La diffusione dell’epidemia di coronavirus si è presentata come un potente fattore di accelerazione di trasformazioni già in atto nell’industria del cinema e audiovisiva, che ha determinato nuovi assetti nel rapporto con l’innovazione digitale.
Tuttavia, le ripercussioni dell’emergenza sanitaria sul settore hanno provocato effetti drammatici sia sul piano sociale che occupazionale. Approfondiamo la situazione, analizzando i cambiamenti comportati dal ricorso al digitale, vera risorsa per il rilancio, e gli aiuti stanziati per far fronte alla crisi.
Le sfide del cinema ai tempi della pandemia
A livello organizzativo sono centinaia i film che hanno visto bloccata la loro distribuzione nel corso del corrente anno, ed è tangibile il rischio che non ci sia spazio a sufficienza per tutti, con una sorta di ingolfamento dei titoli rimasti bloccati a causa della pandemia. In estrema antitesi, in conseguenza del lunghissimo fermo produttivo, il futuro anno non sarà in grado di fornire un numero significativo di titoli creando così danni permanenti all’intero settore composto non solo da grandi colossi ma anche, e soprattutto, da una vasta platea di piccole imprese e singoli professionisti che alimentano in modo sostanzioso l’intera filiera.
Dagli arbori di questa pandemia, dovendo fare i conti con le sale chiuse, i produttori, gli esercenti e i distributori hanno immediatamente percepito la fondamentale esigenza di gestire l’intera industry in modo da non perdere il contatto con il pubblico. Alcune case di distribuzione hanno ritenuto necessario dirigersi verso un modello di distribuzione cinematografica moderno che permettesse di non avere una perdita secca, recuperando parte dell’incasso online, saltando così la finestra dell’uscita in sala e distribuendo le opere direttamente sulle piattaforme streaming mantenendo, per quanto possibile, la data di uscita originariamente prevista. L’integrazione della filiera oggi è un’esigenza vitale. Qualunque prodotto si misura con una catena del valore che ha tre leve: sala, broadcaster e piattaforma. L’industria del cinema è consapevole del cambiamento perché il cambiamento è di sistema. I consumatori non hanno abbandonato il cinema ma hanno però iniziato a sperimentare, con numeri maggiori, tipi di fruizioni diversi.
Tale circostanza ha avviato un dibattito di non poco conto. Il Presidente dell’ANICA, associazione italiana che si occupa di rappresentare le industrie italiane del campo cinematografico nei rapporti con le istituzioni politiche e nelle trattative sindacali, ha affermato che ci troviamo in un contesto di criticità globale e la competizione globale sarà ancora più severa di quanto sino ad oggi sia stata. L’Italia non può permettersi di perdere un posizionamento decisivo, sia per un’autorevolezza internazionale che per la tenuta di un comparto di grande valore produttivo, creativo e per l’occupazione.
La filiera deve, quindi, collaborare per far crescere un ecosistema integrato tra sale, tv, piattaforme ed ogni altro genere di nuove modalità di fruizione; è necessario che ciò avvenga in modo costruttivo, e non unilaterale per trovare nuovi equilibri in futuro. La volontà di procedere in questa direzione è stata consacrata dal matrimonio tra ANICA e Netflix oramai impegnati in questa fase di grande trasformazione dell’ecosistema cine-audiovisivo con una coesione tra le tradizionali componenti ANICA (Produzione, Distribuzione, Industrie Tecniche) e le nuove componenti (piattaforme, digitale, canali tematici) per film, serie, animazione e documentari. Un dato di fatto è che la chiusura delle sale a causa dei provvedimenti adottati dal Governo ha accresciuto la fame di intrattenimento al punto da incrementare i consumi televisivi portando ad un cambiamento di fruizione rispetto al quale sarà difficile tornare indietro.
Il sostegno dall’Europa
I più recenti interventi riguardanti il cinema e l’audiovisivo sono stati adottati per dare una risposta agli impatti dovuti all’emergenza sanitaria sostenendo le difficoltà derivanti dalla intermittente sospensione degli spettacoli di qualsiasi natura, inclusi quelli cinematografici. Europa Creativa – principale strumento di sostegno al settore culturale e creativo dell’Unione Europea – sta mostrando piena flessibilità per le scadenze del programma prorogando i termini delle presentazioni delle domande, valutando, altresì, con il Fondo Europeo degli Investimenti linee di accesso al credito semplificate. Il nuovo Europa Creativa (2021-2027) in merito agli scenari futuri sul piano di ripresa dell’Europa nel post-pandemia, avrà un ruolo decisivo da svolgere orientando la ripartenza e lo sviluppo del settore culturale. La Commissione Europea si sta inoltre assicurando che le industrie creative possano beneficiare di qualsiasi sostegno intersettoriale orizzontale per attenuare le conseguenze economiche e occupazionali dell’epidemia.
Gli aiuti nazionali
A livello nazionale, numerosi sono stati gli interventi del Governo in aiuto ad uno dei settori maggiormente colpito dall’emergenza sanitaria. Sono state previste:
- indennità straordinarie per i lavoratori del turismo e della cultura estese anche ai lavoratori privi di ammortizzatori sociali (come il bonus 1000 euro);
- l’estensione degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori stagionali del turismo e dello spettacolo e interventi a favore di autori, artisti, esecutori e mandatari;
- la sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per le assicurazioni obbligatorie;
- la nascita del Fondo di emergenza per lo spettacolo, il cinema e l’audiovisivo per il quale gli aiuti inizialmente stanziati sono stati soggetti più volte a potenziamento e
- i rimborsi con voucher ai biglietti per spettacoli, cinema, teatri, musei e altri luoghi della cultura.
Non mancano anche le iniziative private: Netflix ha istituito il Fondo “Italian Film Commission & Netflix per le Troupe” a sostegno delle maestranze e delle troupe dell’industria cine-audiovisiva colpite dalla crisi per l’emergenza Covid-19.
La Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, con due decreti ministeriali ha derogato quanto previsto dal Decreto Ministeriale del 14 luglio 2017, stabilendo che al solo fine dell’ammissione dell’opera audiovisiva ai benefici previsti dalla L. 220/2016, la legge riconosce alle opere cinematografiche, per il periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 15 luglio 2020, la destinazione al pubblico attraverso un fornitore di servizi di media audiovisivi, sia lineari di ambito nazionale che non lineari, ovvero attraverso editori home entertainment. Il requisito si intende soddisfatto anche per le opere cinematografiche diffuse in via prioritaria con le suddette modalità dopo il 15 luglio 2020, purché ciò avvenga in attuazione di accordi di data certa anteriore al 17 maggio 2020. Un avviso del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MiBACT) annuncia aiuti anche sul tax credit cinema: i bonus autorizzati, ma non fruiti quest’anno, potranno comunque essere utilizzati nel 2021 e nei successivi anni presenti nel piano di utilizzo di ciascuna domanda.
Il futuro dopo la pandemia
Quale sarà il futuro del cinema? La sala resta e rimarrà un luogo insostituibile ma in virtù dello scenario mondiale che si è presentato senza preavviso, sarà importante pensare per ogni prodotto il percorso migliore, aprendo definitivamente la possibilità di una produttiva convivenza tra gli strumenti ed i canali di fruizione dell’audiovisivo per poter dare una speranza all’amato mondo del cinema.