agid

Competenze digitali, Agid: “Così svilupperemo nuove professionalità nella PA”

Si è parlato spesso di competenze digitali nella PA ma è necessario ora evidenziare la loro importanza in un mercato che ha bisogno di nuove capacità ed abilità per gestire l’innovazione. Le azioni Agid per la definizione di nuovi profili e la rivisitazione di quelli esistenti

Pubblicato il 01 Ago 2017

Roberto Scano

già presidente Iwa, presidente commissione UNI e-accessibility

digitale_167436176

AgID è da tempo attiva e all’avanguardia in ambito internazionale sul tema delle competenze digitali. Il tema è particolarmente importante perché garantisce un adeguato supporto umano alle iniziative di digitalizzazione della PA: una PA è digitale se i processi sono ripensati in ottica digitale e se gli attori umani sono in grado di comprendere ed utilizzare la tecnologia per migliorare e rendere più fruibile il servizio.

Gli interventi a supporto della digitalizzazione sono pertanto da inquadrare in tre categorie di competenza digitale:

  • competenza digitale di base, rivolta ai dipendenti della PA che utilizzano e interagiscono lavorativamente con strumenti informatici, al fine di consentire un’adeguata interazione con le soluzioni ICT interne ed i servizi digitali verso il cittadino;
  • competenza digitale professionale in ambito ICT, rivolta ai dipendenti e fornitori delle PA che si occupano di attività professionali in ambito ICT, al fine di utilizzare al meglio le risorse umane con competenze specifiche all’interno di progetti di digitalizzazione;
  • competenza digitale dirigenziale, rivolta alla dirigenza pubblica per consentire la comprensione delle tecnologie ICT, al fine di poter governare la digitalizzazione e supportare scelte adeguate in ambito di e-procurement.

Scegliendo di non reinventare la ruota, AgID ha scelto di supportare la normazione tecnica a livello nazionale e internazionale per orientare l’offerta di risorse umane, le richieste delle pubbliche amministrazioni e l’offerta formativa su profili professionali “standard” in grado di soddisfare le esigenze sia del settore pubblico che di quello privato, questo perché negli ultimi tempi si è parlato spesso di competenze digitali ma è necessario evidenziare la loro importanza in un mercato che ha bisogno di nuove capacità ed abilità per gestire l’innovazione sia come prodotti sia come soluzioni.

Relativamente al tema delle competenze digitali di base, si sta avviando un’attività di valorizzazione del modello europeo DigComp 2.1, con la definizione di linee guida e modelli di riferimento per la catalogazione delle competenze digitali di base necessarie in ogni settore (esempio: conoscenze dell’uso di internet, competenze minime di sicurezza informatica, ecc.).

Nell’ambito delle competenze digitali professionali in ambito ICT, AgID ha beneficiato di tali attività definendo per prima in Europa delle Linee guida per la qualità delle competenze digitali nelle professionalità ICT, recependo e valorizzando la normazione tecnica europea (CEN) e nazionale (UNI).

Infine nell’ambito delle competenze digitali dirigenziali si stanno valutando diversi modelli di riferimento in ambito europeo, per definire successivamente delle specifiche linee guida.

Tra le attività attualmente in corso di sviluppo vi sono le tematiche relative alla definizione di nuovi profili specifici nonché la rivisitazione di profili esistenti. L’esigenza di aggiornamento con la riqualificazione della figure professionali e l’inserimento di specifici nuovi profili professionali deriva dalle priorità stabilite dal piano Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione, un documento di indirizzo strategico ed economico attraverso il quale viene declinato il modello strategico di evoluzione del sistema informativo della Pubblica amministrazione. Previsto dallo statuto di AgID e dalla Legge di stabilità 2016 (l. 28 dicembre 2015, n. 208), il Piano nasce per guidare operativamente la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione e diventa riferimento per le amministrazioni centrali e locali nello sviluppo dei propri sistemi informativi. Definisce le linee guida della strategia operativa di sviluppo dell’informatica pubblica, fissa i principi architetturali fondamentali, le regole di usabilità e interoperabilità, precisa la logica di classificazione delle spese ICT e chiarisce il modello per lo sviluppo del digitale. Il piano triennale prevede al suo interno una serie di azioni tra cui l’azione n. 32 “Identificazione dei principali profili e azioni di promozione per la creazione di competenze digitali nella PA”.

32. Identificazione dei principali profili e azioni di promozione per la creazione di competenze digitali nella PA

Tempi:

da settembre 2017

Attori:

Dipartimento della Funzione Pubblica – ISTAT – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – AgID – Altri organismi tecnici

Descrizione:

Raccordo tra gli attori per la definizione delle figure professionali identificate dal piano con la messa a punto di specifici percorsi formativi.

Risultati:

Revisione dei profili UNINFO e ISTAT per le nuove figure professionali con competenze digitali.

Realizzazione di format di corsi, workshop e master.

Tra le varie attività in cui è impegnata AgID vi è la definizione di profili professionali specifici in tema di competenze digitali. Il documento informatico è un pilastro essenziale per la digitalizzazione dell’azione amministrativa[1] e i sistemi di gestione informatica dei documenti richiedono figure professionali dotate di competenze adeguate e in linea con le regole tecniche. In particolare la normativa definisce dei ruoli di responsabilità in tema di formazione e conservazione del documento informatico come il responsabile della conservazione, il responsabile della gestione documentale, il responsabile del trattamento dei dati personali e il responsabile della sicurezza. La collaborazione tra i vari ruoli è esplicitamente prevista dalle regole poiché ben difficilmente la stessa persona può possedere tutte le competenze informatiche, giuridiche, manageriali e archivistiche necessarie. La corretta definizione degli ambiti di competenza è certamente essenziale per massimizzare l’efficacia di questa collaborazione.

La norma UNI 11536:2014, ad esempio, delinea i contorni e gli ambiti d’azione della figura professionale dell’archivista che le regole tecniche associa al ruolo di responsabile della gestione documentale o del responsabile del servizio per la tenuta del protocollo informatico, della gestione dei flussi documentali e degli archivi. A distanza di tre anni dalla sua pubblicazione, coerentemente con le procedure stabilite da UNI, ed a seguito delle evoluzioni sia in ambito normativo che di mercato, è opportuno sottoporre la norma ad un processo di revisione al fine di mantenerla aggiornata ed apportare le modifiche che saranno ritenute necessarie per migliorarne la qualità, con particolare attenzione all’inserimento di competenze digitali per la figura generica dell’archivista nonché per la definizione di nuovi profili professionali anche specifici, per esempio con competenze ICT avanzate, come richiesto dal piano triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, e dal mercato che su un tema così importante ha assoluta necessità di persone adeguatamente preparate.

[1] si veda http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/pubblica-amministrazione/gestione-procedimenti-amministrativi/documento-informatico

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati