Una misura che punta a obiettivi sostenibili, come la riduzione del consumo di plastica: il bonus acqua potabile è disponibile per spese effettuate fino al 31 dicembre 2022 per l’acquisto e l’installazione di sistemi in grado di migliorare la qualità dell’acqua fornita dagli acquedotti, rendendola così fruibile dalle persone. Dal primo al 28 febbraio 2022 è possibile chiedere all’Agenzia delle entrate il bonus per gli interventi effettuati nel 2021. Nello specifico, la misura consiste in un credito di imposta del 50 per cento: vediamo tutti i dettagli, dagli interventi necessari per ottenerlo a come fare la richiesta.
Bonus acqua potabile, che cos’è e a cosa serve
Il bonus acqua potabile, introdotto con la legge di bilancio 2021, cioè la legge numero 178 del 2020, consiste in un credito di imposta del 50 per cento dei costi sostenuti per l’acquisto e l’installazione di:
- soluzioni per il filtraggio dell’acqua
- sistemi di mineralizzazione
- strumenti di raffreddamento
- strumenti per aggiungere anidride carbonica E290 a uso alimentare
- sistemi per migliorare la qualità dell’acqua erogata da acquedotto, al fine del consumo da parte delle persone.
Tali dettagli sono riportati nei commi dal 1087 al 1089 dell’articolo 1 della citata legge. Il bonus è fruibile per spese dal primo gennaio 2021 sino al 31 dicembre 2022.
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Provvedimento Agenzia delle Entrate bonus acqua potabile
Proprio riguardo al fattore temporale, l’Agenzia delle entrate con il provvedimento numero 153000 del 16 giugno 2021 , in cui si definiscono i criteri per fruire della misura, ha spiegato che per ottenere il credito di imposta è importante considerare:
- Il criterio di cassa, cioè la data del pagamento nel caso di persone fisiche, chi esercita professioni o arti, enti non commerciali, imprese individuali e società di persone con regime semplificato. Da sottolineare che per chi è in regime semplificato e ha optato per la disciplina indicata nel comma 5, articolo 18 del DPR 600 del 1973, il momento dell’effettuazione del pagamento è assimilabile a quello della data in cui si registra il documento contabile;
- Il criterio di competenza nel caso di enti commerciali, non commerciali ma in regime ordinario e per le società.
Gli obiettivi
La normativa ricorda che l’obiettivo della misura è di razionalizzare l’utilizzo dell’acqua, oltre a quello della riduzione di contenitori, come le bottiglie, di plastica per acqua destinata a essere bevuta dalle persone. Il bonus è fruibile dal primo gennaio 2021 sino al 31 dicembre 2022.
Bonus acqua potabile Enea
Al comma 1089 della legge si sottolinea che proprio per monitorare e verificare l’effettivo impatto sulla riduzione dell’utilizzo della plastica per l’acqua potabile, tutte le informazioni riguardanti gli interventi vanno inviate in via telematica ad Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che dopo aver analizzato le informazioni ottenute si adopererà per inviare un report sugli impatti degli interventi agli enti di riferimento, cioè il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, al MISE – Ministero dello sviluppo economico e al MEF – Ministero dell’economia e delle finanze.
A chi spetta il bonus acqua potabile
Come riportato nella legge, la misura è destinata a:
- Persone fisiche
- Soggetti che esercitano attività di impresa, professioni o arti
- Enti religiosi riconosciuti civilmente
- Realtà del Terzo settore
- In generale enti non commerciali
A quanto ammonta
Le spese sostenute sono compensabili fino a un tetto di:
- 1.000 euro per ogni unità immobiliare per le persone fisiche
- 5.000 euro per ogni unità commerciale o, come riporta la legge, istituzionale.
La dotazione è di 5 milioni di euro complessivi per gli anni 2021 e 2022.
