L'ANALISI

Blockchain, per l’agrifood rivoluzione smart contract: ecco vantaggi e limiti

L’adozione di contratti “intelligenti” può rispondere alla crescente domanda di trasparenza dell’industria agroalimentare. Facilitando la condivisione di dati lungo l’intera filiera in un processo a prova di manomissione. Ma non mancano le criticità. A cominciare dai problemi di conformità al GDPR

Pubblicato il 12 Giu 2019

Eloisa Marchesoni

ICO advisor, Hbtc Consulting

img_agricoltura_1280x720-1

Gli smart contract abilitati dalla blockchain possono portare la disruption nell’industria agro-alimentare (agrifood). Aiutando le aziende del settore ad attuare politiche di responsabilità sociale. Ma i nodi sono ancora molti, a partire dalle criticità nella compliance al GDPR. Serve che stakeholder e informatica collaborino alla realizzazione di un ecosistema minimo vitale, concentrandosi sul raggiungimento dell’equilibrio tra decentralizzazione, condivisione diffusa delle responsabilità e impegno dei singoli attori coinvolti nella filiera, compresi quelli internazionali.

La domanda di trasparenza

Oggigiorno, i consumatori richiedono sempre più informazioni circa la provenienza e la composizione del cibo acquistato, riflettendo in tale comportamento la necessità di maggiore trasparenza e la mancanza di fiducia. Allo stesso tempo, sempre più prodotti e bevande alimentari sono marchiati e accompagnati da una varietà di schemi di certificazione, con un crescente rischio di frode (vendita di prodotti non qualificati, mascherati da false etichette o attestazioni di alta qualità) e adulterazione. Nella situazione attuale, gran parte dei dati e delle informazioni sulla conformità vengono verificati da terze parti fidate e archiviati su cartaceo o in un database centralizzato.

Ma questi approcci sono noti per soffrire di molti problemi informativi fra i quali l’alto costo e l’inefficienza dei processi e il pericolo di frode, corruzione ed errori dovuti al massiccio intervento umano nei processi stessi considerati. Questi problemi di informazione, indicano che gli attuali sistemi non sono stati in grado di risolvere o, a volte, hanno anche esacerbato i problemi di scarsa trasparenza e fiducia nelle catene agroalimentari, rappresentando una grave minaccia per la sicurezza alimentare, la qualità degli alimenti e la sostenibilità.

In particolare, l’integrità della filiera alimentare è diventata una delle maggiori preoccupazioni. Un concetto, quello dell’integrità, che si riferisce alla correttezza e all’autenticità del cibo nelle catene del valore alimentare sia a livello fisico che a livello digitale, dove il digitale dovrebbe fornire informazioni attendibili e affidabili sull’origine e la provenienza dei prodotti alimentari che fisicamente circolano nel mercato.

Le potenzialità della Blockchain

La tecnologia Blockchain fornisce un mezzo per garantire la permanenza delle registrazioni di dati e potenzialmente per facilitare la condivisione di tali dati tra attori disparati in una catena di valore del cibo. Questo potenziale può portare a un eccitante cambiamento di paradigma, che sembrerebbe poter facilitare la trasparenza e la fiducia nelle catene alimentari e dunque garantisce l’integrità della filiera nel suo complesso.

Vari progetti pilota hanno dimostrato come sia possibile registrare le informazioni riguardanti le principali fasi della filiera alimentare su una permissioned Blockchain, ospitante più di uno smart contract per automatizzare gli accordi tra i vari attori coinvolti. Inoltre, rispetto alle situazioni tradizionali con database centralizzati, la Blockchain può essere utilizzata per garantire che le diverse parti condividano lo stesso livello di informazioni sulla validità e la provenienza dei certificati a prova di manomissione.

Questa funzione può potenzialmente aumentare il valore dei certificati. Tutti i partecipanti a uno smart contract hanno accesso alla totalità dei dati e, quindi, in una situazione di reale implementazione, dovrebbero essere eseguiti separatamente diversi smart contract, per le diverse relazioni contrattuali, al fine di mantenere la riservatezza aziendale. Da non dimenticare è che un aspetto importante che dovrebbe essere affrontato è l’interazione tra gli smart contract e la sostenibilità a livello tecnico dei flussi di dati tra quest’ultimi.

Le principali parti coinvolte nel caso di utilizzo degli smart contract per il management della gestione filiera alimentare includono quanto segue:

• Produttori;

• Commercianti (esportatori e importatori);

• Aziende di logistica;

• Organizzazioni di standard di prodotto (e.g., proprietari di schemi di certificazione);

• Organizzazioni di standard di dati / informazioni (e.g., UN / CEFACT);

• Organi di certificazione;

• Autorità di vigilanza, come le autorità di accreditamento e quelle per la sicurezza alimentare;

• Fornitori di servizi finanziari (e.g., banche e investitori);

• Servizi ICT e fornitori di soluzioni per l’implementazione di una soluzione su tecnologia Blockchain per la quale debbano essere valutati costi e benefici.

