Un supporto economico dallo Stato per chi, in maniera involontaria, si ritrovi a essere in una condizione di disoccupazione: Naspi – Nuova assicurazione sociale per l’impiego è l’indennità introdotta a maggio 2015 che ogni mese viene erogata agli interessati. Si prospettano novità con la Legge di bilancio 2022, come l’ampliamento a una platea più vasta di beneficiari e prevedendo una riduzione dell’importo a partire dal sesto mese di fruizione.
Cos’è la Naspi e come funziona
Naspi, nuova assicurazione sociale per l’impiego, è un sostegno economico che lo Stato riserva mensilmente a chi abbia perso il lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà. L’indennità è stata introdotta con l’articolo 1 del decreto legislativo numero 22 del 4 marzo 2015 in sostituzione delle precedenti misure a supporto delle persone in stato di disoccupazione. Prima di Naspi c’erano infatti Aspi e MiniAspi: la nuova indennità è diventata valida per i casi di disoccupazione a partire dal primo maggio 2015 in poi.
Ogni mese dunque la cifra spettante viene inviata al beneficiario, che avrà così un supporto economico nel periodo in cui resterà senza lavoro.
Una particolarità: la Naspi è compatibile con il reddito di cittadinanza.
A quanto ammonta l’indennità di disoccupazione
Per calcolare l’ammontare della Naspi, bisogna tener conto del tetto minimo che ogni anno viene rivalutato sulla base delle variazioni dell’indice Istat e comunicato da Inps. Per il 2021, la cifra era 1227,55 euro. Dunque, la Naspi corrisponde:
- Se il proprio stipendio medio mensile imponibile a fini previdenziali degli ultimi quattro anni era inferiore alla cifra di riferimento Inps, la Naspi corrisponde al 75% della retribuzione mensile;
- Se la propria retribuzione media mensile era superiore alla cifra stabilita dalla legge annualmente, la Naspi corrisponde al 75% di quella cifra media stabilita ogni anno da Inps.
Chi sono i beneficiari
La Naspi viene assegnata solo alle persone che hanno perduto in maniera involontaria il proprio lavoro e che erano inquadrati con un rapporto di lavoro subordinato. Nel dettaglio, possono beneficiare dell’indennità Naspi le seguenti categorie:
- Dipendenti a tempo indeterminato o determinato di privati
- Dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni
- Persone con contratto di apprendistato
- Soci lavoratori di coop che hanno al contempo un rapporto di lavoro subordinato con la stessa realtà
- Personale artistico, sempre in caso di un rapporto lavorativo di tipo subordinato.
Chi è escluso
Sono invece esclusi dalla possibilità di ottenere l’indennità:
- Lavoratori extracomunitari titolari di permesso di soggiorno per lavori stagionali
- Chi ha raggiunto i requisiti necessari per andare in pensione, sia nel caso di pensione di vecchiaia o anticipata
- Titolari di assegni ordinai di invalidità
- Lavoratori con contratto a tempo indeterminato delle PA
Facevano parte della lista degli esclusi dall’indennità anche gli operai agricoli con contratti a tempo sia indeterminato che determinato: tuttavia, la Legge di bilancio 2022 ha previsto l’inclusione anche degli “operai agricoli a tempo in determinato delle cooperative e loro consorzi che trasformano, manipolano e commercia lizzano prodotti agricoli e zootecnici prevalentemente propri o conferiti dai loro soci, di cui alla legge 15 giugno 1984, n. 240”, si legge nel testo di fine dicembre 2021.
Requisiti per la Naspi 2022
Della Naspi infatti si parla nel Capo II “Ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria” della Legge di bilancio 2022. Sono previste alcune novità. In primis, come anticipato, dal primo gennaio 2022 hanno accesso all’indennità anche gli operai agricoli a tempo indeterminato. Si amplia dunque la platea di soggetti interessati dall’indennità di disoccupazione.
Quanto spetta di Naspi 2022
Un passaggio particolarmente importante riportato nella Legge di bilancio 2022 (prendendo come riferimento il testo di fine dicembre 2021) è quello che indica: “Con riferimento agli eventi di disoccupazione verificatisi dal primo gennaio 2022, la Naspi si riduce del 3 per cento ogni mese a decorrere dal primo giorno del sesto mese di fruizione; tale riduzione decorre dal primo giorno del l’ottavo mese di fruizione per i beneficiari di Naspi che abbiano compiuto il cinquantacinquesimo anno di età alla data di presentazione della domanda”.
Insomma, da gennaio 2022 a partire dal sesto mese di indennità la cifra che spetta di Naspi viene ridotta del 3% per ogni mese da quel momento. In precedenza, la riduzione era prevista a partire dal terzo mese. Inoltre, da gennaio 2022 se il beneficiario dell’indennità ha compiuto i cinquantacinque anni di età, questa riduzione viene applicata dall’ottavo mese di fruizione della misura.
Quanto dura la Naspi 2022
Come spiegato da Inps sul suo portale istituzionale, l’indennità Naspi viene erogata ogni mese. La durata dell’erogazione corrisponde alla metà delle settimane di contributi degli ultimi quattro anni. Sono escluse dal conteggio:
- I periodi di contributi che già sono stati conteggiati per altre indennità di disoccupazione;
- I periodi che hanno portato a indennizzi fruiti in via anticipata.
Quando si ha diritto alla disoccupazione
Si può ottenere l’indennità Naspi dall’ottavo giorno a partire dal momento della chiusura del rapporto di lavoro, se la domanda viene inoltrata entro l’ottavo giorno. Qualora la domanda venisse inoltrata dopo l’ottavo giorno, si otterrà dal giorno successivo a quello in cui si è avanzata la richiesta.
È possibile ottenere la Naspi anche in seguito a maternità, malattia, preavviso o infortunio: in questo caso si può ottenere l’indennità otto giorni dopo la fine di tale periodo se la domanda viene avanzata in quegli otto giorni. Se si fa richiesta dopo l’ottavo giorno, anche in questo caso verrà erogata l’indennità dal giorno successivo a quello di presentazione dell’istanza.
In caso invece di licenziamento per giusta causa, sarà possibile ottenere l’indennità dal trentottesimo giorno dopo che si è stati licenziati se si fa domanda entro quella data, mentre si potrà ottenere dal giorno seguente se inoltrata dopo il trentottesimo giorno dal licenziamento.
Come fare domanda per Naspi 2022 (servizi Inps online, intermediari e contact center)
L’istanza per richiedere l’accesso alla Naspi deve essere avanzata online: l’Inps mette a disposizione un apposito servizio telematico sul proprio portale, accessibile tramite SPID, CNS e CIE. L’istituto ha anche predisposto una guida disponibile online (Leggi il PDF della guida come fare domanda Naspi) che spiega passo per passo come compilare la richiesta.
Inps dà anche la possibilità di avanzare la domanda tramite intemediari, come patronati e commercialisti, oppure via contact center: da rete fissa bisogna chiamare il numero 803164, da cellulare 06164164.
La compilazione della domanda prevede in primis l’inserimento dei propri dati anagrafici, compresa la residenza. Importante avere sotto mano il codice fiscale, oppure usufruire di un tool per il calcolo del codice fiscale. Dopodiché sarà necessario indicare le informazioni relative all’ultima posizione lavorativa ricoperta: le date del rapporto di lavoro, la matricola o il codice fiscale del datore di lavoro, anche il motivo della cessazione dell’impiego. Ricordiamo infatti che la Naspi viene erogata solo nel caso di chiusura di rapporti indipendenti dalla propria volontà.
Dopo l’inserimento di dati relativi anche ai periodi contributivi, e ulteriori informazioni relative per esempio a eventuali incarichi come socio o l’iscrizione a una cassa professionale si potrà inviare la domanda.
Perché decade il beneficio
Come spiegato da Inps, la Naspi viene del tutto revocata, dunque il lavoratore perde il diritto di ricevere il beneficio, nei seguenti casi:
- Non è più disoccupato, in particolare se intraprende un’attività di lavoro subordinato per più di sei mesi e non invia la comunicazione del reddito presunto che suppone di ottenere. Tale comunicazione va inviata a Inps entro un mese dall’avvio dell’attività,
- Non invia entro un mese dalla domanda di accesso alla Naspi la comunicazione del proprio reddito annuo che pensa di ottenere da lavori subordinati part time ancora attivi,
- Non invia la stessa comunicazione dei punti precedenti ma in relazione all’avvio di un’attività autonoma o parasubordinata,
- Non partecipa alle attività di orientamento lavorativo dei centri dell’impiego,
- Si trova nelle condizioni di ottenere l’assegno di invalidità (e non sceglie la Naspi),
- Può andare in pensione.
Invece, l’erogazione della Naspi viene interrotta per un periodo, ma può riprendere, se:
- Si viene assunti con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato per non più di sei mesi;
- Si trovi un nuovo lavoro in altri Paesi dell’Unione europea con cui l’Italia abbia sottoscritto convenzioni in tema di assicurazioni contro la disoccupazione, spiega il sito Inps.