Trattandosi di un credito di imposta, l’agevolazione si può usare in compensazione per F24 oppure, per le persone fisiche che non esercitano lavoro autonomo o attività di impresa, nelle dichiarazioni dei redditi sin dall’anno in cui si è effettuata la spesa e nei seguenti fino al raggiungimento della cifra.
Bonus acqua potabile, come pagare e quali documenti servono
L’Agenzia delle entrate spiega che per documentare gli acquisti e i conseguenti costi è necessario disporre di una fattura elettronica o, in alternativa, un documento commerciale che contempli anche il codice fiscale della persona che vuole ottenere il credito di imposta.
Il pagamento va effettuato obbligatoriamente con versamento bancario o postale nel caso di soggetti privati o comunque non in regime ordinario.
Quando e come fare domanda per il bonus acqua potabile
Il totale dei costi che rientrano nei criteri per ottenere l’agevolazione va segnalato all’Agenzia delle entrate nel periodo compreso tra il primo e il 28 febbraio dell’anno seguente a quello in cui si è sostenuta la spesa.
Per fare domanda è necessario compilare l’apposito modello messo a disposizione dall’amministrazione fiscale e poi trasmetterlo tramite il servizio online nella propria area personale sul sito dell’Agenzia delle entrate.
Compilando il modello sarà necessario indicare tutti i propri dati personali, oltre a quelli dell’eventuale intermediario. Poi, nel quadro A sarà indispensabile inserire l’elenco di tutte le spese sostenute che sono agevolabili in quanto rientrano tra gli interventi previsti per migliorare la sostenibilità idrica.
Nello specifico bisognerà indicare il totale della spesa e i costi sostenuti, oltre ai dati catastali dell’immobile in cui si interviene.
Segue poi un Quadro B la cui compilazione è necessaria ai fini delle verifiche antimafia solo nel caso in cui il credito di imposta superi la cifra di 150.000 euro (ricordiamo infatti che i tetti di 1.000 e 5.000 euro si riferiscono a singola unità immobiliare). L’Agenzia delle entrate spiega in una guida alla compilazione che questa parte non va compilata se il beneficiario:
- Esercita attività agricola non organizzata in impresa
- Esercita attività professionale non organizzata in impresa
- Esercita attività artigiana come impresa individuale
- Esercita in forma individuale lavoro autonomo, anche di natura intellettuale.
Per tutti gli altri casi, in questo spazio in particolare viene chiesto di sottoscrivere una dichiarazione sostitutiva di atto notorio e di fornire i dati dei soggetti coinvolti negli interventi, sottoposti a verifica antimafia.
Scarica qui il modello per bonus acqua potabile – PDF
Bonus acqua potabile, bonus acqua e bonus idrico: le differenze
Considerando i diversi bonus relativi al settore idrico, è utile fare una distinzione per evitare confusione. Il bonus acqua potabile come abbiamo visto è una misura che consiste in un credito di imposta del 50 per cento per interventi in unità immobiliari volti a migliorare la qualità dell’acqua potabile e la riduzione dell’uso della plastica per questo ambito.
Il bonus idrico era invece un’iniziativa prevista dalla Legge di bilancio 2021 e fruibile per spese sostenute fino a dicembre 2021 che puntava a incentivare interventi di efficientamento idrico come l’installazione di sanitari in ceramica dotati di strumenti a scarico ridotto, oltre a rubinetti e soffioni e docce dotati sempre di strumenti a ridotto flusso d’acqua. L’obiettivo era quello di evitare sprechi. La governance della misura era affidata al Ministero per la Transizione ecologica.
Ancora differente l’omonimo bonus idrico chiamato anche bonus acqua: in questo caso riguarda le utenze domestiche dell’acqua ed è una misura di ambito sociale, che rientra insieme al bonus luce e gas nelle soluzioni per aiutare le famiglie che si trovino in difficoltà a causa di motivi di serio disagio, come per esempio una patologia grave e invalidante di un membro del nucleo. Consiste in uno sconto in bolletta.