Tuttavia, l’adozione della Blockchain può modificare gli ecosistemi aziendali introducendo nuovi attori di filiera e modificando la posizione degli attori esistenti nell’ecosistema. I maggiori scettici nell’adozione di tale tecnologia sono proprio le parti che finora hanno fatto uso indiretto degli scambi di informazioni all’interno dell’ecosistema, come le compagnie di assicurazione. Nondimeno, la novità e le promesse della Blockchain la rendono sempre più popolare tra le start-up che stanno cercando, già ora, di distruggere gli esistenti attori di filiera.

Ecco tutti i passaggi coinvolti nello smart contract

Ecco un esempio di come la Blockchain e gli smart contract su essa insediati potrebbero funzionare nel settore dell’agrifood. Un agricoltore potrebbe salvare su Blockchain i dettagli inerenti alle proprie colture, come l’origine, il tipo di coltura, la procedura utilizzata per la semina, e così via, utilizzando una semplice app mobile decentralizzata. Le informazioni memorizzate dagli agricoltori potrebbero essere accessibili da tutte le parti interessate all’interno del sistema. Gli agricoltori possono anche caricare le immagini delle colture, durante le diverse fasi di crescita, attraverso Machine Learning e Artificial Intelligence per aiutare le raffinerie o le fabbriche a prendere decisioni informate sulla qualità dei raccolti.

Le condizioni programmate all’interno degli smart contract assicurano poi che la conformità alle regole sia rispettata mentre alimentano la mole stessa di dati registrati sulla Blockchain. Una volta che il raccolto è pronto, gli agricoltori lo distribuiscono alle aziende di trasformazione alimentare o alle raffinerie per ulteriori elaborazioni.

Dopo aver ricevuto gli alimenti dagli agricoltori, le raffinerie o le aziende di trasformazione alimentare possono fare offerte per le colture attraverso uno smart contract. Una volta accettata l’offerta, tali attori potrebbero iniziare a elaborare e archiviare le informazioni relative alla raffinazione delle colture sulla Blockchain pubblica, così da aiutare i rivenditori o i consumatori a verificare se il cibo è stato elaborato in modo appropriato o meno. Tutto ciò in garanzia di conformità, grazie alla presenza di smart contract con condizioni precisamente definite.

Dopo aver elaborato i prodotti alimentari, le società di raffinazione devono offrire gli stessi ai grossisti, i quali, di nuovo, potrebbero iniziare a fare offerte tramite smart contract. Una volta che le aziende di trasformazione alimentare avranno accettato l’offerta, queste trasporteranno i prodotti alimentari trasformati ai grossisti e aggiorneranno i dettagli del trasporto sulla Blockchain.

Il grossista potrebbe quindi assumere fornitori di servizi logistici per distribuire gli articoli ai diversi rivenditori al dettaglio che siano dotati di veicoli abilitati all’IoT, permettendo di mantenere gli alimenti al sicuro sotto temperatura controllata. I sensori integrati nei veicoli IoT sarebbero in grado di inviare alla Blockchain, in tempo reale, informazioni relative alla temperatura degli alimenti e alla posizione, agevolando i rivenditori, che facilmente potrebbero tenere d’occhio i prodotti alimentari.

Il ruolo del meccanismo di consenso

Grazie all’avvento della tecnologia Blockchain, dall’origine alla destinazione, informazioni come i dettagli di origine dell’azienda agricola, i numeri di lotto, i dettagli di trasporto, i dati di lavorazione, la temperatura di conservazione, i dettagli di scadenza e altri ancora possono essere collegati digitalmente ai prodotti alimentari all’interno della catena di approvvigionamento. Ogni informazione acquisita durante ogni transazione viene convalidata da tutte le parti interessate nella rete tramite meccanismi di consenso variabili. Dopo aver convalidato ogni blocco, esso viene aggiunto all’intera catena di transazioni, creando una traccia permanente e immutabile. Il consumatore finale sarà quindi certo del fatto che il prodotto alimentare sia più o meno sicuro, decidendo rapidamente se acquistarlo o no.

Inoltre, le entità pubbliche potrebbero anche eseguire rapidamente verifiche ispettive sul costo e sulla qualità delle colture attraverso i registri digitali archiviati nella catena di approvvigionamento. In breve, poiché tutte le diverse parti interessate sono così in grado di accedere a ogni informazione relativa agli alimenti in ogni fase, la qualità degli alimenti stessi non può mai essere compromessa.

Blockchain per una tracciabilità end-to-end

Le aziende alimentari possono utilizzare la Blockchain e i contratti intelligenti per ottimizzare la propria attività e favorire la trasparenza nella filiera. Questa tecnologia ha, inoltre, il potenziale per aggiungere un ulteriore livello di sicurezza all’industria alimentare. In effetti, in caso di richiami o indagini alimentari, il processo potrebbe essere eseguito facilmente e in maniera straordinariamente veloce, poiché la Blockchain offre la capacità di una tracciabilità end-to-end.

