senso vanno valutate molto positivamente le iniziative del Governo italiano e, in particolare, della Regione Lombardia che ha appena stanziato, con forte lungimiranza, 150 milioni per investimento nella blockchain. Questa tecnologia, unitamente a mirate tecniche di marketing alle quali sempre più si dedicano esperti europei e mondiali, può garantire una sicura svolta nel diritto individuale di cittadinanza ed un sicuro incremento del business in una società sempre più globale e decentralizzata.

Blockchain, i progetti europei

A tal proposito, l’Unione Europea, come autorità amministrativa sovra ordinata, ipotizza l’uso e lo sviluppo di piattaforme in cui la collettività gestisca autonomamente, tramite l’uso della tecnologia blockchain, i propri dati, scambi di proprietà, voto elettronico, l’esecuzione automatica di contratti tramite i cosiddetti smart contracts e molte altre attività che potrebbero beneficiare di un sistema piú trasparente, agile ed efficiente. L’UE, ha infatti individuato nella Blockchain, lo strumento tecnologico per poter cambiare la vita ai propri cittadini ed ha cominciato a promuovere iniziative progettuali nel campo socio-assistenziale stanziando alcuni milioni di Euro per stimolare appositi progetti denominati “Blockchain per il bene sociale” partendo dall’assunto, importante, che “Internet ha abilitato la creazione di piattaforme centralizzate, come quelle utilizzate per i social network, i motori di ricerca o il cloud. Ma questa centralizzazione espone potenzialmente i dati personali ad abusi sia con obiettivi commerciali sia con obiettivi politici da parte di chi detiene o controlla le piattaforme”, è scritto nella nota descrittiva del bando progettuale, che così continua: “Le tecnologie blockchain supportano metodologie decentralizzate per condividere, memorizzare e rendere sicure le transazioni senza intermediari attraverso reti distribuite, come è Internet stessa. I meccanismi di decentralizzazione sicura basati su blockchain sono quelli che possono consentire ai cittadini di mantenere il pieno controllo sui loro dati personali”.

I progetti che l’UE si prefigge di finanziare dovranno garantire, inevitabilmente, la tracciabilità dei processi produttivi; dovranno migliorare la trasparenza nella spesa pubblica e nella pubblica amministrazione; dovranno altresì consentire la gestione dei dati e la tracciabilità delle proprietà dei rifugiati o dei percorsi formativi degli studenti. Tali progetti, inoltre, dovranno avere un impatto sociale positivo ed essere adottabili da ampie comunità, salvaguardando i concetti di privacy, responsabilità e trasparenza, fermo restando che siano utilizzabili e inclusivi e siano portabili su larga scala.

In tale ottica, singoli privati nonché aziende private e Pubbliche amministrazioni locali, le quali, partendo dalle ricche banche dati in loro possesso originate dalle anagrafiche civili e sanitarie, potranno intervenire efficacemente nella gestione dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari potendo ipotizzare grossi margini di risparmio di risorse contestualmente a enormi possibilità di migliorare gli standard dei livelli quali-quantitativi dei servizi erogati ed erogabili ai vari stakeholders.

I settori

Ma quali sarebbero i settori nei quali si potrebbe incidere realmente? Alcuni esempi concreti, in tal senso, ci vengono dalla Gran Bretagna, dalla Svezia, nonché dalla vicina Svizzera. Paesi, questi, nei quali i rispettivi archivi catastali verranno gestiti con la blockchain. Ciò porterà ad una facilitazione delle compravendite immobiliari, delle relative mappature e maggiore trasparenza sulla imponibilità fiscale, centrale e locale dei cespiti censiti. Una notevole sensibilità in tal senso è emersa nel recente forum della PA tenutosi in Italia.

In estremo oriente, inoltre, un grosso esempio dell’utilizzo della blockchain viene dato nel campo delle risorse energetiche ed idriche, anch’esse come fin troppo evidente, di grosso impatto nei confronti dei cittadini utenti e delle entrate per le casse pubbliche. Anche in Italia, ed in particolare in Sardegna, si è già dimostrata una lungimirante sensibilità, utilizzando la blockchain nel servizio idrico già da un paio d’anni. L’impatto innovativo di tali iniziative, comporta l’utilizzo di questa tecnologia per verificare puntualmente i reali consumi dei clienti e snellire i procedimenti intorno alla correttezza e fatturazione delle bollette, portando benefici non solo in termini di risparmio dei costi per le aziende coinvolte, ma anche di rafforzare il rapporto fiduciario con i clienti stessi.

I medesimi criteri potrebbero essere sfruttati, come pure già sperimentato in Africa, Sud America ed Australia, per la gestione e la ottimizzazione dei servizi pubblici anche “a domanda individuale” (dal trasporto scolastico alla raccolta e smaltimento rifiuti, tanto per fare degli esempi) e soprattutto, per ciò che attiene alla sanità pubblica, se si considera che l’Italia ha già attuato e sta portando a termine l’ANPR – Anagrafe Unica Nazionale della Popolazione Residente – i cui dati, completati inevitabilmente con la digitalizzazione dello storico in possesso di tutte le P.A., potranno far risparmiare risorse equivalenti ad una “grossa manovra finanziaria”.

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