Le proposte federalberghi

Bonus vacanze, i dubbi degli alberghi: ecco cosa migliorare

Modalità di conferma del bonus, maggiore disponibilità delle banche ad accettarlo, possibilità di detrarre una percentuale maggiore dalla dichiarazione dei redditi: sono le soluzioni di Federalberghi per favorire la diffusione di questa misura

Pubblicato il 06 Ago 2020

Alessandro Massimo Nucara

Direttore generale di Federalberghi

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Per favorire la diffusione del bonus vacanze servono tre miglioramenti alle regole che lo definiscono. Il primo, relativo alle modalità di verifica del beneficio, è stato ottenuto grazie a un intervento dell’Agenzia delle Entrate. Il secondo, riguardante la cessione del credito, sarebbe attuabile con la maggiore accettazione di questo strumento da parte degli istituti. Il terzo obiettivo è l’aumento della percentuale del bonus detraibile nella dichiarazione dei redditi.

Questi tre interventi sono necessari per ampliare l’utilizzo della misura, prevista dal Decreto Rilancio come sostegno alle famiglie e al settore turistico dopo l’emergenza sanitaria. Del resto, dal momento dell’attivazione del bonus il primo luglio, sono stati emessi oltre 700mila voucher per un controvalore di oltre 300 milioni di euro. Sul sito Italy Hotels, realizzato da Federalberghi in collaborazione con la Direzione Generale Turismo del MIBACT, sono presenti oltre 2.300 strutture ricettive italiane che lo accettano, il sito ha registrato oltre 5 milioni di visite nel giorno di massima visibilità.

Le modalità di conferma del bonus

L’interesse di tali imprese turistiche nei confronti dell’istituto è cresciuto sensibilmente dopo che l’Agenzia delle Entrate ha risposto ad un quesito formulato da Federalberghi, fornendo indicazioni che agevolano la gestione del bonus. Basti dire che il numero di alberghi che hanno chiesto di essere presenti sul sito è quasi raddoppiato nell’arco di due settimane. Le prime istruzioni diramate dall’Agenzia delle entrate prevedevano che al momento del pagamento la struttura ricettiva acquisisse il codice univoco (o il QR code) e lo inserisse, unitamente al codice fiscale dell’intestatario del documento di spesa e all’importo del corrispettivo dovuto, in un’apposita procedura web disponibile nell’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate. In esito alla verifica dello stato di validità dell’agevolazione e dell’importo massimo dello sconto applicabile, il fornitore deve confermare, a sistema, l’applicazione dello sconto e, da questo momento, l’agevolazione si intende interamente utilizzata e non può essere più fruita da alcun componente del nucleo familiare.

Tali istruzioni non tenevano però conto del fatto che la cura dei rapporti con l’Agenzia delle entrate non è di norma affidata agli addetti alla cassa / reception. Tale attività è infatti solitamente svolta dall’ufficio amministrazione (nelle aziende più strutturate) o dal consulente esterno (nelle aziende più piccole). L’Agenzia delle Entrate, rispondendo ad un quesito di Federalberghi, ha chiarito che non sono stati posti vincoli tra il momento di emissione della fattura e il momento di verifica e conferma del bonus. Ne consegue che le operazioni di verifica e conferma del bonus non devono essere necessariamente fatte alla reception alla partenza del cliente, ma possono essere svolte in anticipo rispetto alla conclusione del soggiorno o addirittura prima che il cliente arrivi. Grazie a tale precisazione, la procedura è diventata molto più semplice da gestire, in quanto la struttura può incassare i bonus senza necessità di modificare i propri modelli organizzativi.

Il ruolo delle banche

La propensione delle aziende ad accettare il buono potrebbe aumentare di molto se trovasse piena attuazione quanto previsto dal comma 5 dell’articolo 176, ai sensi del quale la struttura ricettiva può cedere il credito agli istituti bancari. Al momento, si possono contare sulle dita di una mano le banche che accettano la cessione del buono. Conseguentemente, l’albergo che riceve il buono dal cliente non ottiene immediatamente il controvalore in danaro, ma può essere costretto ad attendere anche diversi mesi, sin quando non si realizzano le condizioni per compensare il bonus con le tasse o i contributi a proprio carico.

Com’è noto, durante la pandemia, la crisi di liquidità è stato il principale problema che le aziende hanno dovuto affrontare. Non può stupire quindi il fatto che molte imprese, che già si trovano in debito d’ossigeno, esitino di fronte alla prospettiva di dover erogare dei servizi ed affrontare delle spese senza ricevere il relativo pagamento. Se invece il pagamento fosse garantito dalle banche, il buono potrebbe essere trattato dalle aziende al pari di ogni altro mezzo di pagamento. Non vi sarebbe, a quel punto, nessuna ragione per operare distinzioni tra una prenotazione garantita da carta di credito ed una prenotazione garantita da bonus vacanze. Federalberghi e ABI, per favorire l’adesione delle banche al sistema, hanno definito un protocollo e stanno svolgendo iniziative per la informazione e la sensibilizzazione dei rispettivi sistemi associativi.

La detrazione dalla dichiarazione dei redditi

Un terzo elemento che potrebbe imprimere un’accelerazione all’utilizzo del bonus riguarda la possibilità che il cittadino lo detragga dalla dichiarazione dei redditi. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che “il diritto alla detrazione … da far valere in dichiarazione non viene meno se il fornitore del servizio non accorda lo sconto in fattura, a condizione che la fattura, documento commerciale, scontrino/ricevuta fiscale emessa dal fornitore sia intestata al soggetto che intende fruire della detrazione”. In altri termini, il cittadino può utilizzare la detrazione anche se l’albergo che ha scelto non accetta il bonus.

Ma, attualmente, tale facoltà è riconosciuta solo per un importo pari al venti per cento del valore del bonus. Se tale limite venisse innalzato (auspicabilmente, sino al cento per cento), tutti ne ricaverebbero vantaggi. Il cittadino avrebbe maggiore libertà di scelta, in quanto potrebbe soggiornare anche in strutture che non accettano il bonus, continuando a godere del beneficio fiscale. Le imprese potrebbero beneficiare dell’iniezione di liquidità che questa misura ha immesso nel sistema, senza essere costrette ad anticipare il valore del bonus; quindi, potrebbero beneficiarne anche le imprese che versano in maggiori difficoltà. Infine, anche lo finanze pubbliche ne trarrebbero un beneficio, perché verrebbe differito di un anno il momento dell’erogazione di una parte delle risorse, che avverrebbe dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi 2020, che avverrà nel 2021.

Una raccomandazione finale

Come si è visto, il sistema è suscettibile di miglioramenti. E ognuno ha ovviamente diritto di criticare e di dissentire. Non condivido, invece, le bordate ad alzo zero che da più parti sono state sparate contro l’istituto, spesso accompagnate da argomentazioni prive di consistenza o addirittura palesemente false. In un momento così delicato per le famiglie e per le imprese, è necessaria più che mai un’informazione obiettiva e trasparente. Non sono ammissibili commenti fuorvianti, che potrebbero indurre le persone più distratte a rinunciare a un’opportunità che potrebbe offrire un aiuto concreto.

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