Considerato lo stato dell’arte attuale, le più importanti aree di applicazione degli smart contract al settore agrifood sono le seguenti:

• Registrazione di aziende, animali, impianti e transazioni;

• Monitoraggio e tracciamento di prodotti con attributi di credibilità (cioè qualità che non sono direttamente osservabili dagli utenti o dai consumatori finali);

• Trasferimento di certificati di importazione ed esportazione (e.g., certificati SPS);

• Sviluppo inclusivo, garantendo l’accesso dei piccoli proprietari a un mercato migliore e a pagamenti migliori o possibilità di finanziamento (e.g., FairFood, AgriLedger);

• Creare opportunità di automatizzazione dei processi di business attivati ​​da transazioni condizionate (nel caso si utilizzino smart contract).

I problemi ancora da risolvere

In ogni caso, esiste un notevole livello di scetticismo tra gli stakeholder con un basso know-how sulla tecnologia in questione, in parte dovuto alla reputazione non ancora “d’oro” della Blockchain e a una serie di problemi tecnici che rimangono da risolvere. In particolare, le principali preoccupazioni degli stakeholder sono le seguenti:

• L’affidabilità dei dati inseriti nella Blockchain;

• L’impatto ambientale dell’attività connessa di mining;

• Come trattare con i diversi tipi di Blockchain che si presenteranno sul mercato;

• La validità e la coerenza degli smart contract;

• L’efficacia della tecnologia Blockchain per la prevenzione delle frodi nella catena alimentare.

La maggior parte di queste preoccupazioni può essere risolta o alleviata nel tempo dall’avanzamento tecnologico o da disposizioni istituzionali. Mentre l’uso della Blockchain dovrebbe scoraggiare la manomissione dei dati, esso non potrà mai impedire alle persone di inserire informazioni false o errate nel sistema o nascondere delle informazioni. La Blockchain da sola non eliminerà quindi le frodi nella catena alimentare. Tuttavia, quando saranno disponibili sempre più dati e questi saranno ad essa collegati, sarà più facile rilevare e rintracciare le frodi grazie a controlli incrociati e all’immutabilità dei record, riducendo significativamente la probabilità che informazioni fraudolente corrompano il sistema.

È importante osservare che, dal punto di vista aziendale, la trasparenza totale non è sostenibile, dal momento che gran parte dell’attività dipende da diversi gradi di opacità delle informazioni nei confronti del resto del mercato. Per risolvere parzialmente questo problema, i dati inclusi negli smart contract potrebbero essere resi disponibili o “visibili” solo ai partecipanti, in tal modo garantendo che la riservatezza aziendale venga mantenuta.

Tuttavia, le condizioni di accesso ai dati dovrebbero essere programmate immutabilmente nello smart contract sin dall’inizio, e quindi sarebbe impossibile accordare l’accesso a un nuovo attore in un secondo momento.

Blockchain e GDPR: quali sono i nodi da sciogliere

Un ulteriore problema significativo per quanto riguarda la conformità al regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) è che le Blockchain pubbliche non permissioned sono interamente decentralizzate e distribuite, il che significa che non esiste un’unica entità con responsabilità legale per l’elaborazione dei dati. L’utilizzo di una permissioned Blockchain sarebbe ideale, in quanto, almeno in teoria, per questa tipologia esiste un’entità responsabile della partecipazione alla Blockchain.

Sarebbe poi ancora da risolvere il fatto che la Blockchain è progettata per registrare dati in modo immutabile, mentre, secondo la GDPR, essi devono poter essere completamente rimossi se il singolo interessato lo richiede. Inoltre, l’applicazione di parti specifiche della normativa GDPR dipende dal luogo in cui i dati vengono elaborati e, ovviamente, i dati sulla Blockchain vengono elaborati “ovunque e da nessuna parte”. Tutti questi problemi dovranno essere affrontati da una combinazione di cambiamenti nella regolamentazione e di sviluppi tecnologici.

La tecnologia Blockchain viene spesso promossa come soluzione ai problemi di interoperabilità tra i sistemi. L’idea fondamentale è che, se c’è un database comune, una spina dorsale a cui tutti i partecipanti di un settore (o, come nel caso in esame, una catena di fornitura) possono accedere, e sul quale possono leggere e scrivere informazioni, allora tutte le frustrazioni legate all’attuale assenza di interoperabilità si superano automaticamente. Questa prospettiva è, però, molto ottimistica, in quanto, anche se si concepisse un database universale o settoriale accessibile a tutti i partecipanti, esisterebbe una vasta legacy di sistemi di base, purtroppo datati, con cui qualsiasi sistema innovativo basato su Blockchain dovrebbe essere in grado di comunicare. Questa è ovviamente una sfida per qualsiasi nuova tecnologia, ma in particolare per una tecnologia che, per sua natura, ha applicazione su scala universale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati