Coopetition

Conservazione digitale, perché è importante “fare rete” (in vista delle verifiche AgID)

In vista delle verifiche AgID previste per fine anno, emergono nuovi modelli di conservazione digitale basati sulla collaborazione

Pubblicato il 27 Giu 2017

Giovanni Maria Martingano

amministratore delegato di IFIN Sistemi

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Si avvicina, per i conservatori accreditati, una scadenza molto importante. Quella del 31 ottobre, data entro la quale bisognerà consegnare la certificazione di conformità del sistema di conservazione, che attesta il possesso di tutti i requisiti tecnici richiesti per l’accreditamento dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). Un certificato molto importante, rilasciato da un ente di certificazione accreditato da ACCREDIA, che si ottiene dopo ben 8 giornate di audit. Un percorso impegnativo che prevede la presentazione di una mole molto corposa di documenti e la messa a punto di procedure non banali.

IFIN Sistemi ha già conseguito questo certificato, ottenendo il disco verde dopo essersi sottoposto alla verifica da parte di un ente accreditato, nello specifico DNV.

Un traguardo che consideriamo importante, perché siamo tra i primi ad averlo ottenuto, e perché ci aiuterà anche ad agevolare tutti i partner nel percorso che li porterà a sottoporsi alle verifiche che AgID ha preannunciato farà, a partire da fine anno. Si tratta di verifiche stringenti, che incroceranno tutti i documenti prodotti in questi anni dai conservatori fin dal loro primo accreditamento – ad esempio i rapporti quadrimestrali che ciascuno di noi produce – con una serie di report che emergono anche dalla certificazione del processo, oltre a delle verifiche on site per analizzare l’applicazione reale delle procedure. Saranno controlli rigorosi, che troviamo estremamente coerenti con l’obiettivo di garantire la massima qualità di chi si candida a conservare il patrimonio storico e culturale della Nazione.

Negli anni, Ifin Sistemi ha stretto relazioni di business con un numero significativo di Conservatori Accreditati; un insieme di player che, più che sulla concorrenza fine a se stessa, punta sulla ‘coopetition’. Si innesta proprio in quest’ottica, ad esempio, il progetto TrustedChain, ossia una rete Blockchain tra tutti i conservatori accreditati. Una piattaforma, unica nel suo genere soprattutto in un settore particolarmente sensibile al trattamento dei dati e delle informazioni, che ci consente di mettere in rete competenze e capacità in un’ottica pre-competitiva per offrire servizi a valore aggiunto e di mettere fattor comune le esperienze, le migliori competenze e capacità di ciascuno per ottenere migliori risultati sul mercato.

IFIN Sistemi può essere considerato un conservatore un po’ sui generis, nel senso che il nostro mercato di riferimento è quello dei conservatori, non le aziende “utenti finali” che cercano una soluzione per conservare i propri documenti; noi non ci poniamo in un’ottica di competizione con i conservatori accreditati, ma stringiamo con loro accordi di partnership offrendo loro non solo soluzioni software, ma anche consulenza per aiutarli a focalizzarsi al meglio sul loro mestiere, che consiste nell’offerta di servizi completi e di alta qualità ai clienti finali. Il nostro mestiere è, invece, quello di dare loro un valore aggiunto nella loro value proposition, occupandoci anche di tutti gli aspetti normativi, organizzativi e di supporto al  business.

Dal punto di vista strettamente tecnologico, ci posizioniamo come Solution Provider per i conservatori accreditati offrendo loro una piattaforma software per i servizi di outsourcing.  Ma la nostra offerta non si declina esclusivamente sulla conservazione digitale, ed anzi in questi anni abbiamo investito molto per differenziare la nostra proposta, orientandoci anche su soluzioni legate ad esempio al pre-processing dei dati, alla fatturazione elettronica, a gestionali per le PEC, a soluzioni di firma digitale, Cyber security, Blockchain. Abbiamo quindi una gamma completa di soluzioni tecnologiche che forniamo a chi oggi si occupa di BPO (Business Process Outsourcing).

Ma quel che riteniamo più importante, in un contesto più ampio, è l’obiettivo di fare network, quindi di cercare di trovare forme di collaborazione che possano portare valore aggiunto a tutti i player della catena. Come IFIN Sistemi, ad esempio proponiamo diversi servizi che acquistiamo da aziende che solo quattro anni fa consideravamo nostre concorrenti. Abbiamo capito, insomma, che la collaborazione in un’ottica di filiera ci dà un vantaggio competitivo che sicuramente verrebbe meno se tutti volessimo farci “tutto in casa”.

E’ sempre il solito dilemma, io sono capace di fare tutto dedicando le giuste risorse e il giusto tempo alle cose che voglio fare, ma la domanda giusta che chi amministra un’azienda che lotta tutti i giorni sul mercato si deve porre è: ho risorse (e tempo) che posso distogliere dal mio core business (che è quello di vendere servizi ai miei clienti) per studiare la normativa con i suoi continui aggiornamenti, interpretarla, fare un’analisi di impatto sulle mie piattaforme software, definire i modelli organizzativi, preparare la documentazione che la normativa mi impone di produrre, mantenerla aggiornata nel tempo, preparare le certificazioni necessarie, formare i commerciali sugli Unique Selling Points dei miei servizi, studiare il mercato per immaginare nuovi business da proporre ai clienti già fidelizzati per altri servizi?

Partendo da questa considerazione, ci siamo dunque specializzati nell’offerta di prodotti e servizi proprio nei confronti di coloro che hanno il loro core business nell’erogazione dei servizi ai clienti finali, ed abbiamo puntato tutto su Consulenza, Tecnologia e Specializzazione, per dare ai nostri partner la possibilità di concentrarsi sul proprio obiettivo principale e di non disperdere energie su attività di supporto al business. L’idea è quella alla base del successo di ogni comparto industriale e cioè che ogni player punti a concentrare le energie nel fare bene ciò in cui è specializzato, per ottenere il massimo dalla propria catena del valore.

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