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Certificati anagrafici online, primo passo verso una PA davvero digitale: ma non basta

Il nuovo portale nazionale dei certificati anagrafici online con ANPR è una novità importante, ma nella consapevolezza che questo è solo il primo passo verso la completa digitalizzazione dei processi e delle informazioni anagrafiche, fino ad arrivare all’attuazione del principio “once only”

Pubblicato il 23 Nov 2021

Alessandro Longo

Direttore agendadigitale.eu

Patrizia Saggini

avvocata, esperta di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione

PEC, firma

Dal 15 novembre 2021 è possibile ottenere i certificati anagrafici direttamente online, gratis per almeno tutto il 2022, utilizzando le funzionalità del portale ANPR; quindi, la fonte dei dati è la base dati nazionale (in via di completamento).

La notizia è stata resa nota con vari comunicati già da parecchi giorni, e il 14 novembre è stato diffuso un video in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella utilizza il servizio in anteprima, scaricando un proprio certificato.

Vediamo brevemente come funziona il servizio e quali ricadute può avere su cittadini e Pubbliche Amministrazioni.

Quali certificati anagrafici sono disponibili online 2021 – 2022

Oggi è possibile reperire online comodamente da casa di fronte al tuo schermo una serie di certificati anagrafici. Vediamo nel dettaglio quali di questi certificati è possibile prenotare e scaricare direttamente online, a partire da novembre 2021 in poi.

● Certificato Anagrafico di nascita
● Certificato Anagrafico di matrimonio
● Certificato di Cittadinanza
● Certificato di Esistenza in vita
● Certificato di Residenza
● Certificato di Residenza AIRE
● Certificato di Stato civile
● Certificato di Stato di famiglia
● Certificato di Stato di famiglia e di stato civile
● Certificato di Residenza in convivenza
● Certificato di Stato di famiglia AIRE
● Certificato di Stato di famiglia con rapporti di parentela
● Certificato di Stato Libero
● Certificato Anagrafico di Unione Civile
● Certificato di Contratto di Convivenza

Come accedere al servizio ANPR e scaricare i certificati anagrafici online

Scaricare i certificati anagrafici online è semplicissimo. Scopri in basso come scaricare i certificati anagrafici dal tuo pc online in poco tempo e gratuitamente.

Il servizio è disponibile partendo da questo indirizzo: anagrafenazionale.interno.it, a cui si accede con le proprie credenziali SPID, oppure con CIE o CNS.

Contestualmente all’accesso, è possibile anche consultare una guida che contiene una breve spiegazione sulle funzionalità del servizio.

1. Possibile la delega

I certificati possono essere ottenuti o per sé stessi o per un componente della propria famiglia – scegliendo il nominativo tra quelli inseriti nello stato di famiglia – e poi occorre scegliere il tipo del certificato richiesto.

2. Download o invio via mail

Il certificato viene prima visualizzato in anteprima e poi può essere reso disponibile per il download in pdf o per l’invio tramite mail. Possibile ottenere più certificati in un solo file-certificato.

Quanto costa un certificato anagrafico online?

Per quanto riguarda i costi, il DL Semplificazione 2021 ha previsto l’esenzione dall’imposta di bollo (16 euro) per tutti i certificati emessi dal portale online di ANPR, e sembra che l’esenzione verrà mantenuta anche per il 2022, con una disposizione inserita nella Legge di Bilancio.

Il certificato viene emesso con l’intestazione del Ministero dell’Interno, e quindi viene meno anche l’incasso dei diritti di segreteria, previsti a favore dei Comuni (dalla Legge 8 giugno 1962, n. 604 e successive modificazioni e integrazioni, che prevede un importo di €0,26 per i certificati anagrafici in carta semplice e €0,52 per i certificati in bollo) e di cui ne può essere prevista anche l’esenzione, tramite apposito provvedimento.

Certificati online gratis? Oggi è possibile! (fino al 31 dicembre 2022)

Insomma, ad oggi i certificati sono gratis online – senza marca da bollo quindi – per tutto il 2021, ma l’attuale legge di bilancio 2021 in approvazione prevede già uno stanziamento per coprire la gratuità fino al 31 dicembre 2022.

Il sigillo elettronico qualificato

Un’altra grande novità è la presenza del sigillo elettronico qualificato, previsto dal Regolamento Europeo eIDAS, che consiste nella firma digitale associata a un ente (e non a una persona fisica).

La previsione dell’utilizzo del sigillo è contenuta nell’art. 62 del CAD, alla luce delle modifiche apportate dal DL 76/2020, e garantisce l’integrità e il non ripudio del certificato.

Infatti, una volta ottenuto il certificato, il richiedente può verificarne la provenienza inquadrando il QR code in alto a destra, e quindi verranno visualizzati i dati di rilascio e anche il contenuto dell’atto, cliccando poi su “Visualizza”.

Purtroppo, non è evidente nell’esito della verifica la presenza del sigillo elettronico, forse sarebbe opportuno inserire anche questa informazione.

Quali comuni sono coperti dal servizio e quali no

Possono avere il servizio certificati anagrafici online – e altri che arriveranno sul sito ANPR – tutti i residenti nei comuni collegati all’ANPR, che raccoglie del 98% della popolazione italiana. Sono 7794 i  comuni già subentrati. Ne restano alcuni che saranno collegati entro fine anno. Manca anche un capoluogo di provincia: Avellino.

L’Anagrafe nazionale, che include l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) pari a 5 milioni di persone, coinvolge oltre 57 milioni di residenti in Italia e sarà ultimata nel corso del 2021.

Ma a che servono i certificati anagrafici online da scaricare?

Come ha notato su Medium il dipartimento all’innovazione presso la Presdelcons, per la PA vige già l’autocertificazione. Ma i certificati anagrafici sono ancora richiesti dai privati per molte attività, ad esempio sul lavoro, la compravendita della casa, il mutuo, l’assicurazione, la successione.

Quindi la possibilità di download semplice servirà con i privati.

Le ricadute del servizio sui cittadini

E non sarebbe bello farne a meno? Sia dei certificati sia dell’autocertificazione? Già noti esponenti della politica e tecnici del settore hanno fatto presente che è un po’ anacronistico parlare di certificati nel 2021, quando da tempo si afferma invece che il principio guida deve essere “once only”, per cui non bisogna chiedere dati già presenti nelle banche dati nazionali o locali, ma fare in modo che l’accesso e la verifica dei dati sia resa possibile da sistemi di interoperabilità.

Primo passo verso l’interoperabilità completa

Questo è sicuramente l’obiettivo a tendere, ma al momento attuale, in attesa della PDND – che garantirà l’accesso ai dati tramite API – bisogna tenere conto che solo circa il 25% della popolazione italiana risiede in un Comune che eroga certificati online (ovviamente Comuni più grandi o comunque più organizzati dal punto di vista infrastrutturale e di risorse), mentre negli altri il cittadino non può fare altro che recarsi allo Sportello; quindi la fascia fino a ora esclusa era quella dei piccoli Comuni, che in Italia sono ben 5.521 sotto i 5.000 abitanti, e rappresentano il 69,85% del numero totale dei comuni italiani.

Con il portale unico di certificazione offerto da ANPR si sfruttano quindi le economie di scala e si mettono a fattor comune le funzionalità del sistema, quindi tutti i Comuni – grazie all’avvenuto subentro nell’Anagrafe Nazionale – da oggi possono offrire ai propri cittadini questa possibilità.

Con una interoperabilità completa, entro il 2026 secondo i piani del Governo, sia le PA sia i privati non avranno bisogno di autocertificazioni e di certificazioni.

Trasparenza

Ma anche in quel caso sarà sempre utile un servizio come quello del download certificati. Per consentire al cittadino di sapere, con trasparenza, quali informazioni la PA ha su di lui o lei. Per anche indicare correzioni da fare in caso di errori; un altro servizio possibile sulla piattaforma ANPR.

Quali ricadute per le Pubbliche Amministrazioni?

Dal 2012 i certificati non possono più essere prodotti per PA e Gestori di Pubblico Servizio, e il DL Semplificazione (art. 30-bis del D. L. n. 76/2020, convertito con L. n. 120/2020), ha reso valida e obbligatoria l’autocertificazione non più soltanto nei rapporti tra cittadino e pubbliche amministrazioni o gestori di pubblici servizi, ma anche nei rapporti tra privati, senza alcuna distinzione.

Nell’attesa dell’attivazione di meccanismi di interoperabilità – che evitano dichiarazioni e conseguenti verifiche – è presumibile che i certificati continuino a esistere ancora per un po’ di tempo; in alternativa, occorre che sia istituita una parte dedicata alla verifica delle autocertificazioni: per PA e Gestori di Pubblico Servizio è partita da qualche mese la sperimentazione, per i privati non risulta esserci a oggi una modalità di accesso.

I limiti di ANPR sui certificati anagrafici online

Su questo punto specifico, registriamo che nel servizio online di ANPR manca la possibilità di richiesta dei certificati di stato di famiglia e residenza per altre persone – esterne alla propria famiglia; la previsione normativa esiste, ed è contenuta nell’art. 33 del DPR 223/1989, in base al quale “l’ufficiale di anagrafe rilascia a chiunque ne faccia richiesta, previa identificazione, i certificati concernenti la residenza, lo stato di famiglia degli iscritti nell’anagrafe nazionale della popolazione residente, nonché ogni altra informazione ivi contenuta”; questa funzionalità sarebbe estremamente utile, perché permetterebbe ai soggetti cosiddetti “intermediari” (professionisti, notai, avvocati, ecc.) di ottenere in modo autonomo i certificati di cui hanno bisogno, senza chiederli al Comune o al proprio cliente.

Occorre precisare che la disposizione dell’art. 33 appena citata consente una lettura ampia, quindi i certificati resi disponibili a tutti non sarebbero solo quelli di stato di famiglia e residenza, ma tutti quelli contenuti in ANPR, proprio nella parte in cui si fa riferimento a “ogni altra informazione ivi contenuta (nell’anagrafe nazionale della popolazione residente – NdR).

Vediamo se ci saranno degli sviluppi a breve, eventualmente collegati con la pubblicazione del decreto attuativo annunciato dalla Funzione Pubblica qualche giorno fa.

Cosa succede agli attuali servizi sui certificati anagrafi online dei Comuni

L’art. 62 comma 3 del CAD prevede che “L’ANPR assicura ai comuni la disponibilità dei dati, degli atti e degli strumenti per lo svolgimento delle funzioni, anche ampliando l’offerta dei servizi erogati on-line a cittadini e imprese, direttamente o tramite soggetti affidatari dei servizi di competenza statale attribuite al sindaco (art. 54, comma 3, TU n. 267/2000), e mette a disposizione dei comuni un sistema di controllo, gestione e interscambio, puntuale e massivo, di dati, servizi e transazioni necessario ai sistemi locali per lo svolgimento delle funzioni istituzionali di competenza comunale. Al fine dello svolgimento delle proprie funzioni, il Comune può utilizzare i dati anagrafici eventualmente detenuti localmente e costantemente allineati con ANPR al fine esclusivo di erogare o usufruire di servizi o funzionalità non fornite da ANPR.”

Quindi, visto che da ora in poi la certificazione è garantita dal portale nazionale, si pone il dubbio se i servizi di certificazione online erogati dai singoli Comuni possano continuare a essere utilizzati o meno; sicuramente, in questo caso il richiedente dovrà pagare l’imposta di bollo, visto che l’esenzione è prevista solo per i certificati rilasciati dal portale ANPR.

I vantaggi di questo cambiamento

Per la Pubblica Amministrazione Locale (quindi l’ufficio anagrafe del Comune) significa non dover più gestire (nel medio termine) questi certificati che saranno reperibili online da ogni cittadino senza dover andare agli sportelli del proprio comune. Questo vuol dire avere gli uffici meno impegnati e poter utilizzare il personale in attività di più alto concetto, che non stampare un certificato, attaccare un bollo e fare una firma a penna. Si tratterà comunque di diffondere il nuovo servizio presso i cittadini, in modo da renderlo conosciuto, e quindi utilizzabile.

Per la PA Centrale, raccogliere dati e informazioni sulle richieste di certificati e poter quindi rendere più efficiente la macchina dello Stato, nonché capire per cosa vengono richiesti e quindi efficientare i processi-percorsi associati.

Per i cittadini vuol dire risparmiare tempo potendo richiedere un certificato comodamente da casa, 7x24x365 e non spendere il bollo laddove era richiesto, risparmiando denaro.

I certificati inoltre saranno disponibili in modalità multilingua per i comuni con plurilinguismo. Potranno essere rilasciati anche in forma contestuale (ad esempio cittadinanza, esistenza in vita e residenza potranno essere richiesti in un unico certificato).

Si tratta di un passo importante anche verso il rispetto dei diritti digitali, soprattutto per i piccoli Comuni, che non hanno avuto e non avranno disponibilità di risorse proprie, e che quindi potranno comunque erogare il servizio ai propri cittadini, approfittando delle economie di scala e ottimizzando gli investimenti già fatti a livello nazionale per l’intero progetto.

Gli svantaggi di questa scelta

Diversi comuni – soprattutto quelli di grandi e medie dimensioni, fino a coprire circa il 25% della popolazione – avevano già attivato un portale per questi (e altri servizi), come ad esempio il comune di Milano.

Questi enti dovranno quindi smantellare i loro portali?

A leggere quanto previsto dall’art. 62 del CAD, probabilmente sì, tenuto conto che al comma 3 si afferma che “Al fine dello svolgimento delle proprie funzioni, il Comune può utilizzare i dati anagrafici eventualmente detenuti localmente e costantemente allineati con ANPR al fine esclusivo di erogare o usufruire di servizi o funzionalità non fornite da ANPR. L’ANPR consente ai comuni la certificazione dei dati anagrafici (…) anche in modalità telematica. La certificazione dei dati anagrafici in modalità telematica è assicurata dal Ministero dell’Interno tramite l’ANPR (…)”.

Le software house hanno investito risorse per creare servizi per l’erogazione della “anagrafe on line”, ovvero dei portali venduti ai singoli enti per produrre questi certificati, riempiendo un vuoto “tecnologico”; ora probabilmente questo business verrà meno.

Molti hanno rilevato che oggigiorno i certificati sono inutili, sono superati dalle banche dati; sì, è vero, ma il percorso dell’interoperabilità è solo all’inizio; inoltre, se anche ad oggi i privati sono obbligati ad accettare le autocertificazioni, deve essere comunque prevista una modalità di verifica di quanto dichiarato, sempre attraverso sistemi online e che evitino il ricorso agli sportelli fisici.

Quali possibili sviluppi su ANPR

Sempre con il DL 76/2020 è stato modificato il Regolamento Anagrafico, ed è stata inserita anche la possibilità di presentare online la richiesta di cambio di residenza; quindi, ci aspettiamo che a breve sia pubblicato anche questo servizio.

Ci aspettiamo anche che a breve sia operativa anche l’integrazione di ANPR con l’app IO, sarebbe un utilissimo completamento dell’area personale/scrivania in cui rimane disponibile il certificato richiesto, con validità di 3 mesi, che potrebbe essere “notificato” anche nell’app, oltre alla possibilità di ricevere visure o poter compilare autocertificazioni.

Quindi, va sicuramente accolto con estremo favore il nuovo portale nazionale dei certificati con ANPR, che finalmente mette in condizione tutti i Comuni di offrire questo servizio ai cittadini, ma nella consapevolezza del fatto che questo è solo il primo passo verso la completa digitalizzazione dei processi e delle informazioni anagrafiche, fino ad arrivare all’attuazione del principio “once only”.

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